06/05/2014
Bruno Censore
Causin, Burtone, Bruno, Battaglia, Chaouki, Garavini, Costantino, Miotto, Carra, Piepoli, Parrini, Valeria Valente, Famiglietti, Lauricella, Pagani, Antezza, Pelillo, Mura, Stumpo, Oliverio, Ragosta, Castricone, Borghese, Bueno, Pollastrini, Lorenzo Guerini, Roberta Agostini, Folino, Fabbri, Aiello, Marchi, Franco Bordo, Magorno, Bargero, Capodicasa, D'Attorre, Palma, Argentin
2-00530

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   con la presente interpellanza si vuole evidenziare una situazione alquanto allarmante sul piano economico ed occupazionale con risvolti drammatici sulla coesione sociale e sulla civile convivenza che, in un purtroppo noto quadro di crisi nazionale, assume contorni particolari in un contesto territoriale come quello Vibonese che, se non adeguatamente supportato dalle istituzioni democratiche, rischierebbe, tra l'altro, di soffocare quei segnali incoraggianti di impegno civile e di voglia di legalità che, comunque, si notano;
   la situazione che si rileva sul mercato del lavoro in provincia di Vibo Valentia, dai dati pubblicati dal centro per l'impiego provinciale, evidenzia il forte ritardo in cui versa rispetto alle aree più sviluppate e dinamiche del Paese e l'enorme distanza rispetto agli obiettivi occupazionali fissati in sede europea. Infatti, dai dati sui movimenti occupazionali provinciali, si può ipotizzare un altro anno «nero» per il lavoro. Il tasso di disoccupazione sale vertiginosamente e, relativamente ai giovani fino a 25 anni, supera abbondantemente il 55 per cento. Inoltre, il settore viene colpito dalla crisi e sempre maggiore è il numero di imprese che sono costrette a chiudere e, conseguentemente, cresce il numero di lavoratori che vengono posti in cassa integrazione guadagni e in mobilità o licenziati;
   la fase congiunturale negativa ha interessato anche i servizi, settore principale dell'economia locale e, generalmente, meno sensibile alle fluttuazioni cicliche, per effetto del generale calo dei consumi. A ciò si aggiunge, purtroppo, un altro fattore molto negativo che è quello della criminalità organizzata che, in base alla relazione semestrale presentata dal Ministro dell'interno al Parlamento, sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla direzione investigativa antimafia, nella provincia di Vibo Valentia «il condizionamento mafioso raggiunge livelli di maggiore pervasività» anche rispetto ad altre aree della stessa regione;
   a questa pervasività non è immune neanche la pubblica amministrazione tanto è che in diversi comuni le amministrazioni sono state sciolte per infiltrazioni mafiose. Di fronte a questo quadro drammatico e doveroso intervenire con forza e determinazione per far sentire la vicinanza dello Stato che deve porre in essere tutte le iniziative possibili per lenire questo «grido di dolore» dei tanti cittadini che, anche in numerose pubbliche manifestazioni, anelano il rispetto delle regole per una civile convivenza. Ciò posto, corre l'obbligo di significare che, sul piano normativo, in data 7 aprile 2014, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica la legge n. 56 recante «disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni»;
   l'articolo 1, comma 92, della medesima legge garantisce i rapporti di lavoro a tempo indeterminato in essere presso le amministrazioni provinciali, nelle more di provvedimenti governativi e regionali che dovranno essere adottati ai sensi dell'articolo 1, commi 89 e seguenti, per la definizione dei criteri generali per l'individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse all'esercizio delle funzioni che devono essere trasferite dalle province agli enti subentranti. In questo contesto di forte cambiamento istituzionale, preme evidenziare che, nel panorama degli enti provinciali c’è un caso particolare, forse unico a livello nazionale, che riguarda la provincia di Vibo Valentia che, con deliberazione commissariale 68 del 30 ottobre 2013, ha dichiarato il dissesto finanziario;
   purtroppo, la manovra di bilancio messa in atto dall'amministrazione, incentrata sul corretto e completo accertamento delle entrate e la drastica riduzione delle spese correnti, mediante l'eliminazione di spese discrezionali e la compressione anche di quelle obbligatorie, non risulta assolutamente sufficiente a portare in equilibrio i conti dell'ente. L'incidenza delle entrate proprie risulta essere poco rilevante in un bilancio, come quello provinciale che, come è noto, risulta storicamente dipendente da contributi statali e regionali. La pesante riduzione che negli ultimi anni si è registrata nei trasferimenti ha causato gravi squilibri strutturali, in considerazione di una elevata incidenza della spesa non comprimibile, per mutui e personale, che rappresenta quasi l'80 per cento della spesa corrente;
   la provincia di Vibo Valentia, in ossequio al disposto dell'articolo 259 del TUEL, viste le condizioni di dissesto finanziario, deve predisporre un'ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, rispettando l'obbligo del riequilibrio già nell'anno in corso, da presentare entro tre mesi dalla nomina della commissione straordinaria di liquidazione, avvenuta con decreto del Presidente della Repubblica del 10 febbraio 2014 e quindi entro il prossimo 10 maggio 2014;
   il decreto-legge n. 16 del 2014, modificando il comma 1-ter dell'articolo 259 del TUEL, ha escluso le province (limitando la previsione ai soli comuni sopra i 20.000 abitanti) dalla possibilità di raggiungere a determinate condizioni l'equilibrio di bilancio entro tre anni, compreso quello in cui e stato dichiarato il dissesto;
   per le ragioni sopraindicate è evidente l'impossibilità per l'ente di predisporre un bilancio riequilibrato già dall'anno in corso;
   un'ulteriore dichiarazione di eccedenza di personale, in aggiunta a quella approvata con deliberazione commissariale n. 301 del 30 dicembre 2014, con la quale viene assicurato il rapporto dipendenti/popolazione di cui all'articolo 263, comma 2, del TUEL, oltre alle prevedibili e drammatiche ripercussioni che comporterebbe in un contesto sociale notoriamente problematico, non è neppure idonea a determinare risparmi immediati sul bilancio, a causa dei tempi previsti per l'approvazione ministeriale e per l'espletamento delle procedure stabilite in caso di eccedenze di personale dall'articolo 33 del decreto legislativo n. 165 del 2001;
   va messa in dubbio anche la coerenza di una dichiarazione di ulteriore soprannumero di personale con il nuovo quadro normativo determinato dall'entrata in vigore della legge n. 56. Infatti, una misura di questo tipo sembra essere in assoluto contrasto con le indicazioni della stessa legge e con le linee del Governo che mirano a salvaguardare i livelli occupazionali. E potrebbe interferire indebitamente con le decisioni che il Governo e la regione devono assumere nei prossimi mesi in merito al riordino delle funzioni diverse da quelle fondamentali (articolo 1, comma 85) che riguardano, ai sensi dell'articolo 1, comma 92, anche i criteri per l'individuazione delle risorse umane connesse all'esercizio delle funzioni che devono essere trasferite dalle province agli enti subentranti;
   per questi motivi, è di palmare evidenza che per la realtà provinciale di Vibo Valentia, occorre intervenire mediante specifiche fonti di finanziamento a carattere straordinario (come già fatto, nel recente passato, per il comune di Reggio Calabria) o con la modifica dei criteri di riparto del fondo nazionale di riequilibrio, per sostenere le iniziative già poste in essere dall'amministrazione, perché, in effetti, si può parlare, viste le condizioni date, di un vero «caso Vibo» –:
   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo per fronteggiare la grave situazione della provincia di Vibo Valentia.

Seduta dell'8 maggio 2014

Illustra e replica Bruno Censore, risponde il Sottosegretario di Stato per l'Interno, Gianpiero Bocci

Illustrazione

Bruno Censore: Signor Presidente, buongiorno a lei e a tutti i colleghi e ai rappresentanti del Governo. 
  Signor Presidente, la questione odierna chiama in causa il principio di solidarietà ed è proprio per l'esigenza di preservare la centralità di tale principio intrinseco del nostro sistema costituzionale che richiedo l'attenzione di tutti gli onorevoli colleghi e del rappresentante del Governo. 
  Mi sia permesso di evidenziare quindi una situazione alquanto allarmante sul piano economico ed occupazionale, con risvolti drammatici sulla coesione sociale e sulla convivenza civile, che in un quadro di crisi nazionale assume contorni particolari in un contesto difficile come quello della provincia di Vibo Valentia che, se non adeguatamente supportato dalle istituzioni democratiche, rischierebbe, tra l'altro, di soffocare quei segnali incoraggianti di impegno civile e di voglia di legalità che, comunque, si notano. 
  Si pensi, tra l'altro, che la situazione che si rileva sul mercato del lavoro nel vibonese, dai dati pubblicati dal centro per l'impiego provinciale, evidenzia il forte ritardo in cui versa rispetto alle aree più sviluppate e dinamiche del Paese e l'enorme distanza rispetto agli obiettivi occupazionali fissati in sede europea. Infatti, dai dati sui movimenti occupazionali provinciali, si può ipotizzare un altro anno «nero» per il lavoro. Il tasso di disoccupazione sale vertiginosamente e, relativamente ai giovani fino a 25 anni, supera abbondantemente il 55 per cento. Inoltre, sempre maggiore è il numero di imprese che sono costrette a chiudere e, conseguentemente, cresce il numero di lavoratori che vengono posti in cassa integrazione, in mobilità o licenziati. 
  La fase congiunturale negativa ha interessato anche i servizi, settore principale dell'economia locale e, generalmente, meno sensibile alle fluttuazioni cicliche, che per effetto del generale calo dei consumi non si riscontravano precedentemente. A ciò si aggiunge, purtroppo, un altro fattore molto negativo, che è quello della criminalità organizzata che, in base alla relazione semestrale presentata dal Ministro dell'Interno al Parlamento, sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla DIA nella provincia di Vibo «il condizionamento mafioso raggiunge livelli di maggiore pervasività» anche rispetto ad altre aree della stessa regione. 
  A questa pervasività non è immune neanche la pubblica amministrazione, tanto è che in diversi comuni le amministrazioni sono state sciolte per infiltrazioni mafiose. Di fronte a questo quadro drammatico, è doveroso intervenire con forza e determinazione per far sentire la vicinanza dello Stato che deve porre in essere tutte le iniziative possibili per lenire questo «grido di dolore» dei tanti cittadini che, anche in numerose pubbliche manifestazioni, aspirano al rispetto delle regole per una civile convivenza. 
  Fatta questa premessa, corre l'obbligo di ricordare che, sul piano normativo, lo scorso 7 aprile, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge n. 56, recante «Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni». 
  L'articolo 1, comma 92, della legge garantisce i rapporti di lavoro a tempo indeterminato in essere presso le amministrazioni provinciali, nelle more di provvedimenti governativi e regionali che dovranno essere adottati ai sensi dell'articolo 1, commi 89 e successivi, per la definizione dei criteri generali per l'individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse all'esercizio delle funzioni che devono essere trasferite dalle province agli enti subentranti. Quindi, io ritengo che questo articolo sia un articolo molto importante rispetto al problema che io oggi pongo, quello della salvaguardia dei livelli occupazionali.

In questo contesto di forte cambiamento istituzionale, mi preme evidenziare che, nel panorama degli enti provinciali c’è un caso particolare, forse unico a livello nazionale, che riguarda la provincia di Vibo Valentia che, con deliberazione commissariale n. 68 del 30 ottobre 2013, ha dichiarato il dissesto finanziario. 
  La manovra di bilancio messa in atto dall'amministrazione, incentrata sull'accertamento delle entrate e la drastica riduzione delle spese correnti non risulta assolutamente sufficiente a portare in equilibrio i conti dell'ente. L'incidenza delle entrate proprie risulta essere poco rilevante in un bilancio come quello provinciale, che risulta dipendente da contributi statali e regionali. La pesante riduzione che negli ultimi anni si è registrata nei trasferimenti ha causato gravi squilibri strutturali, in considerazione di un'elevata incidenza della spesa non comprimibile, per mutui e personale, che rappresenta quasi l'80 per cento della spesa corrente. 
  La provincia di Vibo Valentia, in ossequio al disposto dell'articolo 259 del Testo unico sugli enti locali, viste le condizioni di dissesto finanziario, deve predisporre un'ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, rispettando l'obbligo del riequilibrio già nell'anno in corso, da presentare entro tre mesi dalla nomina della commissione straordinaria di liquidazione, avvenuta con decreto del Presidente della Repubblica del 10 febbraio 2014 e, quindi, entro il prossimo 10 maggio 2014. 
  Il decreto-legge n. 16 del 2014, modificando il comma 1-ter dell'articolo 259 del Testo unico sugli enti locali, ha escluso le province (limitando la previsione ai soli comuni sopra i 20 mila abitanti) dalla possibilità di raggiungere a determinate condizioni l'equilibrio di bilancio entro tre anni, compreso quello in cui è stato dichiarato il dissesto. 
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, per le ragioni sopraindicate è evidente l'impossibilità per l'ente di predisporre un bilancio riequilibrato già dall'anno in corso. Ragion per cui ci sono reali motivi per temere che possano essere intaccati i livelli occupazionali, cosa che deve essere assolutamente scongiurata e rispetto alla quale noi porremo in essere tutte le iniziative necessarie per scongiurare tale ipotesi.

Peraltro, un'ulteriore dichiarazione di eccedenza di personale, in aggiunta a quella già approvata – perché una c’è stata – con deliberazione commissariale n. 301 del 30 dicembre 2014, oltre alle prevedibili e drammatiche ripercussioni che comporterebbe in un contesto sociale notoriamente problematico, non è neppure idonea a determinare risparmi immediati sul bilancio, a causa dei tempi previsti per l'approvazione ministeriale e per l'espletamento delle procedure stabilite in caso di eccedenze di personale dall'articolo 33 del decreto legislativo n. 165 del 2001. 
  Peraltro, va messa in dubbio anche la coerenza di una dichiarazione di un ulteriore soprannumero di personale con il nuovo quadro normativo determinato dall'entrata in vigore della legge n. 56 del 2014. Infatti, una misura di questo tipo sembra essere in assoluto contrasto con le indicazioni della stessa legge e con le linee del Governo, che mirano a salvaguardare i livelli occupazionali.

E potrebbe interferire indebitamente con le decisioni che il Governo e la regione devono assumere nei prossimi mesi in merito al riordino delle funzioni diverse da quelle fondamentali (articolo 1, comma 85), che riguardano, ai sensi dell'articolo 1, comma 92, anche i criteri per l'individuazione delle risorse umane connesse all'esercizio delle funzioni che devono essere trasferite dalle province agli enti subentranti. 
  Per questi e altri motivi, legati alla grave incertezza occupazionale determinata dallo spettro della messa in mobilità del personale e all'insostenibile disagio per i lavoratori, che da tempo, ormai, sono stato di agitazione, è di lampante evidenza che, per la realtà provinciale di Vibo Valentia, occorre intervenire subito mediante la costituzione di un tavolo interministeriale che esamini e trovi una soluzione ad un problema unico in Italia – ripeto, unico in Italia – e, soprattutto, attraverso specifiche fonti di finanziamento a carattere straordinario (come già fatto, nel recente passato, per il comune di Reggio Calabria e per altri enti) o con la modifica dei criteri di riparto del Fondo nazionale di riequilibrio. 
  Ecco perché, signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, chiedo con forza quali provvedimenti intenda adottare il Governo per fronteggiare la grave crisi della mia provincia, la provincia di Vibo Valentia, dove si rischia di acuire le difficoltà di una terra ultima in tutti gli indicatori economici e sociali e che potrebbe tradursi in un numero sempre maggiore di famiglie che si troverebbero in condizioni di vita insostenibili.

Risposta del Governo

Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, con l'interpellanza all'ordine del giorno l'onorevole Censore, unitamente ad altri deputati, pone all'attenzione del Governo la particolare situazione della provincia di Vibo Valentia, che il 30 ottobre dello scorso anno ha dichiarato, come lo stesso interpellante ha ricordato, il dissesto finanziario. L'onorevole chiede, pertanto, quali iniziative il Governo intende adottare per sostenere le iniziative già poste in essere dall'amministrazione, che, tuttavia, sembrerebbero insufficienti a causa della difficile situazione economica che il Paese sta attraversando. 
  Voglio premettere che, in seguito alla dichiarazione di dissesto della provincia di Vibo Valentia, il commissario straordinario è tenuto a presentare al Ministro dell'interno un'ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, riferito all'esercizio finanziario 2013, entro il termine perentorio di tre mesi dall'emanazione del decreto presidenziale di dissesto, ossia, nel caso di specie, entro il prossimo 10 maggio. Lo stesso commissario ha, tuttavia, rappresentato l'impossibilità di far fronte alla situazione di squilibrio attraverso la manovra di risanamento attuata nel 2013 in considerazione di alcuni fattori quali la carenza cronica di liquidità, che ha comportato anche ritardi nei pagamenti degli stipendi e delle retribuzioni accessorie riferite all'anno 2010, il notevole squilibrio dei fondi a destinazione vincolata e il disavanzo di gestione. In questo contesto, non è ipotizzabile un'eventuale proroga per la presentazione dell'ipotesi di bilancio riferita all'anno 2013, in ragione del carattere perentorio del termine previsto. 
  L'organo commissariale ha, inoltre, chiesto di continuare ad avvalersi dello specifico procedimento di liquidazione dei debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati alla data del 31 dicembre 2012, ovvero dei debiti per i quali sia stata emessa, entro lo stesso termine, fattura o richiesta equivalente di pagamento, secondo quanto previsto dal decreto-legge n. 35 del 2013. Tuttavia, anche tale soluzione non appare percorribile in considerazione delle indicazioni fornite dal Ministero dell'economia e delle finanze, in base alle quali «gli enti locali che hanno adottato la deliberazione di dissesto possono richiedere l'anticipazione di liquidità esclusivamente per i debiti non rientranti nella competenza dell'organo straordinario della liquidazione, in quanto questi ultimi restano regolati dalla specifica procedura prevista dal Testo unico degli enti locali». 
  Tale procedura, voglio ricordarlo, tende ad assicurare il principio di parità dei creditori per i debiti pregressi, rientranti nella sfera di competenza dell'organo straordinario della liquidazione.

 Il Commissario ha, infine, richiesto interventi finanziari straordinari del Ministero dell'interno, considerata anche l'impossibilità per le province di ricorrere alla norma di favore prevista dal comma 1-ter, dell'articolo 259 del Testo unico degli enti locali, richiamata anche adesso dallo stesso onorevole interpellante. Tuttavia per la Provincia di Vibo Valentia è stata rilevata l'evidente impossibilità di disporre l'ulteriore utilizzo, in termini di cassa, di entrate aventi specifica destinazione per il finanziamento di spese correnti, sempre in conseguenza dell'ormai intervenuta situazione di dissesto finanziario che esclude anche il rimedio temporaneo previsto dall'articolo 195 del Testo Unico degli enti locali. 
  Per quanto concerne, inoltre, la rideterminazione della dotazione organica, la provincia ha sottoposto alla commissione per la stabilità finanziaria per gli enti locali, ai fini dell'approvazione, un'apposita deliberazione sulla quale il predetto organo di controllo ha richiesto ulteriori elementi informativi necessari al completamento dell'istruttoria. 
  Alla luce di questa complessa situazione, l'adozione di misure straordinarie per la Provincia di Vibo Valentia, quali l'individuazione di specifiche fonti di finanziamento a carattere straordinario ovvero la modifica dei criteri di riparto del Fondo nazionale di riequilibrio per sostenere le iniziative già poste in essere dalla provincia, richiede apposite modifiche legislative che prevedano adeguate coperture finanziarie. Al riguardo, posso sin da ora assicurare l'impegno a valutare, d'intesa con il Ministero dell'economia e finanze, possibili soluzioni che vadano in questa direzione.

Replica

Bruno Censore: Signor Presidente, onorevole sottosegretario, ho ascoltato con molta attenzione la sua risposta, dalla quale traspare il quadro che io ho descritto nell'interpellanza, quindi un quadro allarmante, di difficoltà. Una difficoltà economica e finanziaria che si ripercuote negativamente sui lavoratori, sui creditori dell'ente. Si tratta di una situazione davvero complessa e difficile anche perché il quadro, a normativa vigente, non consente ampi margini di manovra. Però per essere sincero, sul finire della sua risposta, ho colto positivamente l'apertura che il Governo fa rispetto alla provincia di Vibo Valentia. Un'apertura che ritengo vera e sostanziale rispetto ad una volontà di ricorrere a misure straordinarie, quindi ad eventuali modifiche legislative, per dare una risposta concreta e un segnale tangibile della presenza dello Stato in quella provincia. 
  Quindi, la ringrazio, signor onorevole sottosegretario Bocci, conosco la sua serietà, la sua autorevolezza, e sono certo che lei in qualità di sottosegretario per l'interno seguirà da subito la questione interfacciandosi chiaramente anche con il Ministero competente dell'economia e della finanze affinché si ponga fine a questo stato di crisi e di disagio di questa provincia.