11/01/2017
Marilena Fabbri
Bratti, Iori, Paola Bragantini, Cinzia Maria Fontana, Andrea Romano, Carra, Boccuzzi, Gelli, Bonaccorsi, Mariani, De Menech, Massa, Famiglietti, Ermini, D'Ottavio, Giovanna Sanna, Paola Boldrini, Carlo Galli, Patrizia Maestri, Ferrari, Tullo, Fiorio, Zoggia, Gianni Farina, Richetti, De Maria, Giacobbe, Fusilli, Zardini, Incerti, Gasparini, Ghizzoni, Piccione, Albanella, Casellato
2-01576

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della difesa, per sapere – premesso che: 
in data 30 marzo 2016 il Governo pro tempore, rispondendo all'atto di sindacato ispettivo n. 5-07370, relativo all'accertamento della sicurezza e dell'incolumità pubblica nei poligoni di tiro privati, riferiva: 
che il decreto legislativo n. 204, Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, all'articolo 57, terzo comma, già prevedeva per tale settore un regime autorizzatorio, ma la disposizione tuttavia non è ancora efficace, richiedendosi, per la sua attuazione e per la disciplina transitoria, l'emanazione di specifiche disposizioni regolamentari; 
che già dal mese di maggio 2015 è al lavoro un apposito gruppo di esperti con il compito di fornire sull'argomento un qualificato e puntuale contributo tecnico-giuridico. Il provvedimento definirà, in maniera armonica e sistematica, la disciplina relativa al rilascio della licenza in questione. In tale ambito, saranno determinate le caratteristiche tecniche minime afferenti alle cosiddette difese attive e passive, le distanze di sicurezza relative alla gittata massima dei proiettili, nonché tutti i profili per la salvaguardia ambientale riguardanti l'impatto acustico, lo smaltimento dei residui dell'attività di sparo, come pure sarà espressamente stabilito il mantenimento in sicurezza delle caratteristiche minime medesime per tutto il periodo di validità della licenza; 
che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha comunicato di avere particolare interesse a disciplinare la tematica dell'impatto acustico sull'ambiente e sulle popolazioni derivante dall'esercizio delle attività sportive, tra cui anche i poligoni di tiro, sta predisponendo uno schema di decreto legislativo attuativo della delega contenuta nell'articolo 19 della legge n. 161 del 2014; 
dopo l'incidente mortale nel tiro a segno privato di Portomaggiore del gennaio 2016, il 9 dicembre 2016 in provincia di Torino si è verificato l'ennesimo incidente all'interno di un poligono di tiro privato che ha visto un morto e 4 feriti intossicati; 
il Tar del Lazio ha recentemente emanato una sentenza (n. 16400/2014 REG.RIC. tribunale amministrativo regionale per il Lazio sezione prima bis) in merito all'agibilità del tiro a segno nazionale di Roma, nella quale sottolinea che l'UITS, Unione italiana tiro a segno non ha alcuna legittimazione a certificare l'agibilità dei poligoni. Nella sentenza, infatti, si ribadisce che la competenza relativa all'accertamento dell'agibilità dei poligoni (anche di prima categoria) e le relative prescrizioni, competono in via esclusiva al Ministero della difesa e al Genio militare; 
la sentenza risulta essere a parere degli interpellanti molto importante, in quanto per tutte le strutture attualmente in funzione su tutto il territorio nazionale, per le quali è stata l'UITS a certificare l'agibilità, si specifica che tutti gli atti compiuti in questo senso dall'UITS sono da considerarsi nulli; 
inoltre, il 28 settembre lo Stato Maggiore dell'Esercito italiano ha intimato all'UITS di interrompere l'attività negli stand di tiro di 1/a categoria; 
la materia in questione, trattando di sicurezza nonché di incolumità pubblica, presupporrebbe a parere degli interpellanti un coordinamento o un'omogeneità di regole tecniche tra pubblico e privati, in particolare per quanto attiene ai controlli, tenuto conto che i poligoni di tiro, siano essi pubblici o privati, insistono in un contesto cittadino e sono frequentati da cittadini civili, anche minorenni –: 
quale sia lo stato dell’iter finalizzato all'emanazione dei provvedimenti citati in premessa, se sia stata prevista la presenza del Corpo nazionale dei vigili del fuoco al tavolo di esperti di cui sopra e cosa intenda fare il Governo alla luce della sentenza del Tar del Lazio circa la carenza di legittimazione della Unione italiana tiro a segno nel certificare l'agibilità dei poligoni. 
 

Seduta del 20 gennaio 2017

Illustrazione e replica di Marilena Fabbri, risposta del Governo di davide Faraone, sottosegretario di Stato per la Salute.

Illustrazoione

 Grazie, Presidente. Sì, ci tengo ad illustrare questa interpellanza, in Aula, al Ministero dell'Interno, al Ministro della Difesa, per chiedere conto, in particolare, dello stato di attuazione di due deleghe che sono state date al Governo dal Parlamento, in particolare quella relativa alla regolamentazione dell'articolo 57, terzo comma, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, emanato nel luglio 2010, che chiedeva al Governo di regolamentare l'autorizzazione dei poligoni di tiro privati dal punto di vista, appunto, della pubblica sicurezza, ma che mi risulta non essere ancora stata attuata. È vero che non aveva una scadenza, ma noi riteniamo che questo settore debba essere regolamentato sia per tutelare gli utenti di questa attività, anche se, come già citato, in forma privata, sia per garantire la pubblica sicurezza dei luoghi che sono adiacenti a questi poligoni di tiro, che possono essere al chiuso ma che possono anche essere all'aperto. Ricordo, in particolare, gli ultimi due incidenti rilevanti: quello del gennaio 2016 a Portomaggiore, in provincia di Ferrara, dove ci sono stati tre morti, tre ustionanti e tre persone illese a seguito dello scoppio di un incendio all'interno di un poligono di tiro privato, il cui procedimento giudiziario è ancora in corso; e l'ultimo incidente, quello del dicembre 2016, in un poligono di tiro in provincia di Torino, dove mi risulta esserci stato un morto e tre persone ustionate, sempre a seguito di un incendio. Dunque, questa norma non è ancora stata appunto regolamentata dal TULPS. Nonostante quello che si dica, il settore è abbastanza confuso, nel senso che i gestori di poligoni di tiro privati si limitano a una dichiarazione di inizio attività all'autorità di pubblica sicurezza, in particolare ai comuni, mentre il Ministero dichiara che è necessaria una licenza, ma non si capisce a seguito della presentazione di quali documenti e a seguito dell'autorizzazione di chi e, quindi, il settore è veramente confuso. 
La seconda delega, invece, è quella in capo al Ministero dell'ambiente. È una delega importante quella relativa alla legge n. 161 del 2014 e contiene al suo interno in particolare l'articolo 19, in cui si prevede, appunto, una delega in materia di inquinamento acustico volta all'armonizzazione delle normative nazionali rispetto alle diverse direttive della Comunità europea – del 2002, del 2000 e del 2006 – e l'ultimo regolamento della Comunità europea in materia, il n. 765 del 2008, che prevedeva nell'ambito della regolamentazione in materia di inquinamento acustico anche quella degli impianti sportivi, tra cui i poligoni di tiro che vengono ad essi equiparati. Mi risulta che questa delega doveva essere esercitata entro 18 mesi dall'entrata in vigore della legge, che è avvenuta nel novembre 2014, e quindi sarebbe ad oggi scaduta se non già esercitata. Quindi, l'interrogazione è per capire se i due Ministeri interessati hanno contezza della situazione, a nostro avviso grave, di deregolamentazione del settore, della gravità, appunto, di questa deregolamentazione, perché si mettono a rischio sia i soggetti gestori, che non hanno regole di riferimento precise, sia gli utenti di questi impianti, che pensano di poter esercitare un'attività sportiva o privata in sicurezza e invece tale non è, sia eventualmente i privati che abitano o lavorano nelle adiacenze di questi impianti. 
L'ultimo aspetto che vorrei sottolineare è che il settore vede, appunto, la presenza di poligoni di tiro privati, che dovrebbero essere regolamentati dal testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza, e i tiri a segno pubblici, che sono invece ampiamente regolamentati da norme del settore della difesa, del Ministero della difesa. In particolare, in questo caso non c’è un problema di carenza di regole tecniche di costruzione o di autorizzazioni, in quanto il settore pubblico è ampiamente regolamentato, ma si è verificata un'irregolarità in quanto il soggetto gestore, che è la UITS, l'Unione italiana tiro a segno, avrebbe di sua iniziativa omologato e abilitato dei tiri a segno senza esserne autorizzata. Questo è verificato da una sentenza del TAR, a cui dovrebbe avere fatto seguito un intervento diretto del Ministro della Difesa, del Genio militare. 
Noi pensiamo che appunto i due settori vadano in qualche modo coordinati, in quanto comunque offrono lo stesso servizio alla popolazione. Ricordo che i tiri a segno pubblici sono frequentati anche da minori dai 10 anni in su, in quanto appunto inseriti nelle attività sportive anche del CONI e in quelle delle attività olimpiche e, quindi, la sicurezza è un elemento importante. Ricordo anche che i poligoni di tiro, sia pubblici sia privati, non sono assoggettati alle norme antincendio o alle norme di fuga, in quanto equiparati e assoggettati alle norme solo se utilizzati da più di 100 spettatori o insistenti su oltre 200 metri quadri di calpestabile (diciamo così). 
Noi riteniamo che questa sia una norma assolutamente non corrispondente alle necessità, in quanto abbiamo visto che i due poligoni in cui sono avvenuti degli incendi, innescati da colpi tirati per l'attività ordinaria, il rischio incendio e il problema della fuga sono a prescindere dalla presenza di spettatori ma sono dati proprio dalla pericolosità dell'attività in sé, che deve avere delle particolari accortezze nella sua esplicazione. Quindi, su questo chiediamo di sapere a che punto è questo gruppo di lavoro, che era stato istituito nel 2015 per dare attuazione alla delega di cui all'articolo 57, terzo comma, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza; se questo gruppo di lavoro è stato integrato con la presenza di esperti del Dipartimento dei vigili del fuoco, che erano fino a qualche mese fa assenti; se non si intenda, appunto, coordinare e omogeneizzare le regole tecniche di autorizzazione o di costruzione fra pubblico e privato, in modo da garantire le stesse norme di sicurezza per chi svolge l'attività e per chi, eventualmente, vive e lavora nelle adiacenze; infine, a che punto sia l'attuazione di queste due importanti deleghe parlamentari all'attività del Governo.

Risposta del governo

Presidente, in relazione al regolamento di competenza del Ministero dell'interno si informa che il gruppo di lavoro incaricato di approfondire la tematica dell'apertura e gestione in sicurezza dei poligoni privati ha recentemente concluso la propria attività di analisi. Considerata anche la particolare complessità della materia, le valutazioni effettuate dal gruppo di lavoro sono state al centro di un confronto tra le rappresentanza degli operatori di settore e ora sono all'esame dei competenti uffici del Ministero per gli ulteriori approfondimenti di natura normativa e tecnica. 
In particolare, sono oggetto di attenzione le questioni riguardanti l'individuazione dei criteri di accesso da parte dei frequentatori e le caratteristica delle difese attive e passive degli impianti nonché alcuni aspetti propriamente gestionali riferiti sia alle attività di tiro statico e dinamico a carattere ludico-amatoriale, sia quelle propriamente agonistiche così come regolamentate dalla competente federazione sportiva riconosciuta dal CONI. Gli approfondimenti in corso riguardano anche le diverse tipologie di armi corte e lunghe utilizzabili dalle differenti specialità. Il Dipartimento della pubblica sicurezza ha assicurato che sul regolamento in corso di adozione saranno acquisiti senz'altro i pareri del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per gli aspetti di prevenzione incendi, e del Ministero dell'ambiente, per gli aspetti relativi all'inquinamento acustico. 
In ordine allo schema di decreto legislativo attuativo della delega, di cui all'articolo 19 della legge n. 161 del 2014, il Ministero dell'ambiente ha fatto sapere che esso è stato predisposto nel coinvolgimento di tutte le amministrazioni statali interessate, degli stakeholder, degli ordini professionali e delle regioni. Il testo è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 24 novembre scorso ed è ora all'esame delle competenti Commissioni parlamentari. Lo scorso 22 dicembre la Conferenza unificata ha espresso su di esso parere favorevole condizionato all'accoglimento di alcune proposte emendative che non riguardano, comunque, la tematica legata alla disciplina del rumore prodotto nell'ambito dello svolgimento delle attività sportive. 
Vengo ora al quesito sulle iniziative che si intendono avviare in conseguenza della sentenza del TAR Lazio del 28 agosto 2015. Secondo quanto riferito dall'amministrazione della difesa, la pronuncia ha costituito l'occasione per riesaminare, con il CONI e la UITS, il vigente quadro normativo di settore, in particolare per trovare appropriate soluzioni al rilascio dell'agibilità al tiro dei poligoni appartenenti alle sezioni del tiro a segno nazionale.  In tal senso sono state apportate integrazioni alla vigente direttiva tecnica che regolamenta la materia in forza di un accordo sottoscritto il 1o dicembre 2015 tra il Ministero della difesa e la UITS per il rilascio dell'agibilità al tiro dei poligoni di prima categoria appartenenti alla sezione di tiro a segno nazionale. Nello specifico, ferme restando le competenze del Ministero della difesa in tema di rilascio e agibilità dei poligoni di prima, seconda e terza categoria, l'accordo prevede che, al fine di snellire le procedure, l'attività istruttoria di verifica dei requisiti per il conseguimento dell'agibilità al tiro dei predetti poligoni di prima categoria sia svolta dalla UITS in assoluta aderenza alle direttive tecniche definite dall'amministrazione della difesa. Quest'ultima, una volta acquisite le risultanze dell'attività svolta dalla predetta Unione italiana, si riserva la facoltà di svolgere qualsivoglia tipo di verifica prima del rilascio dell'agibilità.

Replica

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il sottosegretario Faraone per le informazioni che ci ha fornito oggi. Devo dire che non sono ancora soddisfatta, perché auspicavo che il gruppo di lavoro che si è costituito per la regolamentazione dell'articolo 57 fosse già ad una fase molto più avanzata. Prendo atto che è stato depositato il lavoro, quindi che il gruppo di lavoro ha concluso il suo lavoro di analisi; non so se questo intenda che c’è già una proposta di regolamentazione che il Governo sta valutando. Mi fa piacere che questo gruppo di lavoro sia stato integrato con esperti del Dipartimento di pubblica sicurezza relativa alle competenze in materia di antincendio e vie di fuga. 
Spero che questo lavoro sia stato fatto a prescindere dalle norme sul pubblico spettacolo, ma proprio in relazione alla pericolosità dell'attività o della possibile pericolosità dell'attività in essere. Prendo atto anche che è stata depositata la bozza di decreto legislativo in attuazione dell'articolo 19 della legge n. 161 del 2014 in materia di inquinamento ambientale, in quanto la scadenza era a luglio del 2014. Prendo atto anche del fatto che si sta in qualche modo superando il fatto che la UITS avesse abilitato degli impianti di tiro di prima categoria, autorizzandola all'istruttoria. 
Credo che questo sia un settore particolarmente complesso, che va assolutamente regolamentato con chiarezza nei ruoli e competenze, sia in fase di autorizzazione che di controllo. Non credo che assolutamente vada limitata come attività, ma regolamentata a tutela di tutti i soggetti coinvolti, sia delle autorità che poi vengono chiamate ad autorizzare, quindi anche sulla base di quali norme, sia dei soggetti gestori che aprono queste attività, e quindi avere anche consapevolezza delle responsabilità effettive che si assumono, sia degli utenti che dei vicini. Terrò monitorata la situazione e verificherò che i documenti, i lavori conclusivi dei due gruppi di lavoro in materia di delega che sono stati depositati arrivino a buon fine e, soprattutto, verificherò i contenuti che questi contengono.