21/03/2024
Irene Manzi
Ascani, Porta, Zingaretti, Orfini, Berruto, Merola, Mauri, Roggiani, Di Sanzo, Ciani, Vaccari, Marino, Iacono, Peluffo, Fornaro, Forattini, Girelli, Di Biase, Simiani, D'Alfonso, Serracchiani, Malavasi, Toni Ricciardi
2-00350

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione e del merito, per sapere – premesso che:

   in data 20 marzo 2024 direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale (Usr) della Lombardia ha inviato al dirigente scolastico dell'istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello (Mi) una richiesta di valutare l'annullamento della delibera che istituisce la giornata di chiusura della scuola il 10 aprile 2024, in occasione della festa di fine Ramadan;

   tale delibera era stata votata all'unanimità dal Consiglio d'istituto – organo dove sono rappresentati genitori, insegnanti e collaboratori e che viene eletto democraticamente – il 19 maggio 2024;

   in particolare, come si legge in una nota del Ministero competente: «sulla base delle risultanze dell'accertamento ispettivo, sono state evidenziate talune irregolarità della delibera assunta dal consiglio d'istituto. Il direttore generale dello stesso ufficio ha pertanto invitato il dirigente scolastico, nella sua qualità di garante della legittimità dell'azione amministrativa della scuola, a valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell'annullamento in autotutela da parte dello stesso consiglio d'istituto, al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni in materia»;

   a quanto si apprende, tali irregolarità sarebbero di natura formale e non sostanziale;

   sia il dirigente scolastico che i docenti – che hanno sottoscritto una lettera pubblica – avevano spiegato che tale scelta, votata all'unanimità dai docenti e accolta all'unanimità dal consiglio d'istituto, è di natura esclusivamente didattica e nasce dall'analisi e dalla valutazione del contesto territoriale, sociale e culturale in cui è inserita la scuola con un'utenza multiculturale con predominanza araba e pakistana. In tal senso, si è ritenuto che in questo specifico contesto, in cui convivono serenamente bambini di culture e religioni diverse, sarebbe stato necessario sospendere le attività didattiche nel giorno in cui quasi metà della scuola è assente, anticipando di un giorno l'inizio delle lezioni;

   ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 le istituzioni scolastiche autonome possono, sulla base del calendario scolastico della propria regione, deliberare di anticipare o posticipare la data di inizio delle lezioni o di individuare altri giorni di sospensione delle attività didattiche garantendo, comunque, l'effettuazione di almeno 200 giorni di lezione;

   nella delibera quadro dei 2012 della regione Lombardia è stabilito che: «le istituzioni scolastiche e formative, nel rispetto del monte orario annuale previsto per le singole discipline e attività obbligatorie, possono disporre gli opportuni adattamenti del calendario scolastico d'istituto debitamente motivati e deliberati dall'istituto scolastico o formativo e comunicati altresì tempestivamente alle famiglie entro l'avvio delle lezioni nelle seguenti fattispecie:

    a) esigenze derivanti dal Piano dell'Offerta Formativa, in attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 275 del 1999 nonché all'articolo 10 comma 3, lettera c) del decreto legislativo 297 del 1994. Qualora l'adattamento del calendario comporti sospensione delle lezioni, nel limite massimo di tre giorni annuali, è necessario un preventivo accordo con gli enti territoriali competenti ad assicurare i servizi per il diritto allo studio;

    b) esigenze connesse a specificità dell'istituzione scolastica determinate da disposizioni normative di carattere particolare»;

   inoltre, sul sito della regione Lombardia è riportata la nota recante calendario scolastico 2023/2024 (Prot. N.r1. 2023.5812) che stabilisce che «le istituzioni scolastiche e formative, nel rispetto del monte ore annuale previsto per le singole discipline e attività obbligatorie, possono disporre opportuni adattamenti del calendario scolastico d'istituto, comunicandoli tempestivamente alle famiglie entro l'avvio delle lezioni»;

   l'articolo 10, comma 3, del decreto legislativo n. 297 del 1994 recante «Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado» Stabilisce che tra le competenze del consiglio d'istituto vi sia proprio «l'adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze, ambientali»;

   il decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 che disciplina l'autonomia scolastica stabilisce che essa è «garanzia di pluralismo culturale che si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti»;

   in tal senso, la scuola Iqbal Masih così come ogni altro istituto italiano decide in autonomia le proprie pause didattiche. Basti pensare a quello che accade a Ivrea, dove per il celebre carnevale le scuole chiudono per più giorni durante quella settimana rispetto ad ogni parte d'Italia o in città come Prato dove c'è una comunità cinese numericamente importate in cui in diverse scuole a quanto consta agli interpellanti, già si adottano misure del genere nei giorni del capodanno cinese, ma ci sono anche scuole che adattano il calendario per far svolgere ai propri studenti la settimana bianca;

   nelle ore in cui si è diffusa la notizia della chiusura della scuola diversi esponenti politici – tra cui il Vicepremier e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, che in questo gesto ha visto l'«islamizzazione del Paese» e il Ministro interpellato – hanno criticato aspramente tale decisione, generando una violenta polemica politica che ha minato la serenità della comunità scolastica e messo a rischio la sicurezza del dirigente che denunciato di essere stato minacciato e insultato;

   il Ministro interpellato – in particolare – ha chiesto «agli uffici competenti di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l'ordinamento». Ha aggiunto che «le scuole non possono stabilire nuove festività in modo diretto o indiretto»;

   in materia di calendario scolastico, la competenza spetta alle regioni e – in tal senso – appare quantomeno singolare l'intervento del Ministero e il silenzio da parte dell'amministrazione competente;

   si specifica che la scuola non ha introdotto una nuova festività ma stabilito, nell'ambito dell'autonomia concessa a legislazione vigente, un giorno di sospensione dalle lezioni;

   si ritiene che il clima generato da tali scomposte polemiche politiche abbia creato disagio a docenti, bambini e famiglie –:

   quali siano le irregolarità di natura formale riscontrate, che hanno condotto alla richiesta di valutare l'annullamento della delibera e se non ritenga che la scuola, una volta corretto l'eventuale errore formale, sia pienamente legittimata a decidere i giorni di sospensione della didattica.

Seduta del 5 aprile 2024

Illustrazione d Irene Manzi, rispossta dellla Sottosegretaria di Stato per l'istruzione e il merito, replica di Toni Ricciardi

IRENE MANZI, La ringrazio, signora Presidente. Saluto la Sottosegretaria Frassinetti. Abbiamo voluto, con questa interpellanza, portare anche in quest'Aula una vicenda che ha destato grandi polemiche nelle scorse settimane e che riguarda l'istituto Iqbal Masih, di Pioltello, che - con una delibera, che addirittura è stata votata nel maggio 2023, quindi quasi un anno fa, peraltro all'unanimità, sia dal collegio dei docenti che dal consiglio d'istituto, che, ricordiamo, è composto anche da rappresentanti dei genitori e, quindi, da tutta l'interezza della comunità scolastica - aveva deciso di chiudere la scuola e di sospendere le elezioni in occasione della festa di fine Ramadan, il 10 aprile. Una scelta risalente nel tempo, che pure ha destato delle polemiche molto accese e molto forti, devo dire, innestate dal partito del Vicepremier Salvini e del Ministro dell'Istruzione, Valditara, che hanno messo nel mirino, in questo caso, l'attività e le decisioni prese dalla scuola, nonostante si tratti di decisioni assunte da quell'istituto nell'esercizio della propria autonomia scolastica, del resto, è lo stesso testo unico dell'istruzione del 1994 che stabilisce, tra le competenze del consiglio di istituto, l'adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali, ma soprattutto contravvenendo a un principio ed interpretando e strumentalizzando una decisione dell'istituto, come hanno ricordato sia il dirigente scolastico che i docenti, i quali, di fronte alle tante polemiche che hanno dovuto subire in queste settimane, si sono trovati costretti a pubblicare addirittura una lettera aperta, in cui hanno spiegato le decisioni che stavano alla base di quella sospensione. Tale scelta - lo voglio ricordare, votata all'unanimità da docenti e consiglio d'istituto - è stata una scelta esclusivamente didattica, non motivata da presunte decisioni di carattere religioso o dall'istituzione di nuove feste all'interno del nostro calendario scolastico e nel Paese, come invece, strumentalmente, alcune istituzioni, tra cui anche lo stesso Presidente del Senato, spiace ricordarlo, hanno voluto evidenziare.

Si tratta, quindi, di una scelta esclusivamente didattica, che nasce dall'analisi del contesto di Pioltello, una realtà multiculturale in questo caso, ma anche dal contesto di quell'istituto, che ha un'utenza multiculturale, con una predominanza araba e pachistana, nonché da un'osservazione della realtà dei fatti negli anni scolastici passati, in cui, proprio in occasione della festa di fine Ramadan, una parte consistente di studenti non ha preso parte alle elezioni. Quindi, proprio per garantire una piena serenità e continuità dell'attività didattica, oltre che la possibilità, per tutti i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi, di frequentare e di avere una piena attività scolastica, era stata sospesa. Ed era stata sospesa, tra l'altro, anche nel rispetto delle decisioni e delle previsioni che, del resto, lo stesso Ufficio scolastico regionale e la stessa regione Lombardia, in questo caso, riconoscono e prevedono, secondo cui le istituzioni scolastiche e formative possono disporre gli opportuni adattamenti del calendario scolastico e di istituto, motivati e deliberati, come è accaduto, dal consiglio d'istituto.

Eppure, nelle settimane passate, abbiamo assistito ad una sorta di tempesta perfetta intorno a questo istituto. Un istituto che, voglio ricordarlo, è intitolato proprio ad un martire dei diritti dell'infanzia, Iqbal Masih, un testimone dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, il quale, proprio attraverso lo strumento dell'educazione e dell'istruzione, aveva avuto grandi opportunità di emancipazione culturale, personale e sociale contro lo sfruttamento lavorativo e personale subìto fino a quel momento. Noi abbiamo assistito davvero ad una tempesta perfetta, con dichiarazioni, tweet, e con la minaccia, come poi è avvenuto, da parte del Ministro Valditara di un'ispezione a carico dell'istituto. Un'ispezione che - ed è proprio questo l'oggetto della nostra interpellanza - ha portato alla decisione e alla richiesta dell'Ufficio scolastico regionale, come ribadito anche nel comunicato pubblicato dal Ministero, di rivedere le decisioni assunte dal consiglio d'istituto per delle irregolarità presunte - di cui oggi chiediamo chiarimenti - all'interno di quella delibera allora votata. Questi sono i fatti, tra l'altro superati dagli eventi successivi alla presentazione della nostra interpellanza, visto che sappiamo bene che il consiglio d'istituto si è nuovamente riunito e ha nuovamente deliberato all'unanimità di sospendere le attività didattiche nella giornata del 10 aprile. Ma qui non è solo una questione di fatti.

Riteniamo che sia qualcosa di molto più grave, quello che è avvenuto ai danni di quell'istituto scolastico e ai danni, soprattutto, della comunità cittadina e della comunità scolastica, la quale è stata oggetto di un vero e proprio tam-tam mediatico e anche di un assedio mediatico nei giorni e nelle settimane passate. Un assedio mediatico che ha portato alle gravi minacce di cui è stato oggetto il dirigente scolastico, rispetto alle quali, devo dire, ci ha lasciato abbastanza colpiti amaramente l'atteggiamento del Ministro, proprio perché da un Ministro dell'Istruzione noi ci saremmo aspettati, magari, una visita a Pioltello, in quei giorni, per andare in primo luogo a presentare e a prestare solidarietà e vicinanza alla comunità scolastica e a un dirigente scolastico che è stato oggetto di minacce pesanti in queste settimane.

Invece, abbiamo assistito ad un crescendo di polemiche, che addirittura hanno portato il Ministro ad utilizzare in modo sbagliato e strumentale i dati Invalsi riferiti a quell'istituto, dimenticando, in primo luogo, come i docenti hanno dichiarato e ricordato, che quella scelta era nata dall'analisi e dalla valutazione del contesto territoriale, sociale e culturale, in questo caso; e soprattutto dimenticando che quei dati Invalsi - strumentalmente e astrattamente utilizzati dal Ministro per giustificare, in qualche modo, una presunta incapacità di insegnamento, mi si passi il termine, in questo caso, e quindi per suffragare a scopo essenzialmente politico una visione distorta del prezioso lavoro condotto quotidianamente, con silenzio e pazienza, dal dirigente scolastico e dai docenti -, che lui stesso ha citato, in realtà non vanno presi astrattamente, ma sono elaborati attraverso comparazioni con uno specifico indicatore, per esempio, che definisce lo status sociale, economico e culturale delle famiglie e degli studenti esaminati, che andrebbe valutato.

E se andiamo proprio a leggere quei dati Invalsi che cosa notiamo? Voglio citarli, in quest'Aula proprio per rendere giustizia al lavoro che quei docenti e quella comunità scolastica quotidianamente compiono a favore dei propri studenti, arrivando anche a predisporre uno specifico protocollo, per esempio, per l'integrazione degli studenti con background migratorio, a testimonianza del lavoro serio e quotidiano che essi compiono, quel lavoro che lo stesso Presidente della Repubblica ha riconosciuto, rispondendo a una lettera riservata della vicepreside dell'istituto - tra l'altro insignita dell'onorificenza di cavaliere della Repubblica per il lavoro importante prestato durante la pandemia da COVID-19 - richiamando proprio il compito prezioso e particolarmente impegnativo che i docenti svolgono ogni giorno in quell'istituto. Questo lavoro ha portato appunto a dei risultati Invalsi che, con la comparazione che richiamavo poco fa, evidenziano un livello ben superiore, rispetto a istituti che si trovano nella stessa condizione, per esempio nelle prove di matematica (più 23,3 punti), nelle prove di inglese (più 27,6 punti) e inferiori soltanto di 0,1 punti nelle prove di italiano, questo perché tra l'altro in quell'istituto ci sono anche numerosi studenti nuovi arrivati in Italia – con l'acronimo NAI, a cui spesso si fa riferimento in questo caso –, a cui favore si garantisce un piano di studi personalizzato proprio in attuazione di quelle linee guida ministeriali. In quest'Aula, con questa interpellanza, stiamo chiedendo delle puntualizzazioni alla Sottosegretaria Frassinetti e spiace, nonostante il grande rispetto verso la Sottosegretaria, che non sia qui il Ministro a rispondere rispetto a quelle sollecitazioni e a quel tradimento - mi si consenta la parola - del ruolo istituzionale che un rappresentante delle istituzioni, ancor più un Ministro dell'Istruzione e del merito dovrebbe svolgere, evitando appunto di cadere nella polemica e nella propaganda politica e di prendere di mira un singolo istituto. Il Ministro Valditara parla giustamente anche in quest'Aula - lo abbiamo richiamato più volte - della necessità di proteggere i docenti rispetto ad episodi di violenza. Ebbene, di fronte alla violenza verbale che ha purtroppo coinvolto e che messo nel mirino quell'istituto di Pioltello, il dirigente scolastico e i docenti, devo dire che abbiamo assistito con abbastanza sconcerto al silenzio o comunque alla scarsa partecipazione del Ministro dell'Istruzione e del merito. Poche ore fa, insieme anche al collega Ricciardi, ero a Prato ad ascoltare delle testimonianze importanti e positive di esperti, ma anche di tante comunità locali che, da Milano alla stessa città di Prato, lavorano quotidianamente e si impegnano nell'attività di integrazione a favore degli studenti con background migratorio per la costruzione di una scuola che, non sia solo inclusiva, ma sia soprattutto aperta al multiculturalismo, al confronto ed al lavoro quotidiano. È un lavoro molto faticoso - nessuno sottovaluta quanto sia complesso per le comunità mettersi alla prova - ma è anche un lavoro importante, necessario e stimolante, che dà grandi e grandissime soddisfazioni e noi vorremmo proprio che il Ministero in realtà andasse a riprendere dal cassetto quegli orientamenti interculturali che lo stesso Ministero dell'Istruzione, solo 3 anni fa, nel 2022, ha pubblicato e che riguardano in realtà l'azione che, rispetto agli interventi a favore degli studenti con background migratorio ed agli studenti neo arrivati in Italia, si dovrebbe mettere in atto: più insegnanti di cattedra 0-23, più attività di mediazioni culturali, più risorse a favore ovviamente dell'istruzione. Molto spesso in quest'Aula abbiamo fatto risuonare in realtà questi richiami e questi appelli. Noi vorremmo che sinceramente, in questo momento, archiviando la questione con questa interpellanza e avendo i chiarimenti che abbiamo richiesto anche al Ministero rispetto a queste presunte irregolarità di carattere formale che addirittura hanno portato all'annullamento della delibera e a un intervento repentino dell'Ufficio scolastico regionale, nel restituire a quella comunità la serenità e la tranquillità che merita, si colga anche l'opportunità di avviare un dialogo ed un confronto serio e costruttivo con il Ministero rispetto a quelle che dovrebbero essere politiche e interventi a favore degli studenti con background migratorio, quelle politiche e quegli interventi che non possono essere più caratterizzati e rappresentati come di natura emergenziale, ma richiedono una strategia seria, concreta e programmata, ascoltando il mondo della scuola e creando appunto una scuola che risponda ai bisogni ed alle esigenze quotidiane con cui ci si confronta al suo interno.

Ecco vorremmo davvero che il Ministro in questo momento lasciasse da parte i tweet e le polemiche e si concentrasse sull'ascolto del mondo della scuola, magari iniziando proprio ad andare a Pioltello ad ascoltare direttamente il lavoro che in quell'istituto docenti, dirigenti scolastici e famiglie anche, che si mettono costantemente in ascolto, portano avanti e allora forse avremmo davvero delle azioni e degli interventi seri, concreti ed efficaci che non si rimettono alla propaganda, ma che vogliono fare qualcosa di costante e quotidiano a favore dell'istruzione, a favore dell'integrazione reciproca e a favore del bene comune.

PAOLA FRASINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, onorevole Manzi, in merito alla vicenda dell'Istituto Comprensivo Iqbal Masih di Pioltello e alla decisione assunta dal consiglio d'istituto di sospendere le attività didattiche in occasione della festa di fine Ramadan, prevista per il prossimo 10 aprile, rispondo con gli elementi forniti dall'Ufficio scolastico regionale per la Lombardia. Quest'ultimo, in data 18 marzo scorso, ha disposto una verifica amministrativa degli atti della scuola, all'esito della quale sono emerse alcune irregolarità concernenti in particolare la procedura adottata dall'istituzione scolastica in merito all'adeguamento del calendario scolastico rispetto a quanto previsto sul tema dalla delibera n. 33318 del 2012 della giunta regionale Lombardia. Come ha sottolineato il Ministro Valditara in più occasioni, il rispetto delle regole deve partire dalla scuola. Dunque corre l'obbligo evidenziare che la suddetta delibera regionale prevede, tra le altre cose, un limite massimo di 3 giorni di sospensione delle lezioni ai fini degli eventuali adattamenti del calendario scolastico debitamente motivati e deliberati dall'istituto stesso per esigenze derivanti dal piano dell'offerta formativa. Ciò detto, la delibera adottata dal consiglio d'istituto prevedeva 4 giorni di interruzione delle attività didattiche anziché 3 ed era inoltre priva di un riferimento alle motivazioni di carattere didattico collegate a tali interruzioni, in ulteriore violazione della determinazione regionale. La stessa delibera prevedeva in più anche l'anticipazione dell'inizio dell'anno scolastico. Diversamente da quanto riportato nel presente atto ispettivo dunque le irregolarità che sono state accertate non sono di mera natura formale, visto che hanno realizzato una violazione della cornice di flessibilità di 3 giorni individuata dalla delibera della regione Lombardia. Nel quadro sopra delineato si colloca l'azione dell'Ufficio scolastico competente, che ha invitato il dirigente scolastico della scuola in argomento a ripristinare la legittimità dell'azione amministrativa, considerando l'opportunità di disapplicare la delibera del consiglio di istituto, ovvero di provvedere ad una tempestiva convocazione del consiglio d'istituto per procedere in autotutela all'annullamento della delibera stessa anche al fine di evitare l'esposizione dell'amministrazione ad eventuali azioni risarcitorie. E così il dirigente scolastico ha ottemperato alle richieste dell'ufficio scolastico regionale con la tempestiva riconvocazione del consiglio di istituto che, nella seduta del 25 marzo 2024, ha adottato una nuova delibera che stabilisce la sospensione delle lezioni in soli due giorni, il 10 ed il 26 aprile 2024 in luogo dei quattro inizialmente previsti ed ha finalmente motivato l'atto assunto. Con la nuova delibera dunque il consiglio di istituto ha doverosamente preso atto della legittimità del precedente provvedimento e, nell'ambito della propria autonomia, ha ridefinito il proprio calendario scolastico rispettando questa volta i margini di flessibilità indicati dalla delibera della regione Lombardia. L'intervento del Ministro e del Ministero dunque è stato sempre improntato al rigoroso rispetto delle regole e della legalità.

TONI RICCIARDI, Grazie, signora Presidente e Sottosegretaria. Mi consenta inizialmente, Presidente, di sottolineare il dovere e il garbo anche istituzionale per come la Sottosegretaria ha esposto la risposta, ma, Presidente, mi consenta anche di sottolineare una sorta di abitudine, che rischia di essere una consuetudine, di questo Governo, nel senso che ogniqualvolta i Ministri sono chiamati a confrontarsi rispetto ad uscite, opportune o meno opportune, questi Ministri non ci sono. La collega Manzi lo ha sottolineato: rispetto a una vicenda che ha assunto un'attenzione nell'opinione pubblica, una quantità di parole spese sulla stampa, ci saremmo quantomeno aspettati che - me lo consenta, Presidente - sua eccellenza il Ministro Valditara si fosse degnato di venire nel luogo supremo di questo Paese, che è quest'Aula, a discutere con noi rispetto alle vicende della scuola di Pioltello.

Sottosegretaria, io la ringrazio, le italiane e gli italiani la ringraziano, e rispondo alla domanda, alla cui risposta, giustamente, la Presidente mi porta e mi chiede: no, Presidente, non sono soddisfatto, non siamo soddisfatti della risposta e sa perché, Sottosegretaria? Perché la sua risposta è ineccepibile, sia chiaro, ma ci saremmo aspettati un livello di profondità diverso, vista la tempesta scatenata dalla questione. Ci saremmo aspettati una risposta - glielo dico con il massimo rispetto - meno burocratica, perché coloro che ci stanno ascoltando hanno assistito a giorni di discussioni, di dibattiti, fiumi di inchiostro speso e, alla fine di tutta questa vicenda, la questione sostanziale dove sta? Che un istituto scolastico, anziché restare nel range dei 3 giorni, aveva ipotizzato 4 giorni. Cioè, lei, Sottosegretaria, ci sta dicendo che il Ministro dell'istruzione e del merito di questo Paese ha montato una questione, che è divenuta dibattito politico profondo e scontro, per un giorno? Perché un istituto scolastico era andato oltre una delibera del consiglio regionale della Lombardia di un giorno?

Lei capirà bene, Sottosegretaria, che siamo di nuovo dinanzi all'ennesima farsa, mi sia consentito, perché si è fatta una disquisizione, il Ministro in persona - non so se il Ministro in persona, spero di sì, lo auspico, vista la diversità grammaticale tra gli iscritti nei giornali e i tweet su X che abbiamo dovuto commentare - si è incamminato in questa disquisizione sul concetto di identità e su come si potesse preservare, si dovesse preservare l'identità non so da quale attacco esterno, dimenticando - e lei, Sottosegretaria, che è una persona seria, lo sa meglio di noi - che oltre il 60 per cento di questi ragazzi sono classificabili come seconde generazioni, come secundos, come persone che sono nate in questo Paese, come persone che parlano, probabilmente, l'idioma lombardo, in questo caso, meglio o quasi meglio di lei, sicuramente meglio di me, che non lo comprendo.

Allora, rispetto a tutto questo, quale è l'azione che noi poniamo in essere? Qui bisogna tirare in ballo l'articolo 34 della Costituzione, il fatto che la scuola sia l'unico luogo in questo Paese, per come era stato immaginato dai Padri e dalle Madri costituenti, a mettere tutti sullo stesso piano, senza distinzione di classe, di razza, di religione, di appartenenza - sto parlando di scuola pubblica - e a consentire a tutte e tutti la stessa opportunità. E la scuola è questo luogo. Sottosegretaria, la questione non è il giorno in più o il giorno almeno, perché alla fine a questo ci siamo ridotti, ma la questione fondamentale è capire se in questo Paese, visto che la categoria è sotto attacco da oltre due decenni, abbia ancora un senso nella società la funzione del docente, del maestro, si sarebbe detto una volta. Nei comuni, 30-40 anni fa, il ruolo del preside, del maestro aveva una funzione sociale, era una persona di riferimento, insieme al parroco, al comandante della stazione Carabinieri, al farmacista, al medico condotto, erano figure a cui le persone si rivolgevano per una guida, e la funzione della scuola è stata questa. La scuola ha consentito in questo Paese, per oltre mezzo secolo, l'ascensore sociale, ha creato identità, ha creato le italiane e gli italiani, che non sono identificabili nel Palazzo della Civiltà italiana all'EUR. Come se esistesse la civiltà italiana, esiste la civiltà umana, e lei lo sa meglio di me. E, per suo tramite, Presidente, per suo tramite, Sottosegretaria, chiedo di far arrivare queste parole, questi concetti al Ministro Valditara.

Sulla questione linguistica, è scientificamente comprovato, con riferimento al bilinguismo, al plurilinguismo, che più piccoli sono, prima acquisiscono la padronanza bilingue, trilingue e più è sviluppata la competenza linguistica. Addirittura - e lei lo sa -, aiutare la completezza della qualità della propria lingua madre aiuta l'apprendimento migliorato nella seconda lingua, in questo caso dell'italiano. Perché noi siamo quel Paese che si richiama a Dante, che sottolinea l'importanza della lingua, addirittura facendo riferimento alla res romana, però poi, allo stesso tempo, siamo quel Paese che taglia le risorse per l'insegnamento della lingua e della cultura italiana nel mondo, in Italia, e non capiamo quale sia lo strumento di soft power che possiamo adottare.

Qualche mese fa, Sottosegretaria - non qualche secolo fa, qualche mese fa -, noi avevamo chiesto risorse ulteriori per l'insegnamento della lingua e della cultura: ci avete risposto con il liceo del made in Italy, non ci avete consentito di ridare ossigeno agli enti gestori in giro per il mondo, non facciamo investimenti rispetto agli insegnanti di L1 e L2 in questo Paese. Io vorrei capire la questione dove sta: se la questione è meramente percettiva, perché si vuole utilizzare la scuola per brandire la percezione dell'insicurezza e dell'invasione identitaria nei confronti dell'altro, perché la migrazione è percezione, o se il problema è un altro. Lei lo sa, noi viviamo nuovamente, anzi, da sempre, in un Paese plurilingue, oltre 120 gli idiomi - e mi avvio a chiudere, Presidente - riconosciuti in questo Paese.

Sottosegretaria, Ministro Valditara - parlo così, per categorie dello spirito -, io credo che la scuola meriti rispetto, la scuola meriti approfondimento, la scuola meriti valutazioni che siano scientifiche, che siano empiriche. La scuola non merita l'uso pubblico della storia, la scuola non merita il revisionismo storico, al quale è molto propenso il nostro Ministro dell'Istruzione e del merito, la scuola, soprattutto, non merita - glielo dico con il massimo rispetto istituzionale - un Ministro del genere, non merita un Ministro che assume una posizione che monta una polemica, una tempesta - sentite, sentite - per un giorno in più, per una delibera legittima che, per un giorno, per una questione di un giorno, fa diventare caso nazionale un processo, un modello di integrazione e di convivenza per le più giovani generazioni.