29/03/2017
Sofia Amoddio
Bratti, Cinzia Maria Fontana
2-01733

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
   la prima firmataria della presente interpellanza ha presentato l'interrogazione a risposta immediata n. 3-01474 con oggetto il trasferimento rifiuti speciali dall'Ilva di Taranto presso la discarica Cisma in Melilli, provincia Siracusa; il 6 maggio 2015 il Ministro interrogato ha risposto assumendo che «Relativamente al trasferimento dei materiali provenienti dall'ILVA in una discarica presso Augusta, i rifiuti sono stati classificati come rifiuti non pericolosi. Ad oggi, non risulta al mio dicastero alcuna segnalazione in merito da parte delle competenti Autorità di Controllo locali (Provincia e Arpa). ...il materiale è stato inviato in Sicilia in via transitoria... i rifiuti saranno smaltiti presso il sito ILVA una volta attuato il Piano di gestione dei rifiuti aziendale»;
   il 15 marzo 2017 è stata eseguita l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Catania, in seguito ad indagini della direzione distrettuale antimafia, riguardanti l'ampliamento della discarica Cisma, che ha applicato quattordici provvedimenti restrittivi in carcere o arresti domiciliari e tre misure interdittive, per traffico illecito di rifiuti, associazione di stampo mafioso, usura, estorsione, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio ed altro;
   indagini riguardano il procedimento amministrativo di ampliamento della discarica della società Cisma Ambiente Spa, i giudizi amministrativi al Tar e al Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) legati al rilascio della Valutazione di impatto ambientale (Via) e dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Il dipartimento regionale aveva ritenuto la necessità di sottoporre alla Via l'ampliamento della discarica, trattandosi di nuove aree di stoccaggio e triturazione, confermato dalle risultanze del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Catania; diversamente il Cga riformava la decisione del Tar sulla base degli «accertamenti svolti in sede penale dall'ingegnere Naso, prodotti da parte ricorrente e posti a base della decisione» e trasmetteva gli atti al Tar per trattare il merito. Il Tar accoglieva la domanda della società Cisma, sulla base di accertamenti dell'ingegner Naso, consulente del pubblico ministero, depositati in atti dalla ricorrente, e della relazione del consulente tecnico d'ufficio dottor Verace. Nella sentenza si legge anche che il rappresentante del comune di Melilli confermava che l'ampliamento coincideva con l'area del progetto originario già sottoposto a Via;
   le fonti di stampa riportano che i giudici amministrativi sarebbero stati indotti in errore dalle consulenze dell'ingegnerer Naso (sottoposto a misura interdittiva) e del dottor Verace (sottoposto alla misura degli arresti domiciliari). Il dottor Verace oltre ad essere funzionario regionale, veniva nominato Commissario ad Acta del Tar nei giudizi connessi al rilascio Aia e nominato consulente dal pubblico ministero di Siracusa Giancarlo Longo nel procedimento penale sulla discarica (Cisma); la commissione di illeciti si è resa possibile proprio in virtù di quello che appare agli interpellanti un asse mafia-imprenditoria-funzionari regionali e comunali e consulenti. Per la Dda di Catania e per il Noe sussisterebbero illiceità ambientali in ordine alla gestione ed all'ampliamento delle discarica in violazione delle autorizzazioni di Via e Aia, alla miscelazione di diversi tipi di rifiuti, alla triturazione indifferenziata dei rifiuti, compreso il polverino Ilva, che venivano poi inviati a un inceneritore. «Bruciando – ha spiegato il pubblico ministero Raffaella Vinciguerra – veniva emessa diossina». –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se intenda attivare l'intervento del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri ai fini di verificare l'eventuale danno ambientale, nonché al fine di verificare, per quanto di competenza, le eventuali responsabilità amministrative.
 

Seduta del 31 matzo 2017

Illustrazione e replica di Sofia Amoddio, risposta del governo di Silvia Velo, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare.

Illustrazione

Presidente, in quest'Aula, nel maggio 2016, il Ministro Galletti ha risposto ad una mia interpellanza che riguardava il trasferimento del cosiddetto polverino, cioè il frutto della lavorazione dei rifiuti speciali dell'Ilva di Taranto, polverino che veniva trasportato presso la discarica Cisma di Melilli, in provincia di Siracusa. Il Ministro rispondeva che i rifiuti erano classificati come non pericolosi, che il polverino era stato inviato in Sicilia in via transitoria, e che, una volta attuato il Piano di gestione dei rifiuti speciali aziendali dell'Ilva, i rifiuti sarebbero stati smaltiti presso questo centro Ilva. Invece il polverino ha continuato ad arrivare proprio nella discarica Cisma; e non solo, i gestori hanno accolto positivamente questo arrivo chiedendo l'ampliamento della discarica.

Lo scenario, sottosegretaria, è oggi inquietante, perché il 15 marzo di quest'anno, su disposizione della procura antimafia di Catania, è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare, tra carcere e arresti domiciliari, che riguarda ben 14 persone e 3 persone sottoposte alla misura interdittiva dell'esercizio della professione: 3 consulenti che hanno svolto accertamenti sia in sede penale che in sede amministrativa.

Le indagini riguardano proprio l'ampliamento di questa discarica Cisma, ed i reati contestati sono traffico illecito di rifiuti, associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, corruzione ed altri.

Le indagini riguardano il procedimento amministrativo di ampliamento della discarica della società Cisma Ambiente Spa, in quanto vi sono stati giudizi del TAR, giudizi del Consiglio di giustizia amministrativa legati proprio al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale e della valutazione di impatto ambientale.

Il dipartimento regionale della Sicilia aveva avvertito la necessità di sottoporre alla valutazione di impatto ambientale l'ampliamento della Cisma, trattandosi di nuove aree di stoccaggio e nuove aree di triturazione; e che occorreva disporre questa autorizzazione è già certificato dal nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Catania.

Il TAR, invece, accoglieva la domanda della società Cisma, e riteneva che l'ampliamento non era soggetto alla valutazione di impatto ambientale, sulla base di accertamenti di un tale ingegnere Naso, consulente del pubblico ministero, depositata in atti la consulenza da parte della Cisma, e sulla base di un altro tecnico d'ufficio, dottor Verace, un consulente d'ufficio. Nella sentenza si legge anche che il rappresentante del comune di Melilli confermava l'ampliamento, e che esso non necessitava della VIA.

Ora, le fonti di stampa riportano che i giudici amministrativi - questo è molto importante - sarebbero stati indotti in errore dalle consulenze dell'ingegner Naso e del dottor Verace. Il dottor Verace, oltre ad essere un funzionario regionale, veniva nominato anche commissario ad acta del TAR nei giudizi che riguardavano proprio l'ampliamento della discarica, ovvero il rilascio dell'autorizzazione AIA, ed era stato nominato anche consulente da un pubblico ministero di Siracusa in un processo penale contro la discarica.

Veniamo alla commissione di illeciti. La commissione di illeciti, sottosegretario, si è resa possibile - sarò breve - proprio in virtù di quest'asse molto pericoloso tra mafia, imprenditoria, funzionari regionali, comunali e consulenti. La notizia è andata su tutti i giornali, e per la Direzione distrettuale antimafia e per il Nucleo operativo dei carabinieri sussisterebbero illeciti ambientali in ordine proprio alla gestione e all'ampliamento di questa discarica, perché ha riguardato una miscelazione di diversi tipi di rifiuti, una triturazione indifferenziata, compreso il polverino Ilva, di cui alla mia precedente interrogazione. Tutti questi rifiuti venivano poi inviati in un inceneritore, sempre in provincia di Siracusa, ovvero ad Augusta. La nota pericolosa, ed anche inquietante, per la salute pubblica, è quella che ha detto il pubblico ministero Raffaella Vinciguerra pubblicamente: i rifiuti bruciati emettevano diossina. Tengo a sottolineare che il prefetto di Catania ed il prefetto di Siracusa avevano applicato l'interdittiva antimafia a questa società che gestisce la discarica, ma queste interdittive erano state annullate in sede amministrativa.

Dalla relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti emerge che la fase emergenziale in Sicilia è stata aperta già nel 2010 dal Governo nazionale, che aveva come principale obiettivo quello di predisporre un piano rifiuti, ma a distanza di sei anni questo piano rifiuti non è ancora concluso. Il piano regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia dovrà essere sottoposto a VAS, la valutazione ambientale strategica. Il cronoprogramma che era stato previsto nel 2012 è stato del tutto disatteso; prevedeva un preciso schema in forza del quale, entro gennaio 2014, doveva cessare l'emergenza rifiuti in Sicilia, invece ancora oggi permane la fase straordinaria, dal momento che il piano rifiuti, in Sicilia, e il ciclo rifiuti vengono disciplinati solo attraverso ordinanze contingibili e d'urgenza.

Tutto questo riguarda anche la capacità di smaltimento delle discariche oggetto di questa interpellanza, il trattamento rifiuti. A pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini che vivono in prossimità dei territori dove insistono, si ampliano, si costruiscono e si chiede di costruire ancora discariche. Il 4 maggio 2016 il presidente della regione ha ufficialmente chiesto ai competenti organi dello Stato lo stato di emergenza per un periodo di dodici mesi, ma il Governo nazionale non ha concesso questo status speciale alla regione siciliana, per questo è consentito ancora di emanare ulteriori ordinanze urgenti. Mi fermo qui. Con la mia interpellanza ho chiesto che il Ministro dell'ambiente attivi il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri al fine di verificare se sussista un eventuale danno ambientale e, di conseguenza, anche le eventuali responsabilità amministrative, che sono ovviamente di competenza del Ministro.

Risposta del governo

Presidente, intanto, in via preliminare, è bene precisare che non sono di competenza del Ministero dell'ambiente le attività di controllo, prevenzione e contrasto agli illeciti ambientali, compresa l'irrogazione delle sanzioni, che invece sono poste in capo ad altri soggetti, così come stabilito dal decreto legislativo n. 152 del 2006. In particolare, spetta alla provincia di Siracusa il controllo periodico di tutte le attività di gestione dei rifiuti, ivi compreso l'accertamento delle violazioni di cui alla parte IV del medesimo decreto, attività che la provincia di Siracusa potrà svolgere anche attraverso il supporto dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale.

Si evidenziano, inoltre, con riferimento al caso in questione, che le funzioni e i poteri in ordine al procedimento di autorizzazione dell'impianto Cisma Ambiente Spa sono attribuite alla regione siciliana. Tale procedimento, come è noto, avviene a seguito di convocazione di apposita conferenza dei servizi, a cui partecipano, oltre ai responsabili degli uffici regionali competenti, anche i rappresentanti delle autorità d'ambito e degli enti locali sul cui territorio verrà realizzato l'impianto.

In ogni caso, per richiamare la normativa vigente in materia di gestione rifiuti e bonifiche dei siti inquinanti, occorre evidenziare in via generale che il decreto n. 152 stabilisce, tra l'altro, che lo smaltimento dei rifiuti deve essere effettuato in condizioni di sicurezza, e costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti, alla quale si ricorre dopo aver riverificato l'impossibilità tecnica ed economica di procedere ad operazioni di recupero. Tale verifica concerne la disponibilità di tecniche di recupero sviluppate su scala industriale che ne consentano l'applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide, prendendo in considerazione in tale valutazione anche i costi. Infine, si evidenzia, sempre in via generale, che le attività di smaltimento dei rifiuti in discarica trovano specifica disciplina nel decreto legislativo n. 36 del 2003, di attuazione della direttiva n. 31 del 1999, con la quale vengono fornite le norme tecniche che regolano la gestione degli impianti di discarica.

Per quanto riguarda il caso di specie, secondo quanto riferito dal Ministero della giustizia, la procura distrettuale della Repubblica presso il tribunale di Catania ha relazionato, in merito alle indagini svolte sull'attività di Cisma Ambiente Spa, nell'ambito del procedimento penale che ha portato all'adozione, in data 1° marzo, di un'ordinanza cautelare personale e reale. Secondo quanto riferito dal Ministero della giustizia, è stata adottata ordinanza cautelare di custodia in carcere personale nei confronti di una serie di soggetti per numerosi reati, tra i quali quello di associazione a delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di valori, traffico illecito di rifiuti, traffico di influenze e falso ideologico. Nell'ambito di questa ampia indagine è emersa la vicenda relativa all'ampliamento della discarica gestita dalla Cisma Ambiente Spa. La vicenda, che ha visto impegnati uffici amministrativi e organi di giustizia amministrativa, si è conclusa con la sentenza del TAR, che, aderendo alle indicazioni del Consiglio di giustizia amministrativa della regione Sicilia, ha accolto il ricorso della Cisma Ambiente sulla base di consulente tecniche svolte in sede penale su incarico del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Siracusa, in forza delle quali, ai fini del progettato ampliamento della discarica, non sarebbe stata necessaria una nuova valutazione di impatto ambientale, trattandosi di progetti sostanzialmente conformi a quelli sui quali tale valutazione era stata precedentemente svolta.

Sempre secondo quanto riferito dal Ministero della giustizia, gli accertamenti compiuti dalla procura distrettuale di Catania hanno consentito di appurare che le relazioni dei consulenti, grazie alle quali la Cisma Ambiente ha ottenuto l'accoglimento del ricorso al TAR, risultano ideologicamente false ed entrambe tendenti a fare ottenere illegittimamente alla predetta società un'autorizzazione alla gestione di rifiuti illegittima in assenza di nuova valutazione di impatto ambientale. A seguito della predetta ordinanza del GIP di Catania, la regione Siciliana ha fatto presente di aver avviato il procedimento di secondo grado per la revoca del decreto del commissario ad acta n. 669 del 17 agosto 2015 e della nota 67313 del 27 ottobre 2011 dell'assessorato territorio e ambiente Dipartimento regionale dell'ambiente, Servizio 1 VAS-VIA, relativi alla gestione degli impianti IPPC sito in contrada Bagali di Melilli, gestore IPPC società Cisma Ambiente Spa, nonché del procedimento ex articolo 208 del decreto legislativo n. 152 del 2006 rilasciato con DDG del 13 febbraio 2017 alla Cisma. Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà a tenersi informato al fine di valutare l'eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

Replica 

Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretaria Velo, sono abbastanza soddisfatta. Certamente - voglio puntualizzare -, io non ho chiesto quello che non è di competenza del Ministero, ovvero di verificare illeciti ambientali, lungi da me questa richiesta. Quindi, ringrazio la sottosegretaria per le puntuali informazioni che ha dato, ripercorrendo anche da un punto di vista descrittivo la vicenda penale che è accaduta. La vicenda penale è, ovviamente, sotto indagine della procura: nella mia interpellanza io ho puntualizzato ed evidenziato quello che ho appreso anche dalle fonti di stampa e ho fatto tutta la mia premessa proprio per far comprendere la gravità dei fatti e affinché il Ministero dell'ambiente possa valutare in base alle sue competenze - ripeto - se c'è stato un disastro ambientale, il reato che noi del PD abbiamo inserito nel Codice penale. Io ritengo che questo disastro ambientale si possa delineare per le notizie che leggo e che ho appreso.

Voglio concludere, ringraziando la sottosegretaria delle notizie e per l'attenzione che vorrà porre in questo caso, perché riguarda la devastazione di un territorio da parte di coloro che, per affari, non si fanno scrupoli e giocano sulla salute dei cittadini. Un territorio, sottosegretaria, che riguarda una grossa parte della provincia di Siracusa, che è già penalizzata dal più grande polo industriale d'Europa, che oggi soffre una grossa crisi ambientale, una crisi occupazionale e che, ogni giorno, è soggetta ad inquinamento atmosferico, in base ad altre mie interrogazioni depositate in quest'Aula.

Noi non vogliamo assolutamente diventare la “terra dei fuochi”, non vogliamo clonare la “terra dei fuochi”: ho chiesto ufficialmente che venga anche in missione la Commissione d'inchiesta che indaga sugli illeciti legati al ciclo dei rifiuti, ma chiedo anche e sollecito accoratamente che possa venire anche il Ministro dell'ambiente, perché questo farebbe sentire la presenza dello Stato ai cittadini, che, ancora una volta, vedono svenduto il loro diritto alla salute in uno dei territori più inquinati, più ad alto rischio ambientale d'Italia.

Sono ben certa che saranno i giudici a valutare cosa è accaduto in ambito degli illeciti ambientali, però potrebbe delinearsi - ripeto - un disastro ambientale: io ritengo necessaria una presa di posizione dello Stato e, quindi, insisto che, contemporaneamente alle indagini della magistratura, che svolgerà abilmente, il Ministro dell'ambiente possa attenzionare questo caso e venire in Sicilia, in provincia di Siracusa, e attivare ogni azione per capire veramente se c'è stato un disastro ambientale.

Poi, in ultimo, resta ancora da capire, ad oggi, come sono gestite queste discariche, in particolare per quanto riguarda il post mortem delle discariche e le bonifiche delle discariche, di cui il Ministero deve necessariamente prendere atto ed occuparsi. Negli anni passati si è passati dalle mini-discariche comunali alle maxi-discariche e, come già detto, la situazione di emergenza delle discariche in Sicilia è esplosa soprattutto nel 2015 a seguito dell'esaurimento delle volumetrie autorizzate. Quindi - ripeto -, grazie dell'intervento e insisto che il Ministro dell'ambiente possa valutare attentamente e proseguire, come ha già detto la sottosegretaria Velo, nell'attenzione di questo caso.