06/11/2018
Anna Ascani
De Filippo, Carnevali, Enrico Borghi, Fiano, Gribaudo, Morani, Rotta, Viscomi, Boschi, Campana, Cantini, Ciampi, Critelli, Di Giorgi, Marco Di Maio, Ferri, Fragomeli, Gadda, Giachetti, Lacarra, Nobili, Paita, Pezzopane, Rizzo Nervo, Schirò
2-00164

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   è notizia dei giorni scorsi il caso del bambino trevigiano che ha sconfitto la leucemia dopo un trapianto spinale e una dura chemioterapia, il quale non è potuto tornare a scuola per la presenza in classe di cinque bambini non vaccinati che comprometterebbero la sua salute. Il bambino vive in un piccolo paesino e non c'è possibilità di scelta per una scuola alternativa;

   Il Gazzettino ha interpellato il direttore generale della Usl, Francesco Benazzi, che parla di «un caso che ancora non ci siamo trovati a dover affrontare concretamente. Effettivamente è una situazione che può porsi per un bambino che abbia superato una leucemia o per altri bambini immunodepressi: è opportuno che non frequentino altri piccoli non vaccinati. Dobbiamo rispettare la normativa nazionale, non possiamo escludere i bambini non vaccinati dalle elementari, la situazione è delicata e occorre trovare la migliore soluzione con la massima disponibilità»;

   sul caso è intervenuto anche l'assessore all'istruzione della regione veneto, Elena Donazzan, che ha affermato: «Esiste per questo bimbo il diritto di andare a scuola e a frequentarla come tutti i suoi coetanei, non solo quello di alcuni genitori di non vaccinare i propri figli. Spero in un ripensamento della norma a livello nazionale che tenga conto anche di questi casi, perché la libertà del singolo non può precludere quella degli altri»;

   come noto, nell'ordinamento italiano, il diritto all'istruzione è garantito dai primi due commi dell'articolo 34 della Costituzione per i quali «La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita». La norma va letta insieme al precedente articolo 33 della Costituzione e prevede il diritto all'istruzione, nel senso di possibilità, per chiunque ed a prescindere dalla sua situazione economica e non, di accedere al sistema scolastico, diritto cui lo Stato deve far fronte. A livello comunitario esso è garantito dall'articolo 14 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;

   il diritto allo studio inoltre è uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona, sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani nell'Onu;

   si trova poi il definirsi di questo diritto non solo nei suoi termini universali, relativi cioè all'uomo inteso come categoria generale onnicomprensiva, ma al bambino come uomo che ha caratteristiche specifiche particolari e che quindi necessita di interventi e tutele definite in modo più dettagliato; ecco quindi la prima Dichiarazione dei diritti del bambino approvata dall'assemblea delle Nazioni Unite nel 1959 che, al punto 7°, stabilisce che il bambino ha diritto a un'educazione, che, almeno a livello elementare, deve essere gratuita e obbligatoria. Egli ha diritto a godere di un'educazione che contribuisca alla sua cultura generale e gli consenta, in una situazione di eguaglianza di possibilità, di sviluppare le sue facoltà, il suo giudizio personale e il suo senso di responsabilità morale e sociale e di divenire un membro utile alla società;

   il superiore interesse del bambino deve essere la guida di coloro che hanno la responsabilità della sua educazione e del suo orientamento. Tale responsabilità incombe in primo luogo sui genitori e sullo Stato. Per attenersi strettamente al tema si ricorda qui soltanto l'articolo 28 della convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: «1. Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all'educazione e in particolare: (c) garantiscono a tutti l'accesso all'insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno; (d) fanno in modo che l'informazione e l'orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fanciullo; (e) adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola»;

   appare evidente la concezione dell'istruzione come un servizio pubblico necessario ad assicurare il pieno sviluppo della persona umana, anche rispetto alla condizione di partenza sfavorevole di qualcuno. Quindi, l'impegno dell'autorità pubblica, come richiesto dall'articolo 3 della Costituzione, consiste nella rimozione di quegli ostacoli di ordine sociale ed economico che possono limitare di fatto la libertà e l'eguaglianza dello studente impedendo il pieno sviluppo della persona umana;

   lo Stato deve adottare ogni adeguato provvedimento per vigilare affinché la disciplina scolastica sia applicata in maniera compatibile con la dignità del fanciullo in quanto essere umano e in conformità con la Costituzione e le convenzioni citate –:

   se i Ministri interpellati siano a conoscenza del grave caso esposto, quale sia il loro orientamento in merito e quali iniziative di competenza intendano intraprendere, di concerto con gli altri soggetti interessati, per affrontare concretamente una situazione critica come quella dei bambini immunodepressi, determinatasi a causa di un atteggiamento che risulta agli interpellanti evidentemente discutibile, in modo da favorire la risoluzione delle problematiche all'interno di un contesto delicatissimo. 

Seduta del 25 gennaio 2019

Illustrazione di Patrizia Prestipino, risposta del governo di Savatore Micillo, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, replica di Anna Ascani.

Illustrazione

Grazie, Presidente. Mi associo alle parole delle mie colleghe, ci saremmo aspettati, senza niente togliere al sottosegretario presente, una presenza specifica che è quella, appunto, dell'istruzione, e lo dico da insegnante, da docente, ancora prima che da parlamentare. Ora, per citare Leopardi, con l'ottimismo della volontà, ma fermo restando il pessimismo della ragione, dobbiamo prendere atto, riguardo a questa interpellanza che è stata depositata a novembre, che la risposta arriva solo oggi, quindi, insomma, con grandissimo ritardo. Tuttavia, il punto è importante, è un punto delicato, quello che riguarda la salute e il benessere psicofisico dei nostri ragazzi e dei nostri bambini, almeno nella fascia 0-16 anni.

Ricordo il caso del bambino trevigiano - è un evento che appunto risale allo scorso settembre - che ha sconfitto la leucemia dopo un trapianto spinale e una durissima chemioterapia e che non è potuto tornare a scuola perché in classe c'erano cinque bambini non vaccinati e questo avrebbe messo a rischio e a repentaglio la sua salute e la sua incolumità. Il bambino vive in un paese piccolo, dove non c'è possibilità di scelta per una scuola alternativa; questo rende tutto molto più difficile, la parte logistica, la parte di organizzazione e dell'apprendimento, appunto, scolastico.

Ora, di acqua ne è passata sotto i ponti, in questi mesi. Abbiamo visto di tutto e di più, una schizofrenia sull'argomento. Tutti ricorderete che il 10 luglio scorso è arrivata, è piombata questa circolare che diceva di presentare l'autocertificazione in tema di vaccini, il che ha sconvolto tutta la comunità scolastica, non solo l'organizzazione scolastica su cui grava la vita delle scuole, ma ha anche sollevato preoccupazioni molto, molto serie nei genitori, perché presentare un'autocertificazione, voi capite che non è garanzia di documentazione, come poi si è visto dai tanti falsi che sono stati denunciati. Ora, lo sappiamo, è vicina la scadenza per la presentazione della documentazione che, appunto, scade il 10 marzo prossimo, e tante cose sono successe, abbiamo visto persino alla Camera, qualche giorno fa, una conferenza stampa di una collega del MoVimento 5 Stelle a favore dei No Vax, ancora, oggi dopo i tantissimi gravi casi di morbillo, di meningite. Ricordo che a Roma si è ammalato un ragazzo di meningite in un'importante scuola secondaria di Roma.

Ebbene, sul caso è intervenuto anche l'assessore all'istruzione della regione Veneto, Elena Donazzan, che ha affermato, parole sue: “esiste per questo bimbo il diritto di andare a scuola e frequentarla come tutti i suoi coetanei, non solo quello di alcuni genitori di non vaccinare i propri figli; spero in un ripensamento della norma a livello nazionale che tenga conto anche di questi casi, perché la libertà del singolo non può precludere quella degli altri”. Ebbene, la regione non è certo governata dal centrosinistra, il che la dice lunga sulla compattezza del Governo anche su questo tema delicatissimo, quale, appunto, quello delle vaccinazioni.

Ora, non devo ricordare io a voi che siete esperti che il diritto all'istruzione è garantito dai primi due commi dell'articolo 34 della Costituzione: “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”. La norma va letta insieme al precedente articolo 33 della Costituzione e prevede il diritto all'istruzione, nel senso di possibilità per chiunque, e a prescindere dalla situazione economica e non, di accedere al sistema scolastico. Diritto a cui lo Stato deve far fronte. Il diritto allo studio è anche uno dei diritti fondamentali e inalienabili della persona, sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell'ONU. Troviamo, poi, il definirsi di questo diritto, non solo nei suoi termini universali, relativi cioè all'uomo inteso come categoria generale onnicomprensiva, ma al bambino, come uomo che ha caratteristiche specifiche particolari e che, quindi, necessita di interventi e tutele definite in modo più dettagliato. Ecco, quindi, la prima Dichiarazione dei diritti del bambino, approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite nel 1959. Ora, il superiore interesse del bambino deve essere la guida di coloro che hanno la responsabilità della sua educazione e del suo orientamento e tale responsabilità incombe, in primo luogo, sui genitori e sullo Stato. Per attenerci al tema, ricordiamo solo l'articolo 28: “Gli Stati riconoscono il diritto del fanciullo all'educazione e in particolare: garantiscono a tutti l'accesso all'insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione della capacità di ognuno; fanno in modo che l'orientamento e l'informazione siano aperti e accessibili a ogni fanciullo; adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola”. Ora, appare evidente come l'istruzione sia un servizio pubblico, necessario ad assicurare il pieno sviluppo della persona umana, anche rispetto alla condizione di partenza sfavorevole di qualcuno. Quindi, l'impegno dell'autorità pubblica consiste nella rimozione di tutti gli ostacoli di ordine sociale ed economico che possono limitare di fatto la libertà e l'uguaglianza dello studente, impedendo il pieno sviluppo della persona umana.

E non meraviglia che migliaia di mamme e genitori abbiano firmato l'appello “IoVaccino”, in una contrapposizione in primis culturale e ideologica a un tema che sta a cuore a tantissime famiglie italiane e che mette a rischio non solo la salute dei bambini, ma di tutta la comunità scolastica, di tutti gli operatori che lavorano ogni giorno con passione, dedizione e sacrificio, quotidianamente, nella scuola. Dai docenti agli operatori, ai funzionari amministrativi, tutti sono a rischio se non viene pienamente attuata la legge sulla obbligatorietà dei vaccini.

Ecco perché chiediamo, anche se a distanza di mesi, lo ripeto, e questo ci dispiace, perché il tema meritava più attenzione e più prontezza nella risposta, se i Ministri siano a conoscenza del grave caso esposto riguardo al bambino trevigiano, quale sia il loro orientamento in merito e quali iniziative di competenza intendano intraprendere, di concerto con altri soggetti interessati, per affrontare concretamente una situazione critica qual è quella dei bambini immunodepressi, determinatasi a causa di un atteggiamento che risulta agli interpellanti evidentemente discutibile, in modo da favorire la risoluzione delle problematiche all'interno di un contesto delicatissimo e che sta a cuore non solo alla scuola, ma al Paese intero.

Risposta del governo

Ringrazio gli onorevoli interpellanti per il quesito posto che mi offre l'opportunità di rassicurarla in merito alla delicata problematica da lei sollevata. Difatti, sulla base di informazioni acquisite dal competente ufficio scolastico regionale, posso garantire che la situazione differisce almeno in parte da quanto rappresentato.

Scendendo nel dettaglio, riferisco, secondo quanto comunicato dall'ufficio scolastico per il Veneto, che il bambino immunodepresso frequenta effettivamente una classe terza primaria di un plesso dell'istituto comprensivo di Asolo. Risulta, ad ogni buon conto, che all'alunno frequentante il suddetto istituto, in cura presso la clinica onco-ematologica di Padova, è stata rilasciata una certificazione per la quale, sulla base del trattamento clinico ed ematologico in atto, non è permessa la frequenza scolastica fino alla fine di febbraio 2019. Solo dopo questa data e solo a seguito di valutazione da parte dell'azienda ospedaliera delle condizioni di salute del bambino, sarà possibile valutare un inserimento del piccolo nell'ambiente scolastico.

La mancata frequenza del bambino non è quindi dovuta alla presenza di alunni non vaccinati nella classe frequentata dall'alunno, ma è imposto da una prescrizione dell'azienda ospedaliera che, per le delicate condizioni di salute del bimbo, ne preclude il rientro fino a nuovi controlli.

Il dirigente scolastico ha rassicurato che la scuola ha attivato fin dall'inizio dell'anno per il bimbo l'istruzione domiciliare, che l'alunno sta tuttora seguendo. Al piccolo, quindi, è stato sempre garantito il diritto allo studio. Pertanto, a fine febbraio, nell'auspicio che i medici acconsentiranno al suo rientro a scuola, il dirigente scolastico valuterà e determinerà le modalità organizzative attraverso le quali dare piena attuazione a quanto prescritto dal decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito, con modificazioni, nella legge 31 luglio 2017, n. 119.

Infatti, sebbene la citata legge escluda l'ipotesi di subordinare la frequentazione scolastica all'adempimento degli obblighi vaccinali così come previsto, invece per i servizi educativi per l'infanzia e per la scuola dell'infanzia essa contempla nondimeno alcuni meccanismi tesi a garantire comunque la tutela dei soggetti non vaccinabili per condizioni di salute. Uno di questi è quello contenuto nell'articolo 4 che, prevedendo la possibilità di intervenire in via organizzativa, dispone che in caso di accertato pericolo per la salute i minori che si trovano in queste condizione siano inseriti in classi nelle quali sono presenti solo minori vaccinati o immunizzati. Comunque, posso assicurare che l'ufficio territoriale è impegnato a monitorare la situazione e a supportare la scuola nella valutazione concreta della possibilità di predisporre le misure organizzative che al rientro del bambino l'attuale normativa prevede a tutela della sua condizione.

Replica

Grazie, Presidente. No, non siamo soddisfatti e vado a spiegarne le ragioni. Intanto, anche in questo caso si tratta di un'interpellanza piuttosto vecchia. Il Governo si è preso molto tempo per rispondere e in questo caso, però, non penso che ci sia mancanza di interesse per questo argomento ma credo proprio che sia una questione di imbarazzo perché, in realtà, questo Governo sul tema dei vaccini ci ha abituati a fare contemporaneamente la maggioranza e l'opposizione e mi spiego meglio. La Ministra Grillo rilascia puntualmente interviste nelle quali ci spiega che lei è assolutamente a favore dei vaccini, eppure è la stessa che nella scorsa legislatura in quest'Aula ha depositato una proposta di legge con la quale intendeva vietare i vaccini a coloro che lavorano nella pubblica amministrazione e nell'illustrazione di questa proposta di legge diceva che la ragione è che quei vaccini sono in qualche modo legati all'autismo, arrivando a sostenere proprio quelle teorie che tanto male hanno fatto alla copertura vaccinale nel nostro Paese e soprattutto a coloro che, in ragione del proprio stato di salute, non possono sottoporsi alla stessa copertura vaccinale.

Purtroppo, è di ieri la notizia che in questa sede, nella sede del Parlamento italiano, ha trovato spazio una conferenza stampa di un'associazione che si autodefinisce free vax, Corvelva, la quale ha presentato dei dati assolutamente destituiti di fondamento, come ha dimostrato il fior fiore degli scienziati, per sostenere che i vaccini sarebbero pericolosi. Quella conferenza stampa è stata possibile perché una deputata dello stesso partito della Ministra Grillo, nel caso specifico Sara Cunial, ha organizzato quella conferenza stampa e ha voluto che in Parlamento, nella Camera dei Deputati, trovassero spazio, senza alcuna voce in dissenso, notizie che sono assolutamente destituite di fondamento e che mettono a rischio la salute nel nostro Paese. Lo dico perché l'Organizzazione mondiale della sanità ci ha recentemente detto che tra le dieci minacce maggiori per la salute del pianeta c'è anche la terribile campagna no vax che, purtroppo, sta trovando sempre più spazio e anche in Paesi nei quali alcune malattie, grazie alla copertura vaccinale, erano state totalmente eradicate invece si stanno riproponendo.

Nella nostra interrogazione noi chiedevamo non soltanto notizie riguardo al caso di quel bambino, evidentemente abbastanza datato visto che il Governo ha ritenuto di risponderci soltanto oggi, ma chiedevamo notizie riguardo all'atteggiamento che il Governo vuole tenere per tutelare non un bambino ma tutti quei bambini immunodepressi ai quali ad oggi come unica risposta è stata detto che saranno inseriti in classi separate. Ritorniamo alla barbarie della classe separata perché questo Governo non è in grado di garantire il pieno diritto allo studio e il pieno diritto di scelta a quei bambini che, trovandosi in condizioni di oggettive difficoltà, devono invece vedersi garantito quel diritto dallo Stato.

Noi avevamo fatto una legge sull'obbligo vaccinale proprio per questa ragione. Voi, invece, avete un atteggiamento particolarmente contraddittorio e non volete prendere effettivamente posizione e, anche se recentemente il fondatore del MoVimento 5 Stelle ha firmato un manifesto pro-vax, solo ieri - ripeto - ospitate qui dentro, senza che il Presidente della Camera si opponga in alcun modo nonostante gli appelli arrivati da più parti, un convegno no vax.

Noi chiedevamo notizie su questo: come pensate di risolvere il problema? Come pensate di tutelare i più fragili? Come pensate di tutelare gli ultimi e di dare una mano - l'ha detto la mia collega - anche a coloro che rivestono delle responsabilità nella scuola? Per ora avete scaricato tutto sulle spalle dei dirigenti scolastici, i quali si sono dovuti assumere la responsabilità di ricevere autocertificazioni sulla base delle quali probabilmente hanno dovuto inserire dei bambini in condizioni di grande fragilità in classe, senza avere contezza di quello che era lo stato effettivo di quella classe. Vi siete assunti una responsabilità enorme. Io vi chiedo di fare in futuro delle scelte serie, magari rinunciando a qualche voto, rinunciando a un po' di consenso elettorale becero, ma di fare scelte nell'interesse del Paese, nell'interesse della salute delle nostre comunità, nell'interesse del benessere della comunità scolastica, nell'interesse di chi, con grande sacrificio, cerca di farla funzionare, senza scaricare sulle loro spalle responsabilità che, invece, sono solo ed esclusivamente vostre.

Mi auguro che nel prossimo milleproroghe non trovi spazio alcuna proroga della legge sull'obbligo vaccinale; mi auguro che non rifacciate la scena pietosa, che abbiamo dovuto vedere nei mesi scorsi, per cui veniva presentato un vostro emendamento che poi veniva rinnegato dallo stesso Governo; mi auguro, infine, che finalmente ci si ponga il problema dei vaccini in modo serio, per arrivare a quella copertura vaccinale che serve semplicemente a garantire a tutti una migliore qualità della vita e a garantire a tutti un maggiore benessere.

Rinunciate a qualche voto e cominciate ad occuparvi del bene del Paese. Non siete più all'opposizione: quella pacchia lì è finita! Occupatevi del Paese, occupatevi dei più fragili e non permettete mai più che in questa istituzione trovino spazio e voce posizioni di quel genere che fanno tanto male a tutti e, soprattutto, a chi è più fragile.