06/07/2017
Veronica Tentori
Gandolfi, Giuseppe Guerini, Guerra, Camani, Basso, Rocchi, Naccarato, Fragomeli, Zampa, Pinna, D'Arienzo, Currò, Berretta, Miccoli, Ginato, Rossi, Moretto, Beni, Anzaldi, Francesco Sanna, Melilli, Dell'Aringa, Tullo, Carocci, Ferro, Carra, Bonaccorsi, Tacconi, Palma, Paola Bragantini, Martella, Mattiello
2-01875

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   la realizzazione della passerella ciclopedonale lungo la strada statale 36 «del Lago di Como e dello Spluga», principale arteria di collegamento tra Lecco e la Valtellina, che collegherebbe il centro abitato di Abbadia Lariana e la città di Lecco, è da ritenersi strategica per la ciclabilità del territorio lariano e per la messa in sicurezza della strada statale 36, considerata anche la pericolosa promiscuità di traffico ciclabile e veicolare;
   l'infrastruttura in questione è fondamentale per lo sviluppo ciclo-turistico del territorio rivierasco e per la fruizione delle sponde del lago, assumendo quindi una grande rilevanza di natura economica, tanto da rappresentare un tassello importante nell'ambito dell'itinerario cicloturistico dell'Adda che congiunge la Valtellina al fiume Po-Brezza;
   con nota n. DLA/4si 16914 del 24 luglio 2003 la direzione generale di Anas spa comunicava che «Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha espresso parere, positivo sul programma all'interno del quale è stato inserito l'intervento di realizzazione della pista ciclabile lungo la SS 36 tra Lecco e Abbadia Lariana» e nel mese di maggio del 2009 è stato pubblicato dall'Anas sulla Gazzetta Ufficiale il bando di gara per l'appalto di esecuzione dei lavori di realizzazione della suddetta passerella ciclopedonale;
   il cantiere della suddetta opera, già finanziata, è fermo da ben otto anni, e oggi versa in condizioni di abbandono e degrado;
   lungo il tracciato del cantiere si riscontrano situazioni di potenziale rischio per l'incolumità e la sicurezza dei cittadini che, nonostante la segnaletica, lo percorrono;
   il 5 giugno 2014 il Governo pro tempore rispondeva, in VIII Commissione alla Camera dei deputati, all'interrogazione n. 5-02937 in cui si chiedeva conto delle cause dei clamorosi ritardi connessi alla già programmata opera di realizzazione della pista ciclopedonale lungo la strada statale 36 tra Lecco e Abbadia Lariana. Il Governo pro tempore rispondeva che l'esecuzione dell'opera sarebbe ripresa solo a seguito dell'esito dei giudizi pendenti;
   il 28 marzo 2017 il Governo rispondeva all'atto di sindacato ispettivo n. 3-02904 nel quale il primo firmatario del presente atto chiedeva nuovamente conto, a fronte dell'ennesimo blocco dei lavori sul cantiere, dei tempi e delle modalità di completamento della suddetta opera; la risposta del Governo fu che la società Anas aveva riferito che la regione Lombardia, con decreto n. 11637 del 15 novembre 2016, aveva stabilito l'esigenza di provvedere alla variazione del piano delle fondazioni di detta passerella e che si rendeva, dunque, necessario realizzare una variante al progetto esecutivo con una riduzione numericamente significativa dei punti di appoggio dei piloni sulla costa;
   il Governo, sempre in quella sede, rispondeva inoltre che il citato decreto regionale aveva recepito le prescrizioni del parere favorevole e vincolante espresso dal sovrintendente di Milano nell'ambito della procedura di rinnovo dell'autorizzazione paesaggistica n. 33071 del 9 novembre 2016. Pertanto, la prescritta rivisitazione progettuale avrebbe influito sia sulla tempistica che sulle modalità di completamento dell'opera. Il Governo comunicava che, tuttavia, l'Anas aveva evidenziato di aver sollecitato l'impresa esecutrice a riprendere immediatamente tutte le attività necessarie al completamento delle lavorazioni non interessate dalla suddetta variante;
   si apprende ora dagli organi di stampa che con provvedimento dell'8 giugno 2017 l'Anas ha disposto la risoluzione contrattuale con l'impresa «Rete Costruzioni» ai sensi dell'articolo 136 del decreto legislativo n. 163 del 2006 per grave ritardo nell'esecuzione dei lavori di realizzazione, essendo stati eseguiti lavori corrispondenti al 2 per cento dell'importo contrattuale, e che a seguito del provvedimento sono state avviate le procedure per il riappalto dei lavori e il programma prevede ora la redazione dello stato finale, l'accertamento tecnico e contabile da parte del collaudatore, il collaudo delle opere eseguite e l'aggiornamento del progetto esecutivo da porre a base di gara –:
   se non reputi urgente intervenire, per quanto di competenza, al fine di fornire garanzie sulla realizzazione nonché certezze sui tempi e sulle modalità di completamento di un'opera bloccata, che dopo otto anni deve ricominciare da capo il proprio iter, e di fornire chiarimenti circa lo stato di approvazione della variante di progetto citata dal Governo nella risposta all'atto di sindacato ispettivo del 28 marzo 2017.
 

Seduta del 21 luglio 2017

Illustra e replica Veronica Tentori, risponde Domenico Manzione, Sottosegretario di Stato per l'Interno

Illustrazione

Grazie, Presidente; signor sottosegretario, la questione che vorrei porre, oggi, alla sua attenzione, in quest'Aula, riguarda la realizzazione della passerella ciclopedonale che andrebbe a collegare, lungo la strada statale 36 del lago di Como e dello Spluga, il centro abitato di Abbadia Lariana con la città capoluogo di Lecco. Questo è il quinto atto di sindacato ispettivo che io presento al Governo su questa triste vicenda; vale, credo, la pena, ripercorrere, brevemente, la cronistoria di quest'opera, un'opera incompiuta che, purtroppo, ancora oggi, ha davanti a sé un futuro del tutto incerto. Dobbiamo andare indietro nel tempo di diciotto anni se vogliamo arrivare a quando gli enti locali, in particolare il comune di Abbadia Lariana, hanno cominciato ad evidenziare la criticità legata al tratto stradale in questione.

Era l'anno 1999 e, proprio ad Abbadia, si evidenziava come la strada provinciale 72 che percorre il litorale orientale, appunto, del lago, e tutto il suo traffico si interrompano proprio nel centro abitato di Abbadia Lariana e fanno sì che tutto il traffico, compreso quello ciclabile e quello pedonale, confluiscano nell'arteria stradale della strada tatale 36 che, come è noto, è caratterizzata da un'altissima percorrenza e da volumi di traffico molto elevati.

Fin da subito, quindi, viene rilevata l'importanza strategica di questa infrastruttura per il territorio lariano, per la messa in sicurezza della strada statale 36, perché viene considerata, appunto, la pericolosa promiscuità del traffico ciclabile, pedonale e veicolare e l'assoluta mancanza di strade alternative, in grado di congiungere tutto il versante del Lario orientale con la città capoluogo di Lecco. Nel 2001, ANAS presenta un disegno di massima relativo alla fattibilità dell'opera, ne seguono diversi incontri di approfondimento con, anche, gli enti locali coinvolti e, nel 2003, la direzione generale di ANAS comunica che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha inserito, nella propria programmazione, l'intervento di realizzazione della passerella ciclopedonale in questione.

Nell'ottobre 2003 viene approvato il progetto preliminare; nel dicembre dello stesso anno il progetto definitivo e, nel giugno 2004, il progetto esecutivo dell'opera. Comincia, da qui, un periodo iniziale di stallo; l'iter sembra arrestarsi tanto che, addirittura, nel 2007, la Corte dei conti si mobilita per chiedere ragguagli sulla vicenda, prefigurando, in caso di mancata realizzazione di quest'opera, un grave dispendio di denaro pubblico, relativo a tutte le fasi precedenti. Finché, nel dicembre del 2007, ANAS comunica che la pista ciclopedonale è stata inserita negli interventi appaltabili, appunto, per quel biennio, 2007-2008, e comunica, anche, l'avvenuto finanziamento dell'opera. Sono stati destinati ben 12 milioni di euro a questa opera strategica. Successivamente, il progetto viene verificato, viene validato, si susseguono tutte le necessarie procedure, finalizzate alla pubblicazione del bando di gara per l'appalto, e, finalmente, nel maggio del 2009, viene pubblicato, appunto, il bando di gara per l'appalto sulla Gazzetta Ufficiale.

A questo punto, vorrei sottolineare che sono già passati dieci anni, da quando si cominciò a parlare della rilevanza strategica di quest'opera e sembra potersi vedere, concretamente, per i cittadini, la possibilità di fruirne. Si stima che le opere di realizzazione sarebbero dovute, appunto, concludersi nel settembre del 2013, dopodiché, incomincia una fase in cui si susseguono contenziosi, nuove aggiudicazioni, ricorsi, il cantiere viene continuamente interrotto, le opere proseguono a singhiozzo, vi sono lunghi periodi di fermo, lo stato di abbandono del cantiere risulta evidente e anche la parte di opere che vengono realizzate è del tutto risibile, in confronto a quello che era il progetto originario. Infatti, si può apprezzare solamente, appunto, una separazione tra la pista ciclabile e le corsie della vecchia superstrada nel tratto tra la località Pradello e la località Caviate di Lecco, mentre nel tratto verso Abbadia Lariana sono iniziate solamente le palificazioni e, poi, tutto si è arrestato. Nel giugno del 2014, interrogai il Governo, a proposito delle cause di questi clamorosi ritardi e mi fu risposto che l'esecuzione dell'opera sarebbe ripresa, solamente, a seguito dell'esito dei giudizi pendenti, che, a quell'epoca, erano appunto in corso. Concluse le vicende giudiziarie, tutti abbiamo pensato che le opere potessero riprendere. Si è, infatti, visto un inizio di ripresa dei lavori, si è riaccesa, in tutti i cittadini e gli enti locali del territorio, la speranza di vedere conclusa quest'opera, una speranza che, purtroppo, presto si è trasformata, nuovamente, in sconforto.

Oggi, dopo diciotto anni da quando si è iniziato a parlare dell'opera e dopo otto anni dalla prima aggiudicazione, quindi, dall'inizio, appunto dei lavori, il cantiere è nuovamente fermo, versa in condizioni di abbandono e di degrado.

Lungo il tracciato del cantiere si riscontrano, anche, situazioni di potenziale rischio per l'incolumità e la sicurezza dei cittadini che, nonostante, la segnaletica percorrono il tratto, appunto, tra la località Pradello e la località Caviate di Lecco dove è avvenuta, già, la separazione delle corsie, per cui io, pochi mesi fa, a marzo 2017, ho ripresentato nuovamente un'interrogazione al Governo sulla questione e mi è stato risposto che la società ANAS aveva riferito che la regione Lombardia, nel novembre 2016, aveva stabilito l'esigenza di provvedere alla variazione del piano delle fondazioni della passerella ciclopedonale e che, quindi, si rendeva necessario realizzare una variante nel progetto esecutivo per ridurre significativamente i punti di appoggio dei piloni sulla costa e che questa rivisitazione progettuale avrebbe influito sulla tempistica e sulle modalità di realizzazione dell'opera. Ora, ultima novità delle ultime settimane, apprendo dagli organi di stampa che, col provvedimento dell'8 giugno 2017, ANAS ha disposto la risoluzione contrattuale con l'impresa esecutrice, che, vorrei ricordare, è la terza che si sussegue, per il grave ritardo nell'esecuzione dei lavori di realizzazione. È stato eseguito soltanto il 2 per cento dell'importo contrattuale dei lavori. A seguito di questo provvedimento sono state avviate le procedure per il riappalto. Il programma prevede ora la redazione dello stato finale e l'accertamento tecnico e contabile da parte del collaudatore, il collaudo delle opere eseguite, l'aggiornamento del progetto esecutivo da porre nuovamente a base di gara e, dopo queste notizie, purtroppo, non ho potuto apprendere da nessuna parte indicazioni o previsioni circa i tempi di realizzazione. È tutto da rifare e io ritengo che siano necessarie almeno delle rassicurazioni sul fatto che l'opera di questa ciclabile tra Lecco ed Abbadia, già finanziata ma della quale non abbiamo mai potuto apprezzare rilevanti passi avanti, possa arrivare al suo completamento in tempi certi.

Mi preme sottolineare che l'infrastruttura in questione è fondamentale per lo sviluppo cicloturistico del territorio rivierasco, per la fruizione delle sponde del lago e assume, quindi, anche una rilevanza importante di natura economica, tanto che rappresenta un tassello importante inserito nell'ambito dell'itinerario cicloturistico dell'Adda, che congiunge la Valtellina fino al fiume Po, e si unisce al progetto della pista cicloturistica VENTO. Abbiamo, da questo punto di vista, già perso anche il treno di Expo, che nel 2015 ha visto arrivare una consistente affluenza di turisti nella zona del lago, la quale non ha potuto sfruttare la grande potenzialità di questa infrastruttura.

Sottosegretario, il territorio lecchese è esasperato da questa vicenda. Non solo c'è la rabbia di non poter vedere realizzata un'opera per la quale le risorse sono già state stanziate, ma anche la preoccupazione per il rischio che le conseguenze negative sul piano della sicurezza e sul piano dello sviluppo economico del territorio continuino a crescere. Il permanere di questa situazione è insostenibile e, quindi, dopo diciotto anni che se ne parla e otto anni dall'inizio dei lavori, sono di nuovo a chiedere certezze sui tempi e garanzie sulla realizzazione, nonché chiarimenti circa la variante di progetto, la quale, secondo quanto comunicato nell'ultima interrogazione che avevo rivolto al Governo, influirà sulle tempistiche e le modalità di completamento dell'opera.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Nel merito metto ogni considerazione, perché tutto è stato già abbondantemente riassunto nella illustrazione dell'onorevole Tentori alla sua interpellanza. Mi limito, quindi, a fornire le notizie che sono pervenute da parte dell'ANAS al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

In merito, come già rammentava la stessa onorevole Tentori, in effetti, l'ANAS riferisce che l'8 giugno scorso ha disposto la risoluzione del contratto per grave inadempimento, ex articolo 136 del decreto legislativo n. 163 del 2006, con l'impresa esecutrice dei lavori relativi alla realizzazione della passerella ciclopedonale lungo la strada statale n. 36 del lago di Como e dello Spluga. Il successivo 11 luglio, così come previsto dalla normativa vigente, è stata convocata ufficialmente la ditta per redigere in contraddittorio lo stato di consistenza dei lavori eseguiti quale atto propedeutico alla riconsegna delle aree di cantiere in capo ad ANAS. Le opere realizzate dovranno essere, quindi, sottoposte all'esame del collaudatore, al fine di procedere alla riprogettazione di quelle ancora necessarie.

Di seguito, si provvederà a indire con sollecitudine una nuova gara di appalto sulle opere di completamento. Nelle more è allo studio, in collaborazione con gli enti locali, l'individuazione di una possibile soluzione da adottare durante la fase transitoria, fermo restando, ovviamente, il sollecito espletamento della nuova gara di appalto.

Replica

Grazie, Presidente. Io ringrazio il sottosegretario per la risposta, anche se, logicamente, non posso dichiararmi soddisfatta in quanto le informazioni che mi sono state riferite erano quelle che già avevamo appreso anche dagli organi di stampa. L'unica indicazione che ho percepito riguarda i tempi di realizzazione e che verrà indetta una nuova gara con sollecitudine, però, diciamo che a questo punto noi avremmo bisogno di certezze riguardo i tempi di realizzazione dell'opera e di garanzie riguardo al fatto che l'opera venga realizzata.

Sottolineo solamente, brevemente, alcune questioni, che rappresentano l'importanza e la rilevanza strategica di quest'opera.

La prima - l'ho accennata anche nella premessa - riguarda il fatto che stiamo parlando di un progetto che è inserito nella ciclovia dell'Adda, quindi un progetto strategico per il territorio; tra l'altro, il Governo in questi anni ha anche stanziato ingenti risorse per lo sviluppo del cicloturismo, perché è considerato strategico per diversificare e ampliare l'offerta turistica del nostro Paese e so che ha sempre dimostrato molta sensibilità su questo tema, tanto che, proprio sulla pista ciclopedonale dell'Adda, nella quale è inserito anche questo tratto, è stato accolto un ordine del giorno che impegna il Governo a valutare l'inserimento nel sistema nazionale delle ciclovie turistiche. Quindi, proprio conoscendo la sensibilità del Governo su questa materia, non posso dichiararmi soddisfatta della risposta, perché io credo che si possa fare di più e insistere maggiormente affinché quest'opera strategica, anche per il territorio a livello economico e turistico, venga realizzata nel più breve tempo possibile.

Il secondo tema è il problema relativo alla sicurezza: oggi i pedoni e i ciclisti non hanno alternative, devono passare necessariamente sulla strada statale per attraversare il tratto tra Lecco ed Abbadia Lariana, che è una strada tra le più trafficate e pericolose d'Italia. I dati dell'Osservatorio del traffico di ANAS di giugno parlano chiaro da questo punto di vista: nel mese di giugno la strada statale n. 36 si colloca sul podio nazionale al terzo posto per volumi di traffico, quindi non stiamo parlando di una strada a bassa percorrenza; e qui c'è una promiscuità nel passaggio tra traffico veicolare e traffico ciclabile, che è notoriamente pericoloso. C'è poi un problema di sicurezza anche legato al tratto già percorribile, come ho detto precedentemente, che, nonostante la segnaletica, viene comunque percorso dai cittadini e qui credo che sarebbe opportuno pianificare il rapido completamento e la messa in sicurezza almeno di questo tratto, che, ribadisco, è già percorribile e viene percorso, nonostante tutto, dai cittadini, con tutti i problemi conseguenti. Poi c'è un problema di degrado relativo alle aree del cantiere dismesso, ci sono ferri scoperti, ci sono tratti che vengono utilizzati come discarica, magari da questo punto di vista sarebbe opportuno programmare un sopralluogo da parte degli enti competenti, di ANAS, per verificarne le condizioni e pianificare la messa in sicurezza delle eventuali situazioni di pericolo e l'eliminazione delle situazioni di degrado.

L'opera in questione - e termino - è già finanziata, non vorremmo che col passare del tempo questi stanziamenti andassero a coprire qualche altro capitolo di spesa, mandando definitivamente in soffitta la realizzazione della pista ciclopedonale e lasciando, poi, in eredità al territorio un cantiere dismesso. Quindi, auspico che a breve potremo vedere evoluzioni tangibili di questa vicenda e conseguentemente il completamento di quest'opera ritenuta strategica, sia per la viabilità, sia per la sicurezza stradale, sia per lo sviluppo turistico dell'intero territorio.

Spero che lei possa farsi portavoce presso il Ministero di competenza di queste criticità che ho sottolineato. Per quanto mi riguarda, continuerò a monitorare la situazione e proseguirò, se necessario, a presentare interpellanze o interrogazioni, fin quando non mi riterrò soddisfatta ovvero fin quando non sapremo la data di conclusione di questi lavori. Infatti, credo che il territorio lecchese meriti, dopo diciotto anni, di conoscere dei tempi certi. Non è possibile continuare a singhiozzo la realizzazione di un'opera pubblica, che è bloccata e che avrebbe invece già dovuto essere fruibile per i cittadini già da molto tempo.