19/04/2017
Ernesto Preziosi
Arlotti, Bargero, Basso, Bazoli, Bergonzi, Berlinghieri, Borghi, Carrescia, Casati, Colaninno, Cova, Covello, D'Incecco, Donati, Fioroni, Fragomeli, Galperti, Giulietti, Grassi, Gribaudo, Tino Iannuzzi, Iori, Lodolini, Nicoletti, Palma, Patriarca, Piccione, Prina, Quartapelle Procopio, Paolo Rossi, Rubinato, Francesco Sanna, Sbrollini, Scuvera, Senaldi, Taricco, Tartaglione, Zanin, Zardini, Monaco, Miotto
2-01759

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   il giorno 9 aprile 2017, domenica delle palme, particolare solennità religiosa per tutte le comunità cristiane nel mondo, due attentati suicidi in Egitto, nelle chiese copte gremite di fedeli di Tanta ed Alessandria, provocavano 47 morti e più di cento feriti, nel primo caso addirittura in diretta televisiva;
   immediata è stata la rivendicazione dell'attentato da parte della cellula egiziana di Daesh operante ormai da alcuni anni nella penisola del Sinai che ha già preso di mira unità militari e di polizia e l'industria turistica, attribuendosi, tra l'altro la strage del volo Metrojet 9268 con la morte delle 224 persone a bordo;
   non è la prima volta che la comunità copta è fatta oggetto di attentati da parte dei terroristi islamici. Il 12 dicembre 2016, nella cattedrale di Abassia al Cairo, durante una preghiera comune con i mussulmani, ci furono 25 morti;
   questi attentati contro i cristiani d'Egitto, i più gravi dall'apparizione di Daesh, giungono a tre settimane dall'arrivo di Papa Francesco in Egitto il quale ha peraltro confermato il viaggio previsto per il 28 e 29 aprile prossimi;
   non ci si può accontentare di attribuire la causa di queste stragi solo all'intolleranza religiosa e alla volontà di pulizia etnica; questi elementi che pure esistono e sono gravi non possono nascondere il carattere di atto politico rivolto a minare l'integrità e l'unità del Paese e, con esso, a destabilizzare il Medioriente e più in generale la comunità internazionale, azione che peraltro procede da anni, con modalità sconosciute nel passato, esemplari a tale proposito i tanti focolai di guerre civili che si accendono in Africa centrale, nella penisola arabica e in Medioriente;
   l'uso della violenza contro la comunità cristiana mira a rompere un equilibrio religioso antichissimo che ha permesso, nei secoli, l'integrazione, lo sviluppo di cultura e dialogo e che rappresenta una delle maggiori ricchezze dell'Egitto e dell'area mediorientale;
   accanto all'impegno delle religioni rivolto ad intensificare il dialogo e la conoscenza reciproca, accanto ai passi dedicati ad accelerare il cammino ecumenico e il dialogo interreligioso che non mancano ma vanno intensificati e portati al livello di base, è necessaria un'azione politica;
   il 23 settembre del 2015 la Camera dei deputati ha approvato una mozione che impegna il Governo «a rafforzare (...) l'applicazione della libertà di religione e della protezione delle minoranze religiose nei Paesi a rischio, nel rispetto della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo» nonché a «destinare parte dei fondi per la cooperazione allo sviluppo per il sostegno di progetti di tutela delle minoranze religiose e per la promozione di una cultura di tolleranza religiosa»;
   la situazione determinatasi in Egitto chiama il nostro Paese in primis, ma anche tutti gli altri partner europei e le istituzioni comunitarie, nonché quelle internazionali a un di più di presenza e responsabilità per assicurare alla popolazione egiziana un presente e un futuro di pacifica convivenza e in assoluta sicurezza;
   occorre affrontare la situazione egiziana nel quadro di una politica mediterranea, perché è in tutta questa area, dal Nord Africa alla Turchia, che i radicalismi cercano di cancellare secoli di convivenza e dialogo fra le fedi. L'interesse dell'Italia e dell'Europa è la pacificazione e lo sviluppo e occorre capire che l'impegno per la libertà religiosa è il terreno su cui poggiano le possibilità di stabilizzazione di tutta quest'area di cui siamo parte;
   il tragico e barbaro rapimento di Giulio Regeni, con la sua scomparsa avvenuta in circostanze ancora da chiarire, dal momento che non sono stati trovati i responsabili, dà al nostro Paese titoli ulteriori per guidare iniziative volte ad assicurare un contrasto efficace della minaccia terroristica in un paese chiave come l'Egitto per gli equilibri mediterranei –:
   se e quali iniziative il Governo intenda assumere, in via bilaterale e attraverso e le istituzioni comunitarie, per rivestire quel profilo e quelle responsabilità descritti nelle premesse, ovvero per rendere più incisivo il ruolo dell'Italia in Egitto, con particolare riferimento ai temi dei diritti umani e della libertà religiosa.