11/10/2016
Caterina Pes
Cinzia Maria Fontana
2-01502

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della difesa, per sapere – premesso che: 
nel poligono di Capo Frasca, utilizzato per addestramento militare, sulla costa occidentale di Sardegna, ordigni inesplosi a terra e in mare hanno creato, spesso, enormi danni alla flora e fauna; 
in merito all'incendio che nel 2014 distrusse circa 30 ettari di macchia mediterranea e, ai boati di alcuni aerei che, avendo superato la barriera del suono, causarono panico tra i cittadini e tra i turisti sulle spiagge della Sardegna, la prima firmataria del presente atto a interrogato più volte il Governo; 
gli addestramenti impegnano un'area di sicurezza interdetta alla navigazione e alle attività dei pescatori e le marinerie dei comuni di Arbus, Guspini, Terralba, Arcidano, Marceddì, Cabras, Riola Sardo, Oristano; 
il protocollo di intesa del 1999 tra la regione autonoma della Sardegna e il Ministero della difesa per il riconoscimento degli indennizzi alle cooperative di pescatori, penalizzati nelle attività di pesca, esclude dal risarcimento le marinerie adiacenti al poligono e, in particolare ai pescatori di Marceddì, Arbus, Terralba, Cabras, Riola Sardo, S. Vero Milis, S. Giusta, Marrubbiu, Arborea, Oristano; l'articolo 332, comma 5, del codice dell'ordinamento militare del 2010, prevede, invece, che: «al pagamento degli indennizzi per tutti gli sgomberi e le occupazioni di cui al comma 1, nonché per eventuali danni, si provvede con le modalità previste dal comma 15 dell'articolo 325»; 
nel 2013 il Ministero della difesa ha assicurato alle cooperative della zona una immediata risoluzione del problema, ma ad oggi non ci sono stati atti concreti conseguenti; 
risulta, da notizie di stampa, che circa 600 pescatori, in stato di agitazione, se non avranno risposte positive nel più breve tempo possibile, proseguiranno l'azione nella zona interdetta –: 
quali iniziative possibili e urgenti il Governo intenda intraprendere per il riconoscimento degli indennizzi a favore di tutti i pescatori che operano nei pressi del poligono di Capo Frasca e delle marinerie dell'oristanese, poiché lesi nei propri diritti; 
se possa essere valutata l'opportunità di procedere alla revisione del protocollo d'intesa siglato con la regione autonoma della Sardegna il 9 agosto 1999 per includere gli aventi diritto all'indennità di cui in premessa penalizzati dall'interdizione di tratti di mare dovuta alle esercitazioni militari, sulla base delle norme previste dagli articolo 7 e 15 della legge n. 898 del 1976, dalla legge n. 104 del 1990 e dal citato protocollo d'intesa e dalla successiva integrazione dell'8 settembre 2005. 
 

Seduta del 14 ottobre 2016

Illustra e replica Caterina Pes, risponde Domenico Rossi, Sottosegretario di Stato alla Difesa

Illustrazione

Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, colleghi, prima di entrare nel merito della mia interpellanza, mi sia concessa una breve premessa: da più di cinquant'anni le popolazioni dell'oristanese, e in particolare quelle di Terralba e di Arbus, sono costrette a convivere con le esercitazioni militari. I loro figli sono cresciuti con il rumore degli aerei sopra la testa e con quello delle bombe che esplodono, evidentemente, nel poligono di Capo Frasca e a sud del golfo di Oristano. Questa base, la base di Capo Frasca, viene utilizzata per le esercitazioni militari, ed in particolar modo per esercitazioni aria-terra e mare-terra dell'Aeronautica e della Marina italiana, tedesca e della NATO. 
Nell'area vi sono importanti radar, un elicottero e basi di sussistenza per l'addestramento di piloti e di aerei supersonici. Ecco, la prima cosa che vorrei dire, signor sottosegretario, è che credo che cinquant'anni siano più che sufficienti. Sono consapevole del fatto che le Forze armate debbano esercitarsi, soprattutto e in particolar modo in un periodo come quello che stiamo vivendo, di grande fragilità, una situazione internazionale estremamente delicata, ma credo anche che questo bellissimo tratto di costa debba essere restituito alla disponibilità dei suoi abitanti. 
E credo anche che lo sviluppo della Sardegna non debba e non possa più passare, e debba essere ostacolato, dalla presenza delle servitù militari, ma che debba, invece, passare attraverso lo sviluppo della sua storia, della sua cultura, del turismo, così come anche dell'agricoltura e della pesca. Voglio dire, in altre parole, che la Sardegna è occupata dal 64 per cento delle servitù militari di tutta Italia e che, da questo punto di vista, penso che l'isola abbia già dato. E c’è anche un altro aspetto che vorrei sottolineare ed è importante: le attività militari a Capo Frasca hanno creato, negli ultimi anni, anche degli enormi danni ambientali.
Mi viene in mente il gravissimo incendio che si è sviluppato proprio nella base nel settembre del 2014, che ha distrutto 30 ettari di macchia mediterranea e ha creato anche enormi difficoltà nel suo svolgimento. Allora, gli addestramenti militari interessano oggi circa 14 chilometri all'interno del poligono e un tratto di mare di tre miglia, peraltro riconosciuto come zona SIC, quindi sito di interesse comunitario, e nel quale la navigazione, evidentemente, e quindi anche le attività produttive, vale a dire la pesca, sono del tutto interdette. E qui viene il punto: io sono perfettamente consapevole che la dismissione di un poligono non possa essere un fatto istantaneo, immediato; tuttavia, nelle more di questo procedimento, che io mi auguro possa essere deciso il prima possibile – lei sa, sottosegretario, che ne abbiamo parlato tante volte –, mi auguro che possa anche e ritengo giusto che debba essere riconosciuto il giusto indennizzo ai pescatori che in quel tratto di mare non possono lavorare. 
Parlo del lavoro di pescatori dei comuni – li cito tutti – Arbus, Guspini, Terralba, San Nicolò D'Arcidano, Marceddì, Cabras, Riola Sardo e Oristano. Sono seicento persone, e quindi seicento famiglie, che sono penalizzate dall'interdizione di questo tratto di mare. Parlo di comunità che vivono di agricoltura e di pesca, parlo di comunità che hanno diritto di vedere riconosciuti i propri diritti, se me lo permette, primo fra tutti quello di poter continuare a vivere e a lavorare nei territori in cui sono nati. Voglio ricordare che nel 1999 venne siglato un protocollo d'intesa tra il Governo, il Ministero della difesa, e la regione autonoma della Sardegna per il riconoscimento proprio di questi indennizzi che spettavano ai pescatori. 
Ma incomprensibilmente, e qui viene il punto, i pescatori e le marinerie del golfo di Oristano furono esclusi da questo riconoscimento. Ora, l'articolo 332 del codice dell'ordinamento militare del 2010, al comma 5, recita testualmente – lo voglio leggere – «Al pagamento degli indennizzi per tutti gli sgomberi e le occupazioni di cui al comma 1 nonché per eventuali danni si provvede con le modalità previste dal comma 15 dell'articolo 325». Che significa ? Che l'indennizzo a favore delle attività a cui è leso il diritto di impresa è riconosciuto senza esclusione alcuna e, nel caso specifico, a tutti i pescatori penalizzati dall'interdizione di tratti di mare dovuta alle esercitazioni militari. 
Per tutti, ma non per i pescatori di questo tratto di mare, non per i pescatori di questi territori. Allora, ricordo ancora – è stato già citato nella presentazione dell'interpellanza – che, nell'aprile del 2013, il Ministero della difesa e la regione Sardegna hanno assicurato alle cooperative di questa zona un'immediata e positiva risoluzione del problema. Ora, a distanza di due anni, non ci sono stati atti concreti conseguenti, e quindi veniamo ad oggi. Da diversi giorni, dai primi di ottobre, circa seicento pescatori sono in stato di agitazione davanti ai cancelli della base militare e, con le loro barche, anche nella zona interdetta, sostenuti dai sindaci, dalle comunità locali, sostenuti anche da tutti noi, anche da me. La loro protesta pacifica li costringe, sottosegretario, a perdere giorni di lavoro, e noi sappiamo quanto per queste famiglie un giorno perso di pescato possa essere importante. 
Eppure sono lì, sono lì tutti i giorni, a rivendicare quanto gli è stato promesso e chiedere che venga messa fine a questa ingiustizia palese. E, allora, qual è il senso di questa interpellanza urgente, e vado a chiudere ? Oggi chiedo di nuovo al Governo quali azioni ha messo in essere per un immediato riconoscimento degli indennizzi che spettano alle marinerie e ai pescatori dei comuni adiacenti al poligono di Capo Frasca. Chiedo, però, ancora e di più, che vengano rivisti i calendari delle esercitazioni e che venga anche riperimetrata l'area interdetta, perché a questi lavoratori, a questi pescatori e a queste comunità venga consentita la pesca in un periodo e in un tratto di mare più ampio e più a lungo nel tempo. 
Chiedo infine al Governo insieme a tutti i sardi – credo di poterlo dire – l'avvio di una seria riflessione sulla necessità di rivedere la presenza delle servitù militari nell'isola, a partire proprio dal poligono di Capo Frasca.

Risposta del governo

Ringrazio innanzitutto l'interpellante per la premessa che ha fatto, perché credo che mi consenta di ribadire in questa sede un processo che questo Governo sta portando avanti e che è iniziato – ricordo – nel 2014 allorché, dopo decenni, è stata convocata una conferenza e una riunione di approfondimento tra la difesa e le tre regioni maggiormente oberate dalle servitù militari, la Sardegna, la Puglia e il Friuli Venezia Giulia, che ha dato luogo poi a due protocolli di intesa con il Friuli e con la regione Puglia, perché l'obiettivo del Governo e della difesa è stato quello, fin dall'inizio, di cercare di mitigare la situazione nelle varie regioni e evidentemente in particolare in quelle maggiormente oberate dalle servitù militari proprio per cercare di rendere sempre più compatibili le esigenze della difesa con le esigenze del territorio. E all'interpellante, proprio per la provenienza, non sarà sfuggito che proprio nel poligono di Capo Frasca si è arrivati l'anno scorso a una chiusura che da due mesi è passata a quattro mesi delle attività di carattere addestrativo proprio per favorire le esigenze del territorio, sia da un punto di vista turistico, sia da un punto di vista di sfruttamento del mare in senso generale. 
Venendo ora alla questione posta dall'onorevole interrogante circa il riconoscimento degli indennizzi alle marinerie adiacenti il poligono di Capo Frasca e interessate dall'interdizione di tratti di mare, posso affermare che sicuramente la problematica è all'attenzione del Governo. Questo perché, per dare seguito a una risoluzione della Commissione difesa, approvata con il parere favorevole del Dicastero, è stato istituito un tavolo tecnico nel cui ambito le cooperative locali delle marinerie hanno chiesto che venisse trattata e risolta la problematica degli indennizzi per i pescatori di Capo Frasca, evitando di ricorrere al più ampio e lungo processo di revisione del protocollo di intesa del 1999, che non ribadisco perché è testé richiamato proprio dall'interpellante. Questa richiesta è stata accolta e in tal senso si è proceduto a definire i diversi aspetti degli indennizzi da corrispondere e i criteri di applicazione. La tematica è stata posto all'attenzione del tavolo di confronto istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con il coinvolgimento della Presidenza della regione Sardegna stessa. Il Governo ha definito gli approfondimenti necessari per individuare una soluzione idonea della questione, che ha visto l'impegno sia dell'Esecutivo nazionale, che di quello regionale, ognuno per le rispettive incombenze, secondo un metodo di leale collaborazione istituzionale. Sotto la guida della Presidenza del Consiglio dei ministri è stato concordato di effettuare nei prossimi giorni una riunione con il necessario coinvolgimento del Ministero dell'economia e delle finanze e ovviamente anche con la regione Sardegna proprio per venire incontro alle istanze dei pescatori del comparto marittimo di Oristano. 
In sintesi, sia in linea con la politica generale testé richiamata, sia in relazione all'istanza rappresentata, confidiamo che al più presto si giunga alla definizione e alla conclusione di una tematica che sicuramente ha suscitato da parte del Governo la doverosa attenzione.

Replica

Grazie per la risposta, sottosegretario. Apprendo con soddisfazione che il Governo ribadisce, in prima cosa, la necessità di una riflessione importante rispetto alla presenza delle servitù militari nell'isola.
È importante che questo processo e questa riflessione vadano avanti, ma apprendo anche con soddisfazione – e ringrazio il Governo – perché si presenta tutta l'intenzione di portare a compimento questo processo che porterà agli indennizzi ai pescatori e questo è un fatto – ripeto – per noi molto importante. Il Governo e lei ci ha parlato dei prossimi giorni, di un percorso che si porterà a compimento nei prossimi giorni; io sono contenta, staremo a guardare. Le dico subito che i pescatori oggi ci stanno ascoltando, quindi quello che lei ha detto a me lo sta dicendo direttamente a queste comunità e a queste seicento famiglie. E allora dico che siamo qui, aspettiamo e nel frattempo controlliamo che questo veramente accada.