07/07/2014
Edoardo Fanucci
Albini, Beni, Biffoni, Bini, Carrozza, Cenni, Capozzolo, Coppola, Dallai, De Menech, Donati, Ermini,Famiglietti, Faraone, Fontanelli, Fossati, Gadda, Gelli, Grassi, Manciulli, Mariani, Morani, Parrini, Rigoni, Rocchi, Sani, Senaldi,Simoni, Vazio.
2-00614

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   la pubblica assistenza Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) coinvolge 880 associazioni di pubblica assistenza in tutta Italia e rappresenta una delle più grandi associazioni nazionali di volontariato per quanto riguarda l'ambito socio-sanitario;
   il lavoro di volontari e operatori, competenti e adeguatamente formati, consente di fornire una risposta immediata alle esigenze dei cittadini, ragione per cui l'Anpas svolge da anni un ruolo strategico fondamentale, in grado di offrire assistenza ospedaliera, servizi ambulatoriali e un'efficace mobilità sul territorio, svolgendo circa il 70 per cento del trasporto sanitario del nostro Paese;
   l'Anpas, nei prossimi mesi, rischia di attraversare una situazione di forte difficoltà nell'espletamento dei servizi sanitari, sia di emergenza che di trasporto socio sanitario cosiddetto ordinario;
   a partire dal 2 luglio 2014, infatti, la società Autostrade per l'Italia ha confermato la disdetta dell'accordo con l'Anpas (stipulato dai 1999) per il rilascio di telepass esenti in modo permanente senza concedere ulteriori proroghe e decidendo in modo unilaterale le nuove modalità;
   la decisione pone in grave difficoltà le organizzazioni di volontariato, quotidianamente impegnate da oltre 100 anni in questo settore e, più in generale, nella presa in carico di ogni cittadino malato o infortunato;
   dal mese di luglio, 2962 telepass in dotazione sulle ambulanze e sui veicoli di soccorso avanzato delle associazioni di pubblica assistenza aderenti ad Anpas, oltre a quelli delle Misericordie, saranno disattivati, provocando molti problemi e serie difficoltà nei transiti e nell'accesso ai tratti autostradali, con particolare riferimento a quelli che non sono presenziati dal personale di Autostrade;
   a questo proposito, le ripetute istanze di modifica del codice della strada che l'Anpas, insieme alla Confederazione nazionale delle misericordie d'Italia, ha rivolto al Governo e la manifestazione di protesta organizzata il 3 aprile 2014 a Roma sono rimaste del tutto inascoltate;
   analogamente, la risoluzione approvata dalla IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dei deputati (n. 8-00060 a firma Tullo e Fossati) il 4 giugno 2014, che impegna il Governo a «definire e rendere individuabili i veicoli adibiti al soccorso; concedere telepass per l'esenzione del pedaggio autostradale in comodato d'uso gratuito senza aggravi burocratici ed organizzativi ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato, modificando ed integrando le concessioni in essere su tutte le autostrade italiane, senza oneri per il bilancio dello Stato» non ha avuto alcun seguito;
   al momento, persiste un'evidente disomogeneità di trattamento in termini di esenzione del pedaggio fra i mezzi di Croce Rossa Italiana, Anpas e Misericordia, in seguito alla recente trasformazione della Croce Rossa Italiana, nella sua parte civile, in ente privato –:
   quali iniziative il Governo intenda adottare per consentire all'Associazione nazionale pubbliche assistenze (Anpas) ed alle altre associazioni di volontariato di garantire interventi tempestivi ed efficaci, nel rispetto della sicurezza, allo scopo di tutelare la salute dei cittadini, anche in seguito della disdetta del suddetto accordo da parte della società Autostrade per l'Italia.
 

Seduta dell'11 luglio 2014

Illustrazione di Edoardo Fanucci, risposta del Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso De Caro, replica di Filippo Fossati.

Illustrazione: Signor Presidente, intendo illustrarla. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, desidero ringraziare il Governo per la sensibilità dimostrata nei confronti dell'istanza che oggi sono qui ad illustrare insieme al collega e amico Filippo Fossati. Ma, oltre a noi, anche se non sono fisicamente presenti, hanno condiviso e sottoscritto questo intervento deputati e deputate provenienti da ogni angolo dello Stivale, che con orgoglio, oggi, Filippo e io siamo qui in Aula a rappresentare.
  Il mondo del volontariato rappresenta una delle realtà più forti e solide del nostro Paese. Associazioni quali le Pubbliche Assistenze e le Misericordie, espressioni dello spirito associativo che hanno caratterizzato e reso grande l'Italia dal dopoguerra a oggi, svolgono un ruolo essenziale. Sono presenti in modo capillare in tutte le realtà territoriali del nostro Paese, nei grandi centri abitati come nelle più piccole realtà di provincia, fornendo un supporto essenziale nel trasporto sanitario, nella presa in carico dei pazienti e, come purtroppo abbiamo avuto modo di verificare di recente, il loro apporto è assolutamente irrinunciabile anche in occasione di gravi calamità naturali che colpiscono il nostro territorio, purtroppo ancora troppo fragile e, troppo spesso, indifeso.
  Basti pensare che l'Associazione nazionale pubbliche assistenze ricomprende circa 880 associazioni in tutta Italia e rappresenta una delle più grandi associazioni nazionali di volontariato per quanto riguarda l'ambito socio-sanitario. Grazie al lavoro instancabile di volontari e operatori, competenti e adeguatamente formati, che mi sento, qui, oggi, in dovere di ringraziare pubblicamente in questa sede formale, ufficiale, solenne, è possibile fornire una risposta immediata alle esigenze dei cittadini; ragione per cui Anpas e le Misericordie svolgono da anni un ruolo strategico fondamentale, garantendo da sole circa il 70 per cento del trasporto sanitario del nostro Paese.
  Negli anni della crisi, anche queste associazioni di volontariato hanno subito alcune difficoltà fisiologiche, ma, a maggior ragione, in un periodo così difficile, hanno rappresentato sempre un presidio fondamentale e assolutamente prioritario per la vita e per la coesione delle nostre comunità. Aumentano i disagi dei cittadini, in particolare aumentano i disagi per le fasce più deboli. Il primo e, purtroppo, a volte l'unico sostegno a molte di queste povertà è il volontariato, il terzo settore, che, con la sua presenza, rappresenta una risorsa direi fondamentale per il welfare, laddove la pubblica amministrazione non è più in grado di garantire servizi appropriati.
  Una cosa è certa, Presidente: se usciremo dalla crisi, ne usciremo diversamente rispetto a come ne siamo entrati, e il volontariato rappresenta un volano di crescita e di sviluppo di questo Paese, non solo di salvaguardia. Promuovere e sostenere il volontariato deve rappresentare un impegno solenne, come del resto chiarito anche dalle linee guida di recente emanate dal Governo, un punto di forza del nostro Premier, un punto di forza del Governo, un punto di forza del nostro Paese.
  L'obiettivo è attivare forme e modalità adeguate per un efficace consolidamento delle associazioni di volontariato. La legge quadro n. 266 del 1991 e la legge n. 328 del 2000 vanno nella giusta direzione: rapporto diretto con la pubblica amministrazione. E qui evitiamo di dilungarci su quello che l'Europa ci chiede o parrebbe chiederci, ovvero di andare, nei confronti di questo settore, con pubbliche gare, senza tenere conto dell'affidabilità, della storia, della programmazione che rappresenta oggi il mondo che l'Anpas si onora di rappresentare.
  Il lavoro e l'impegno di moltissimi giovani volontari costituiscono una ricchezza straordinaria e assolutamente irrinunciabile, che abbiamo il dovere di tutelare e di favorire con tutte le risorse a nostra disposizione. Un aspetto da non sottovalutare, infatti, è proprio il numero di ragazzi e ragazze, spesso proprio della mia generazione, purtroppo molti dei quali disoccupati o senza un'occupazione fissa, con la quale creare una famiglia, creare un'attività, creare anche un lavoro, che prestano il proprio servizio di volontariato con gratuità, impegno, solerzia, in attività straordinarie fondamentali per tutta la nazione. Migliaia di giovani avviano in questo modo un percorso formativo assolutamente irrinunciabile, che auspichiamo possa consentire loro una via d'accesso importante per il mondo del lavoro.
  Queste associazioni nei prossimi mesi – e qui veniamo veramente al merito e al cuore della questione – rischiano di attraversare una situazione di forte difficoltà nel portare a termine i servizi sanitari, quelli essenziali, sia di emergenza che di trasporto cosiddetto ordinario, che rappresentano il core business della loro attività. Ma core business è davvero la definizione giusta ? Noi riteniamo di no, perché il business non c’è in questi servizi: c’è passione, c’è amore e c’è dedizione.
  A partire dal 2 ottobre 2014, infatti, secondo una proroga stabilita soltanto negli ultimi giorni, la società Autostrade per l'Italia ha confermato la disdetta dell'accordo stipulato nel 1999 per il rilascio di telepass esenti in modo permanente, assumendo la decisione, in modo del tutto unilaterale, e stabilendo senza il dovuto confronto le nuove modalità di accesso al servizio.
  Non vogliamo, non possiamo, non dobbiamo, caro Umberto – e mi permetto di definirti così – fermare i mezzi di soccorso ai caselli autostradali. Sarebbe assurdo, incomprensibile, ingiustificato ed ingiustificabile.
  Il trasporto sanitario, peraltro, negli ultimi anni sta cambiando in modo radicale e rappresenta un'esigenza sempre più marcata nelle nostre comunità. Molti presidi ospedalieri, infatti, in seguito alla razionalizzazione dei servizi ed alla riduzione dei costi, stanno chiudendo o riducendo le proprie funzioni, una decisione che di fatto comporta l'aumento della distanza tra i cittadini e i servizi ospedalieri. Dunque rende necessario un impegno ancora più grande per garantire un trasporto sanitario efficiente, efficace e davvero in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini.Per questo motivo, a maggior ragione, le istituzioni hanno il dovere di facilitare un così impegnativo ed importante sforzo, senza introdurre nuovi e complicati vincoli burocratici, che impedirebbero ai volontari di svolgere la loro propria attività in modo semplice ed efficace.
  La decisione di Autostrade, ovviamente, pone in grave difficoltà le organizzazioni di volontariato, quotidianamente impegnate da oltre cento anni in questo settore. Senza un intervento rapido da parte delle autorità competenti – e quindi senza un intervento del Governo – nelle prossime settimane poco meno di 3 mila telepass (poco meno di 3 mila telepass !), oggi in dotazione sulle ambulanze e sui veicoli di soccorso avanzato, saranno definitivamente disattivati. Il rischio è quello di provocare problemi e difficoltà serissime nei transiti e nell'accesso ai tratti autostradali, con particolare riferimento a quelli che non sono presenziati dal personale di Autostrade, oggi sempre più frequenti e numerosi.
  Le ripetute istanze di modifica del codice della strada che Anpas, insieme alla Confederazione nazionale delle misericordie d'Italia, ha rivolto al Governo per aggiornare una normativa che ormai appare oggettivamente obsoleta e la manifestazione di protesta «Fermi tutti», organizzata lo scorso 3 aprile a Roma, sono rimaste purtroppo in parte inascoltate. Dico «in parte» perché ringrazio il Governo per il rinvio che è riuscito ad ottenere e che ci permette oggi di guardare alla scadenza del 2 ottobre con maggiore ottimismo.
  Allo stesso modo anche la risoluzione approvata dalla IX Commissione (Trasporti) della Camera dei deputati, a firma Tullo e Fossati del nostro partito, il Partito Democratico, il 4 giugno 2014, che impegnava e impegna oggi il Governo a definire e rendere individuabili i veicoli adibiti al soccorso e concedere loro telepass per l'esenzione del pedaggio autostradale in comodato d'uso gratuito senza aggravi burocratici ed organizzativi ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato, modificando ed integrando le concessioni in essere su tutte le autostrade italiane, senza oneri per il bilancio dello Stato, non ha avuto, purtroppo, ancora il seguito sperato.
  Il Viceministro Nencini in quell'occasione dimostrò attenzione, sensibilità al tema e il proprio assenso alla risoluzione proposta, un impegno formale in una Commissione del Parlamento. L'impegno assunto comportava la concessione di telepass in comodato gratuito, sia per i transiti effettuati in soccorso d'emergenza sia anche in altri casi in cui è verificato l'utilizzo per il trasporto sanitario.
  Si fa l'esempio banale, ma facilmente comprensibile, di quando, nei casi in cui il trasporto sanitario abbia un'andata, questo trasporto dovrà avere anche un ritorno. Allora, anche in quel caso chiaramente dovrà essere attivato lo stesso servizio telepass.
  Ma lo vogliamo dire chiaro, forte in quest'Aula: è necessario evitare qualunque insopportabile abuso che si potrebbe verificare sfruttando in modo improprio l'esenzione dal pedaggio, magari per finalità private o non riconducibili all'attività sanitaria. Tali azioni devono essere perseguite con rigore e fermezza, senza «se» e senza «ma». Il Governo troverà in noi degli interlocutori pronti anche a concordare azioni mirate di contrasto a queste pratiche, che noi definiamo assolutamente immorali.
  La disdetta del contratto da parte di Autostrade, invece, è solo l'ultimo tassello di un vero e proprio percorso ad ostacoli, che ha contribuito a rendere sempre più complicata l'opera delle associazioni di volontariato. Si pensi alla situazione assurda in cui il peso dei mezzi di trasporto costringe tutti i volontari a conseguire la patente C, con spese ingenti e un'abilitazione molto complessa. Queste spese sono a carico dei volontari stessi, non delle associazioni: chi vuol fare del volontariato deve pagarsi le procedure per potersi conquistare la patente.
  Più in generale, le associazioni di volontariato percepiscono una grave distanza da parte delle istituzioni, che dobbiamo assolutamente colmare con atti e risposte concreti. E oggi, che non siamo in campagna elettorale, forse riusciremo ad essere credibili e forti nel soddisfare questa semplice e banale richiesta.
  Al momento, peraltro, assistiamo ad un'evidente disomogeneità di trattamento in termini di esenzione dal pedaggio tra i mezzi della Croce Rossa Italiana, Anpas e Misericordia, in seguito alla recente trasformazione della Croce Rossa Italiana, nella sua parte civile, in ente privato. Questo non è più tollerabile.
  L'interpellanza, dunque, nasce dalla necessità di fornire al mondo del terzo settore, alle associazioni che si occupano di trasporto sanitario e a tutti i volontari i dovuti chiarimenti e le dovute rassicurazioni in merito a una questione così delicata e importante. Ci auguriamo che, in seguito alla disdetta dell'accordo da parte della società Autostrade, il servizio di trasporto essenziale per il nostro Paese e per il nostro welfare non venga meno.
  Per questo motivo e per tutto quanto sopra espresso non soltanto interroghiamo il Governo, ma chiediamo un impegno al Governo in questo senso. Occorre individuare quali strumenti e quali azioni potranno essere adottati per dare modo ad Anpas e alle Misericordie di garantire interventi tempestivi ed efficaci, nel pieno rispetto della sicurezza e della salute dei cittadini.

Risposta: Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, gli onorevoli interpellanti evidenziano la circostanza che la società Autostrade per l'Italia ha dato disdetta, nei confronti delle associazioni di volontariato, tra cui l'Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) e la Confederazione delle misericordie, dell'accordo relativo alla fornitura di telepass esenti.
  Al riguardo, informo che l'esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale ai veicoli delle associazioni di volontariato è regolata dalla circolare interpretativa del Ministero dei lavori pubblici n. 3973 del 5 agosto 1987, la quale chiarisce i contenuti dell'articolo 373, comma 2, del regolamento di esecuzione e a di attuazione del codice della strada (decreto del Presidente della Repubblica n. 495 del 1992).
  L'esenzione, in base alle indicate disposizioni, viene concessa esclusivamente quando si verificano contemporaneamente le seguenti condizioni: primo, il veicolo sia immatricolato a nome di associazioni di volontariato o di organismi similari non aventi scopo di lucro, legittimati ai sensi della legge n. 266 del 1991, la legge quadro sul volontariato; secondo, il veicolo sia adibito al soccorso, con equipaggiamento ed attrezzature che ne identifichino con evidenza tale destinazione; terzo, il veicolo sia impegnato nell'espletamento del relativo specifico servizio; quarto, il veicolo sia provvisto dell'apposito contrassegno previsto dal decreto ministeriale del 15 aprile 1994, emanato dall'allora Ministero dei trasporti e della navigazione di concerto con il Ministero dei lavori pubblici.La mancanza di una sola delle condizioni appena descritte fa decadere il diritto all'esenzione. Nella suddetta circolare, che ripercorre le tappe normative che hanno portato alla formulazione della norma di esenzione contenuta nel citato articolo 373, è inoltre testualmente specificato che l'intento del legislatore è evidente: si vuole favorire un'attività di volontariato in condizioni evidenti di emergenza e nel contempo evitare possibili situazioni di abuso che si potrebbero tradurre in un danno economico per le società che gestiscono l'autostrada. Ricordo che il predetto accordo fa parte di una serie di convenzioni, rinnovabili di anno in anno, che Autostrade per l'Italia ha stipulato tra la fine degli anni Novanta e i primi del Duemila, con diverse associazioni di volontariato per il rilascio di telepass esenti, che consentono di transitare ai caselli, senza corrispondere il pedaggio autostradale, ai veicoli adibiti al soccorso per agevolare il transito nelle situazioni di emergenza.
  Tuttavia, Autostrade per l'Italia ha riferito che negli ultimi anni sono state riscontrate numerose irregolarità nell'uso dei suddetti telepass con transiti in esenzione non riconducibili alle evidenti condizioni di emergenza: utilizzo del telepass esente per transiti di semplice trasferimento, per convenzioni stipulate dalle associazioni con ASL e/o regioni, oppure per trasporti richiesti da privati e, nei casi più gravi, l'utilizzo su autovetture di privati. Insomma, nulla a che vedere con le condizioni previste al riguardo dal codice della strada e dalla citata circolare. Pertanto, le suddette convenzioni per il rilascio di telepass esenti non sono state rinnovate dalla società Autostrade per l'Italia. Ad ogni modo, la medesima società, che come è noto gestisce l'utilizzo di telepass su tutta la rete, con comunicato stampa del 2 aprile ultimo scorso, ha però informato che fornirà gli appositi telepass in comodato gratuito ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato, le quali dovranno autocertificare i transiti avvenuti in emergenza e, quindi, esenti che saranno successivamente stornati dalla concessionaria autostradale. Per facilitare la comunicazione di queste informazioni, Autostrade per l'Italia ha predisposto un'apposita piattaforma web, alla quale le associazioni potranno accedere per certificare i transiti in esenzione.Nel concludere tengo ad evidenziare che con successivo comunicato del 26 giugno ultimo scorso la società Autostrade per l'Italia, al fine di agevolare una corretta e facile applicazione del nuovo modello di gestione dei transiti esenti da parte delle associazioni aderenti, ha ulteriormente prorogato, fino al 2 ottobre prossimo venturo, le convenzioni già scadute e quelle in scadenza con le associazioni di volontariato.
  Aggiungo, signor Presidente, al di là della lettura della risposta all'interpellanza urgente dei colleghi, che è evidente che si cercherà di utilizzare tutto il tempo che ci separa dal 2 ottobre per poter evidentemente rinegoziare o riconsiderare i termini stabiliti da società Autostrade per l'Italia. L'impegno, almeno da parte del Ministero, andrà sicuramente in questa direzione. Lo dico perché io stesso mi sono interessato più volte del problema incontrando anche le associazioni di volontariato.

Replica: Signor Presidente, direi che è una soddisfazione assai parziale e spiego i motivi, naturalmente dando atto al sottosegretario dell'impegno personale e dell'impegno del Governo a sollecitare Autostrade per l'Italia a risolvere in via definitiva il problema. Non è questo il punto. Il punto è che noi sappiamo della proposta della società Autostrade per l'Italia e ci sembra una proposta positiva. Costituire una piattaforma informatica per monitorare gli accessi ai percorsi autostradali è il modo anche per evitare o perlomeno contrastare quegli abusi a cui il sottosegretario ha fatto riferimento nell'intervento.
  Io però questo argomento degli abusi tenderei una volta per tutte a lasciarlo un po’ da parte. La responsabilità penale è una responsabilità personale, in quei casi c’è una truffa ai danni dello Stato. È bene che, dato che i percorsi autostradali sono i più monitorati del mondo, noi tutti siamo seguiti da centinaia di telecamere e sensori, è molto facile andare a individuare chi ha compiuto l'abuso e chi ha compiuto l'abuso lo pagherà, e l'associazione, poi, si potrà rivalere sulla persona. Quindi è altra cosa rispetto al fatto del per colpirne uno, disdico il telepass a tutti, che è un atteggiamento assolutamente inqualificabile da parte della società Autostrade. Questa vicenda la conosciamo ormai da diversi mesi, io vedo, osservo che stiamo ottenendo un risultato, che è quello di rinviare i termini della scelta di Autostrade, ma ancora questa scelta è tutta in campo, nel senso che ancora siamo di fronte alla determinazione di disdire. Quindi abbiamo ottenuto qualcosa, ma abbiamo ottenuto poco e non siamo entrati nel cuore del problema.
  Vorrei, signor sottosegretario, accendere il riflettore su quello che è il problema, perché il problema è l'interpretazione della parola «soccorso». Su questo c’è stato un dibattito negli ultimi anni – non siamo più nel 1986 e anche nel 1986 probabilmente il tema, in un rapporto positivo e tranquillo con Autostrade non si poneva – ed è un tema che è stato poi dibattuto anche con ricorsi e con richieste di interpretazioni in sede giurisdizionale in Italia e in Europa. L'ultima espressione che io conosca di parere è quella della Corte di giustizia europea, poi recepita dal Consiglio di Stato, che dice: «i servizi pubblici di soccorso comprendono sia i servizi di trasporto medico d'urgenza, sia i servizi di trasporto sanitario qualificato». Questo è il punto.
  La società Autostrade ritiene di dover esentare soltanto i servizi di urgenza, quindi quando c’è il trauma, il danno, l'incidente stradale o qualcosa di assimilabile a questo. Non ritiene di dover esentare i servizi di trasporto sanitario qualificato: quindi il dializzato, quindi, come giustamente diceva Fanucci, in seguito al diverso assetto del Sistema sanitario nazionale, il paziente che esce dalla fase acuta in ospedale ma ancora non è stabilizzato e, quindi, non è in grado di provvedere con mezzi normali al ritorno a casa o al trasferimento in altra struttura sanitaria meno intensa. Si contano a migliaia tutti i giorni questi tipi di trasporto e la velocità e la sicurezza nei tempi e nelle modalità di trasporto sono caratteristiche imprescindibili di questo tipo di trasporti che hanno bisogno di un'assistenza di tipo sanitario.
  Che facciamo ? Pensiamo di mettere a carico delle associazioni di volontariato i costi, che spesso sono costi che incidono tantissimo nel conto complessivo, perché noi abbiamo intere zone di questo Paese in cui l'autostrada è praticamente obbligatoria per arrivare dal punto «a» al punto «b» e, in trasporti che vanno sulle decine di euro, il costo del pedaggio rischia di essere un'aggiunta del 50, del 70 per cento, si arriva qualche volta a raddoppiare il costo della prestazione.
  Ecco, noi dobbiamo dare – questo è il punto, quindi – una parola chiara, il Governo deve dire una parola chiara, di concerto con il Ministero della salute, sentiti operatori e anche sentita la società Autostrade, su questo punto. Non si può lasciare aperto un contenzioso che provoca tutti i giorni danni e incertezze verso il volontariato e i cittadini.Sarebbe anche il caso di affrontare gli altri temi che riguardano il codice della strada relativi al trasporto sanitario. Fanucci faceva riferimento alla questione della patente «C», ma ricordo anche la possibilità, per esempio, dei familiari di salire sul mezzo di trasporto, che oggi, stranamente, il codice della strada vieta – in altri Paesi non è così – e per il quale basterebbe dotarsi di una regolamentazione sulle caratteristiche del mezzo, che spesso è già pronto; il tema della patente di servizio, perché il comportamento di guida di chi sta alla guida di un'ambulanza deve essere valutato in funzione del servizio che sta facendo e non ricadere sulla sua vita privata, diciamo così, e, poi, è anche un motivo di controllo più forte sulla qualità del servizio stesso; la questione della definizione di mezzi plurimi: oggi siamo al paradosso per cui il trasporto sangue, il trasporto organi e il trasporto delle persone prevedono dei mezzi totalmente diversi e autonomi, anche quando un mezzo attrezzato potrebbe svolgere le diverse funzioni in modo efficace. Questo significa mettere in carico alle associazioni di volontariato la spesa di acquisto di due, tre, quattro mezzi, quando ne basterebbe uno, oltre che vedersi spesso fermati e, quindi, sottostare, poi, ai mille problemi burocratici che nascono dalla pretesa inosservanza di questa norma.
  Insomma, c’è un pacchetto di questioni che, per pigrizia, non si è affrontato, che andrebbero affrontate tutte insieme e che renderebbero più facile la vita a chi dona il tempo.