02/07/2014
Giovanni Burtone
Fassina, Anzaldi, Lauricella, Greco, Cova, D'Incecco, Casati, Albanella, Cardinale, Caruso, Cani, De Mita, Amato, Marco Di Stefano, Vecchio, Bray, Capone, Pisicchio, Murer, Boccuzzi, Capozzolo, Garofani, Scanu, Raciti, Moscatt, Gullo, Capodicasa, Bruno, Marco Meloni, Piepoli, Ventricelli, Zappulla
2-00609

 

 

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   la legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità per l'anno 2014) prevede, all'articolo 1, comma 216, che All'articolo 81, comma 32, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «di cittadinanza italiana» sono sostituite dalle seguenti: «cittadini italiani o di Stati membri dell'Unione europea ovvero familiari di cittadini italiani o di Stati membri dell'Unione europea non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero stranieri in possesso di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo». Il Fondo di cui all'articolo 81, comma 29, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è incrementato, per l'anno 2014, di 250 milioni di euro. In presenza di risorse disponibili in relazione all'effettivo numero dei beneficiari, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, è determinata una quota del Fondo da riservare all'estensione su tutto il territorio nazionale, non già coperto, della sperimentazione di cui all'articolo 60 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35. Con il medesimo decreto sono stabiliti le modalità di prosecuzione del programma carta acquisti, di cui all'articolo 81, commi 29 e seguenti, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, in funzione dell'evolversi delle sperimentazioni in corso, nonché il riparto delle risorse ai territori coinvolti nell'estensione della sperimentazione di cui al presente comma. Per quanto non specificato nel presente comma, l'estensione della sperimentazione avviene secondo le modalità attuative di cui all'articolo 3, commi 3 e 4, del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99. Il Fondo di cui all'articolo 81, comma 29, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è incrementato di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014-2016 ai fini della progressiva estensione su tutto il territorio nazionale, non già coperto, della sperimentazione di cui all'articolo 60 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, intesa come sperimentazione di un apposito programma di sostegno per l'inclusione attiva, volto al superamento della condizione di povertà, all'inserimento e al reinserimento lavorativi e all'inclusione sociale»;
   tale strumento innovativo stabiliva per la prima volta un principio di politica di contrasto alla povertà, settore in cui l'Italia purtroppo risulta essere agli ultimi posti nell'Unione europea;
   si tratta di un risultato importante in quanto, a partire dal secondo semestre del 2014, questa misura di contrasto alla povertà, ispirata al principio dell'inclusione attiva, con cui si confronteranno contemporaneamente tutte le amministrazioni locali, anche quelle che fino ad ora non hanno avuto alcuna esperienza circa la presa in carico dei beneficiari di programmi sociali e la costruzione per essi di piani personalizzati, dovrebbe vedere la luce;
   la copertura ammonta a 50 milioni di euro per le 12 città con più di 250 mila abitanti in cui già è stata avviata, a cui vanno aggiunti 140 milioni di euro, più 70 milioni di euro, per tutto il territorio delle regioni meridionali, più 40 milioni di euro per l'avvio della sperimentazione anche nelle regioni del centro-nord;
   si è giunti nel mese di giugno 2014 e tuttavia questa misura non ha ancora visto il via;
   i dati sulla povertà, soprattutto nel Mezzogiorno, sono molto critici e necessitano di una risposta immediata;
   l'avvio della sperimentazione sarebbe un fatto molto rilevante per recuperare dalla marginalità fasce significative di popolazione, soprattutto famiglie con minori e persone anziane a carico –:
   se e quali iniziative il Governo intenda adottare per rendere operativo lo strumento dell'inclusione attiva e se sia altresì già previsto un cronoprogramma per il Mezzogiorno con le amministrazioni che sono in grado di partire per la sperimentazione di tale strumento di contrasto alla povertà.
 

Seduta del 11 luglio 2014

Illustra e replica Giovanni Mario Salvino Burtone, risponde Umberto del Basso De Caro, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti

Illustrazione

Giovanni Mario Salvino Burtone: Signor Presidente, voglio illustrarla e, poi, replicare. Ho presentato, insieme ad altri colleghi, questa interpellanza urgente, perché volevamo sollecitare, vogliamo sollecitare il Governo ad avviare il programma di lotta alla povertà, al disagio grave che è presente nel nostro Paese e per rispondere, quindi, con un'attività di presenza che operi per evitare l'emarginazione con uno strumento, tra l'altro, che è presente nella legge di stabilità. 
Abbiamo presentato questa interpellanza, perché riteniamo che la crisi di questi anni stia veramente cambiando il volto sociale della nostra comunità e, in particolare, del Mezzogiorno. Io, signor sottosegretario, riprendo alcuni dati: l'OCSE ci dice che, tra il 2012 e il 2013, il 15 per cento degli adulti in Italia vive in famiglie che non percepiscono un reddito da lavoro. 
Nel 2007 la stessa percentuale era, invece, del 12,4 per cento. Il nostro Paese è il quartultimo dell'area OCSE per tasso di occupazione, con il 55,5 per cento; peggio di noi, la Spagna con il 54,3 per cento, la Turchia, con il 49,7 per cento e la Grecia, con il 49,2 per cento. Questo è un ritratto del nostro Paese molto preoccupante, che diventa ancora più grave se non è presente un'iniziativa legislativa da parte del Governo per dare risposta e protezione a coloro i quali hanno problemi di natura lavorativa. Infatti, meno di quattro disoccupati su dieci ricevono un sussidio a seguito della perdita del posto di lavoro per le difficoltà che trovano di occupazione. 
Questa situazione diventa ancora più grave nel Mezzogiorno, perché circa 5 milioni, ormai, di italiani vivono in povertà assoluta, la metà è proprio nel Mezzogiorno e la povertà è superiore alla media nazionale tra le famiglie che hanno due o più anziani e se il livello di istruzione della persona di riferimento è basso. Inoltre, registriamo, nel nostro Paese, anche la crisi degli strumenti degli ammortizzatori sociali in deroga, che sta portando settori della nostra comunità verso lo scivolamento nella povertà; c’è tanta gente che dovrebbe percepire questa indennità, che non ha possibilità di ricollocazione e che, per alcune lentezze burocratiche, non riceve queste risorse. Siamo ancora in attesa, signor sottosegretario, dei 400 milioni di euro per il 2014 e c’è uno strano e inaccettabile palleggiamento tra il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero del lavoro, con un senso di irresponsabilità complessiva anche da parte della burocrazia. 
La crisi economica è chiara nel nostro Paese; io ho voluto mettere in evidenza alcuni dati, non c’è dubbio, però, che ci troviamo di fronte ad uno stato preoccupante per il numero notevole di poveri e la responsabilità politica, chiaramente, deve portare a delle iniziative. Sappiamo che non si deve insistere soltanto su una linea assistenzialistica e che il Paese deve essere rilanciato, però, di fronte a questi dati, a questa situazione assai grave, il senso di responsabilità deve portare a fare qualcosa, specie se ci sono gli strumenti per operare. La legge di stabilità per l'anno in corso ha previsto delle risorse, sono risorse che vanno oltre la sperimentazione che era stata avviata per superare la condizione di povertà, per determinare un inserimento sociale e anche lavorativo. I soggetti attuatori sono gli enti locali che devono prendere in carico, per un percorso di reinserimento, questi soggetti, c’è la copertura finanziaria, perché parliamo di 50 milioni di euro per le dodici città oltre i 250 mila abitanti che hanno già avviato questa esperienza, ci sono altri 140 milioni di euro per i comuni del Mezzogiorno e ci sono 40 milioni di euro ulteriori per avviare la sperimentazione anche nel centro nord, perché io sono un uomo del Mezzogiorno e so quanto grave sia la condizione del Mezzogiorno, però il Paese ha una condizione di crisi complessiva e la povertà, purtroppo, è aumentata anche in aree industriali. Già siamo però nel luglio del 2014 e non si vede nulla, anzi, lo ripeto, si aggiungono problemi su problemi se si tiene conto della vicenda degli ammortizzatori sociali in deroga. Quindi, questa nostra interpellanza urgente ha il significato di sapere che cosa il Governo ha fatto, quali sono i tempi che ha messo in campo per attuare alcune politiche, che certo non risolveranno il problema drammatico che vive la nostra comunità per lo scivolamento verso fasce di povertà, però non c’è dubbio che diventa un segnale, un segno vero di attenzione e di nuove politiche di protezione sociale, soprattutto nelle aree più in difficoltà come quella del Mezzogiorno.

 

Risposta del Governo

Signor Presidente, con questa interpellanza l'onorevole Burtone chiede di conoscere quali iniziative il Governo intenda adottare per rendere operativo lo strumento dell'inclusione attiva e se sia già previsto un cronoprogramma per l'intero Mezzogiorno che riguardi le amministrazioni che sono in grado di dare avvio alla sperimentazione di tale strumento di contrasto alla povertà. Preliminarmente faccio presente che sulla base della sperimentazione della nuova social card, già avviata nelle dodici città italiane di maggiori dimensioni, ai sensi dell'articolo 60 del decreto-legge n. 5 del 2012, è stato possibile raccogliere significativi elementi di valutazione in ordine alla reale funzionalità del nuovo strumento e alle procedure di selezione dei beneficiari. Infatti, eccezion fatta per la città di Roma, in cui le procedure di selezione sono state avviate soltanto nel 2014, nelle altre undici città finora si è provveduto all'approvazione di graduatorie provvisorie sulla base delle risultanze e delle verifiche compiute dall'INPS e dalle medesime amministrazioni comunali. Sulla base di tali graduatorie è stata quindi avviata l'erogazione del contributo in favore di quei beneficiari collocatisi in posizione utili (circa 2.800 famiglie), che hanno pertanto ricevuto i primi benefici a decorrere dal secondo bimestre 2014.

Faccio presente che la gran parte dei comuni coinvolti ha già approvato e pubblicato anche le graduatorie definitive, mentre i restanti comuni, ad eccezione di Roma, definiranno le procedure entro la fine di questo mese ed in modo da poter subito dopo avviare le relative erogazioni. Per quanto concerne l'estensione della sperimentazione alla generalità dei comuni del Mezzogiorno, è parso dunque opportuno attendere la chiusura delle operazioni di selezione avviate nelle dodici città coinvolte nella sperimentazione stessa, al fine di trarne i dovuti elementi di valutazione. Al riguardo, faccio presente che nella fase di sperimentazione è emersa la necessità di effettuare controlli ex ante, stante l'impossibilità di procedere sulla base delle mere dichiarazioni sostitutive rese dai cittadini. È stato riscontrato, infatti, un elevato numero di domande mendaci o prive dei necessari requisiti in una misura pari ad oltre il 50 per cento, su oltre 17.500 richieste, con punte dell'80 per cento in alcune città d'Italia. A tal proposito, le criticità di natura gestionale derivanti dalla necessità di raccordare le verifiche dell'INPS con quelle dei Comuni, anche in vista delle possibili istanze di riesame, hanno evidenziato l'imprescindibilità delle operazioni di verifica al fine di assicurare la sostenibilità della misura. 
Occorre infatti considerare che tali procedure di verifica si sono rese oltremodo necessarie per identificare con precisione la platea dei beneficiari, tenuto conto della necessità di garantire l'erogazione del beneficio per 12 mesi, pur in presenza di risorse limitate. Proprio sulla base di tali motivazioni, il Ministero che rappresento oggi ha avviato un'attenta riflessione al fine di individuare modalità attraverso le quali operare, con la dovuta massima celerità, la selezione degli aventi diritto e la successiva erogazione del beneficio, e poter così efficacemente estendere la misura ai territori del Mezzogiorno fino ad oggi non coperti.

 

Replica

Presidente, purtroppo amaramente debbo dire che non sono per nulla soddisfatto della risposta del sottosegretario. Grande rispetto per il sottosegretario qui presente, però non ha la delega del Ministro del lavoro, lo rappresenta. 
A me pare che ci sia stata una disattenzione da parte del Ministero, di fronte ad un'interpellanza urgente. Ci sono tanti sottosegretari: capisco che hanno tanti impegni, sono in frontiera, ci sono questioni anche importanti che debbono affrontare, ma noi abbiamo posto un'interpellanza urgente, signor Presidente: voglio qui contestare l'assenza del sottosegretario, e dire che anche nel merito non posso esprimere soddisfazione. 
Avrei voluto dire: apprezzo l'azione del Governo, che per ora è fermo, non ha ancora operato. Ha evidenziato che ci sono stati sì alcuni limiti, alcuni problemi; c’è anche un atto di accusa rispetto alla presentazione di alcune domande mendaci: è giusto che vengano perseguite, però non c’è dubbio che parliamo di uno strumento necessario; tra l'altro, uno strumento che è ricollegato al reddito minimo di inserimento, quindi le amministrazioni comunali hanno già sperimentato sul campo come dovevano operare per fare alcune verifiche, ed evitare quello che purtroppo qui il sottosegretario ha evidenziato. Comunque questi ritardi, signor sottosegretario, mi permetta – lo dico a lei, che rappresenta il Governo –, sono assolutamente inaccettabili, a fronte della crisi grave che mi sono permesso di indicare, e conosciuta da noi tutti. 
Credo che tutti noi siamo consapevoli del fatto che nel Mezzogiorno questa gravità è superiore. Lei è un uomo del sud, sa che i dati che si rilevano nel centro-nord al sud in negativo diventano il doppio: anzi, la disoccupazione è triplicata rispetto alla percentuale di disoccupazione presente al nord. È necessaria una svolta, lo sappiamo, in termini produttivi; anche se qui esprimo un altro dato negativo: proprio in questo momento a Gela è in corso un consiglio comunale per denunciare il disimpegno dell'ENI in un territorio che nel passato ha dato tanto a questo ente, e che ha ricevuto, perché c’è una larga platea di lavoratori che hanno lavorato e lavorano in quell'azienda, e non è assolutamente comprensibile che si aggravi la condizione di difficoltà in quel territorio. 
Ho detto questo aprendo e chiudendo una parentesi, perché sappiamo che il rilancio del Paese passa per l'attività produttiva: nessuno vuole adagiarsi nell'assistenzialismo, o nel peggior assistenzialismo, quello che prevede anche dei falsi poveri. Però, ecco, noi crediamo che questo rilancio passi con strumenti importanti, la valorizzazione della classe dirigente dei nostri comuni, delle regioni, l'utilizzo pieno delle risorse europee; ma c’è un passaggio, che è quello attuale, la quotidianità, la drammaticità in cui vivono alcune famiglie. Visto che il Governo, il Parlamento hanno deliberato nella legge di stabilità, non si capisce perché il Governo non operi con celerità, non avvii tutta una serie di iniziative per rispondere a quella che è un'esigenza vera. 
Noi non abbiamo dati falsificati: ho riferito dei dati, e li ho riferiti con uno stato di amarezza, perché parlare delle difficoltà dei nostri territori non fa certamente piacere. Aggiungo: noi speriamo nell'azione del Governo ! È un Governo che sosteniamo, sappiamo che sta operando in tanti settori. Non trascuri però la difficoltà e il disagio sociale in cui vivono tanti cittadini, larga fascia della popolazione, soprattutto nel Mezzogiorno. Ci sono gli strumenti, ci sono le risorse, quindi si operi con celerità; e lo dico per lo strumento a cui facevo riferimento, ma anche per la vicenda, anche quella drammatica, dei disoccupati in deroga: questa indennità non viene ricevuta, non si capisce questo palleggiamento tra il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero del lavoro. 
Io spero, mi auguro che il sottosegretario, che ripeto è un uomo del sud, abbia anche questo compito di sollecitare un altro ramo del Governo, perché attui appieno le politiche per dare risposta a coloro i quali perdono il lavoro, e a coloro che si trovano in grave stato di disagio sociale.