17/10/2014
Donata Lenzi
Crimì, Albini, Amato, Ascani, Bazoli, Mariastella Bianchi, Bonomo, Camani, Carnevali, Casellato, Chaouki, Coppola, Cova, Dallai, De Menech, Marco Di Maio, Donati, Fregolent, Galperti, Gandolfi, Gelli, Ginato, Giorgis, Impegno, Maestri, Malpezzi, Manzi, Martelli, Moretto, Naccarato, Pastorino, Quartapelle Procopio, Richetti, Rotta, Rubinato, Sbrollini, Scuvera, Senaldi, Zardini
2-00719

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   l'Europa, per il riconoscimento del titolo, richiede che i laureati in medicina abbiano un alto livello di preparazione ed in base a queste esigenze ogni Stato europeo, sulla base del proprio sistema universitario e sociale, ha dato risposta sia migliorando le modalità di insegnamento che stabilendo il numero massimo di posti disponibili per garantire la necessaria preparazione individuando le modalità di selezione dei giovani interessati a tale tipo di studi;
   l'Italia presenta, rispetto agli altri Paesi europei, un numero elevatissimo di studenti che vogliono accedere agli studi universitari di medicina e intraprendere la professione medica, ma ha una università che può garantire l'alta formazione professionale medica a poche decine di migliaia di studenti, numero peraltro proporzionato a quello degli altri Stati europei. La selezione avviene attraverso un concorso «test» annuale sempre oggetto di critiche e di ricorsi. Proprio per questi motivi è stata modificata la legislazione 5 volte negli ultimi anni;
   dopo l'ultimo concorso «test» per l'accesso a medicina, molti provvedimenti dei Tribunali amministrativi regionali, emessi in via cautelativa e non definitiva, sollevando dubbi sull'assenza di garanzia dell'anonimato, hanno dato la possibilità a migliaia di studenti esclusi dal test di iscriversi con riserva alle facoltà di medicina;
   tale situazione avrà gravi ripercussioni nella formazione dei futuri medici e nella programmazione sanitaria;
   l'immatricolazione con riserva decretata dai tribunali amministrativi presso le università di medicina, non rappresenta un obbligo da eseguire «tout court», in quanto se vi è l'impossibilità fisica e didattica di accogliere migliaia di nuovi studenti di medicina e di garantire loro un alto livello di preparazione, il Ministero e l'università ben si possono opporre per evitare gravi inadempienze;
   i concorrenti non vincitori che non hanno fatto ricorso vengono di fatto «scavalcati» dai ricorsisti;
   nessuna tutela è stata data per garantire che prima dell'iscrizione con riserva, e fino al raggiungimento dei posti disponibili a livello nazionale, si proceda a consentire l'iscrizione di coloro che nel test hanno avuto un punteggio superiore a quello dei ricorrenti;
   il Ministro può impugnare tutti i provvedimenti dei tribunali amministrativi ricorrendo al Consiglio di Stato ma al momento nulla è stato fatto;
   a quanto risulta agli interpellanti nessun provvedimento è stato preso contro il personale che ha consentito il non corretto espletamento del test –:
   se intenda procedere secondo le considerazioni svolte e, in particolare, se intenda far ricorso al Consiglio di Stato contro le decisioni dei TAR.