22/04/2016
Lorenzo Becattini
Cardinale, Albini, Bargero, Montroni, Vico, Taranto, Senaldi, Dallai, Rocchi,Benamati, Borghi, Bini, Garavini, Galperti, Mariani, Carnevali, Bergonzi, Casati, Miotto, Patriarca,Peluffo, Piccoli Nardelli, Zampa, D'Incecco, Anzaldi, Gelli, Nardi, Cenni, Castricone, Colaninno,Fontanelli, Marco Di Stefano
2-01339

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che: 
Poste Italiane è una società per azioni di proprietà dello Stato italiano che tramite il Ministero dell'economia e delle finanze detiene circa il 60 per cento del capitale sociale ed è posta sotto il controllo e la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico; 
Poste Italiane è tra le più grandi aziende italiane di servizi (operativa nel settore postale, finanziario, assicurativo e nella telefonia mobile), con oltre 135 mila addetti di cui circa 10 mila dipendenti in Toscana e con una relazione semestrale presentata il 31 luglio 2015 che ha segnato un utile netto di 435 milioni di euro; 
il centro di meccanizzazione postale di Sesto Fiorentino (Firenze), che occupa attualmente 650 persone, cui si aggiunge un notevole indotto occupazionale pari a 200 addetti, per un totale di circa 850 occupati, è il più importante sito industriale postale della Toscana; 
il piano industriale di Poste Italiane prevede una riduzione dei centri di meccanizzazione postale presenti in Italia, che passeranno dagli attuali 16 a 10, pertanto il centro di meccanizzazione postale di Sesto Fiorentino verrebbe declassato a semplice centro prioritario entro il 2017, con conseguente drastica riduzione del personale e rilevanti ripercussioni sociali sul territorio; 
l'amministratore delegato Francesco Caio ha annunciato importanti investimenti nel settore della logistica di Poste Italiane; 
il centro di meccanizzazione postale di Sesto Fiorentino è situato in una posizione strategica dal punto di vista logistico: è, infatti, vicino ad opere infrastrutturali importanti quali l'aeroporto, la ferrovia e l'autostrada ed a poca distanza dal porto di Livorno, tra i più rilevanti centri di smistamento commerciale ed industriale dell'intera regione Toscana; 
il centro di meccanizzazione postale è inoltre geograficamente posto all'interno dell'area industriale della Piana Fiorentina, una tra le più importanti d'Italia, ad alta densità di insediamenti infrastrutturali, industriali, commerciali e produttivi e che dà occupazione a circa 22.000 persone; 
a parere degli interpellanti vi sono quindi tutte le condizioni perché il sito di Sesto Fiorentino svolga un ruolo cardine nel piano industriale di Poste Italiane come polo logistico, in virtù delle sue caratteristiche di posizionamento geografico e della potenziale capacità di costituire uno snodo centrale nella rete infrastrutturale sopra descritta –: 
se i Ministri interpellati non ritengano doveroso ed urgente verificare i fatti sopra esposti ed assumere iniziative, per quanto di competenza, per evitare il ridimensionamento del centro di meccanizzazione postale di Sesto Fiorentino, al fine di sventare gravi danni all'occupazione e ad uno dei sistemi industriali più importanti del territorio, impegnandosi per una riconversione del sito postale che vada nella direzione di sviluppare le sue potenziali capacità logistiche. 
 

Seduta del 22 aprile 2016

Illustra e replica Lorenzo Becattini, risponde Ivan Scalfarotto (PD), Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri 

Illustrazione

Grazie Presidente. Gli interpellanti chiedono di capire il destino di una importante struttura postale della Toscana centrale. Si tratta del Centro di meccanizzazione postale di Sesto Fiorentino, una città di 50.000 abitanti, che ospita appunto questo presidio che conta 600 addetti diretti e 200 che operano nell'indotto. La richiesta origina da notizie che sono apparse, derivanti dal piano industriale, che stanno mettendo in allarme i lavoratori. Il prossimo venerdì 29 aprile vi sarà un'assemblea, promossa dalle organizzazioni sindacali e dalle Rsu, proprio per ragionare su questa problematica importante. Notizie che sembrerebbero portare a un declassamento di questa struttura, che diventerebbe non più un presidio di primo ordine, ma un centro prioritario, con conseguente possibile diminuzione dell'occupazione. 
Sappiamo che è stato presentato all'amministratore delegato un importante piano industriale che riguarda il futuro delle Poste che contiene punti molto condivisibili, rispetto anche ad un'evoluzione della nostra economia, che si volge sempre più verso un'economia digitale. È giusto che una grande azienda, la più grande azienda a rete dell'Italia con 130.000 addetti, a fronte di un mutamento dell'economia si interroghi su come migliorare i servizi per le imprese e per i cittadini, e quel piano industriale è centrato molto sulla logistica dei servizi postali, sui pagamenti e sui risparmi e le assicurazioni. I numeri sono importanti, perché parliamo di un'azienda che ha un fatturato che viaggia verso i 30 miliardi, che ha previsto recentemente 3 miliardi di investimenti, di cui un sesto appunto centrati sul problema della sicurezza, che ha fatto un utile netto considerevole nel 2015 di 550 milioni e che prevede nel piano industriale 8 mila assunzioni, di cui la metà per giovani e per laureati. Infine, cosa non trascurabile, il fatto che questa azienda ha messo al centro anche un sistema di formazione e di riqualificazione dei propri dipendenti, una cosa che apprezziamo. Non è in discussione questo, la partita invece riguarda la trasformazione di alcuni presìdi di centri di meccanizzazione postale – oggi nel nostro Paese sono 16 – che diventerebbero 10 e se le notizie, ma poi qui il sottosegretario dirà come stanno realmente le cose, fossero veritiere potrebbe esservi la perdita di questa qualifica da parte del centro di Sesto Fiorentino.  Introduco alcune brevi considerazioni, e completo la mia esposizione, di natura logistica e infrastrutturali. Nel quadro di una trasformazione anche dei servizi, si potrebbe immaginare logico pensare questo, e cioè che i centri di meccanizzazione postale abbiano ad essere situati in aree strategiche, magari vicine ad un aeroporto, vicini a un porto, a un interporto, magari collegati ad un casello autostradale, alle reti dell'alta velocità, forse con la presenza anche di un'aria produttiva molto forte. Ebbene, si dà il caso che oggi il centro di meccanizzazione postale di Sesto Fiorentino abbia tutte queste caratteristiche, perché è in presenza di un casello autostradale, nella città di Sesto Fiorentino vi è un importante impegno infrastrutturale per potenziare l'aeroporto e fare una nuova pista e quindi dar corso al sistema aeroportuale toscano in collegamento con quello di Pisa, vi è una vicinanza di un'ora al porto di Livorno, l'interporto di Prato è a 15 minuti e l'area produttiva dove è inserita Sesto, quella della Piana, è una delle aree produttive di maggior densità di imprese del nostro Paese. Quindi, i servizi anche di questa natura, collocati in quell'area territoriale avrebbero una loro ragione di esistere, del resto com’è stato fatto fino ad oggi, non immaginiamo che sia stato scelto a caso. 
Ecco tutto quello che dico, e che diciamo nell'interpellanza, può darsi sia fugato dalle parole che ora gentilmente il sottosegretario dirà, perché sarebbe un po’ strano che, se a fronte di queste caratteristiche territoriali e di questa potenzialità, la Toscana centrale perdesse un presidio così importante che, invece, sarebbe di accompagnamento, non soltanto al sistema produttivo che oggi ho rammentato, ma che potrebbe giovarsi di quelle infrastrutture che ho rammentato e che fanno di quel sistema territoriale un caso abbastanza unico.

Risposta del governo

Grazie Presidente. Dunque, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione di vigilanza da questo Ministero lo sviluppo economico all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, questo per effetto del decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201, poi convertito nella legge 22 dicembre 2011 n. 214. 
Più nello specifico, l'attuale rete di smistamento di Poste Italiane è il frutto di un'attenta progettazione che si basa su una pluralità di indicatori che sono peculiari dei sistemi logistici. L'architettura complessiva della rete, infatti, è determinata dall'interazione di diversi fattori, quali, ad esempio, il rapporto tra processi e qualità, performance e standard di prodotto, i volumi trattati, quindi l'origine e la destinazione dei flussi, e anche la dislocazione geografica delle comunicazioni e delle strutture logistiche, per i quali deve essere individuato il livello ottimale di equilibrio tra costi e benefici. In tale ottica, la progettazione dei centri operativi della rete, come viene richiamata dagli onorevoli interpellanti, è stata realizzata per garantire la migliore collocazione geografica, finalizzata alla riduzione dei tempi di percorrenza, e la distribuzione baricentrica dei volumi, al fine di ottimizzare quelli lavorati in ciascun centro. 
È evidente che la suddetta progettazione delle architetture di rete è, però, soggetta a modifiche e implementazioni, fatte in considerazione dei cambiamenti che intervengono nel tempo, riguardanti i diversi i diversi fattori che vengono e devono essere presi in considerazione. Negli ultimi anni, infatti, come abbiamo tutti potuto osservare, il notevole calo dei volumi di corrispondenza ha determinato la necessità di rimodulare la rete di smistamento, di trasporto e di recapito e, al contempo, i relativi modelli operativi, nel rispetto dei livelli di servizio che devono essere assicurati alla clientela. In particolare, come riferisce Poste Italiane, già nel recente passato è stato intrapreso un percorso di progressivo accentramento dei prodotti con tempi di lavorazione superiori a J+1, dove J+1 è il recapito entro il giorno successivo a quello di spedizione, ebbene, questi prodotti con tempi di lavorazione superiori sono stati accentrati progressivamente su alcuni centri cardine della rete postale nazionale, lasciando alle strutture periferiche lo smistamento della posta registrata e dei prodotti che invece prevedono tempi di lavorazione pari a J+1. 
Al fine di proseguire l'ottimizzazione della filiera logistica, le previsioni aziendali hanno ritenuto di dover concentrare, nel caso specifico, lo smistamento dei volumi del CMP di Firenze su altri CMP, lasciando progressivamente a Firenze il ruolo di «centro P», ovvero di centro di smistamento manuale per prodotti J+1, ossia la corrispondenza da recapitare entro il giorno successivo a quello di spedizione in determinate fasi di processo. La società ha comunque assicurato che tale riorganizzazione nei prossimi mesi sarà oggetto di una trattativa con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che hanno firmato il contratto collettivo nazionale di lavoro. 
Il Ministero dello sviluppo economico naturalmente continuerà a monitorare la vicenda, ponendo la massima attenzione alla salvaguardia dei livelli occupazionali.

Replica

Brevemente, ringrazio il sottosegretario per le note tecniche (fornite dall'azienda naturalmente) che sono state poste alla base di una decisione che mi pare vada in una direzione che non auspicavamo nell'interpellanza e cioè al fatto di un declassamento di questa struttura basata su alcuni indicatori, i volumi trattati e la dislocazione geografica. 
Naturalmente rimane aperto un tavolo di trattativa con le organizzazioni sindacali e rimane aperto un tavolo anche immagino con le istituzioni locali, perché vi è motivo di pensare, ed è auspicabile, che sia il comune di Sesto Fiorentino, attualmente commissariato, e che andrà al voto il prossimo 5 giugno, che la regione Toscana, possano intervenire su questa materia per rafforzare questo secondo punto che è stato sottolineato dal sottosegretario Scalfarotto ovvero il tema della dislocazione geografica. Infatti, a integrazione di quello che ho già detto prima, l'area di Sesto Fiorentino è un'area fortemente dotata di condizioni geografiche che, nel rispetto delle decisioni aziendali, porterebbero però a dire che lì vi sono tutte le condizioni per poter lavorare bene, anche in un quadro nuovo che l'azienda sta cercando di determinare per migliorare le sue performance. Quindi, prendiamo atto di questa risposta, soprattutto con l'auspicio che i processi che dovranno intervenire d'ora in avanti siano governati in un rapporto corretto con le istituzioni locali e anche con le organizzazioni sindacali, in modo da poter salvaguardare la base occupazionale e vedere se nel confronto vi saranno la possibilità di portare in maniera ancora più specifica quegli argomenti che abbiamo cercato di sottolineare con l'interpellanza, affinché si possa riconsiderare l'importanza di questo sito produttivo nella Toscana centrale.