21/07/2017
Silvia Fregolent
Taricco, Bergonzi, Lavagno, Lodolini, Carloni, Schirò, Fragomeli, Giorgis, Damiano, Fiorio, Valeria Valente, Gribaudo, Paola Bragantini, De Menech, Boccuzzi, Causi, Piccoli Nardelli, Falcone, Vazio, Patriarca, Rossi, Senaldi, Pes, Dallai, Coscia, Rotta, Richetti, Carra, Carbone, Parrini, Antezza, Arlotti, Becattini, Famiglietti
2-01876

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   il 7 giugno 2017 il sindaco di Torino ha emesso un'ordinanza per sospendere l'attività di vendita per asporto di bevande alcoliche e superalcoliche in alcune zone della città;
   tale ordinanza è stata giustificata dalle seguenti motivazioni:
    a) di ordine pubblico: l'elevato consumo di alcol ha già causato disordini, atti vandalici e danneggiamenti;
    b) di decoro urbano: le bottiglie di vetro e le lattine vuote vengono abbandonate nelle vie e nelle piazze circostanti;
    c) di salute pubblica: l'Arpa ha certificato inquinamento da rumore nelle suddette zone senza dimenticare i pericoli causati dai rifiuti di vetro presenti nelle strade;
    d) di circolazione stradale: le zone interessate sono frequentate da numerosi automobilisti che lasciano i veicoli in doppia fila;
    e) di carattere giudiziario: comitati di quartiere hanno presentato esposti e raccolte firme per contrastare il caos notturno della movida;
   le forze dell'ordine si sono subito attivate per far rispettare l'ordinanza;
   i primi controlli effettuati, come riportano organi di informazione, hanno registrato gravi episodi di intolleranza nei confronti delle forze dell'ordine, che si sono dovute allontanare per evitare conseguenze peggiori;
   nella sera del 21 giugno 2017, secondo fonti stampa, la polizia si è presentata in forze nei luoghi sottoposti all'ordinanza, per evitare le tensioni dei giorni scorsi. Un gruppo di giovani, alcuni provenienti dai centri sociali, si è scontrato con le forze dell'ordine causando il ferimento di quattro agenti e di dieci manifestanti ed il fermo di due persone;
   da quanto riportano i media ci sarebbe stato un duro scontro dialettico tra il sindaco di Torino ed esponenti del partito che lo sostiene e la questura di Torino: i primi hanno accusato le forze di polizia di violenza gratuita, mentre la seconda ha parlato di normali servizi sul territorio;
   risulta evidente come non sussista quell'indispensabile rapporto di collaborazione e fiducia fra istituzioni locali atto ad assicurare ai cittadini sicurezza ed ordine pubblico, soprattutto in un quadro internazionale in cui gli episodi di terrorismo sono all'ordine del giorno; una palese mancanza di coordinamento e prevenzione che è già purtroppo alla base dei tragici fatti del 3 giugno 2017 in Piazza San Carlo –:
   se il Ministro interpellato non ritenga di dovere assumere iniziative, per quanto di competenza, al fine di ricostruire i fatti, anche per individuare eventuali falle nella comunicazione, e nell'organizzazione, nonché nel coordinamento necessario tra centri decisionali, accertando eventuali responsabilità delle forze dell'ordine, e dunque per adottare le misure necessarie per garantire ai cittadini sicurezza e ordine pubblico.

 

Seduta del 21 luglio 2017

Illustra e replica Silvia Fregolent, risponde Domenico Manzione, Sottosegretario di Stato per l'Interno

Illustrazione

Grazie, signor Presidente. L'interpellanza riguarda i fatti noti - perché sono stati riportati da tutti i quotidiani - avvenuti nella mia città il 21 giugno scorso relativi all'applicazione dell'ordinanza anti-alcol voluta dalla sindaca Appendino.

Facciamo un passo indietro. Anche la mia città, come molte città italiane, conosce il fenomeno della movida, termine spagnolo che viene utilizzato per raccontare la vita notturna che si svolge nelle città e che vede come protagonisti i giovani. A mio parere, l'esistenza della movida anche a Torino ha permesso la riqualificazione di molti quartieri - San Salvario, Quadrilatero romano -, che hanno visto la nascita di locali dove si vengono anche sostanze alcoliche e dove i giovani stazionano per parecchie ore della notte. Questo ha determinato una difficile convivenza con i cittadini che abitano in quei quartieri, che vedono il rumore aumentare, soprattutto, durante la settimana e, quindi, hanno organizzato associazioni contro la movida.

Dopo i fatti del 3 giugno - lei mi aveva risposto nella stessa Aula -, probabilmente, la sindaca, facendosi prendere un po' da una volontà di controllare tutto, ha predisposto un'ordinanza anti-alcol giustificata con le seguenti motivazioni: di ordine pubblico per l'elevato consumo di alcol; di decoro urbano, perché le bottiglie e le lattine vengono lasciate nelle vie; di salute pubblica, per l'inquinamento del rumore; di circolazione stradale, in quanto spesso queste zone sono interessate da automobilisti che non sono disciplinati e, quindi, parcheggiano male le auto; di carattere giudiziario, in quanto i comitati di quartiere, come dicevo, hanno presentato esposti.

Io non sono mai per le ordinanze, penso sempre che ci debba essere un'interlocuzione tra i proprietari dei locali, coloro che vanno nei locali e i cittadini che abitano, perché le ordinanze e i divieti non hanno mai portato bene nella storia, almeno per quello che mi ricordo, ma probabilmente siamo in un'altra epoca.

I primi controlli effettuati effettivamente non hanno portato molto bene: le forze dell'ordine sono state anche allontanate con modi abbastanza bruschi dagli avventori dei locali. Allora ci siamo rifatti e, il 21 giugno di quest'anno, la polizia si è presentata in alcune zone vestita da antisommossa per cercare di applicare questa ordinanza. Ovviamente, ci sono stati degli scontri con i centri sociali, che non vedevano l'ora di poter creare zizzania nella città e a farne spese sono stati gli avventori dei poveri locali, che si sono visti arrivare l'onda dei centri sociali, da una parte, e della polizia antisommossa, dall'altra, e loro si sono trovati in mezzo.

Il giorno dopo, ovviamente, abbiamo avuto, come sempre quando capitano queste cose ormai nella mia città, la sindaca che ha ringraziato le forze dell'ordine e il MoVimento 5 Stelle, la maggioranza che la sostiene, che ha criticato le forze dell'ordine: al poliziotto buono e al poliziotto cattivo, ormai, ci siamo abituati da un anno nella mia città, però sottolinea che c'è un problema di ordine pubblico, che le forze non si parlano e che c'è qualcosa che non va nell'organizzazione della pubblica sicurezza della mia città, perché non posso pensare che questore e prefetto abbiano fatto queste cose di loro spontanea volontà.

Quindi, evidentemente, c'è un corto circuito di comunicazione tra sindaco, prefetto e questore, tanto è vero che il G7 che si doveva tenere a settembre sul lavoro e l'economia a Torino è stato spostata a Venaria: vicino di casa, perché è a pochi chilometri, però, evidentemente, la sicurezza della mia città, per non avere un evento internazionale pur avendo vissuto di eventi internazionali fino all'altro giorno, porta la sindaca ad evitare incidenti ulteriori.

Io interpello il Ministero per capire che cosa è successo veramente quella sera, posto che, ancora una volta, non abbiamo avuto risposte dall'autorità comunale, se non balbettanti scusanti, e per capire se effettivamente c'è un problema di ordine pubblico nella mia città, visto che gli incidenti, dal 3 giugno ad oggi, continuano ad avvenire.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. L'onorevole Fregolent, unitamente ad altri deputati, chiede al Ministro dell'interno di fornire la ricostruzione degli scontri avvenuti nella serata dello scorso 21 giugno a Torino tra un gruppo di giovani, alcuni dei quali appartenenti ai centri sociali, e le forze di polizia, accertando eventuali responsabilità di queste ultime e adottando per il futuro le misure necessarie alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.

Ovviamente va premesso che, ogni anno, con l'arrivo della stagione estiva - ma lo rammentava già l'onorevole Fregolent - vengono intensificati i controlli del territorio nelle aree di Torino caratterizzate dall'alta concentrazione di locali pubblici, ai quali affluiscono numerosi avventori nelle ore serali e notturne dando vita alla cosiddetta movida. I controlli delle forze di polizia sono finalizzati alla prevenzione e alla repressione dei fenomeni di illegalità diffusa che, solitamente, caratterizzano le aree in questione. In tale contesto, vengono intensificati anche i controlli amministrativi nei locali pubblici.

Venendo più specificamente ai fatti oggetto dell'interpellanza, posso riferire quanto segue. Il 9 giugno scorso è entrata in vigore l'ordinanza contingibile e urgente con la quale il sindaco di Torino ha disposto la sospensione, a partire dalle 20, della vendita per asporto di bevande alcoliche e superalcoliche nelle aree della movida, cioè San Salvario, piazza Vittorio Veneto, Vanchiglia.

Il provvedimento è stato fieramente avversato dal centro sociale Askatasuna, che ha avviato una campagna mediatica contro la sua applicazione con il chiaro intento di mobilitare i giovani frequentatori dei locali della movida. In tale contesto, il 14 giugno scorso, in piazza Santa Giulia, e il 17 giugno in Lungo Po Murazzi, simpatizzanti aderenti ai centri sociali hanno inscenato contestazioni nei confronti del personale delle forze di polizia impegnato nelle normali attività di controllo amministrativo.

Il successivo 20 giugno, uno dei tanti servizi di controllo straordinario del territorio che vengono programmati settimanalmente, anche in esecuzione delle determinazioni assunte in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ha interessato l'area della predetta piazza Santa Giulia, del popolare quartiere Vanchiglia, a poca distanza dalla sede del centro sociale Askatasuna.

Nella circostanza, circa centocinquanta militanti del centro sociale hanno immediatamente improvvisato due presidi a ridosso degli operatori impegnati nei controlli scandendo slogan contro le forze di polizia. L'iniziativa, tuttavia, non ha impedito la regolare conclusione dell'attività di controllo amministrativo dei locali avvenuta alle ore 22 circa del medesimo giorno, ovviamente.

Iniziato il deflusso del personale in uniforme, gli ultimi ad allontanarsi dalla piazza sono stati gli operatori in abiti civili del commissariato di pubblica sicurezza di Dora-Vanchiglia, tra i quali il dirigente, che sono stati accerchiati e aggrediti da decine di giovani, riportando lesioni di varia entità. In particolare, uno degli operatori ha subito la frattura di una costola, successivamente refertata presso l'ospedale cittadino, con 30 giorni di prognosi. L'ordine pubblico è stato ristabilito grazie all'immediato intervento dei reparti inquadrati della polizia di Stato, che sono stati bersagliati, anch'essi, dal lancio di corpi contundenti, quali bottiglie di vetro, bicchieri, sedie e tavolini prelevati dai dehors dei locali.

Questi i fatti sui quali è in corso una specifica attività di indagine da parte della DIGOS della questura, coordinata dalla locale procura della Repubblica, volta all'identificazione dei responsabili e al loro deferimento all'autorità giudiziaria. Ovviamente, io posso assicurare che la situazione dell'ordine pubblico a Torino è sostanzialmente sotto controllo, essa è oggetto di costante attenzione da parte delle autorità provinciali di pubblica sicurezza e delle forze di polizia e, più in generale, da parte del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica; in particolare, per quanto riguarda quest'ultimo organismo, di cui, ovviamente, è componente anche il sindaco di Torino, si realizza un raccordo fra tutte le istituzioni preposte a vario titolo alla tutela della legalità e dell'ordinata e civile convivenza della comunità torinese, in una logica di partnership, volta a pervenire le tensioni e i conflitti sociali che possono determinare turbative dell'ordine o della sicurezza pubblica in ambito comunale.

Replica

Grazie, sottosegretario; ovviamente, a nome del Partito Democratico sottolineo la solidarietà alle forze dell'ordine che si sono, ancora una volta, trovate accerchiate dai centri sociali; non è nuovo nella mia città e loro, insomma, dai no TAV in avanti, penso che non ci sia stata occasione che non abbiano subìto questo trattamento. La risposta, però, non va a individuare, effettivamente, cosa sia successo, veramente, quel 21 giugno, nel senso che, vede, il fatto che nelle precedenti occasioni di controllo c'erano state delle intemperanze da parte di alcuni nei confronti della polizia, sicuramente, determinava la presenza di maggiore forze dell'ordine in quella circostanza, così come che ci fosse un pretesto, ovviamente, per i centri sociali per fare disordine e rumore e sperare nel caos per poter essere protagonisti. Tant'è vero che, poi, il giorno successivo al 21 giugno sono andati a fare festa in piazza Santa Giulia, perché avevano ottenuto, evidentemente, lo scopo, cioè quello di far spaventare le persone normali che erano sedute in quei tavoli. Oggi, forse, le interpellanze urgenti dovrebbero essere lasciate su alcuni argomenti, perché abbiamo degli strumenti, purtroppo, i telefonini, con delle videocamere, che hanno ripreso non che i poliziotti picchiavano le persone comuni, ma, il fatto che i centri sociali fossero in mezzo ai tavolini dove c'erano le famiglie normali che stavano finendo le loro cene e consumando una giornata tranquilla, ha fatto sì che anche le persone comuni che non c'entravano niente con i centri sociali siano state coinvolte in questa baraonda, in queste violenze, che non hanno come responsabili - e voglio sottolinearlo - le forze dell'ordine, ma, a mio avviso, un'ordinanza che, così rigida come è stata pensata, non sta portando molto bene alla città.

Lo sanno gli operatori economici che sono molto preoccupati, perché questo non determina un minor consumo di alcol, anzi, lo determina nei posti dove dovrebbe essere venduto in maniera legale, ma non attraverso altri modi illegali di poterselo procurare, o attraverso il supermercato in maniera autonoma, ma non è venuto meno l'uso dell'alcol e della movida rumorosa solo a causa dell'ordinanza.

Ecco, io, attraverso di lei, mi faccio promotrice di una richiesta, proprio perché l'ordine pubblico deve essere garantito, però non ci devono essere eventi come questo, nella saggezza del prefetto e del questore, affinché al tavolo della sicurezza, possano dare dei saggi consigli ai giovani amministratori che stanno cercando di governare la mia città, per rendere la mia città che è diventata famosa, anche, per un certo stile di vita, di non distruggerlo in un anno di loro Governo e di continuare a permettere ai commercianti di poter fare i commercianti, ai giovani di divertirsi in maniera legale e ai cittadini di poter tranquillamente riposare.