09/06/2015
Enza Bruno Bossio
Covello, Magorno, Leva, Lodolini, Fragomeli, Lattuca, Oliverio, Sani, Aiello, Cardinale, Censore,Realacci, Losacco, Garavini, Miotto, Fregolent, Bersani, Sgambato, Vazio, Fiorio, Tino Iannuzzi, Palma, Mura, Morassut, Miccoli,Carloni, Martelli, Ginoble, Portas, Lacquaniti, Zampa, Carlo Galli, Gianni Farina, Stumpo, Pes
2-01003

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che: 
la città di Cosenza dispone di un centro storico di alto valore culturale, monumentale ed architettonico, le cui origini risalgono al IV secolo a.C.; 
il disegno urbano e il pregio dei valori fanno del centro storico bruzio un bene unico nel panorama italiano ed un significativo esempio della cultura urbana europea; 
interi comparti del suo sistema urbano sono fortemente minacciati da uno stato di abbandono e di degrado che espone a grave rischi la integrità fisico-territoriale e la tenuta della sicurezza sociale; 
si susseguono, infatti, sempre più numerosi e frequenti crolli conseguenti a cedimenti strutturali di edifici e del sistema viario ed infrastrutturale urbano; 
risulta ancora più accentuato il rischio sismico anche per le caratteristiche di una struttura urbana a forte concentrazione attraversata da un dedalo di vicoli, scalinate, viuzze e piazzette che conducono ad una miriade di case, chiese e palazzi secolari; 
la morfologia e la orografia delle colline lungo le quali si snoda l'insediamento del centro storico è contrassegnata da molteplici episodi che fanno elevare il rischio idrogeologico con pericoli sempre più incombenti; 
il crollo verificatosi nei giorni scorsi, in via Bernardino Bombini, ha interessato una vasta porzione di un edificio posto in una area di impianto medioevale di rilevante interesse storico; 
è da ritenersi miracoloso il fatto che nel crollo non si sia registrata nessuna vittima considerata l'immediata adiacenza e contiguità di fabbricati abitati; 
l'edificio crollato è stato più volte oggetto di ordinanze che disponevano interventi urgenti di messa in sicurezza; 
in analogia con questo caso sono centinaia le ordinanze di sgombero e di demolizione che non vengono eseguite; 
un così alto numero di ordinanze rappresenta di per sé la testimonianza e la prova della dimensione del fenomeno e del relativo rischio che minaccia il patrimonio edilizio e la incolumità pubblica; 
è crescente il numero dei palazzi anche di pregio storico che, in seguito all'assenza di interventi di cura e manutenzione, presentano crepe e cedimenti strutturali che possono generare crolli improvvisi; 
è ampiamente documentata in sede tecnico-istituzionale la diffusione del pericolo in conseguenza del livello elevato del rischio idrogeologico e sismico; 
i pericoli incombenti interessano aree ad intensa presenza abitativa ma anche di rilevante valenza storico-culturale; 
il degrado, l'incuria e l'abbandono duraturo e strutturale hanno generato anche la presenza di elevati livelli di rischio ambientale e sanitario –: 
quali iniziative il Governo intenda assumere per prevenire eventuali danni a seguito di possibili eventi disastrosi che potrebbero colpire le popolazioni e cancellare i segni e le testimonianze che tracciano la identità storica dei luoghi e della comunità; 
se il Governo ritenga che sussistano i termini per deliberare la dichiarazione dello stato di emergenza, atteso che per fronteggiare la situazione emergenziale in atto, per i caratteri d'urgenza, non è sufficiente l'espletamento di procedure ordinarie, bensì si richiedono provvedimenti extra ordinem, al fine di attivare poteri straordinari in deroga alla, normativa vigente ed affidare, così, alla responsabilità del dipartimento della protezione civile la tempestiva esecuzione di preventivi sgomberi, demolizioni e ogni attività di messa in sicurezza; 
se il Governo ritenga di prevedere specifici interventi attraverso la rimodulazione dell'Accordo di programma siglato il 25 novembre 2010 e/o anche nella futura programmazione finalizzata alla mitigazione del rischio idrogeologico; 
se il Governo ritenga, altresì, che nell'ambito dei programmi di utilizzo dei Fondi europei, di intesa con la regione Calabria, di promuovere investimenti per l'attuazione di progetti finalizzati alla rigenerazione urbana, all'accrescimento dei livelli di inclusione e coesione sociale, alla ricostruzione della identità e della memoria storica, alla riqualificazione ed alla valorizzazione del patrimonio edilizio, architettonico, artistico, religioso e ambientale.

Seduta del 19 giugno 2015

Illustrazione di Vincenza Bruno Bossio, risposta del governo di Antonello Giacomelli, replica di Stefania Covello

Illustrazione

Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, la richiesta, questa interpellanza che abbiamo presentato nei giorni scorsi e ringrazio il Governo per la sollecita risposta, adesso ascolteremo le parole, nasce da un evento che può sembrare, fra virgolette, «ordinario» in altre situazioni, che è il crollo di una palazzina all'interno del centro storico di Cosenza. Vorrei qui sottolineare perché questo crollo è così drammatico, anche se per fortuna non ha prodotto vittime, almeno per adesso. La città di Cosenza dispone di un centro storico di alto valore culturale, monumentale, architettonico, le origini risalgono al IV secolo a.C., ma questa città così bella, che è stata finora preservata dalle invasioni barbariche delle cattive ristrutturazioni, oggi rischia di crollare come Pompei. Credo che ognuno ami la propria città ma credo che Cosenza rappresenti oggettivamente un valore storico e culturale che non può non essere un interesse nazionale. La città di Telesio e Campanella, del Duomo e del Castello Svevo, del Duomo realizzato dai cistercensi, con Gioacchino Da Fiore. Oggi il degrado sostanzialmente della città e il fatto che Cosenza sia fra le aree con la maggiore pericolosità sismica rischia un effetto domino. La morfologia e l'orografia delle colline lungo cui si snoda l'insediamento del centro storico è contrassegnata da molteplici episodi che fanno elevare il rischio sismico abbinandolo a un rischio idrogeologico. La palazzina stessa è crollata all'interno di un'area di impianto medievale di rilevante interesse storico ma soprattutto ci sono queste viuzze, questi palazzi, che sono l'uno attaccato all'altro. Non c’è stata finora un'adeguata attenzione a questi rischi, nonostante siano state fatte diverse ordinanze di sgombero, spesso disattese, e proprio per questo è notizia di ieri di un'iniziativa della procura. Però la mancanza di interventi di cura e manutenzione può generare ulteriori crolli improvvisi. 
Proprio per questo, abbiamo chiesto al Governo se è possibile sostanzialmente dichiarare lo stato d'emergenza, considerata anche la disponibilità della regione in tal senso, non solo – ripeto – perché ci sono questi rischi e quindi è importante prevenirli rispetto a situazioni successive, ma proprio per il valore storico e culturale della città. Ci sono poi delle iniziative che possono essere fatte all'interno di quello che è l'accordo di programma legato al rischio idrogeologico; ci sono varie iniziative anche legate alla riqualificazione ambientale dei centri storici collegata anche all'inclusione sociale; ebbene io chiedo, chiederei e chiederemmo noi tutti che abbiamo sottoscritto questa interpellanza che il Governo facesse di Cosenza un simbolo culturale importante quanto altri del nostro Paese. 

Risposta del Governo

Signor Presidente, lo farò cercando, naturalmente dopo la chiosa con cui lei ha salutato l'ultima risposta, di unire la sintesi, che capisco sta a cuore, con quello che sta a cuore al Governo, cioè la risposta esaustiva alle questioni poste. 
L'onorevole Bruno Bossio fa riferimento nel suo atto al crollo di una vasta porzione di un edificio, verificatosi il 29 maggio, in via Bernardino Bombini nel centro storico di Cosenza. 
In particolare, l'edificio interessato dal crollo è posto – come viene sottolineato – in un'area di interesse rilevante dal punto di vista storico e il pericolo che ulteriori crolli possano interessare altri fabbricati, inseriti in un contesto territoriale ad alta presenza abitativa e rischio idrogeologico e sismico fa sì che vi sia l'interesse ad esaminare l'atto in questione. 
Naturalmente è un dato di fatto che si conferma che la città di Cosenza si colloca in una delle aree a maggiore pericolosità sismica d'Italia. 
Per quanto riguarda però il primo punto avanzato dall'interpellante, cioè se il Governo ritenga che sussistano i termini per la dichiarazione dello stato di emergenza, per quanto a conoscenza del Governo ad oggi la regione Calabria, relativamente alla situazione evidenziata, non ha avanzato alcuna istanza di dichiarazione dello stato di emergenza, e l'istanza della regione naturalmente è atto decisivo per l'avvio del conseguente iter istruttorio e non può essere, per quanto importante, sostituito da un atto ispettivo Si aggiunge, altresì, che, per quanto a conoscenza del Governo, né la regione, né il comune di Cosenza hanno trasmesso alcuna segnalazione relativamente alla situazione a cui l'onorevole Bruno Bossio fa riferimento. 
Qualora naturalmente la regione Calabria dovesse mutare avviso e chiedere che venga deliberato lo stato di emergenza, il Dipartimento avvierà tutte le attività di verifica disciplinate dalla direttiva per questo atto. 
Relativamente al secondo punto, se il Governo ritenga di prevedere specifici interventi anche attraverso la rimodulazione dell'Accordo di programma, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Calabria hanno stipulato, il 25 novembre 2010, un Accordo di programma finalizzato alla «programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico» da effettuare nel territorio della Calabria nell'ambito del Piano straordinario previsto dal comma 240 dell'articolo 2 della legge n. 191 del 2009. 
Gli interventi, da realizzare nell'ambito del suddetto Accordo di programma rientrano nella proposta di programmazione regionale per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico che tiene conto delle numerose richieste pervenute agli uffici della regione Calabria, oltre che di quelle trasmesse dagli enti interessati direttamente al Ministero. 
L'Accordo prevede la realizzazione di 185 interventi per un importo complessivo pari a 220 milioni di euro. Con la legge n. 116 dell'agosto 2014 i presidenti delle regioni sono subentrati ai commissari straordinari. 
Avuto riguardo alla rimodulazione dell'accordo, va precisato che l'articolo 1, comma 111, della legge n. 147 del 2013, la finanziaria 2014, prevede l'avvio delle procedure di revoca delle risorse e la loro contestuale rifinalizzazione per gli interventi che, inseriti negli accordi di programma, non hanno raggiunto, al 30 giugno 2015, la pubblicazione del bando di gara. L'accertamento dello stato di attuazione degli interventi suddetti sarà desunto dai dati inseriti dalle stesse regioni nel sistema di monitoraggio. Una recente ricognizione ha evidenziato, per la sola provincia di Cosenza, oltre quaranta interventi che non hanno raggiunto la fase richiesta, risultando in fase di progettazione o, addirittura, non avviati. 
Con riferimento alla nuova programmazione, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare comunica che è in corso di redazione il Piano nazionale contro il dissesto, per la cui attuazione è previsto l'utilizzo dei fondi FSC. In relazione al piano citato, la regione Calabria ha avanzato richiesta per 542 interventi, localizzati sull'intero territorio regionale, per un importo di un miliardo e 400 milioni di euro, di cui circa 900 milioni statali. Gli interventi proposti intervengono su aree colpite da fenomeni franosi, alluvionali e di erosione. È in corso di predisposizione, inoltre, un piano stralcio per le aree metropolitane urbane. La regione Calabria, al riguardo, ha presentato una richiesta di finanziamento per sette interventi disponibili di progettazione definitiva, per un intervento statale pari a circa 10 milioni di euro. Gli interventi proposti, qualora le risorse per la loro realizzazione si rendessero disponibili, seguiranno la procedura di selezione delineata dal DPCM proposto dal Ministero competente, concernente l'individuazione delle modalità. 
Relativamente al terzo punto, in relazione ai possibili investimenti connessi all'utilizzo dei Fondi strutturali europei, non risulta percorribile l'attivazione di nuovi e ulteriori interventi nell'ambito della corrente programmazione 2007-2013, in quanto, come è noto, il periodo di eleggibilità della spesa di tale programmazione ha termine ultimo il 31 dicembre 2015, termine non compatibile con l'attivazione di eventuali ulteriori interventi di rigenerazione urbana, che, come è noto, sono subordinati ad una fase di progettazione, di approvazione e di appalto delle opere e, quindi, di effettiva realizzazione. 
Ciò premesso, il programma operativo FESR Calabria 2007-2013 ha già approvato, nell'ambito della propria priorità di sviluppo urbano e territoriale sostenibile, una serie di progetti integrati di sviluppo urbano e svariati progetti integrati di sviluppo locale, finalizzati ai seguenti obiettivi: rigenerazione urbana; accrescimento dei livelli di inclusione e coesione sociale; ricostruzione della identità e della memoria storica; valorizzazione delle minoranze linguistiche; qualità della vita; mobilità intercomunale; sistemi produttivi locali; sistemi turistici locali e borghi di eccellenza. 
Eventuali iniziative puntuali nel centro storico di Cosenza potranno essere promosse e attivate nella programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali solo a seguito dell'approvazione, da parte della Commissione europea, del programma operativo della regione Calabria 2014-2020, sul quale è ancora in corso il negoziato con i servizi della Commissione. 
Con riferimento, invece, alle risorse nazionali del Fondo sviluppo e coesione, nell'ambito della programmazione 2000-2006, la regione ha destinato 129 milioni di euro, di cui 121 dal Fondo sviluppo e coesione, per interventi di emergenze e di risanamento. In particolare, gli interventi che ricadono nel comune di Cosenza, relativi al dissesto idrogeologico, ammontano a 21 milioni di euro, di cui 12 dal Fondo sviluppo e coesione, per circa 28 interventi. 
Rispetto alla programmazione del FSC 2007-2013 la regione ha stanziato 98 milioni di euro per la realizzazione di 170 interventi per le emergenze dei centri urbani e 41 milioni di euro per interventi di difesa del suolo ed erosione delle coste. L'accordo di programma, sottoscritto ai sensi dell'articolo 2, comma 240, della legge n. 191 del 2009, tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Calabria, comprende un piano straordinario di interventi, da finanziare con risorse statali e regionali, per 183 interventi in tema di difesa suolo e per un valore complessivo di 220 milioni di euro. 
È stato cofinanziato con risorse FSC, cioè dei fondi nazionali, per circa 200 milioni di euro, ai sensi della delibera del CIPE n. 8 del 2012. Nell'ambito di questo accordo, sono previsti nella provincia di Cosenza 78 interventi, per un valore di oltre 86 milioni di euro. 
In tema di riprogrammazione delle risorse FSC, la regione ha di recente presentato un piano di proposte del valore di 400 milioni di euro, che il Dipartimento per le politiche di coesione ha trasmesso al CIPE per l'istruttoria di competenza. In questa proposta sono previsti nuovi interventi per 75 milioni di euro per la tutela dell'ambiente e 40 milioni di euro per le emergenze urbane.

Replica

 Grazie, signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, ringrazio, intanto, il Governo per i dettagli e l'amorevolezza con cui ha parlato, con alta sensibilità – devo dire – di un problema che a noi, e quindi prendiamo atto anche al Governo, sta molto a cuore. La collega Bruno Bossio ha detto benissimo prima, quando ha parlato della storia e delle tradizioni che, naturalmente, sono significative per una città del sud, per una città ricca di tradizione culturale come è la città di Cosenza. 
Naturalmente, noi deputati ci faremo promotori e, nel sollecitare sia il comune che la regione – ma sappiamo bene che entrambe le istituzioni stanno facendo richiesta – e sappiamo bene che, insieme, con una filiera istituzionale, si troverà una soluzione. Per cui, prendiamo atto della risposta del Governo e cerchiamo, quindi, di cogliere tutti gli aspetti positivi che in essa sono contenuti, però non possiamo non evidenziare la necessità di accelerare tempi e progetti. 
Quando una parte della città cade a pezzi per degrado e incuria, quando, solo per puro miracolo, non si piangono vittime, perché il fatto è avvenuto in piena notte, allora è segno che bisogna fare presto e che non si gioca alla roulette russa con questi problemi. 
Sappiamo bene che la procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta, e anche di questo siamo contenti, ma sappiamo bene che non è la via giudiziaria la soluzione di questo problema; è la politica che, con le responsabilità di governo ai vari livelli, deve individuare le risposte. Sappiamo anche bene che tutti gli organismi preposti, a partire dalla prefettura, hanno segnalato la necessità immediata di intervenire per evitare ulteriori problemi. 
Il sottosegretario ha parlato per la provincia di Cosenza, e per Cosenza in particolare, di area ad alta pericolosità sismica. E, quindi, proprio perché la fragilità degli edifici del centro storico ha radici lontane, essa si associa ad una fragilità sociale, economico-sociale, che mina una delle realtà urbanistiche, quella di Cosenza, più belle di questo Paese. Conosciamo, quindi, oltre alla sensibilità sismica di questo territorio, il rischio idrogeologico che lo caratterizza. 
Ecco perché non possiamo limitarci a leggere le notizie che ci segnalano crolli e a sperare nella provvidenza, affinché si possano evitare sciagure. No, occorre mettere in piedi una nuova visione per il centro storico di Cosenza per essere, in qualche modo, pionieri, non solo noi deputati, ma insieme a tutti i cittadini della città di Cosenza, di interventi che possano poi estendersi anche ad altre realtà. 
Se ci si prendesse la briga di andare a sfogliare le cronache delle città del sud, purtroppo constateremmo che l'abbandono dei centri storici è un dato comune e che i crolli e le situazioni emergenziali legate a problemi di abbandono e degrado, purtroppo, appartengono a quasi tutte queste comunità. E, spesso, i proprietari sono andati via, risiedono fuori, addirittura vi sono eredi che poi sono anche deceduti. 
Ecco perché la programmazione finanziaria dell'Unione europea per il periodo 2014-2020, a cui lei, signor sottosegretario, faceva prima riferimento, offre nuove e importanti opportunità per lo sviluppo urbano, e noi, sicuramente, auspichiamo che il sindaco di Cosenza possa naturalmente programmare tutto ciò, unitamente alla regione. Creazione di lavoro, sfruttamento sostenibile delle risorse energetiche, mobilità sostenibile e riqualificazione urbana sono alcuni degli obiettivi strategici più importanti individuati per la prossima programmazione. Per evitare di perdere questa occasione, bisognerà rafforzare il dialogo tra le amministrazioni pubbliche, ma anche, e soprattutto, incentivare gli investimenti. Esiste uno strumento, come quello denominato Jessica, che parte da un'iniziativa della Commissione europea sviluppata in collaborazione con alcune istituzioni finanziarie internazionali, tra cui la Banca europea per gli investimenti, che può essere approfondito rispetto ad un caso come questo in esame. 
L'obiettivo di Jessica è promuovere investimenti sostenibili nelle aree urbane europee e portare crescita e occupazione. Non si tratta di una fonte ulteriore di finanziamenti per gli Stati membri, ma piuttosto uno strumento di utilizzo delle sovvenzioni a titolo dei Fondi strutturali vigenti, per il sostegno ai progetti di sviluppo urbano, che si sviluppa su tre livelli: Unione europea, nazionale-regionale e nazionale-locale. È solo un esempio: di strumenti e di opportunità, proprio in riferimento al tema del recupero del patrimonio urbanistico e dei centri storici ed edilizi, ve ne sono tanti, esperienze come i progetti Urban o come le zone ZFU che, purtroppo, non hanno trovato ancora il riscontro operativo necessario. Dico «ancora» perché sappiamo bene che, invece, il Governo sta lavorando fortemente su questo tema. Confidiamo anche, naturalmente, in quello che è lo strumento del CIPE. 
Il tema del recupero edilizio ha anche risvolti di natura economica soprattutto in contesti come quello cosentino, in cui nel settore edilizio dal 2008 abbiamo registrato la perdita di oltre il 40 per cento della forza lavoro, con un ricorso agli ammortizzatori sociali senza precedenti storici. 
Individuare, quindi, un percorso di recupero dei centri storici avrebbe anche un fattore, non solo di conservazione dei beni archeologici e di tutto quello che è il patrimonio, non solo di salvaguardia e messa in sicurezza nell'ambito del dissesto idrogeologico, della messa in sicurezza di questo patrimonio immobiliare, ma anche di rilancio di un settore strategico quale quello edilizio. 
Siamo certi che il Governo – io ne sono convinta insieme alla collega e a tutti i parlamentari del PD calabrese – saprà fare la sua parte, saprà attivare le sinergie istituzionali necessarie per recuperare un patrimonio culturale straordinario. C’è attesa nella comunità cosentina. Sicuramente, sappiamo bene che faranno la loro parte anche il comune di Cosenza e la regione Calabria.