04/10/2016
Lia Quartapelle Procopio
Amato, Arlotti, Beni, Blazina, Paola Boldrini, Bonomo, Bruno Bossio, Braga, Camani, Capone, Capozzolo, Carrozza, Chaouki, Coccia, Cominelli, Dallai, D'Arienzo,Marco Di Maio, D'Incecco, Di Salvo, Fabbri, Fedi, Fragomeli, Fusilli, Gadda, Garavini, Gnecchi,Lavagno, Lodolini, La Marca, Patrizia Maestri, Manfredi, Marantelli, Marchi, Mazzoli, Misiani,Mognato, Morani, Murer, Patriarca, Pes, Piccione, Preziosi, Realacci
2-01488

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che: 
il 3 ottobre 2013 a poche miglia dal porto di Lampedusa centinaia di migranti: l'Italia rispose attivando una delle più grandi operazioni umanitarie della storia, «Mare Nostrum», che ha infatti salvato più di 100 mila vite umane in un anno; 
il buon esempio del Governo italiano ha anche aperto la strada a iniziative coordinate dell'Unione europea per la gestione dei flussi migratori e per favorire lo sviluppo nei Paesi d'origine; nel frattempo, tuttavia, altre migliaia di persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e una parte importante delle politiche di Bruxelles sulle migrazioni, a partire dal ricollocamento dei richiedenti asilo in tutto il territorio dell'Unione europea, sono rimaste lettera morta in ragione del rifiuto più o meno esplicito di alcuni Governi degli Stati membri a collaborare; 
il 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia, si verificò un altro terribile naufragio, 75 miglia a nord di Tripoli, dove un'imbarcazione con più di settecento persone, di cui solo 28 riuscirono a sopravvivere, si inabissò, adagiandosi a 400 metri di profondità, e causando un numero sterminato di vittime, non ancora esattamente identificate; 
il 1o luglio 2016 la Presidenza del Consiglio ha dato l'avvio ad una complessa operazione, denominata Augusta, affidata al Ministero della difesa e coordinata dalla Marina militare, al fine di recuperare il relitto del barcone, con l'intero carico di salme, che sono state successivamente prelevate dalla tolda, grazie ad una straordinaria attività dei vigili del fuoco e delle Croce rossa che non ha avuto eguali al mondo; 
durante il difficilissimo lavoro di recupero e successiva identificazione delle salme, o meglio di ciò che spesso di queste salme è rimasto, a fronte di un infinito orrore e alla necessità di fare qualcosa per non dimenticare, si è pensato di dar vita ad un «polo scientifico e museale» nel cimitero Maggiore di Milano, in un'area vicina ai terreni Expo, realizzando due diversi percorsi, uno scientifico sulle tecniche di analisi del Dna, e uno dedicato invece più specificamente alla memoria e a come possa esistere una medicina «umanitaria», che attraverso l'esame di ciò che una vittima ha nello stomaco o sotto la suola delle scarpe possa stabilire luogo e ora della morte; 
del resto, il progetto di realizzare a Milano – città tappa fondamentale delle migrazioni verso il Nord Europa – un «polo scientifico e museale» per i diritti umani, non è nuovo, e l'idea di trasportare questo relitto al Nord, perché non venisse dimenticato, ma anzi trasformato in una tappa culturale per non dimenticare, è sorta man mano che le difficili operazioni di identificazione delle salme procedevano tra i «body bags», ossia i sacchi per cadaveri; 
da notizie a mezzo stampa, l'intera operazione, finanziata dalla Presidenza del Consiglio, sarebbe costata 9,5 milioni di euro, una parte dei quali – pari a 1,4 milioni di euro – sarebbero stati spesi nella prima fase, relativa all'ispezione del relitto, mentre circa 1,6 milioni di euro sarebbero poi stati spesi per la progettazione del recupero dell'imbarcazione. Infine, per la mobilitazione dei mezzi il costo sarebbe stato di circa 6,5 milioni di euro; 
sino ad oggi, invece, le autopsie e le identificazioni delle salme, curate dall’équipe coordinata dalla professoressa Cristina Cattaneo della sezione di medicina legale dell'università di Milano, sarebbero state a carico delle università di Catania, Messina e Palermo e dei reparti di medicina della polizia di Stato; 
restano, tuttavia, ancora numerose le operazioni di identificazione da portare a compimento, anche per dare degna sepoltura a persone che altrimenti sarebbero rimaste per sempre in fondo al mare, così come occorrono ulteriori risorse per dar vita a quel progetto di costruzione di un polo scientifico e museale a Milano, che se non potrà restituire un po’ di giustizia alla loro memoria –: 
se e quali iniziative il Governo intenda adottare per facilitare la realizzazione di un polo scientifico e museale nella città di Milano, attraverso il trasporto del relitto, nonché se e quali risorse preveda di mettere a disposizione, previo coinvolgimento delle Istituzioni dell'Unione europea e dei partner europei, al fine di terminare il doloroso percorso di identificazione delle vittime, anche alla luce della considerazione che i riconoscimenti hanno importanti ripercussioni sui familiari rimasti vivi, permettendo loro quei ricongiungimenti altrimenti impossibili in assenza dei certificati di morte.