13/06/2018
Emanuele Fiano
Scalfarotto, Morani, Paita, Rizzo Nervo, Ceccanti, Cantini, Carnevali, Fragomeli, Enrico Borghi, Di Maio, Zardini, Verini, Librandi, Incerti, Morgoni, La Marca, Braga, Ungaro, Pezzopane, Viscomi, Serracchiani, Gribaudo, Ascani, Annibali, Mancini, Andrea Romano, Giorgis, Fassino, Losacco
2-00026

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   secondo quanto ripetutamente riportato dalla stampa nazionale e internazionale, nel marzo 2017, sarebbe stato sottoscritto, a Mosca, una sorta di contratto di collaborazione politica tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, e il vicesegretario del partito Russia Unita, Sergey Zheleznyak;

   un documento in cui i due partiti si sarebbero impegnati a promuovere le relazioni tra le due parti, con seminari, convegni, viaggi e basato su un cosiddetto «partenariato paritario e confidenziale», nonché la condivisione di esperienze in attività legislative;

   detto accordo rappresenterebbe il suggello alla fitta rete di relazioni e incontri tra rappresentanti delle due forze politiche che avrebbero origine sin dal dicembre 2013, rispetto alle quali non sarebbero estranee anche forme di sostegno economico a favore del partito guidato dal segretario Salvini;

   nel dettaglio, l'articolo 1 dell'accordo dispone che «Le Parti si consulteranno e si scambieranno informazioni su temi di attualità della situazione nella Federazione Russa e nella Repubblica Italiana, sulle relazioni bilaterali e internazionali, sullo scambio di esperienze nella sfera della struttura del partito, del lavoro organizzato, delle politiche per i giovani, dello sviluppo economico, così come in altri campi di interesse reciproco», mentre negli articoli che vanno dal 2 al 5 si prevede che «le Parti si scambieranno regolarmente delegazioni di partito a vari livelli», «promuovono attivamente le relazioni tra i partiti e i contatti a livello regionale», «promuovono la creazione di relazioni tra i deputati della Duma di Stato dell'Assemblea Federale della Federazione Russa e l'organo legislativo della Repubblica Italiana» prevedendo anche «lo scambio di esperienze in attività legislative». Infine, l'articolo 6 recita: «le Parti promuovono la cooperazione nei settori dell'economia, del commercio e degli investimenti tra i due Paesi»;

   tale accordo ha validità per cinque anni, prorogata automaticamente per successivi periodi di cinque anni, a meno che una delle parti notifichi all'altra parte, entro e non oltre 6 mesi prima della scadenza dell'accordo, la sua intenzione alla cessazione dello stesso;

   come è noto, si assiste ad una delicata fase dei rapporti tra la comunità internazionale e la Federazione Russa, a seguito delle azioni che sono state messe in atto da quest'ultima per compromettere o minacciare l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina che, hanno spinto anche l'Unione europea, attraverso il deliberato del Consiglio dei Ministri dell'Unione europea, a prorogare di altri sei mesi, fino al 15 settembre 2018, le sanzioni nei confronti della Russia, in linea con quanto deliberato dagli Stati Uniti e dal Giappone;

   mentre possono apparire chiari gli obiettivi della Federazione Russa consistenti secondo gli interpellanti nel creare le condizioni perché uno dei Paesi fondatori dell'Unione europea si faccia promotore di una frattura all'interno del Consiglio europeo volta a interrompere il regime delle sanzioni per l'aggressione all'Ucraina, suscita preoccupazione la prospettiva che il nostro Paese, anche a seguito di atti negoziali di tale natura, possa radicalmente sovvertire il sistema delle alleanze internazionali che da decenni si è consolidato, sia nei confronti dei partner europei, sia nei rapporti atlantici, nonostante le rassicurazioni formali contenute nel programma di Governo;

   in tale prospettiva, destano particolare preoccupazione le anticipazioni in base alle quali, in sede Nato e Unione europea, alcuni Partner stiano valutando l'opportunità di creare una sorta di «cordone sanitario» volto ad evitare che informazioni di intelligence particolarmente sensibili possano finire in mano al nuovo Governo italiano, anche alla luce del tenore del suddetto accordo –:

   quali siano le possibili conseguenze e ricadute sull'azione del Governo e sulla politica estera italiana dei contenuti del citato accordo e di eventuali forme di sostegno economico tra le due formazioni politiche;

   se non si ritenga che i termini della collaborazione confidenziale prospettata nel suddetto accordo politico, mal si concilino con la delicatezza e la rilevanza delle competenze di un Ministero come quello dell'interno;

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di rassicurare gli storici partner dell'Italia, europei ed atlantici riguardo alla conferma del sistema delle alleanze geopolitiche.

Seduta del 13 luglio 2018

Illustrazione e replica di Andrea Romano,  risposta del governo di Nicola Molteni, Sottosegretario di Stato per l'Interno.

Illustrazione

Grazie molto, Presidente. L'interpellanza fa riferimento ad un accordo politico, stipulato nel marzo 2017, tra il partito della Lega, che oggi esprime la Vicepresidenza del Consiglio e molti altri ministeri, e il partito Russia Unita, un partito che governa ininterrottamente la Federazione Russa fondamentalmente dalla fine degli anni Novanta, anche se la denominazione di quel partito, così come è conosciuto oggi, per l'appunto Russia Unita, risale solo al 2003. Cosa dice questo accordo, così come riportato nell'interpellanza del collega Fiano e di altri? Quell'accordo fa riferimento ad un partenariato paritario e confidenziale, annuncia tra l'altro lo scambio di informazioni tra le parti, così come lo scambio di delegazioni e varie altre forme di cooperazione, anche di carattere economico. È un accordo - lo ricordo ai colleghi - che ha una durata di cinque anni, rinnovabile automaticamente, salvo disdetta con un preavviso di sei mesi.

Ma che partito è Russia Unita? Un quadro che forse serve a capire meglio la sostanza di questo accordo e, dunque, serve agli interroganti per rivolgere alcuni quesiti al Governo. È un partito formalmente democratico ma, di fatto, è il partito di potere del regime autoritario che governa la Federazione Russa, per l'appunto dalla fine degli anni Novanta. È stato un ventennio di fatto questo - più di un ventennio, in realtà - che ha visto strutturarsi in Russia un regime che con molta, molta, molta fantasia può definirsi un regime democratico, una “democratura”, così come viene chiamata dagli studiosi e anche, soprattutto, dai protagonisti della vita politica e civile russa, una democratura dove i diritti politici, civili, associativi, di opinione e di libera stampa sono sistematicamente e violentemente negati. Russia Unita, tra l'altro, è un partito esclusivamente personale, creato, come esso stesso proclama (lo vedremo tra un attimo), per dare solidità parlamentare al regime di Putin e orientato, anche formalmente, a proteggere la Presidenza Putin. Leggo, per esempio, dall'ultimo programma elettorale del partito Russia Unita, Edinaja Rossija come si definisce esso stesso, nel quale lo stesso partito dice: “Il partito Russia Unita è stato creato per la realizzazione del corso strategico del Presidente della Russia Vladimir Putin”. Attenzione quindi, colleghi: non è un partito che elegge il proprio leader ,come tra l'altro fanno la Lega oltre che il Partito Democratico, ma è un partito che nasce intorno ad un leader che è già Presidente. Un partito di regime per l'appunto, un partito nato intorno ad un leader che era già Presidente e che non ha abbandonato mai la Presidenza se non formalmente per uno scambio di ruoli, diciamo, con Medvedev. E, dunque, cosa ha in comune questo partito con la realtà dei nostri partiti democratici, con la lettera della nostra Costituzione che, ricordo, all'articolo 18, sancisce la libertà di associazione dei cittadini e, all'articolo 49, sancisce che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”? Ma, soprattutto, Russia Unita è un partito che ha coperto, promosso e alimentato le infinite violazioni di diritti umani, politici e di libertà di stampa, di opinione e di associazione che hanno accompagnato questi anni, per l'appunto, di regime autoritario. La Russia di Putin, la Russia guidata dal partito Russia Unita è il Paese in cui sono stati assassinati decine di giornalisti che avevano l'unica colpa di aver indagato sulle malefatte del potere. Potrei citarne molti ma cito solo Anna Politkovskaya, tra gli altri, ma la Russia di Putin, la Russia guidata dal partito Russia Unita è il Paese in cui oppositori politici come Boris Nemcov, tra gli altri, sono stati assassinati in circostanze mai chiarite e nel caso di Nemcov in circostanze riconducibili comunque al potere politico, o dove un oppositore, come Alexei Navalny, è stato molte volte incarcerato, insieme a moltissimi suoi seguaci, solo perché aveva organizzato manifestazioni ostili alla presidenza Putin. Tra l'altro, Presidente, nel marzo 2017, proprio negli stessi giorni in cui Salvini andava a Mosca per stipulare questo patto con il Vicesegretario di Russia Unita, venivano arrestati in tutta la Russia 700 - non sette, non settanta, ma 700 - oppositori politici del regime di Putin in una gigantesca retata, perché di questo si trattò, che avvenne sotto gli occhi della comunità internazionale, negli stessi giorni di marzo 2017 in cui Salvini andava a stipulare questo accordo.

La Russia di Putin, la Russia guidata dal partito Russia Unita, con cui la Lega ha stipulato questo patto, è il Paese in cui esistono fabbriche di troll, descritte e indagate dalla stampa internazionale, fabbriche legate al potere politico e finalizzate ad intossicare il libero confronto democratico e informativo delle nostre democrazie. Una tra le tante è la società chiamata Teka, che si trova a San Pietroburgo, già nota con il nome di Agenzia di ricerche su Internet, legata, secondo varie inchieste della stampa internazionale, a Evgenij Prigozhin, fedelissimo dello stesso Vladimir Putin. Ma la Russia di Putin è quel Paese nel quale le elezioni non sono realmente ed autenticamente libere, non sono realmente ed autenticamente competitive, non sono autenticamente e realmente trasparenti. Questa non è una mia opinione o, meglio, non è solo la mia opinione. Voglio citare il rapporto dell'OSCE, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, organizzazione multilaterale di cui fa parte l'Italia, tra gli altri, sulle elezioni presidenziali del 2017, quelle che appunto alcune settimane fa hanno riconfermato, con grandissima “sorpresa” (ovviamente uso del sarcasmo), la Presidenza Putin. Cosa dice il rapporto dell'OSCE su queste elezioni? Molte autorità locali hanno impedito ai candidati di tenere iniziative politiche nei luoghi e nei tempi più opportuni. Sono stati riportati molti casi di molestie e persecuzione nei confronti di militanti politici da parte di funzionari di polizia. Gli attivisti di Alexei Navalny, che citavo poco fa, che avevano messo in discussione la legittimità del processo elettorale sono stati arrestati più volte e hanno avuto confische di materiali e altre limitazioni della loro libertà di espressione. “Nel complesso la campagna elettorale - prosegue l'OSCE - è stata contrassegnata da una grave mancanza di vera e autentica competizione politica tra i vari candidati. L'assenza di punti di vista critici verso il potere - scrive sempre l'OSCE - è stata gravata dall'assenza di opportunità per i vari candidati di sollevare questioni relative alla condotta politica e istituzionale del Presidente Putin”, eccetera. Lo stesso tono di grave e severa denuncia della autentica competitività delle elezioni è stato usato dall'OSCE relativamente alle elezioni parlamentari per la Duma del 2016.

Ma la Russia di Putin è anche il Paese in cui le persone omosessuali e transessuali vengono perseguitate, incarcerate, umiliate pubblicamente, costrette alla clandestinità.

La Russia di Putin è tra l'altro il Paese dove le ONG vengono considerate un nemico da combattere, e la Russia di Putin - e mi avvio alla conclusione -, la Russia governata dal partito Russia Unita con cui la Lega ha stipulato questo contratto, è una potenza regionale continentale che non può certo considerarsi nemica del nostro Paese, ci mancherebbe altro, ma che con chiarezza, franchezza e nettezza si è collocata in contrapposizione alle organizzazioni multilaterali politiche e di sicurezza di cui l'Italia fa parte insieme ai suoi alleati.

E allora su questa base, Presidente, la nostra interpellanza chiede al Governo italiano: il Ministro dell'interno, il leader politico della Lega, è tenuto a rispettare gli impegni previsti dal patto di collaborazione tra il suo partito e il partito Russia Unita, che governa nei modi in cui si è visto la Federazione russa? E questo accordo è ancora in vigore? È stato smentito dalla Lega? Continua ad esercitare questo accordo i suoi vincoli sulla Lega? Il Ministro Matteo Salvini, così come, se mi posso permettere, lei onorevole Molteni e tutti gli altri membri del Governo italiano appartenenti al partito della Lega siete ovviamente depositari di informazioni di intelligence, o comunque di notizie di carattere riservato relative ad aspetti sensibili della nostra vita nazionale, così come accade ad ogni membro di ogni Governo in carica. Ma queste notizie e queste informazioni vengono condivise con i dirigenti del partito Russia Unita, così come è stato previsto dal patto di collaborazione siglato nel marzo 2017? Un patto, lo ricordo, che prevedeva - e cito - “lo scambio di informazioni tra le parti sulla base di un partenariato paritario e confidenziale”; e cosa vuol dire un partenariato paritario e confidenziale? E inoltre, quali forme di collaborazione economica, logistica e politica si sono realizzate tra il partito che governa, e non da oggi la Russia, e la Lega, che oggi governa la Repubblica italiana? Quali forme di collaborazione si sono realizzate in modo particolare durante le nostre campagne elettorali, che sono state molto diverse dalle campagne elettorali che si sono tenute nella Federazione russa? E infine, quale idea di democrazia, quale idea di libertà di stampa, quale idea di libertà di associazione, quale idea di rispetto dei diritti civili, di rispetto delle minoranze, delle minoranze etniche, delle minoranze sessuali, delle minoranze culturali, quale idea per l'appunto di democrazia può mai essere in comune tra un partito che partecipa, sulla base di un risultato elettorale come quello ahimè del 4 marzo (lo dico da esponente del Partito Democratico), che partecipa però al Governo democratico della Repubblica italiana, e un partito come Russia Unita che governa del modo che si è detto la Federazione russa da più di un ventennio?

Risposta del governo

Presidente, onorevoli colleghi, i fatti richiamati nell'interpellanza riguardano un accordo politico sottoscritto nel marzo 2017 dal segretario del partito politico della Lega Matteo Salvini con il segretario dal partito politico Russia Unita. Si tratta di un accordo che ha come oggetto la collaborazione e la promozione di iniziative e relazioni tra le due organizzazioni politiche, finalizzate allo scambio di esperienze e alla cooperazione in materia di reciproco interesse. Più in particolare l'accordo prevede che le due parti politiche si confrontino su temi di attualità, sulle relazioni bilaterali ed internazionali, sullo scambio di esperienze nella sfera delle politiche per i giovani e dello sviluppo economico; prevede inoltre l'organizzazione di seminari bilaterali e multilaterali, convegni e tavole rotonde su temi di comune interesse, sempre nell'ottica di rafforzare l'amicizia e promuovere la cooperazione nei settori dell'economia, del commercio e degli investimenti tra i due Paesi.

Il citato accordo, all'interno del quale non vi è riferimento alcuno a sostegno di natura finanziaria, è intervenuto tra due soggetti politici nell'interesse delle rispettive organizzazioni, che hanno liberamente dato corso a un'iniziativa di confronto su tematiche di comune interesse: è dunque pienamente legittimo. La trasparenza dell'accordo politico in esame è peraltro testimoniata dall'ampia e immediata pubblicizzazione sugli organi di informazione. La notizia infatti è stata fin da subito tempestivamente diffusa dalle principali agenzie di stampa e pubblicata sul sito del partito politico dalla Lega.

Ciò detto, in ordine alle preoccupazioni sollevate dagli interroganti circa le possibili ripercussioni derivanti dall'attuazione dell'accordo sulla politica del Governo e su quella dei rapporti internazionali, in modo particolare giova rammentare, nella circostanza, come la sigla del citato accordo sia intervenuta nel marzo 2017 da parte del segretario della Lega Matteo Salvini che in quel momento non rivestiva alcun incarico istituzionale ed alcuna responsabilità di Governo, ed esercitava pertanto il suo esclusivo ruolo di esponente politico, nell'interesse ovviamente del partito. Quell'accordo, sottoscritto in maniera libera e reso pubblico sin al principio, non può essere considerato oggi come elemento in grado di interferire nelle attività e nelle responsabilità del Ministro Salvini e degli altri membri dell'Esecutivo appartenenti alla Lega: funzioni di Governo assunte il 1° giugno nell'esclusivo interesse della nazione, con il giuramento di fedeltà alla Repubblica e di lealtà alla Costituzione e alle sue leggi.

L'interpellanza sovrappone quindi erroneamente due piani indipendenti e temporalmente separati: la decisione legittima del segretario politico della Lega di stipulare un accordo di cooperazione con il partito di un altro Paese, e le responsabilità successivamente assunte al servizio del Paese dal Ministro Salvini. L'accordo tra Lega e il partito Russia Unita si iscrive nell'ambito ordinario di cooperazione e collaborazione internazionale tra i movimenti e i partiti politici, e non appare idoneo a determinare alcuna ricaduta e sfavorevole conseguenza sul piano della politica interna ed estera del nostro Governo. Si fa presente, quindi, che lo stesso programma politico denominato contratto per il Governo del cambiamento, sottoscritto dal partito della Lega e dal MoVimento 5 Stelle, prevede un'apertura alla Russia in esclusivi termini di partnership economica e commerciale, nell'ambito di una confermata appartenenza del nostro Paese all'Alleanza atlantica con gli Stati Uniti d'America quale alleato privilegiato.

Replica

Presidente, no, non posso ritenermi soddisfatto, anche a nome dei miei colleghi, perché l'unica risposta soddisfacente che avrebbe potuto essere formulata dal Governo sarebbe stata una sola, in questo caso trattandosi anche di un esponente molto autorevole della Lega. Ovvero l'unica risposta sarebbe stata: è vero, abbiamo contratto questo accordo, per carità politicamente legittimo e di cui io stesso riconosco la legittimità, prima di essere stati eletti dagli elettori italiani al Governo del Paese; oggi che siamo al Governo del Paese, che quindi abbiamo responsabilità diverse, provvederemo ad archiviare quell'accordo.

Perché quell'accordo, onorevole Molteni, in realtà ha dentro di sé più di un elemento di ambiguità e più di un elemento di potenziale conflitto con il ruolo che oggi il vostro partito svolge alla guida del Governo della Repubblica italiana. Perché lo scambio di informazioni è lo scambio di informazioni, e o lo scambio di informazioni c'è o non c'è; e quando un partito politico assume funzioni di Governo, le informazioni che quel partito acquisisce, in modo naturalmente legittimo e riconosciuto, sono informazioni di genere molto sensibile e riservato, con implicazioni che hanno certamente una rilevanza anche per quanto riguarda la nostra sicurezza nazionale, anche per quanto riguarda le responsabilità che il nostro Paese ricopre all'interno delle istituzioni multilaterali di cui è parte. E dunque, pur prendendo atto della vostra, ci mancherebbe altro, fedeltà al giuramento che avete effettuato ciascuno di voi all'atto dell'assumere l'importante responsabilità di Governo che ricoprite, ribadisco l'auspicio che il vostro Partito provveda a… Non dico a non rinnovare, perché di qui alla scadenza del contratto sono sicuro che il vostro partito non sarà più al Governo del Paese, trattandosi di ancora quattro anni e mezzo, ma insomma, auspicherei che questo contratto venisse rescisso nelle prossime settimane.

Questo sarebbe un elemento di rassicurazione, mi permetto di aggiungere, nei confronti anche nel nostro dibattito nazionale: perché un conto è esprimere sentimenti di vicinanza alla Russia, e tutti noi lo facciamo. Nessuno di noi, se mi posso permettere, tanto meno il sottoscritto che ha trascorso molti anni di studio a Mosca, ha mai avuto sentimenti che non fossero più che amichevoli nei confronti della civiltà russa, della Russia, della popolazione russa, della società civile russa; altra cosa è mostrarsi, come avete fatto voi nel corso della campagna elettorale, potenzialmente strumentali all'azione legittima, ma certamente non amichevole nei confronti dell'Italia e delle istituzioni internazionali, che la Federazione russa, che l'attuale Governo della Federazione russa, che la Presidenza Putin svolge nei nostri confronti.

Perché di questo si tratta: gli interessi nazionali sono tutti legittimi, ma il nostro interesse nazionale, l'interesse di un Paese come l'Italia, che è parte autorevole delle istituzioni multilaterali e che deve rimanere parte autorevole delle istituzioni multilaterali, questo interesse non può essere confuso con quello della Federazione Russa o, meglio, con l'interesse dell'attuale regime politico che governa la Federazione Russa, su molti aspetti, a meno che non si voglia perseguire un isolamento del nostro Paese, a meno che non si voglia scommettere sulla benevola protezione del regime di Putin, e mi permetto di dire che sarebbe una scommessa un po' avventata, perché la storia del Novecento, soprattutto del secondo Novecento ha dimostrato che quei Paesi che avevano scommesso sulla quella benevolenza ne hanno ricavato soltanto danni e danni molto, molto gravi.

Soprattutto, però - e concludo -, Presidente, attraverso di lei, mi rivolgo all'onorevole Molteni, c'è in quel contratto un'idea della democrazia e dei diritti civili che non può essere sbandierata di fronte al nostro Paese. Perché la violazione sistematica dei diritti associativi, dei diritti di libera opinione, il disprezzo e la persecuzione delle minoranze culturali e delle minoranze sessuali, che nella Federazione russa si sono svolti metodicamente in questi anni, devono essere stigmatizzati, io credo, da ogni partito che fa parte della vita politica e associativa del nostro Paese, perché la nostra è una Repubblica democratica; è una Repubblica democratica che, nel rispetto delle nostre diverse opinioni, deve preservare e conservare, come il bene supremo, la tutela dei diritti civili, di libera associazione e il rispetto, lo ripeto, delle minoranze culturali e anche sessuali. Su questo io spero e credo che la Lega voglia fare dei passi avanti, nonostante, mi permetta, la pessima propaganda che avete svolto durante la campagna elettorale nei confronti della Russia e che, spesso, continuate a svolgere; una propaganda - e concludo – che, per fortuna, è contraddetta dal comportamento di questo Governo. Infatti, sulla Russia ho sentito, anche nel discorso di insediamento del Presidente Conte, l'annuncio di una durissima opposizione dell'Italia alle sanzioni che la comunità internazionale e non solo l'Italia ha assunto nei confronti della Federazione Russa - sanzioni, lo ricordo ancora una volta, provocate dalla violazione, da parte russa, dei confini di uno Stato sovrano come l'Ucraina -, ripetuti annunci di questo tipo, ai quali è seguito, in sede di Consiglio europeo, recentemente, il voto favorevole della delegazione italiana al rinnovo di quelle sanzioni.

Per carità, la distanza tra propaganda e realtà mi pare essere un dato che contrassegna l'azione di questo Governo, ma, per quanto riguarda la Russia, mi aspetterei che ci fosse davvero una resipiscenza, resipiscenza - e concludo – che, davvero, potrebbe passare da un annuncio molto semplice: provvederemo, nelle prossime settimane, a mettere in un cassetto questo contratto e, magari, ne riparleremo quando la Lega sarà di nuovo all'opposizione, cosa che spero avvenga presto.