05/05/2014
Mara Carocci
Tullo, Basso, Quaranta, Vazio, Coccia, Marco Meloni, Mariani, Giacobbe, Rocchi, Manzi, Ghizzoni, Bossa, Incerti, Pastorino, Piccoli Nardelli, Fiorio, D'Ottavio, Biasotti, Oliaro, Pes, Malisani, Carnevali, Carrescia, Narduolo, Orfini, Lainati, Rampi, Zampa, Crimì, Cimbro, Marchi
2-00524

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per sapere – premesso che: 
   la legge 24 dicembre 2003, n. 350, la cosiddetta legge Genova, stabilisce un contributo straordinario riconosciuto a favore della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova; 
   in tal senso, si prevede che dal 2004, anno in cui Genova è stata nominata «capitale europea della cultura», una quota fissa ripetibile e non percentualizzata di 2.500.000 euro sia mantenuta a sostegno del Teatro Carlo Felice, in aggiunta al riparto del Fondo unico per lo spettacolo spettante alla Fondazione Teatro Carlo Felice; 
   tuttavia, a partire dal 2010, tale contributo, stabilito per legge, ha subito una riduzione improvvisa di circa il 40 per cento, arrivando a 1.128 mila euro nella stagione 2013 e nel 2014 sarà, a seguito di ulteriori accantonamenti, di 888 mila euro, con un'ulteriore riduzione di 240.000 euro; 
   tuttavia, è noto che la legge n. 350 del 2003 – tuttora in vigore – mantenga lo stanziamento originale di euro 2.500.000 euro e che, quindi, come precedentemente sottolineato, le riduzioni subite siano dovute ad accantonamenti stabiliti anno per anno; 
   tale decurtazione, aggiunta ai 650 mila euro di taglio previsti dalla legge n. 112 del 2013, porta ad una riduzione complessiva del fondo di 900 mila euro, allontanando così la prospettiva di pareggio del bilancio nonostante il ricorso effettuato negli ultimi due anni a contratti di solidarietà fino al 40 per cento; 
   infatti, la legge n. 112 del 2013 stabilisce un «bonus» destinato a quelle fondazioni cosiddette virtuose, ovvero quelle che hanno ottenuto il pareggio di bilancio nel triennio 2011-2013; 
   tale incentivo verrà distribuito tagliando ulteriormente del 5 per cento il Fondo unico per lo spettacolo destinato alle fondazioni: tale penalizzazione per la Fondazione Teatro Carlo Felice è stimabile in 650.000 euro; 
   la legge n. 112 del 2013 stabilisce, inoltre, che le fondazioni in crisi economica che non possono far fronte ai debiti certi ed esigibili da parte dei terzi, o quelle commissariate da almeno due anni, possano accedere a un fondo di rotazione di 75 milioni di euro per il 2014 per la concessione di finanziamenti di durata fino a un massimo di 30 anni; 
   tuttavia, per accedere a tale fondo, gli ex enti lirici in crisi hanno dovuto presentare un piano di risanamento che doveva prevedere la riduzione fino al 50 per cento del personale tecnico e amministrativo in organico al 31 dicembre 2012, una razionalizzazione del personale artistico nonché la cessazione dell'efficacia dei contratti integrativi aziendali in vigore e, per quanto riguarda gli stipendi, l'applicazione del minimo sindacale; 
   in tal senso, il Teatro Carlo Felice sta vivendo una crisi occupazionale drammatica; 
   l'organico della Fondazione Teatro Carlo Felice, inferiore rispetto all'organico funzionale (-60 unità), non potrà essere ridotto ancora di molto in quanto ciò comprometterebbe il regolare funzionamento della struttura e i requisiti minimi in materia di sicurezza sul lavoro; 
   nel dicembre 2013 sono stati erogati oltre 7 milioni di euro ai teatri di Firenze e Trieste. Gli ulteriori 18 milioni di euro andranno divisi tra le restanti fondazioni che, come evidente, non beneficeranno del trattamento riservato alle prime due; 
   appare, dunque, chiaro come il ripristino della quota originale prevista dalla legge n. 350 del 2003 rappresenterebbe un apporto fondamentale nel percorso di ristrutturazione intrapreso dalla Fondazione Teatro Carlo Felice –: 
   quali iniziative intenda adottare perché lo stanziamento originale previsto dalla cosiddetta legge Genova venga erogato nella sua totalità, comprese le quote decurtate per accantonamento.

 

Seduta dell'8 maggio 2014

Illustrazione e replica di Mara Carocci, risposta del Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua

Illustrazione

Mara Carocci: Signor Presidente, cercherò di essere sintetica e, quindi, non racconterò la storia del Teatro Carlo felice che la sottosegretaria sicuramente conosce bene. Farò riferimento in particolare a due leggi: una è la legge n. 350 del 2003 e l'altra la n. 112 del 2013. 
  Più marcatamente parlerò della legge n. 350 la cosiddetta «legge Genova» che stabilisce che dal 2004, anno in cui Genova è stata nominata capitale europea della cultura, una quota fissa ripetibile, e non percentualizzata di 2.500.000 euro sia mantenuta a sostegno del Teatro Carlo Felice in aggiunta al riparto del Fondo unico per lo spettacolo. Tuttavia a partire dal 2010 tale contributo, stabilito per legge, ha subito una riduzione improvvisa di circa il 40 per cento arrivando a 1.128.000 mila euro nella scorsa stagione. 
  Quest'anno un'ulteriore significativa riduzione per accantonamenti ha portato il Fondo a 888 mila euro. Però la legge n. 350 è tuttora in vigore; lo stanziamento originale di 2 milioni 500 mila euro non è stato modificato; le riduzioni sono dovute solo ad accantonamenti stabiliti anno per anno. 
  Veniamo adesso alla legge n. 112, la cosiddetta legge Bray. Secondo le stime si rischia una decurtazione per il riparto del Fondo unico dedicato al Carlo Felice di ulteriori 650 mila euro; questo in quanto l'incentivo del 5 per cento del FUS destinato alle fondazioni cosiddette virtuose potrebbe quest'anno non arrivare al Carlo Felice. Mi spiego: occorre avere il bilancio in pari per tre anni consecutivi. Il pareggio di bilancio è stato raggiunto dal Carlo Felice nei due anni scorsi e quest'anno sarebbe raggiungibile se non vi fossero le decurtazioni di cui sopra ho parlato. 
  Quindi, sintetizzando al massimo, ricordo ancora che nel dicembre 2013 ai teatri di Firenze e di Trieste sono stati erogati 7 milioni di euro. Gli ulteriori 18 del Fondo unico per lo spettacolo saranno divisi tra le restanti 6 fondazioni, che, come è evidente, non beneficeranno del trattamento riservato alle prime due. 
  Appare, dunque, chiaro come il ripristino della quota originale prevista dalla legge n. 350 rappresenterebbe un apporto fondamentale nel percorso virtuoso di ristrutturazione intrapreso dalla fondazione. Chiedo, quindi, quali iniziative il Governo intenda adottare perché lo stanziamento originale previsto dalla legge Genova venga erogato nella sua totalità, comprese le quote decurtate per accantonamento. Senza questo difficilmente la fondazione del Teatro Carlo Felice riuscirà ad arrivare al pareggio di bilancio.

Risposta del Governo

Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo: Signor Presidente, mi riferisco all'interpellanza con la quale l'onorevole Carocci chiede notizie in merito allo stanziamento destinato al Teatro Carlo Felice di Genova. 
  Ricordo che, come richiamato dall'onorevole interpellante, la fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, ai sensi dell'articolo 4, comma 162, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 – legge finanziaria 2004 –, a decorrere dall'anno 2004, era destinataria di un contributo annuo pari a 2 milioni 500 mila euro. Tuttavia – come è ben noto all'onorevole interpellante – nel corso degli anni il contributo inizialmente così determinato dalla legge è stato gradualmente ridotto, in ragione delle esigenze di finanza pubblica, ad opera di successivi provvedimenti di finanza pubblica, subendo un destino comune a tutte le disposizioni di spesa di uguale natura. 
  Anche per il 2014, con il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 27 dicembre 2013, è stato disposto, in sede di ripartizione in capitoli delle unità di voto parlamentare relative allo stato di previsione della spesa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Tabella n. 13 – del bilancio di previsione dello Stato, uno stanziamento ridotto sul capitolo 6650, pari ad euro 915.247, ulteriormente rideterminato, a seguito di accantonamento, in 883.037 euro. 
  La possibilità di ripristinare l'originario importo deve essere valutata, come è noto, alla luce delle norme in tema di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche, che intendono ora affrontare in maniera più complessiva e mirata il problema dell'equilibrata gestione economico-finanziaria dei teatri in crisi. La fondazione teatro Carlo Felice di Genova, trovandosi nelle condizioni previste all'articolo 11, comma 1, della legge 7 ottobre 2013, n. 112, «... in quanto impossibilitata a far fronte ai debiti certi ed esigibili da parte di terzi», ha comunicato, il 6 dicembre scorso, formale adesione alla procedura prevista dall'articolo 11, comma 1 ed il successivo 21 dicembre, ha presentato formale richiesta di anticipazione a valere sul comma 9 del medesimo articolo 11, allo scopo di far fronte alla grave emergenza finanziaria. 
  Il comma 20-bis della disposizione in parola, nell'ambito dei nuovi criteri di ripartizione del Fondo Unico per lo Spettacolo destinato alle fondazioni lirico-sinfoniche di cui al precedente comma 20, ha previsto che per il triennio 2014-2016 una quota del 5 per cento dello stesso fondo sia destinata alle fondazioni che abbiano raggiunto il pareggio di bilancio nei tre esercizi finanziari precedenti: tale norma bilancia la previsione di fondi speciali previsti dalla stessa legge n. 112/2013 a favore delle fondazioni in stato di crisi, e quindi solo impropriamente si può parlare di riduzione del 5 per cento del fondo destinato alle fondazioni, né tantomeno si può quantificare l'incidenza di questa riduzione sullo stanziamento finale proveniente dal FUS che verrà assegnato alla fondazione teatro Carlo Felice di Genova per il 2014. 
  Allo stato attuale il Commissario straordinario del Governo, Pier Francesco Pinelli, ha proceduto all'esame del piano di risanamento presentato dalla fondazione ed in particolare ne ha verificato il rispetto delle speciali condizioni, previste dal comma 9, per l'ottenimento dell'anticipazione. Pertanto è stata predisposta a favore della fondazione l'erogazione di euro 3.103.164,00. 
  Allo stato, peraltro, essendo la determinazione del contributo complessivo a valere sui fondi rotativi di cui al citato articolo 11 in fase finale di istruttoria e valutazione da parte del Commissario straordinario, è prematuro emettere un giudizio sulle prospettive generali del teatro Carlo Felice, che nonostante la riduzione dello stanziamento del contributo straordinario previsto dalla cosiddetta «legge Genova», potrebbe fruire di un flusso di risorse atte a superare la crisi strutturale dell'ente.  Si fa presente, infine, che con decreto 20 febbraio 2014 è stata disposta l'erogazione della prima rata a valere sul FUS a favore della fondazione in parola, per l'importo di euro 6.279.950,58.

Replica

Mara Carocci: Signor Presidente, sono parzialmente soddisfatta, perché è vero che avremo un flusso di risorse che si spera siano atte a superare la crisi, ma le previsioni che stiamo facendo ci dicono che comunque, senza un ripristino del fondo della legge Genova, sarà molto difficile, nonostante i sacrifici che già sono stati fatti dai lavoratori del teatro stabile di Genova, che – vorrei ricordare – per due anni hanno attuato i contratti di solidarietà al 40 per cento, credo caso unico in Italia. 
  Uno dei punti critici è infatti la prevista possibile riduzione degli organici. Ora, il teatro di Genova è il più grande d'Italia ed è quello che già ad oggi ha il minor numero di addetti. Già adesso è difficile mettere in scena gli spettacoli. Riducendo ulteriormente il personale, come si dovrebbe fare per accedere ai fondi della legge Bray, si rischierebbe di non garantire né la messa in opera degli spettacoli né le misure minime di sicurezza per gli addetti ai lavori. 
  Io invito veramente la sottosegretaria, se vuole, a venire a visitare il teatro, a prendere visione personalmente delle strutture sceniche, che sono uniche in Europa. Abbiamo un teatro unico, vengono da noi da tutta Europa per copiarlo e noi ne rischiamo la chiusura, rischiamo la chiusura di una realtà culturale veramente unica in Italia e in Europa. 
  Per questo chiedo se è possibile un ulteriore intervento presso il MEF per recuperare i crediti della «legge Genova».