14/07/2015
Roberto Morassut
Cinzia Maria Fontana
2-01034

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che: 
come è noto, il Governo non ha inteso rinnovare per tutto il 2015 la sospensione dell'esecuzione degli sfratti per finita locazione nei confronti di nuclei familiari in possesso di determinati requisiti: reddito familiare non superiore a 27 mila euro e contemporaneamente la persistenza di gravi fragilità quali presenza di minori, anziani ultra sessantacinquenni portatori dihandicap gravi, malati terminali; 
fortissime sono state le proteste delle organizzazioni degli inquilini che hanno svolto, nel corso della conversione in legge del decreto cosiddetto «mille proroghe» iniziative, anche presso la Camera dei Deputati, come per esempio quella promossa dall'Unione inquilini il 20 gennaio 2015 a Piazza Monte Citorio; 
tuttavia, in sede di conversione del decreto-legge in materia di differimento termini (decreto-legge n. 192 del 2014) è stato inserito il comma 10-bis dell'articolo 8 che ha previsto quanto segue: «10-bis, Nelle more dell'attuazione, per l'annualità 2015, del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di cui all'articolo 11, comma 5, della legge 9 dicembre 1998, n. 431, e successive modificazioni, e dell'effettiva attribuzione delle risorse alle regioni, e comunque fino al centoventesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, al fine di consentire il passaggio da casa a casa per i soggetti interessati dalle procedure esecutive di rilascio per finita locazione di cui all'articolo 4, comma 8, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2014, n. 15, il competente giudice dell'esecuzione, su richiesta della parte interessata, può disporre la sospensione dell'esecuzione di dette procedure»; 
la norma sostanzialmente dispone, pertanto, che i nuclei familiari, con i limiti di reddito e le condizioni di fragilità suddette, al fine di consentire loro il passaggio da casa a casa, possano godere di contributi economici previsti dal succitato decreto del Ministro dei trasporti, relativo al cosiddetto fondo sociale affitti, e, nelle more di tale erogazione, possano avere dal giudice competente, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, ovvero entro il 27 giugno 2015, una sospensione delle procedure di esecuzione; 
il previsto decreto ministeriale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 marzo 2015, ha stabilito che: 
a) una quota non superiore al 25 per cento delle risorse ripartite alle regioni per il fondo sociale affitti relativo al 2015, di complessivi 100 milioni, sia riservata a detti nuclei familiari, «promuovendo prioritariamente la sottoscrizione di contratti a canone concordato»; 
b) entro 30 giorni (quindi entro il 5 aprile 2015) i comuni avrebbero dovuto comunicare alle regioni il numero dei provvedimenti esecutivi di rilascio per finita locazione per i soggetti interessati; in possesso dei requisiti di reddito e delle condizioni di fragilità stabiliti; 
c) entro i successivi 30 giorni (pertanto entro il 5 maggio 2015) le regioni avrebbero dovuto provvedere al riparto delle disponibilità e all'erogazione delle risorse statali trasferite; 
le suddette procedure prevedono tempistiche serrate al fine di permettere che la scadenza del 27 giugno non provochi episodi di esecuzioni forzata ai danni dei detti soggetti con redditi bassi e gravi fragilità familiari, senza che siano precedentemente messi in campo quei strumenti economici che consentano di attuare la previsione fondamentale della norma: «consentire il passaggio da casa a casa»; 
il loro rigoroso rispetto è pertanto necessario, anche al fine di prevenire gravi condizioni di disagio nelle aree metropolitane e nelle altre città, già interessate in questi anni da un fenomeno generale di incremento degli sfratti (in particolare per la causale della morosità) molto elevato e che mette gravemente a repentaglio la coesione sociale –: 
quanti e quali siano i comuni che hanno comunicato alle regioni gli elenchi dei soggetti in possesso dei requisiti per godere dei contributi previsti dalla norma legislativa in questione, sulla base dei fondi ripartiti alle regioni con il succitato decreto; 
quali e quante siano le regioni che hanno, conseguentemente, provveduto al riparto delle risorse disponibili e all'erogazione delle risorse statali trasferite; 
in quanti e quali comuni siano stati erogati i contributi ovvero tali procedure siano in corso di svolgimento; 
quanti nuclei familiari abbiano, a tutt'oggi, usufruito concretamente di detto contributo e conseguentemente quanti nuovi contratti a canone concordato siano stati sottoscritti a favore dei suddetti nuclei familiari; 
se non ritenga necessario, infine, al fine di prevenire conseguenze gravi nella coesione sociale e per garantire il rispetto della finalità della norma legislativa in questione, intervenire con un provvedimento di urgenza, al fine di prolungare il termine stabilito dal suddetto comma 10-bis dell'articolo 8 della legge 11 del 2015, rendendolo quantomeno coincidente con la concreta erogazione del contributo ai nuclei familiari e l'effettivo completamento del percorso previsto del passaggio da casa a casa. 
 

Seduta dell'11 settembre 2015

Illustrazione e replica di Roberto Morassut, risposta del governo di Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti.

Illustrazione

Grazie, Presidente. Sarà un'illustrazione breve, ma questa interpellanza era stata presentata prima della pausa estiva perché il 30 giugno, sostanzialmente, scadevano i termini non di proroga degli sfratti, ma quelli entro i quali si sarebbe potuto utilizzare del tempo per affrontare il tema delle procedure esecutive di rilascio per finita locazione legate al decreto milleproroghe approvato a febbraio. 
Il tema degli sfratti è un tema, purtroppo, che fa parte della storia di questo Paese: è un aspetto specifico del più ampio tema dell'emergenza abitativa, che si è aggravato nel corso degli ultimi anni; purtroppo, affrontato sempre con misure emergenziali, tra cui le proroghe periodiche, anno dopo anno, che sono state approvate dal Parlamento, in sede, spesso, di milleproroghe, di esecuzione dei provvedimenti di rilascio. 
Però, nel 2014 – voglio citare solo questo dato, che è del Ministero dell'interno – i provvedimenti di rilascio sono stati oltre 77 mila, con un aumento del 5 per cento su quelli del 2013, che erano stati poco più di 69 mila. L'89 per cento di questi provvedimenti sono per morosità incolpevole. 
Sempre nel 2014 poi, però, le richieste di esecuzione con ufficiali giudiziari sono state più di 150 mila, con un aumento del 14 per cento nel 2013, e le esecuzioni forzate 36 mila, con un aumento del 13 per cento. Questo soltanto per citare i dati, i fattori numerici, della gravità del fenomeno. 
Quest'anno il Governo, io credo alla fine comprensibilmente, anche se forse ancora per quest'anno sarebbe stato necessario avere qualche mese di tempo in più, ha ritenuto di non rinnovare per tutto il 2015 la sospensione dell'esecuzione degli sfratti per finita locazione nei confronti di quei nuclei familiari in possesso di determinati requisiti: reddito familiare non superiore a 27 mila euro e contemporaneamente con la persistenza di gravi fragilità quali presenza di minori, anziani ultrasessantacinquenni portatori di handicap gravi e malati terminali. Si è scelta un'altra strada. Si è scelta sostanzialmente la strada, all'interno del «milleproroghe», di stabilire un termine di quattro mesi, dal momento dell'approvazione del decreto a febbraio, quindi fino al 30 giugno, entro i quali, stante una programmazione delle risorse per il Fondo affitti da distribuire attraverso le regioni e i comuni, sulla base di indicazioni provenienti alle regioni dagli stessi comuni, sarebbe stato possibile intervenire con una proroga, con interventi di tamponamento, fino al 30 giugno, per evitare le esecuzioni (in attesa della distribuzione di queste risorse) da parte dei giudici a cui era richiesta l'esecuzione dalle parti interessate agli sfratti. Quindi, sostanzialmente, abbiamo avuto una sorta di proroga in attesa che si mettesse in moto, in quei quattro mesi, un'azione delle amministrazioni locali, sulla base dei Fondi disponibili a livello nazionale, per supportare il pagamento degli affitti e, quindi, ridurre l'emergenza sfratti. 
Questa interpellanza era stata presentata prima delle ferie estive per avere, in vista del 30 giugno, un quadro dell'andamento della situazione. Ora sostanzialmente non si può che chiedere al Governo qual è l'esito di questo percorso, ovvero capire quanto di quella quota stabilita dal decreto del 25 per cento delle risorse disponibili, che erano circa 100 milioni, è stata effettivamente utilizzata, che cosa i comuni hanno indicato alle regioni e come le regioni hanno distribuito queste risorse. Questo non tanto per un fatto cronachistico, per sapere come sono andate le cose, ma soprattutto per capire come sta girando il meccanismo di distribuzione delle risorse. Noi sappiamo che le risorse disponibili per gli affitti sono state, seppure programmate nel corso degli anni, sempre con quote e con disponibilità minori. Abbiamo poi registrato, e ci si è resi conto, delle difficoltà di distribuzione di queste risorse, delle farraginosità dei meccanismi amministrativi e burocratici per far pervenire ai comuni le risorse da parte delle regioni, ovvero la dislocazione delle pur scarse risorse per la tutela del Fondo affitti, per l'utilizzo effettivamente efficace del Fondo affitti. C’è, quindi, un problema specifico che nell'interpellanza si chiede di chiarire in relazione all'andamento di questo passaggio nel quale c’è una problematica in più, ovvero il fatto che la proroga degli affitti sostanzialmente non c’è stata, si è interrotta a metà dell'anno. 
Questo è il senso dell'interpellanza. Naturalmente questo tema è all'interno di un tema più generale che non è materia dell'interpellanza in questione, ma che comunque non può non essere, visto il passaggio, citato: capire in quale direzione muovere in una stagione di riforme per affrontare il tema più complessivo dell'emergenza abitativa, del rilancio dell'edilizia residenziale pubblica, delle politiche che sono politiche di finanziamento specifiche del settore casa, di sostegno, quindi di carattere finanziario, ma anche di carattere infrastrutturale e cioè di intervento sulle città per ridare fiato ad una politica di edilizia residenziale pubblica, sociale di housing sociale, in una fase che è caratterizzata anche dall'accentuazione della domanda proprio per l'azione dell'afflusso di nuovi migranti, dal mutamento della composizione della popolazione che necessita e dalla domanda di edilizia residenziale sociale. Per cui siamo portati a pensare che questa domanda, già molto alta, crescerà nei prossimi anni.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Come è noto, la legge 8 febbraio 2007, n. 9, al fine di contenere il disagio abitativo presente soprattutto nei comuni metropolitani, ha sospeso le procedure esecutive di sfratto per finita locazione nei confronti di determinate categorie. Si tratta di nuclei familiari in possesso dei seguenti requisiti: reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27 mila euro; che siano o abbiano nel proprio nucleo familiare persone ultrasessantacinquenni, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento, purché non in possesso di altra abitazione adeguata al nucleo familiare nella regione di residenza. La sospensione si applica, alle stesse condizioni, anche ai conduttori che abbiano, nel proprio nucleo familiare, figli fiscalmente a carico. 
Successivamente, ulteriori provvedimenti legislativi, hanno prorogato la sospensione delle procedure di sfratto per tali categorie; l'ultima proroga ha avuto efficacia fino al 31 dicembre 2014. La sospensione ha interessato circa 2 mila nuclei familiari. Il dato è stato desunto dall'Agenzia delle entrate sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate dai proprietari che possono, a fronte del mancato rilascio dell'immobile, non dichiarare ai fini IRPEF il reddito derivante dalla locazione dell'immobile interessato dalla sospensione. Per maggiore informazione, va segnalato che il fenomeno sfratti riguarda anche la categoria morosità (circa 65 mila a livello aggregato) unitamente a quella della finita locazione (circa 5 mila), che investe categorie più ampie di quelle considerate dalla legge n. 9 del 2007; residuale risulta essere lo sfratto per necessità del locatore (circa il 3 per cento). 
Tra le diverse recenti misure di contrasto al disagio abitativo adottate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ricordo il Programma di recupero e razionalizzazione degli immobili ed alloggi di edilizia residenziale pubblica, adottato ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 47 del 2014, il quale, con una dotazione di 467,9 milioni di euro, prevede espressamente che parte degli alloggi recuperati siano prioritariamente assegnati ai soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio in possesso delle caratteristiche economico-sociali individuate dal citato articolo 1, comma 1, della legge 8 febbraio 2007, n. 9. 
Per quanto concerne il Fondo nazionale per l'accesso alle abitazioni in locazione di cui all'articolo 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431, (definanziato dal 2012) è stata ripartita ed erogata alle regioni la disponibilità 2014-2015 di complessivi 200 milioni nel biennio. Tale strumento può essere ora utilizzato, oltre che per la concessione ai conduttori aventi determinati requisiti di contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione, anche per sostenere iniziative intraprese dai comuni e dalle regioni tese a favorire la mobilità nel settore della locazione, attraverso il reperimento di alloggi da concedere in locazione a canoni concordati di cui può beneficiare l'intera platea dei soggetti sottoposti a procedura di rilascio dell'immobile purché in possesso di determinati requisiti, secondo quanto stabilito dall'articolo 2 del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, convertito dalla legge 13 maggio 2014, n. 80. 
Circa l'utilizzo della riserva del 25 per cento per gli sfrattati, con il decreto 29 gennaio 2015, concernente il riparto della disponibilità assegnata al Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione per l'anno 2015, pari a 100 milioni di euro, si è ritenuto di avviare, in aggiunta alle finalità generali del Fondo, che consente di erogare contributi per il pagamento dei canoni di locazione per soggetti in possesso di determinati requisiti, anche concrete azioni di contrasto al disagio abitativo dei conduttori di immobili appartenenti alle categorie sociali di cui all'articolo 1, comma 1, della citata legge n. 9 del 2009, sottoposti a procedure esecutive di rilascio per finita locazione. 
Per le sopracitate finalità il decreto intende promuovere, prioritariamente, la sottoscrizione di nuovi contratti a canone concordato. Come correttamente evidenziato dall'onorevole interpellante, il decreto ministeriale 29 gennaio 2015 ha previsto che i comuni interessati, entro trenta giorni dalla data di pubblicazione del decreto stesso, comunicassero alla regione il numero dei provvedimenti esecutivi di rilascio emessi nei confronti delle categorie sociali di cui al citato articolo 1, comma 1, della legge n. 9 del 2007 e che le regioni, nei successivi trenta giorni, provvedessero al riparto delle disponibilità e all'erogazione delle risorse statali trasferite; si è trattato, pertanto, di una procedura che si è svolta esclusivamente a livello territoriale (comunale e regionale). 
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha comunque avviato un monitoraggio per misurare l'efficacia delle misure di sostegno poste in essere relativamente alle annualità 2014 e 2015. 
Fattore di forte criticità, segnalato dalle regioni, all'interno della procedura di assegnazione e utilizzo delle risorse relativamente all'utilizzo dell'accantonamento del 25 per cento del riparto 2015 del Fondo di cui alla legge n. 431 del 1998, è l'estrema difficoltà dei comuni di accedere ai dati relativi al numero dei provvedimenti esecutivi di rilascio emessi nei confronti delle categorie sociali di cui al più volte citato articolo 1, comma 1, della legge n. 9 del 2007. 
In merito al Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni, dai dati acquisiti alla data del 30 aprile 2015, sulla disponibilità complessiva per il biennio 2014-2015 pari ad oltre 324 milioni di euro (di cui 200 milioni statali) le risorse assegnate dalle regioni ai comuni ammontano a 93,7 milioni di euro e quelle effettivamente trasferite a meno di 75 milioni. Mentre, sull'utilizzo della riserva del 25 per cento, sul riparto 2015 di 100 milioni, il monitoraggio restituisce un dato di pressoché inutilizzo: 1,4 milioni su 25. Anche alla data del 30 giugno 2015 si evidenzia un utilizzo che, seppure incrementato rispetto al precedente valore riscontrato, risulta comunque ridotto: euro 3.540.854,23. In tale contesto le regioni che hanno utilizzato seppure parzialmente la riserva del 25 per cento sono: la Toscana con euro 994.000; il Lazio con euro 900.000; l'Abruzzo con euro 14.460; il Molise con euro 205.148,141; la Puglia con euro 1.344.000; la Sardegna con euro 133.245,82. 
Peraltro, dette regioni che hanno parzialmente utilizzato tale riserva hanno fornito esclusivamente il dato aggregato economico utilizzato e non il numero dei contributi assegnati; soltanto le regioni Puglia e Sardegna hanno elencato i comuni cui hanno trasferito le risorse. La regione Puglia, come ho detto per complessivi 1.344.000,00 euro, per la provincia di Bari: Bari, Capurso, Corato, Giovinazzo, Modugno, Molfetta, Noicattaro; per la provincia di Barletta-Andria-Trani: Barletta; per la provincia di Brindisi: Brindisi, Cellino S. Marco; per la provincia di Foggia: Foggia, Cerignola, Manfredonia, San Giovanni Rotondo; per la provincia di Lecce: Arnesano, Lequile, Squinzano, Surbo; per la provincia di Taranto: Faggiano, Martina Franca, Massafra, Monteiasi, Montemesola, Mottola, Pulsano. La regione Sardegna, per complessivi 133.245,82 euro: Cagliari per euro 52.678,58; Quartu S. Elena: 68.172,58; Quartucciu: 3.098,74; Sestu: 9.296,22. 
Per quanto concerne, poi, il Fondo inquilini morosi incolpevoli, il monitoraggio restituisce un quadro procedurale regionale molto articolato. Su un totale di 83,39 milioni di euro disponibili (di cui 68,46 statali) le risorse assegnate dalle regioni si attestano a 23,49 milioni mentre quelle effettivamente trasferite sono pari a poco più di 12 milioni. I contratti rinnovati ammontano a 204; i nuovi contratti sottoscritti a canone concordato sono 78; quelli rinegoziati con un canone inferiore risultano 38; i differimenti di esecuzione dei provvedimenti di rilascio sono 501; le assegnazioni di alloggi ERP sono 31. 
A fronte del quadro sopra descritto, che restituisce un utilizzo non soddisfacente delle risorse impiegate da parte degli enti beneficiari, è intenzione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti precisare, mediante apposita circolare, le iniziative da assumere per un coinvolgimento più incisivo degli enti locali al fine di ridurre l'impatto degli sfratti innalzando l'efficacia delle misure di sostegno poste in essere. 
In particolare, si è sensibilizzato il Ministero dell'interno affinché i prefetti diano comunicazione ai sindaci della data di impiego della forza pubblica per l'esecuzione dei provvedimenti di sfratto al fine di consentire agli stessi di adottare tutte le misure che favoriscono il passaggio di casa in casa dei soggetti interessati dalle procedure esecutive di rilascio per finita locazione, e di attivarsi, inoltre, per l'utilizzo delle risorse di cui al punto 2 del citato decreto del 29 gennaio 2015 di riparto della disponibilità 2015, assegnato al Fondo nazionale di sostegno per l'accesso alle abitazioni in locazione, promuovendo prioritariamente la sottoscrizione di nuovi contratti a canone concordato; ancora, l'assegnazione in via prioritaria, qualora i soggetti interessati siano in possesso dei requisiti previsti per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica, degli alloggi di risulta da recuperare con interventi di non rilevante entità, vale a dire nel massimo di 15 mila euro ad alloggio, del predetto programma di recupero ERP; infine, qualunque ulteriore e utile iniziativa anche per il tramite di agenzie o istituti per la locazione.  Ricordo da ultimo che sul tema della proroga sfratti sono in corso presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti numerosi incontri con il sindacato degli inquilini e le altre associazioni di categoria per individuare azioni che non siano una proroga della proroga, ma che portino a realizzare la politica del passaggio da casa a casa dei soggetti interessati.

Replica

Grazie Presidente, ringrazio il sottosegretario, il Ministero e il Governo per questa puntuale risposta che ci dà elementi di conoscenza più diretta e che, comunque, conferma gli elementi di preoccupazione contenuti nell'interpellanza sull'efficacia delle misure di sostegno e delle modalità di distribuzione amministrativa e dei meccanismi burocratici attuati dalle regioni per il sostegno all'affitto. Spero che poi avremo modo, in occasione della prossima legge di stabilità, di discutere e di sintonizzare meglio le azioni del Governo e delle regioni sulla base di questi elementi che qui ci sono stati forniti.