Giustizia

Decreto Caivano: solo più carcere per i minori

10/11/2023

Vai alla pagina dei comunicati: #Dl Caivano

 

NESSUN INTERVENTO PER LE POLITICHE EDUCATIVE, NÉ PER LA LOTTA ALLA POVERTÀ  

 

Con 156 voti a favore, 66 contrari (Pd, Avs e Azione-Italia Viva) e l’astensione del Movimento 5 stelle, la Camera ha approvato il decreto legge n. 123 del 15 settembre 2023, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale. Il c.d. decreto Caivano.

Un decreto nato sull’onda dell’emozione e dell’indignazione nel Paese per i tragici eventi accaduti a Caivano, con le violenze ai danni di due bambine da parte di un gruppo di ragazzi, in gran parte minori.

Il Partito Democratico ha evidenziato più volte in Aula la necessità di intervenire a Caivano, e nelle tante periferie del Paese, dove è in forte crescita il disagio giovanile, la povertà educativa, l’abbandono scolastico, la violenza sui minori e tra minori.

Purtroppo la risposta messa in campo dal governo di destra è profondamente sbagliata nel metodo e nel merito.

Lo strumento legislativo che è stato scelto, infatti, è l’ennesimo decreto-legge, che comprime il dibattito e impedisce un confronto costruttivo tra le forze politiche. L’utilizzo della decretazione d’urgenza è impropria non solo perché va a toccare norme penali che limitano la libertà degli individui ma perché in questo caso modifica addirittura il sistema della giustizia minorile, un ambito ancor più delicato vista la giovane e giovanissima età dei soggetti coinvolti. Sbagliata, inoltre, l’idea di volere dare una risposta emergenziale a un problema strutturale e purtroppo radicato nella nostra società.

L’abuso dell’utilizzo dei decreti-legge da parte del governo Meloni ha raggiunto dei livelli intollerabili, questo in esame è stato il quarantaseiesimo decreto arrivato in Parlamento, con una media di quattro decreti al mese. Sono stati battuti tutti i record.

Le misure contenute nel provvedimento evidenziano una scelta netta. Si pensa di affrontare il tema del disagio giovanile e dell’abbandono scolastico con l’aumento delle pene e prevedendo più carcere. In questo decreto non c’è molto altro.

Nulla sulle politiche educative, nulla sulle politiche per il lavoro, nulla sulle politiche per l’inserimento sociale, nulla contro la povertà.

Il PD ritiene che se alle azioni per il rispetto della legalità non si affiancano politiche di sostegno alle famiglie disagiate, se non si incrementano gli organici del corpo insegnante, se non si garantisce il tempo pieno, il risultato che si ottiene sono misure spot inefficaci a risolvere i problemi.

Non solo, ma questo provvedimento rischia di rompere l’equilibrio tra sicurezza e recupero del minore che delinque. Un equilibrio fondamentale, ispirato ai valori della nostra Costituzione.

Gli interventi previsti da questo decreto sono tutti nella direzione punitiva. 

Solo per citare alcuni effetti: estende la possibilità di applicare al minore la misura della custodia cautelare e di conseguenza restringe fortemente la possibilità di applicare misure alternative, che sarebbero decisamente più idonee a favorire percorsi di reinserimento; riduce il perimetro di applicazione della messa in prova, che rappresenta lo strumento più efficace per il recupero dei minori; aumenta da quattro a cinque anni di reclusione il massimo della pena per la produzione, il traffico e la detenzione di sostanze stupefacenti di lieve entità, con l’effetto di precludere la possibilità di applicare misure alternative alla detenzione; tale aumento di pena comporta, inoltre, l’arresto obbligatorio in flagranza di reato, con un ulteriore impatto di diverse migliaia di unità sulla popolazione carceraria.

Si mina dunque pesantemente un sistema, quello penale minorile, guardato con grande interesse nel resto del mondo, in quanto particolarmente sensibile all'istanza di reinserimento sociale del minore, in linea con l'articolo 27 della Costituzione e con il legame - da esso consacrato - tra rieducazione e umanità della pena, e che avrebbe necessitato, piuttosto, di maggiori risorse sia finanziarie sia organizzative.

Con le nuove norme si inverte sconsideratamente il paradigma, arrivando a più carcere per i minori, riducendo il perimetro di applicazione della messa alla prova, ossia dello strumento più efficace nel nostro ordinamento per il loro recupero.

 

Dossier

Interventi in aula