25/11/2014
Sofia Amoddio
De Maria
2-00759

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che: 
da mesi, quotidianamente i cittadini dei comuni di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa sono sottoposti ai miasmi provenienti dalla zona industriale che determinano immissioni olfattive intollerabili; 
nell'ottobre del 2013 centinaia di cittadini siracusani hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di Siracusa per ottenere chiarezza sul fenomeno dei cattivi odori e sull'attendibilità dei controlli; 
i dati forniti da Arpa Sicilia sede di Siracusa evidenziano degli sforamenti dei valori di alcune sostanze come l'anidride solforosa, l'idrogeno solforato ed alcuni idrocarburi non metanici; 
gli sforamenti purtroppo superano anche di quattro volte il limite imposto dalla legge; il 13 e 14 ottobre 2014 numerose telefonate sono arrivate alla sede dell'Arpa e del comando di polizia municipale del comune di Siracusa perché l'aria a Siracusa era irrespirabile; 
nelle prime ore del mattino del 14 ottobre 2014 le centraline di monitoraggio allocate nella città di Siracusa, hanno registrato valori impietosi: un incremento spropositato di idrocarburi non metanici; NMHC superiori di quasi quattro volte ai limiti di legge ed infatti il valore ha raggiunto infatti oltre 800 microgrammi per metro cubo sui 200 tollerati; 
le concentrazioni di H2S (idrogeno solforato) riscontrate nella centralina di S. Cusumano (ubicata ad Augusta vicino la Esso) in una media di un'ora hanno toccato i 60 microgrammi; 
la soglia dell'idrogeno solforato secondo l'allegato alla parte quinta pagina 265 del decreto legislativo n. 152 del 2006 per gli impianti Claus ovvero gli impianti di desulfurizzazione delle raffinerie è di 30 microgrammi; 
è in corso il riesame dell'autorizzazioni integrata ambientale degli esercizi degli stabilimenti industriali presenti nei citati territori; 
il riesame dell'autorizzazioni integrata ambientale è stato richiesto dal comune di Melilli con delibera del consiglio comunale di Melilli, risalente a luglio 2013, inserendo 5 proposte propedeutiche ad un maggior controllo sull'ambiente; le cinque proposte che il comune di Melilli ha sottoposto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con nota di protocollo DVA-2013-0021493, consistono in: 1) per tutte le torce presenti: a) installazione di sistema di videosorveglianza con possibilità di registrazione delle immagini e archiviazione delle stesse, per periodi non inferiori a 3 mesi, al fine di verificare la combustione dei gas di torcia; b) installazione di sistemi termografici per il rilevamento del corretto funzionamento della fiamma pilota e dove non presenti, di sensori con attivazione di allarme acustico in sala di controllo in caso di spegnimento della stessa; 2) dotare di idonee coperture le vasche degli impianti di trattamento degli effluenti liquidi, installare contestualmente sistemi di captazione e successivo convogliamento ad impianto di abbattimento dei vapori liberati; 3) dotare di analizzatore in continuo per H2S le condotte dei fumi in uscita dagli impianti di recupero zolfo; 4) archiviare i dati meteo climatici delle stazioni presenti all'interno stabilimenti; 5) trasmettere in tempo reale ad ARPA Sicilia i dati rilevati dai sistemi di monitoraggio in continuo (SME); 
il comune di Siracusa ha chiesto di partecipare al procedimento di riesame dell'autorizzazioni integrata ambientale; 
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha negato la partecipazione diretta del comune di Siracusa adducendo motivazioni formali, senza tenere conto di alcuni dati oggettivi, ovvero che il territorio del comune di Siracusa è limitrofo agli esercizi industriali e che alcuni impianti ricadono nel territorio del comune di Siracusa; 
la tutela dei beni ambiente e salute è costituzionalmente garantita e compete allo Stato esercitare ogni attività amministrativa e di controllo, perché il diritto ad un ambiente salubre sia effettivamente garantito; 
sul piano normativo ed amministrativo il contrasto all'inquinamento atmosferico avviene attraverso il controllo delle fonti inquinanti e fissazione di standard di emissione – decreto legislativo n. 152 del 2006 – ed il controllo sulla qualità dell'aria e fissazione di standard sulla qualità dell'aria – decreto legislativo n. 155 del 2010 –; 
i valori limite d'emissione del decreto legislativo n. 152 del 2006 indicano per ogni sostanza inquinante la massima quantità che può essere immessa nell'atmosfera da parte di un singolo impianto e sono stabiliti per il territorio nazionale dagli allegati al decreto legislativo n. 152 del 2006; le imprese hanno l'obbligo di rilevare (periodicamente o in continuo) le emissioni dei loro impianti e di comunicare i risultati delle misure all'amministrazione; 
il controllo sulle singole fonti d'inquinamento non è però sufficiente, se in un'area, come nel caso del territorio indicato, esistono numerose attività industriali; 
il decreto legislativo n. 155 del 2010 individua i livelli di qualità dell'aria, definiti su scala nazionale in base alla concentrazione di inquinanti in atmosfera, classificati in base al confronto con i valori limite ed i valori guida; 
i valori fissati dal decreto legislativo n. 155 del 2010 sono di carattere nazionale e le regioni possono fissare valori più severi; 
nel settembre del 2013 l'Organizzazione mondiale della sanità rilevava l'inverosimiglianza e l'attendibilità dei monitoraggi effettuati sul territorio della provincia di Siracusa; 
è oramai improcrastinabile la realizzazione del sistema di monitoraggio SIMAGE (sistema integrato di monitoraggio ambientale e gestione delle emergenze), simile a quello presente nell'area industriale di Porto Marghera. SIMAGE che prevede la creazione di una sala operativa funzionante 24 ore su 24, gestita da opportuno personale tecnico, che – tramite una rete di monitoraggio composta da strumentazioni (analizzatori gascromatografici, sistemi spettroscopici, sensori fotoelettrici) e da «panel di valutatori», cioè gruppi di persone addestrate al riconoscimento degli odori – rilevi tempestivamente la presenza di eventuali sostanze tossiche e odorigene emesse in atmosfera, con un segnale di allarme, per gestire immediatamente l'evento e comunicare in tempo reale i dati alle autorità atte a garantire la salvaguardia della popolazione in termini di sicurezza e di salute; 
la regione siciliana è in atto sostanzialmente priva del piano di risanamento della qualità dell'aria, atteso che quello vigente è del 2007; 
la regione siciliana non ha attivato il piano di monitoraggio regionale; 
l'assenza di una pianificazione regionale e di una rete di monitoraggio adeguata a quanto previsto nel decreto legislativo n. 155 del 2010 ha impedito la creazione di un inventario delle sostanze inquinanti ed insalubri presenti nell'aria; 
la prefettura di Siracusa unitamente ai rappresentanti dei comuni di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa ha avviato dei tavoli tecnici diretti ad individuare gli strumenti regolamentari e tecnici per eliminare le immissioni riscontrate nell'aria negli ultimi 4 anni e che costantemente risultano allarmanti per la salute dei residenti; 
l'articolo 22 del decreto legislativo n. 155 del 2010 prevede che i provvedimenti di zonizzazione e di classificazione, la rete di misura, i piani e le misure di qualità dell'aria esistenti ai sensi della normativa previgente dovevano essere adeguati alle disposizioni del decreto nel rispetto delle procedure e di termini oramai ampiamente decorsi, e che in caso di mancato adeguamento si applicano i poteri sostitutivi previsti all'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e all'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131; 
il polo petrolchimico porta con sé una serie di problematiche ambientali e sanitarie evidenti; 
il sito di interesse nazionale di Priolo, Augusta e Melilli, nonostante i 106 milioni di euro assegnati nell'ultimo accordo di programma del 2008 è ancora in attesa degli interventi di bonifica delle aree a terra ed a mare; 
la prima firmataria del presente atto ha già presentato diverse interrogazioni aventi ad oggetto altri casi di immissioni nocive senza che allo stato vi sia stato un riscontro concreto da parte del Governo –: 
se il Ministro sia conoscenza di quanto sopra esposto; 
se il Ministro intenda invitare l'avvocatura distrettuale dello Stato di Catania ad esercitare le facoltà ed i diritti connessi alla persona offesa nel procedimento penale eventualmente avviato dalla procura della Repubblica di Siracusa a seguito dell'esposto presentato dai cittadini di Siracusa; 
se in sede di riesame dell'autorizzazioni integrata ambientale il Ministro attraverso i suoi organi istruttori abbia preso in esame tutti gli eventi segnalati dalle amministrazioni comunali e dai cittadini; 
se il Ministro non intenda riesaminare il provvedimento di rigetto della richiesta di partecipazione del comune di Siracusa al procedimento di riesame dell'autorizzazioni integrata ambientale; 
se il Ministro non ritenga oramai improcrastinabile la realizzazione del sistema di monitoraggio SIMAGE (Sistema integrato di monitoraggio ambientale e gestione delle emergenze), simile a quello presente nell'area industriale di Porto Marghera; 
se il Ministro non ritenga che sussistano i presupposti per applicare i poteri sostitutivi previsti all'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e all'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, per adottare il piano di risanamento della qualità dell'aria, il piano di monitoraggio regionale e un inventario delle sostanze inquinanti ed insalubri presenti nell'aria. 
 

Seduta del 12 dicembre 2014

Illustrazione e replica di Sofia Amoddio, risposta del governo di Silvia Velo, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare

Illustrazione

Signora Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Velo in qualità di sottosegretario, nell'illustrare l'interpellanza urgente devo dire che è veramente da definire urgente, perché quotidianamente, a Siracusa, nel polo industriale che riguarda i comuni di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa, quasi giornalmente, ormai da tempo, si è sottoposti a miasmi provenienti dalla zona industriale, che determinano veramente immissioni olfattive ormai intollerabili. 
  In particolare, nell'ottobre 2013 centinaia di cittadini hanno presentato un esposto in procura per ottenere chiarezza sul fenomeno dei cattivi odori e sull'attendibilità dei controlli. I dati forniti dall'ARPA di Siracusa hanno evidenziato evidenti sforamenti dei valori di anidride carbonica, di idrogeno solforato e di idrocarburi non metanici. Tengo a sottolineare che tutte queste sostanze non sono certamente dovute al traffico veicolare, ma sono sostanze inquinanti provenienti dal polo industriale. 
  I valori sono impietosi, soprattutto è spropositato il valore degli idrocarburi non metanici, superiore di quattro volte il limite di legge, così come dell'idrogeno solforato: in una media oraria che dovrebbe toccare al massimo 30 microgrammi, si è arrivati ad un rilievo esagerato di 60 microgrammi. 
  È in corso il riesame delle autorizzazioni integrate ambientali per l'esercizio degli stabilimenti industriali; devo dire onestamente che, fino a qualche settimana fa, a Siracusa era stato negato di entrare nel tavolo dell'AIA (autorizzazione integrata ambientale), ma, dopo la presentazione di questa interpellanza urgente, a Siracusa è arrivata l'autorizzazione per essere inserita nel tavolo AIA. Quindi, questo punto della mia interpellanza è stato superato. 
  Il comune di Melilli, comunque, ha richiesto, nel tavolo AIA, di inserire cinque proposte propedeutiche ad un maggiore controllo dell'ambiente; sono proposte necessarie, ovvero: inserire nelle torce presenti delle zone industriali un sistema di videosorveglianza, con la possibilità di registrare le immagini e di archiviare le stesse; inserire delle termocamere per il rilevamento del corretto funzionamento delle fiamme e sensori acustici in sala di controllo in caso di spegnimento delle fiamme; dotare di idonee coperture le vasche degli impianti e installare sistemi di captazione e di convogliamento dei vapori liberati, perché è proprio questo che fa poi produrre i miasmi e quindi le puzze in città, non solo a Siracusa. 
  Questi, Presidente, onorevoli colleghi, sono norme ed accorgimenti estremamente necessari e indispensabili per il famoso nesso di causalità, perché nella zona industriale Siracusa-Melilli-Priolo-Augusta insistono numerose aziende di raffinazione e, finché non sono installati questi sistemi all'interno del polo industriale, sarà impossibile attribuire il nesso di causalità di chi produce queste sostanze e quindi i miasmi nell'aria. 
  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha negato la partecipazione – ripeto – di Siracusa, ma questo tema è superato perché nelle more è stata inserita al tavolo AIA. 
  La tutela dell'ambiente è una tutela costituzionalmente garantita dallo Stato e su ogni attività amministrativa e di controllo è lo Stato che deve garantire la tutela della salute dei cittadini e – lo dico senza esagerazione – nella provincia di Siracusa si registrano numerosissimi, centinaia di casi di malati di tumore, tant’è che ogni mese ad Augusta in particolare, in una chiesa di Augusta, il prete, padre Palmiro Presutto, legge le centinaia di morti di tumore che ogni mese si aggiungono ad un elenco già infinito. 
  I valori limite d'emissione del codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006) indicano per ogni sostanza inquinante la massima quantità che può essere immessa nell'atmosfera. Tutti questi valori sono sforati di gran lunga ogni periodo. 
  Nel 2013 l'Organizzazione mondiale della sanità rilevava l'inverosimiglianza e l'attendibilità dei monitoraggi effettuati in provincia di Siracusa. Noi chiediamo, con questa interpellanza urgente, di istituire un sistema di monitoraggio estremamente necessario che si chiama SIMAGE, che è il Sistema integrato di monitoraggio ambientale e gestione delle emergenze, così come è stato inserito e fatto a Porto Marghera, perché Siracusa è una zona ad alto rischio industriale, ad alto rischio sismico, ad alto rischio vulcanico, ad alto rischio di tutti i tipi. 
  Inoltre, abbiamo chiesto nell'interpellanza urgente di capire quali bonifiche sono state fatte e quali soldi sono stati spesi, perché, in base ad un accordo di programma, erano stati assegnati 106 milioni di euro – nell'ultimo accordo di programma del 2008 – e ancora siamo in attesa degli interventi di bonifica. Quanti soldi sono stati spesi ? Quanti soldi sono rimasti ? Quali bonifiche sono state fatte ? A tutto questo lo Stato non ha ancora dato alcuna risposta. 
  Ancora: io chiedo nell'interpellanza urgente se il Ministro non intenda sostituirsi alla regione Sicilia, che è veramente una regione omissiva e latitante – e non uso a caso queste parole –, perché non ha ancora attuato un piano di qualità dell'aria e non ha ancora attuato un progetto di risanamento ambientale né un progetto di bonifiche, così come un progetto di bonifiche attuale, dopo la sentenza del TAR di Catania, manca anche presso il Ministero dell'ambiente. A questo ed altro, così come è scritto nell'interpellanza urgente, chiedo che venga data risposta da parte del Ministro. 

Risposta del governo

Signor Presidente, colleghi, le questioni poste dalla collega Amoddio sono molte, quindi cercherò di riassumere succintamente, però il tema è complesso. 
  Sulla base di un esposto presentato da centinaia di cittadini nel mese di ottobre 2013, la procura della Repubblica di Siracusa ha proceduto ad avviare vari procedimenti in relazione ai denunziati episodi di sforamento oltre i limiti tabellari delle emissioni in atmosfera delle sostanze inquinanti relative ai problemi delle bonifiche ambientali. 
  In particolare, tutti i procedimenti penali traggono origine da segnalazioni, come diceva la collega, di odori molesti, di cattiva qualità dell'aria, di sfiaccolamenti più o meno prolungati, con emissioni di fumi neri e visioni di fiamme alte che si sviluppano dalle torce. Spesso tali fenomeni sono stati segnalati in orario serale, notturno e nei fine settimana. 
  L’ Ufficio inquirente, peraltro, dispone di un gruppo specializzato di magistrati cui sono assegnati – con criteri automatici – i procedimenti di indagine in materia ambientale, nonché di un Nucleo investigativo circondariale per la tutela ambientale e sanitaria, nel quale lavora personale di polizia giudiziaria specializzato, appunto, nelle materie ambientali. 
  Alla luce di questo, poiché la costituzione di parte civile può essere richiesta solo all'esito della conclusione delle indagini, a seguito della richiesta di rinvio a giudizio e della contestazione del reato, si rassicura che sarà cura del Ministero dell'ambiente provvedere, a tempo debito, a tutte le necessarie valutazioni per l’ eventuale esercizio di tale rilevantissima e – sottolineo – irrinunciabile funzione istituzionale. 
  Premesso ciò, si coglie l'occasione per rassicurare gli onorevoli interpellanti che tutte le osservazioni presentate al Ministero dell'ambiente dalle altre amministrazioni e dagli enti coinvolti, nonché dalle associazioni e singoli cittadini interessati, sono state regolarmente acquisite per essere fatte oggetto di attenta valutazione nel corso del procedimento di riesame delle autorizzazioni integrate ambientali. Di esse, peraltro, è stata data idonea pubblicità attraverso la loro pubblicazione sul sito web del Ministero. 
  Per quanto attiene alla partecipazione del comune di Siracusa, va precisato che esso era stato in precedenza escluso in quanto i comuni chiamati a partecipare ai procedimenti amministrativi riguardanti il rilascio della AIA o il riesame o la modifica delle stesse, sono quelli territorialmente competenti ovvero quelli in cui ricade l'installazione soggetta ad AIA o parte di essa, in particolare le attività accessorie tecnicamente connesse.  Pertanto, poiché ad oggi parte della raffineria della ISAB Srl insiste sul territorio del comune di Siracusa, stante l'entrata in esercizio nello scorso mese di ottobre del nuovo impianto di recupero vapori ubicato sul pontile di Santa Panagia, lo stesso comune di Siracusa verrà regolarmente convocato alla Conferenza dei servizi relativa al procedimento di riesame riferito alle emissioni di idrogeno solforato degli impianti delle società ISAB Srl, ISAB Energy, ESSO Srl. 
  Lo stesso comune, altresì, verrà successivamente coinvolto anche nei procedimenti di riesame complessivo delle raffinerie delle società ISAB Srl ed ESSO da avviare d'ufficio a seguito dell'emanazione della decisione di esecuzione delle «Conclusioni sulle migliori tecniche disponibili», in acronimo BAT, concernenti la raffinazione di petrolio e di gas, ai sensi della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea lo scorso 9 ottobre. 
  In merito alle ipotesi circa la necessità improcrastinabile di attivare presso l'area interessata un sistema di monitoraggio simile a quello in uso a Porto Marghera, appunto, come riferiva la collega Amoddio, il cosiddetto SIMAGE (Sistema integrato di monitoraggio ambientale e gestione delle emergenze), mi pregio di riferire che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è favorevole, per principio, all'adozione di tutte le iniziative finalizzate al monitoraggio delle emissioni di qualsivoglia natura per prevenire l'inquinamento e i rischi, per le persone e il territorio, connessi alle attività industriali e alla movimentazione di sostanze pericolose. 
  Interpellata sul punto, la regione Sicilia, che ha espresso i medesimi auspici, ha riferito che tale iniziativa, peraltro già programmata sebbene in uno scenario a medio termine, potrebbe essere oggetto di attenta valutazione nell'ambito di un già proposto potenziamento di tutte le strutture dell'ARPA Sicilia; potenziamento che si rende oramai necessario per far fronte alla sempre maggiore estensione degli ambiti di intervento della medesima Agenzia su scala regionale. 
  Per quanto attiene, in ultimo, all'eventuale sussistenza dei presupposti per l'applicazione dei poteri sostitutivi, così come richiamati nell'interpellanza, corre l'obbligo di evidenziare che ad oggi tale potere non è mai stato esercitato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria. L'azione ministeriale, infatti, nel corso degli anni si è sempre sviluppata tramite un costante e continuativo dialogo con le regioni nell'ambito del tavolo di coordinamento della qualità dell'aria, attivo sin dal 2003, e istituzionalizzato a partire dal 2010 con il decreto legislativo n. 155. L'operato del coordinamento è stato fondamentale ai fini dell'omogeneizzazione delle azioni regionali in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria. Anche presso la regione siciliana tale iniziativa ha consentito di raggiungere importanti risultati, quali la predisposizione della nuova zonizzazione del territorio, la predisposizione del progetto di adeguamento della rete di monitoraggio della qualità dell'aria e l'inventario delle emissioni in atmosfera per l'anno 2005, attualmente in fase di aggiornamento. 
  Ciò premesso, risulta comunque evidente un ritardo, un preoccupante ritardo – aggiungo – da parte della regione siciliana nel completamento delle altre attività previste dalla normativa nazionale e comunitaria in materia di qualità dell'aria, quale l'adozione del piano regionale di risanamento, e ciò potrebbe determinare, qualora si ritenesse opportuno all'esito di un'attenta valutazione delle circostanze, l'esercizio, appunto, dei poteri sostitutivi. Di questo, come sa bene l'onorevole Amoddio, abbiamo discusso in una apposita riunione al Ministero. 
  Aggiungo, rispetto alla nota scritta, che alle preoccupazioni sulla salute si devono affiancare le preoccupazioni sull'eventuale avvio di una procedura di infrazione europea, perché su questa materia noi abbiamo l'obbligo, e la regione Sicilia insieme al resto del Paese, di adeguarci a quanto previsto dalle norme comunitarie. 
  Si aggiunge poi per completezza d'informazione, che in tale eventualità dovranno necessariamente essere coinvolti, a fianco al Ministero, istituti qualificati in materia, quali ISPRA ed ENEA. Aggiungo, ripeto, a voce, che la questione è di tale rilievo che credo si debba assolutamente attuare un percorso di collaborazione, ma anche di comune responsabilizzazione con la regione Sicilia, che sui temi sollevati dalla collega Amoddio e dagli altri interpellanti ha la titolarità di mettere in atto le azioni che riguardano il sistema di monitoraggio della qualità dell'aria, per non parlare – e non sono oggetto di questa interpellanza – i temi, accennati nelle premesse, relativi all'attuazione dell'accordo quadro e il programma di bonifica del SIN. I 106 milioni di euro a cui faceva riferimento, che, se non adeguatamente spesi, se non adeguatamente impegnati in un apposito accordo di programma, che deve essere sottoscritto e su cui il Ministero ha già fatto una proposta, da tempo, alla regione, rischiano di perdersi come risorse e soprattutto di ulteriormente procrastinare gli interventi di bonifica previsti. 

Replica

 Ringrazio l'onorevole Velo per l'attenzione che ha posto a questo problema, anche perché, come accennava lei in Aula, c’è stata una riunione presso il Ministero dell'ambiente. Non mi ritengo assolutamente soddisfatta della risposta perché l'interpellanza urgente si conclude con precise richieste. In ordine alla costituzione nel processo, che in questo momento è solamente in fase di indagine, tengo a precisare che non ho mai scritto nell'interpellanza urgente che lo Stato si costituisca parte civile, perché la parte civile si può costituire solo, ovviamente, in un processo già in atto, iniziato. Io chiedo che lo Stato, attraverso l'Avvocatura distrettuale dello Stato possa esercitare le facoltà e i diritti connessi alla persona offesa. In questo momento, lo Stato, alla procura della Repubblica di Siracusa, può depositare una nomina di persona offesa e così essere informato di ogni iter e passo del procedimento, soprattutto quando ci sarà il rinvio a giudizio, se ci sarà, e la chiusura delle indagini. Quindi, chiedo che lo Stato depositi una nomina di persona offesa, che può ovviamente di depositare memorie difensive, eccetera, su questo procedimento già aperto alla procura di Siracusa. Inoltre, non sono assolutamente soddisfatta perché mi rendo conto che è stato detto che il sistema Simage sia favorevole all'installazione di questo sistema anche attraverso il potenziamento delle strutture Arpa Sicilia, solo che c’è un punto fondamentale: qui abbiamo bisogno di certezze e di tempi certi, perché il SIN, sito di interesse nazionale, il sito industriale della provincia di Siracusa, Augusta, Priolo, Melilli è già costituito ormai dal 1991, e dal 1991 si inquina in questo territorio e dal 1991, nonostante tantissime leggi, il codice dell'ambiente, eccetera, oggi ci sono gravi, gravi rischi di tutela della salute e del territorio. Questo non lo dico io, ma è sancito anche da una sentenza del TAR di Catania, così come dell'estremo inquinamento delle falde, della terra, del mare e delle acque marine. Ancora, non sono assolutamente soddisfatta perché, laddove chiedo i poteri sostitutivi dello Stato (lo Stato si può sostituire alla regione per adottare il piano di risanamento della qualità dell'aria), non a caso dicevo che la regione è omissiva e latitante, perché l'ultimo piano di risanamento della qualità dell'aria risale al 2007. Da allora la regione Sicilia è completamente ferma, nonostante le sollecitazioni e le richieste da parte di associazioni ambientaliste e da parte della sottoscritta. L'onorevole Velo ovviamente ritiene e dice qui in Aula che questo è possibile, allora chiedo veramente che questo venga attuato, che vengano attuati i poteri sostitutivi dello Stato. Anche se non è stato mai fatto in Italia, questo, forse questo è il momento di agire e di farlo per la regione Sicilia., soprattutto perché, lo ricordo all'onorevole Velo, siamo in procedura di infrazione europea e a questa procedura di infrazione europea dobbiamo dare una risposta certa. 

  La questione è di rilievo estremo. Per quanto riguarda i 106 milioni che erano stati stanziati per le bonifiche di questo grandissimo territorio industriale – siamo il primo sito industriale in Europa, in Sicilia, Siracusa è il più grande sito industriale in Europa – se non adeguatamente impegnati sull'accordo di programma, rischiamo di perderli: questo sarebbe un gravissimo danno per l'ambiente, ripeto, e per la salute dei cittadini che risiedono in questo territorio, che sono veramente tanti. È un territorio di 10 mila metri quadri; questo solamente per via terra, lasciando perdere l'estensione a mare, eccetera. 
  Io, ripeto, insisto nelle mie richieste, e insisto che il Governo dia una risposta ancora più ferma e dettagliata, e che convochi immediatamente la regione Sicilia ad un tavolo presso il Ministero dell'ambiente, per evitare rischi – e non sono veramente esagerata – come il caso Ilva e come tanti altri casi in Italia.