15/07/2014
Laura Venittelli
Mongiello, Fiorio, Ventricelli, Cera, Manciulli, Losacco, Lattuca, Lauricella, Bruno Bossio, Minnucci, Fucci, Sannicandro, Distaso, Di Gioia, D'Alia, Buttiglione, Binetti, De Mita, Catania, Rosato, Ginefra, Petrini.
2-00634

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:
   il radicale processo di riforma del settore bieticolo-saccarifero in ambito europeo ha portato, negli anni scorsi, alla chiusura di 15 stabilimenti in tutto il territorio nazionale, con il conseguente avvio di processi di riconversione industriale, alcuni dei quali ancora in essere;
   in particolare, la decisione della Unione europea di non erogare più le quote zucchero dal 2017 ha costretto l'Italia in una posizione di svantaggio competitivo: tale decisione ha infatti provocato una forte svalutazione del prodotto sul mercato internazionale; ne approfittano alcune grandi aziende che stanno facendo cartello, assumendo condotte sempre più lesive della libera concorrenza;
   lo zuccherificio del Molise è l'unica realtà produttiva del settore presente nel centro-sud del nostro paese e impiega operai a tempo indeterminato, determinato ed ha una notevole influenza, in termini occupazionali, nel relativo indotto;
   la crisi in cui versa da tempo lo zuccherificio investe pesantemente i bieticoltori delle regioni Puglia, Abruzzo, Basilicata, Marche e Molise che hanno rinunciato, per la campagna 2013, a un milione e seicentomila euro circa sul prezzo concordato della bietola, nonché a 6 euro per tonnellata per la campagna 2014 e oggi rischiano di non poter raccogliere le bietole sui 5 mila duecento ettari destinati in nelle suddette realtà regionali alla loro coltivazione;
   è urgente aprire una discussione pubblica sul valore strategico nell'economia italiana della filiera bieticola-saccarifera, che ha conosciuto un progressivo disinvestimento delle politiche pubbliche di sostegno al settore; basti pensare al recente stanziamento di 19 milioni, previsti dagli aiuti accoppiati alla bieticoltura, a fronte di una richiesta di 24 milioni, cifra minima per garantire almeno un sostegno pari a 600 euro ad ettaro –:
   quali azioni il Ministro interpellato intenda porre in essere per sostenere il settore bieticolo saccarifero e, per la particolare situazione sopra rappresentata, quali azioni intende promuovere per garantire il regolare svolgimento della campagna saccarifera 2014 dello zuccherificio del Molise e per la difesa della filiera produttiva di questo importante settore nelle regioni Molise, Puglia, Abruzzo, Basilicata e Marche.

Seduta del 18 luglio 2014

Illustra Laura Venittelli, risponde Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, replica Colomba Mongiello

Illustrazione

Laura Venittelli: Sì, signor Presidente, intendo illustrarla. Come è noto, la filiera bieticolo-saccarifera ha subito dal 2006, per effetto dell'OCM zucchero, un'importante ristrutturazione, che ha portato alla chiusura di 15 su 19 stabilimenti italiani e con il contestuale avvio di un processo di ristrutturazione che, a tutt'oggi, non è ancora concluso. 
Tra gli stabilimenti conservati vi è lo Zuccherificio del Molise, che è l'unico zuccherificio del Mezzogiorno. Ora vi è da dire che, quando si è deciso di conservare la produzione in Molise, non lo si è fatto da soli: la decisione è stata assunta nel confronto con i componenti della Conferenza Stato-regioni e quindi con le altre realtà territoriali e soprattutto con il Governo nazionale, che ha voluto lasciare in Molise l'unico stabilimento di produzione di zucchero del Mezzogiorno d'Italia. 
Dal 2006 le difficoltà incontrate sono state però enormi ed hanno scontato, tra i tanti, anche gli effetti destabilizzanti del regime delle quote dello zucchero; si pensi che nell'ultimo anno, a seguito della decisione della UE di dismettere il regime delle quote dello zucchero dal 2017, gli stabilimenti italiani hanno accusato una posizione di svantaggio competitivo. La decisione della UE, infatti, ha provocato una forte svalutazione del prodotto sul mercato internazionale ed ha portato alcune grandi aziende, che stanno facendo cartello, ad assumere condotte sempre più lesive della libera concorrenza, con un prezzo di gran lunga al di sotto della media di mercato. Si tenga conto che il prezzo medio, della campagna saccarifera del 2012, era di 740 euro a tonnellata, mentre oggi ci troviamo di fronte ad un prezzo offerto di 410 euro a tonnellata.
È chiaro che una simile condizione di mercato non era prevedibile a settembre del 2013, quando la governance dello Zuccherificio stipulò gli accordi con i bieticoltori delle regioni Puglia, Campania, Abruzzo e Marche, che hanno destinato alla semina autunnale circa 4 mila 800 ettari ed alla semina primaverile circa 600 ettari. Dette semine porterebbero nello stabilimento molisano, in condizioni di normalità, circa 240 mila tonnellate di barbabietole, così da iniziare la campagna di trasformazione da luglio fino ad agosto. 
Purtroppo la campagna saccarifera quest'anno, 2014-2015, per lo Zuccherificio del Molise è ancora in dubbio e, ribadisco, questo per l'esagerato abbassamento del prezzo dello zucchero, che esaspera i già critici parametri di capacità di creare utili dell'azienda e che, di rimando, mette anche a dura prova ed a repentaglio le aziende di oltre 200 agricoltori delle regioni citate prima, ossia della Puglia, Basilicata, Abruzzo e Molise. Bieticoltori che, in virtù degli accordi stipulati a settembre, hanno già pronte le bietole da raccogliere, ma non la garanzia del pagamento del proprio prezzo. 
Date queste premesse, la presente interpellanza ha avuto la finalità di aprire anche una discussione pubblica su quello che è il valore strategico, nell'economia italiana, della filiera bieticolo-saccarifera, che ha conosciuto un progressivo disinvestimento delle politiche pubbliche di sostegno al settore. Basti pensare al recente stanziamento di 19 milioni, previsti dagli aiuti accoppiati alla bieticoltura, che è una risorsa di gran lunga inferiore a quella richiesta, di 24 milioni, che avrebbe invece consentito di garantire un sostegno pari a 600 euro ad ettaro. 
Concludo dicendo, Presidente, che questa, come tante vicende, è quella che poi ha portato ad una crisi, mi auguro di poter dire reversibile, della nostra regione; crisi che ha portato anche il nostro Papa, nella visita pastorale che c’è stata a Campobasso il 5 di luglio, a lanciare, da Campobasso, quindi da questa parte del Mezzogiorno d'Italia, un grido di allarme, un forte monito alle forze politiche per un patto per il lavoro, nella regione dove la disoccupazione è ai livelli record del 49 per cento per quanto riguarda appunto la disoccupazione giovanile, mentre per gli altri livelli arriviamo a punte inimmaginabili nel resto d'Italia (all'incirca il 20 per cento).
È chiaro che in una situazione del genere anche lo Zuccherificio del Molise rappresenta un'ancora di salvezza, non soltanto per i dipendenti diretti, che sono assunti a tempo indeterminato, ma anche per i dipendenti che aspettano la campagna saccarifera per avere un sospiro di sollievo in una crisi che morde più che nelle altre parti d'Italia. Questo settore è importante non soltanto per l'agricoltura nazionale, ma soprattutto per una regione dove non c’è altro se non piccole realtà che sono tutte in crisi.

Risposta del governo

Signor Presidente, onorevoli deputati, l'interpellanza cui mi accingo a rispondere riguarda le iniziative da intraprendere per sostenere il settore bieticolo-saccarifero. Ringrazio, in particolare, gli onorevoli Venittelli e Mongiello, primi firmatari di questa interpellanza. Il settore bieticolo-saccarifero, a causa della cessazione del regime delle quote, fissata dal regolamento (UE) n. 1308/2013 al 30 settembre 2017, avrebbe subito una forte svalutazione del prodotto sul mercato internazionale e il conseguente svantaggio competitivo rispetto ad alcune grandi aziende che, come riferiva l'onorevole Venittelli, avrebbero assunto condotte lesive della libera concorrenza. Non ho usato il condizionale a caso, ma per sottolineare che, riguardo all'influenza negativa esercitata dalla cessazione del regime suddetto, nonché alla contrazione delle quotazioni internazionali e alla contestuale concentrazione dell'offerta, non si dispone di elementi che possano confermare o confutare tale ipotesi. 
Chiarito quanto sopra, però, mi preme far presente che, in occasione della riunione del pertinente Comitato di gestione della Commissione europea, avvenuta lo scorso 26 giugno, abbiamo richiamato l'attenzione dell'Esecutivo dell'Unione europea in ordine al trend decrescente dei prezzi di mercato dello zucchero che, nell'ultimo semestre, ha effettivamente subito una contrazione pari a circa 50 euro per tonnellata.

Ulteriori iniziative verranno intraprese su iniziativa del nostro Ministero, sempre a livello comunitario, già nel corso dell'attuale semestre di Presidenza dell'Unione europea, per condividere le azioni più significative e più opportune in vista della fine del regime delle quote zucchero, coinvolgendo i Paesi caratterizzati dalle medesime sensibilità, come la Spagna, il Portogallo, la Grecia, la Finlandia ed altri Paesi dell'Europa dell'est. 
Relativamente alle scelte di pertinenza dello Stato membro, consapevoli dell'importanza e delle difficoltà della filiera zucchero e del piano di riconversione a cui faceva riferimento l'onorevole interpellante, ricordo che con il decreto ministeriale 7 marzo 2014 abbiamo innalzato a 500 euro per ettaro l'importo massimo unitario per il pagamento supplementare previsto dal decreto ministeriale 29 luglio 2009, recante: «Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 68 del regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio del 19 gennaio 2009», che destina la somma di euro 19 milioni 700 mila euro a favore dei produttori che coltivano barbabietola da zucchero. Tale decisione, pur relativa all'esercizio 2014, assume particolare rilevanza anche per gli anni successivi, determinando un innalzamento del premio medio per ettaro da cui far partire il processo di convergenza che sta alla base della nuova politica agricola comune a cui saranno sottoposti i pagamenti diretti per il periodo dal 2015 al 2020. 
Sempre con riferimento alla PAC 2015-2020, lo stanziamento previsto come aiuto accoppiato, che era una facoltà dello Stato membro di poter individuare e decidere su quale produzione individuare appunto l'aiuto accoppiato, ai sensi dell'articolo 52 del regolamento (UE) n. 1307/2013, da molti giudicato insufficiente, potrà essere certamente rivisto, in funzione dell'andamento di mercato e già in occasione della prevista revisione. La politica agricola comune dà facoltà agli Stati membri di poter rivedere a metà periodo. Nel 2016 già ci sarà una prima revisione del periodo. Quindi, nonostante lo stanziamento, ritenuto da molti insufficiente, potremo verificarlo, però, visto l'andamento del mercato, nel 2016 nella revisione di medio periodo. 
Per quanto attiene, in maniera più specifica, all'attività industriale del nuovo Zuccherificio del Molise, che è l'unico zuccherificio del Molise e del Mezzogiorno così come veniva individuato, vorrei far presente che abbiamo recentemente autorizzato la «lavorazione per conto» per la produzione di 50.000 tonnellate di zucchero di quota afferente la campagna di commercializzazione 2014/2015, ai sensi dell'articolo 6 del regolamento n. 952 del 2006. 
La quota di zucchero che potrà essere prodotta in Molise, quindi, sarà pari a 32.000 tonnellate, a fronte di una quota totale assegnata al Nuovo zuccherificio del Molise Srl pari a 84.326 tonnellate. 
In ogni caso, il Ministero delle politiche agricole sta dedicando la massima attenzione alle problematiche del settore – opportunamente questa mattina c’è stata questa prima segnalazione con questa prima interpellanza urgente che ha aperto comunque un tavolo di lavoro e di discussione – con particolare riguardo alla situazione di grande difficoltà in cui versa lo Zuccherificio del Molise e alle conseguenze che ne potrebbero derivare anche per i produttori del comparto e per l'area di produzione che non è solo afferente alla regione del Molise. 
Per questo, ribadisco che il Ministero è massimamente impegnato sulla questione e si è dichiarato disponibile a supportare i lavori di uno specifico tavolo di lavoro promosso dalla regione Molise – ieri c’è stato anche un incontro con il presidente della regione Molise – ove ha sede l'impianto, insieme con le altre regioni – dicevo un'area più vasta, oltre al Molise anche le altre regioni: Puglia, Marche, Abruzzo e Campania – dove è localizzata la produzione bieticola da trasformare nell'attuale campagna al fine di ottemperare alla campagna bieticola e garantire le condizioni per la ripresa delle attività dell'impianto.

Replica

Colomba Mongiello: Signor Presidente, apprezziamo l'impegno del Ministro e del sottosegretario che è venuto qui velocemente per rispondere alla nostra interpellanza urgente. Lo apprezziamo per aver convocato, anche su richiesta degli interpellanti, il tavolo bieticolo-saccarifero con le regioni interessate. Il tema del settore bieticolo-saccarifero richiede massima attenzione. Bene ha fatto il sottosegretario questa mattina ha chiarire anche il quadro di iniziative che il Ministero ha messo in atto negli ultimi giorni perché bisogna assicurare il ritiro del prodotto seminato, circa 5000 ettari, e in attesa di essere raccolto sulla base degli accordi tra bieticoltori e impianto di trasformazione, evitando che le emergenze finiscano per scaricarsi sulla parte più debole della filiera. Sosterremo l'azione del Governo – lo dico al sottosegretario Castiglione – per impedire la chiusura dell'unico zuccherificio meridionale che potrebbe rappresentare un ulteriore passo verso la dismissione di una produzione ritenuta residuale nelle scelte della politica agricola dell'Unione europea. 
Per quel che riguarda la PAC abbiamo discusso in ordine agli aiuti. Apprezziamo anche una rinnovata esigenza da parte del Governo di riaprire una discussione sul premio, visto che la nuova PAC ha una scadenza, una midterm, per rivedere anche una serie di decisioni sulla base delle nuove emergenze. L'auspicio – concludo – è che si riescano a superare le difficoltà odierne ed avviare una seria e sostenibile programmazione finanziaria e agroindustriale dell'unico zuccherificio meridionale rimasto in vita dopo la dismissione di 15 impianti decisa oltre dieci anni fa dall'Unione europea. Per questo la ringrazio e ringrazio anche il Governo. Saremo ovviamente, sia io sia la collega Venittelli, disponibili ad un serio confronto perché questa emergenza finalmente possa finire ed un'attività qualificante delle regioni interessate possa permanere e caratterizzare quel made in Italydi eccellenza che noi portiamo avanti nel Parlamento e nel Governo italiano durante la guida del semestre UE.