03/02/2017
Tommaso Ginoble
Oliverio, Carella, Peluffo, Lodolini, Giulietti, Guerra, Tullo, Marroni, Lattuca, Mariano, Leva, D'Incecco, Berretta, Grassi, Stumpo, Cominelli, Castricone, Paolo Rossi, Cuomo, Galperti, Burtone, Mazzoli, Zoggia, Meta, Braga, Ferro, Palma, Rocchi, Ferrari, Malpezzi, Senaldi, Manfredi, Lauricella, Massa, Fusilli, Cinzia Maria Fontana
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I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per lo sport, per sapere – premesso che: 
quest'anno il Giro d'Italia – il più importante e atteso evento sportivo italiano – compie 100 anni e per l'occasione straordinaria l'azienda organizzatrice (RCS) ha previsto un percorso straordinario che toccherà quasi tutte le regioni e una serie di iniziative esclusive per celebrare la «Corsa più dura del mondo, nel Paese più bello del mondo»; 
il Giro d'Italia è da sempre uno degli eventi sportivi più prestigiosi, visibile in 184 Paesi del mondo, racconta – attraverso le imprese incredibili dei ciclisti – le bellezze ambientali e culturali del nostro Paese ed in ogni sua tappa, è sostenuta da fondi pubblici erogati tramite regioni, province e comuni che sono sede di partenza o di arrivo, oltre al patrocinio dato dallo Stato italiano, con la fornitura di quanto necessario in forze dell'ordine e risorse varie, per la sicurezza ed il perfetto svolgimento dell'evento; 
una tra le tappe più attese sarà quella del 14 maggio in Abruzzo, la salita al Blockhaus, nel cuore del parco della Majella, che, oltre a rendere omaggio a Fausto Coppi, Gino Bartali, Marco Pantani e Baldini, sarà l'occasione per sostenere le popolazioni colpite dagli ultimi eventi sismici ed in questa regione ha sede lo sponsor principale di uno dei team esclusi; 
come previsto dal regolamento la RCS Sport ha la possibilità di invitare, tramite lo strumento delle «wild card» 4 team di livello «professional» oltre alle 18 squadre di livello «world tour» iscritte di diritto alla corsa e tra le quali per la prima volta nella storia non è presente nessun team italiano; 
il 18 gennaio 2017 sono stati resi pubblici i team scelti: la Bardiani-CSF (vincitrice della coppa Italia) e la Willier Selle Italia, quest'ultima peraltro gestita da una società irlandese (che oltre a godere dei ben noti vantaggi fiscali, ha tutti i dipendenti assunti presso di sé con relativi contributi pagati in questo Stato) e 2 wild card a team stranieri, la polacca CCC e la russa Gazprom Rusvelo, inviti giustificati dall'organizzatore con vantaggi da possibili sponsorizzazioni; 
sono state invece escluse altre due squadre italiane: la Nippo Vini Fantini e Androni Giocattoli, entrambe di grande valore e composte da atleti che hanno vinto il giro d'Italia nel passato; 
la Nippo Vini Fantini aveva ricevuto la wild card negli ultimi due anni registrando grandi successi con le vittorie sui Gran premi della montagna di Cunego, che è uno dei tre vincitori italiani del Giro ancora in attività, il colombiano Julian Arredondo vincitore di tappe e della classifica degli scalatori e l'ex tricolore Ivan Santaromita; 
la decisione di concedere, nell'anno del centenario, 2 wild card a team stranieri e di escludere i due team italiani ha creato malumori e grande delusione nel mondo sportivo che negli anni passati era solito avere almeno cinque team italiani in gara; 
in una nota ufficiale del 19 gennaio 2017 il general manager del team Nippo Vini Fantini ha chiesto alla Federazione ciclistica italiana di intervenire, a supporto di RCS, per chiedere una deroga all'Unione ciclistica internazionale ed allargare il numero delle wild card, come fatto del resto già nel 2011 in occasione delle celebrazioni del 150o anniversario dell'Unità d'Italia, ritenendo necessario un intervento forte per salvaguardare il ciclismo italiano e dare un'opportunità in più ad un team di matrice tricolore per il Giro 100, il Giro che più di ogni altro unirà l'Italia e porterà il made in Italy nel mondo; 
un sollecito a trovare una soluzione, che consenta al team di partecipare al Giro d'Italia, arriva anche dall'assessore regionale allo sport ligure e dal presidente del Coni Liguria attraverso una lettera inviata nei giorni scorsi al presidente della FCI-Federazione ciclistica italiana; 
la mancata partecipazione al giro d'Italia può determinare un forte danno di visibilità e di ritorno economico per i team italiani e per l'intera manifestazione, oltre a portare alla quasi certa chiusura di due società che pagano tasse e contributi per gli ottanta dipendenti nel nostro Paese, il tutto a vantaggio di team e movimenti ciclistici esteri –: 
se il Governo non intenda adottare ogni iniziativa di competenza volta a salvaguardare il ciclismo italiano e a dare la più ampia opportunità ai team di matrice tricolore, in particolare in considerazione del fatto che si tratta del Giro 100, il Giro che più di ogni altro unirà l'Italia e porterà il made in Italy nel mondo. 
 

Seduta del 3 febbraio 2017

Illustra e replica Tommaso Ginoble, risponde Gianclaudio Bressa, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri

Illustrazione

Grazie, Presidente. Sottosegretario, ho sentito il dovere di produrre questa interpellanza urgente su un argomento che, a prima vista, potrebbe sembrare di minor conto, un po’ leggero, nei riguardi del Governo, che magari fra poco ci dirà che non rientra tra le sue competenze, magari che stiamo parlando dell'organizzazione di un evento sportivo di tipo privato. Mi permetta di aggiungere, Sottosegretario, in via preliminare, che credo che tutti quanti ci rendiamo conto di quanto lo sport conti in questo Paese, di quanto rappresenti, innanzitutto dal punto di vista educativo. Per quanto riguarda, poi, l'eventuale competenza del Governo, mi permetta di dire che, quando si verificano episodi come quelli che sono oggetto dell'interpellanza, non solo il Governo, ma la politica in generale non può venire meno al suo compito principale nella guida di un Paese, che è quello di fare incontrare, nel caso in cui se ne condividevano lo spirito e le ragioni, le diverse parti interessate, in maniera che possano incontrarsi, parlarsi, trovare le soluzioni possibili. Sarebbe un bel segnale. 
Quest'anno celebriamo il centesimo Giro d'Italia. È un evento straordinario, organizzato da una società privata, per intenderci la RCS (Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera).
Credo che a nessuno sfugga che sarà un Giro straordinario: toccherà quasi tutte le regioni d'Italia e, tra queste regioni, toccherà anche la mia regione, l'Abruzzo, con l'arrivo in uno degli arrivi storici, al Blockhaus. Quindi, tutti ci saremmo aspettati una particolare attenzione in quest'occasione, quasi una celebrazione dello sport considerato più popolare e che all'inizio era considerata anche tra gli sport poveri; poi anche questa definizione un po’ si è modificata con il tempo e con gli interessi in campo. Questo evento sarà trasmesso in 184 nazioni, avrà un grossissimo risalto sui mezzi di informazione e sarà, insomma, la celebrazione del ciclismo, uno sport nel quale gli italiani hanno avuto sempre una grande presenza, con punte altissime e con campioni dalle capacità anche inarrivabili: basta ricordare Coppi, Bartali ed altri. 
Noi sappiamo benissimo che non tutti coloro che chiedono di poter partecipare a un Giro d'Italia come squadra possono essere invitati, perché c’è un numero oltre il quale non è possibile andare. 
Mi permetta, però, di dirle come funziona. Vengono invitate 18 squadre di diritto, che provengono da tutto il mondo. La prima cosa che balza all'occhio è che vi è una sola squadra italiana. Il collega che mi ha preceduto ha usato l'esempio del Tour de France, io ne potrei fare tanti altri. 
Poi ci sono quattro wild card, ad invito. Anche in questo caso gli italiani brillano per la loro assenza. Io comprendo benissimo le ragioni delle sponsorizzazioni che hanno portato alle scelte della RCS. Mi permetto di dire che non le condivido. Mi permetto di dire che la politica non le può condividere, per la ragione che si tratta di un evento di natura privata, che, per la pubblicità e lo stesso Giro dà, viene finanziato in gran parte, tra partenze e arrivi, dagli enti locali (comuni province e regioni), con lo straordinario impegno anche dei mezzi dello Stato, in particolar modo per la sicurezza (sono utilizzati tanti mezzi della polizia). Insomma, se cominciamo a guardarla da questo punto di vista, non è poi un'organizzazione tanto privata. 
Allora, se nel 150o anniversario dell'Unità d'Italia è già stata fatta un'eccezione per invitare uno o due team in più, affinché questa partecipazione potesse essere allargata, io e i miei colleghi, attraverso questa interpellanza, chiediamo perché in occasione di questo centenario ciò non sia possibile. Mi permetta di dire, poi, che questa società che chiede di potere essere reintegrata è una società che ha sede in Abruzzo, è una società che dà lavoro in altre quattro regioni nel centro sud. Tutti noi sappiamo quanto il lavoro debba essere creato, Sottosegretario, ma soprattutto salvaguardato in questa parte del nostro Paese. Questo sarebbe un mezzo per aiutare, per tornare a far credere non a un team sportivo, ma ad una società, che produce e dà lavoro, di trovare il rispetto in questo Paese. Questo è il motivo più profondo di questa interpellanza. Crediamo che ciò sia possibile, Sottosegretario, se ci mettiamo un po’ di tenacia, di convinzione e di perseveranza. Adesso, attraverso la sua risposta, io spero di potermi mostrare soddisfatto, perché di questo abbiamo bisogno.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Con le interpellanze urgenti del 31 gennaio degli onorevoli Fabrizio Di Stefano e Occhiuto e Ginoble, è stata sottoposta all'attenzione del Ministro per lo sport, l'onorevole Luca Lotti, una questione legata all'organizzazione del centesimo Giro d'Italia, già sollevata, peraltro, con interrogazioni anche da parte del senatore Razzi e del senatore Caleo nell'altra Camera. 
In particolare, con la prima interpellanza, si chiede al Ministro di riferire in merito alle ragioni che avrebbero indotto RCS Sport, società che organizza il Giro d'Italia, a escludere dalle wilid card le due squadre italiane Nippo Vini Fantini e Androni Giocattoli, preferendogli il team polacco CCC SPRANDI POLKWICE e quello russo GAZPROM-RUSVELO. Con la seconda interpellanza, si chiede di illustrare le iniziative che egli intende adottare al riguardo a tutela del ciclismo italiano. 
L'anzidetta scelta, infatti, sarebbe, per gli interpellanti, dannosa per il nostro movimento ciclistico, tanto più in considerazione del fatto che quest'anno si terrà la centesima edizione del Giro d'Italia. A questo proposito, il Ministro segnala che il Giro d'Italia è organizzato dalla RCS Sport, società a capitale interamente privato e partecipata per intero da RCS MediaGroup, noto gruppo editoriale italiano, editore della Gazzetta dello Sport, il quotidiano sportivo che, da sempre, organizza questa competizione ciclistica a tappe. Il Giro d'Italia, come è noto, fa parte del circuito internazionale professionistico di gare UCI World Tour, organizzato dall'Unione Ciclistica Internazionale, alla quale è associata anche la Federciclismo italiana. Pertanto, l'UCI World Tour è disciplinato da un regolamento internazionale condiviso tra tutte le federazioni ciclistiche nazionali e, in merito al quale, la Federciclismo non gode di alcun potere derogatorio.
Ebbene, tale regolamento – e si dice anche nelle due interpellanze – prevede che al Giro d'Italia debbano partecipare, di diritto, le 18 squadre ammesse dall'UCI al World Tour, cui si aggiungono 4 wild card individuate dall'organizzazione a sua completa discrezionalità. Su questa scelta, quindi, non hanno alcun potere giuridicamente rilevante, e in particolare coercitivo, né la Federciclismo né il CONI né, tanto meno, il Ministro per lo sport, privo di controllo sulle questioni di carattere puramente sportivo come è quella oggetto del quesito. 
Il Ministro per lo sport, peraltro, ha molto a cuore lo stato di salute del movimento ciclistico italiano e non può che condividere le preoccupazioni formulate degli onorevoli Fabrizio Di Stefano, Occhiuto e Ginoble. È importante, infatti, che il Giro d'Italia, tra i più blasonati appuntamenti della stagione ciclistica internazionale, rappresenti un'occasione per il rilancio del nostro ciclismo nazionale. Tale rilancio passa anche dalla partecipazione di squadre italiane a questa prestigiosa competizione e condivide, pertanto, le istanze presentate dagli onorevoli interroganti. 
In conclusione, il Ministro non può altro che assumere l'impegno di farsi promotore di tali istanze presso la società che organizza il Giro d'Italia, favorendo il dialogo tra tutti gli attori di questa vicenda.

Replica

Presidente, ho ascoltato con attenzione la risposta del Ministro, attraverso il sottosegretario Bressa. Credo che potremmo ritenerci soddisfatti quando vedremo concludersi positivamente l'esito di questa interpellanza. Sappiamo benissimo che il Governo non ha potestà diretta, però mi permetta di dire che, quando la politica vuole, svolge il suo ruolo di persuasione nella maniera giusta. Una moral suasion fatta in maniera adeguata permetterebbe al centesimo anno del Giro d'Italia di vedere qualche squadra italiana. Magari riammettere le due squadre italiane, in particolare quella della mia regione, regione, peraltro, agli onori di cronaca per i fatti noti, ridarebbe un po’ il senso di speranza di una politica vera e giusta. 
Io, sottosegretario, invito nuovamente e vi sollecitato: vi prego di fare tutto quello che è possibile per far sì che queste ragioni, come dicevo prima, possano incontrarsi e vedere più atleti italiani, anche per un rinnovato spirito del nostro Paese a partecipare a questo importante appuntamento.