12/05/2015
Irene Tinagli
Cinzia Maria Fontana, Salvatore Piccolo, Giorgio Piccolo, Lodolini, Parrini, Gribaudo, Giampaolo Galli, Di Salvo, Scuvera, Bruno Bossio, Vecchio, Librandi, Bombassei, Marazziti, Giuditta Pini, Capodicasa, Cimmino, Antimo Cesaro
2-00967

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che: 
in data 11 luglio 2014, il gruppo Indesit ha comunicato ufficialmente di aver sottoscritto un accordo per la cessione alla Whirlpool corporation del 66,8 per cento della partecipazione detenuta dalla holding Fineldo spa; 
in data 25 luglio 2014 l'Agenzia Invitalia ha siglato un Contratto di sviluppo con il Gruppo Whirlpool che prevede un investimento di 31 milioni di euro, dieci dei quali finanziati da Invitalia, per il potenziamento dello stabilimento di Napoli con un impatto occupazionale di 588 addetti tra posti salvaguardati e posti nuovi (attualmente lo stabilimento occupa 540 dipendenti, la nuova occupazione stimata alla stipula del contratto era dunque di 48 unità); 
in data 16 aprile 2015, il Gruppo Whirlpool ha annunciato un piano di riorganizzazione aziendale che prevede la chiusura del centro di ricerca di None e dello stabilimento di Carinaro in provincia di Caserta, in cui sono attualmente impiegati oltre 800 dipendenti; 
Invitalia, istituita dal decreto legislativo 9 gennaio 1999, n. 1, è una società per azioni non quotata partecipata interamente dal Ministero dell'economia e delle finanze ed opera attraverso vari strumenti, tra i quali la sottoscrizione dei cosiddetti «contratti di sviluppo», istituiti con decreto ministeriale 24 settembre 2010 e regolamentati dal decreto ministeriale 14 febbraio 2014, successivamente modificato dal decreto ministeriale 9 dicembre 2014; 
l'articolo 9, comma 4, lettera b) del decreto ministeriale 9 dicembre 2014 prevede che per i programmi di sviluppo industriale, l'Agenzia valuti «la coerenza industriale e la validità economica del programma di sviluppo con il relativo impatto occupazionale» degli stessi; 
i Contratti di sviluppo sono strumenti per sostenere la crescita economica ed occupazionale nelle Regioni identificate dalla Carta degli Aiuti di Stato a finalità regionale (n. 117/10 Italia), approvata dalla Commissione europea il 6 luglio 2010 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Unione Europea C. 215 del 18 agosto 2010; 
l'intervento della azienda Whirlpool in Campania ed il piano di riorganizzazione varata a seguita dell'acquisizione di Indesit (già annunciata al momento della stipula del contratto di sviluppo con Invitalia, seppur formalmente non completata al 25 luglio 2014) comporterà una perdita netta di posti di lavoro nella regione (tenendo conto delle stimate 48 nuove assunzioni nello stabilimento di Napoli) di circa 767 posti di lavoro; 
poiché i termini e i dettagli dell'accordo tra Invitalia e Whirlpool non sono mai stati resi pubblici non è possibile sapere se l'accordo con Invitalia sul finanziamento di 10 milioni di euro tenesse in qualche modo già in considerazione la riorganizzazione dello stabilimento di Caserta che sarebbe stata avviata di lì a poco e in quali termini; 
in ogni caso, qualora l'accordo non tenesse in considerazione lo stabilimento di Caserta, in virtù del fatto che al 25 luglio 2014 l'acquisizione di Indesit non era ancora completata seppur annunciata, l'azienda avrebbe dovuto ottenere una nuova autorizzazione da parte dell'agenzia Invitalia, erogante il finanziamento autorizzazione finalizzata a verificare che le operazioni societarie non alterassero o inficiassero le finalità ed i risultati del finanziamento erogato; 
l'articolo 19, comma 1, lettera e) e lettera h) del citato decreto ministeriale 9 dicembre 2014 prevede infatti che le agevolazioni concesse siano revocate, in tutto o in parte, secondo quanto previsto nella determinazione di concessione delle agevolazioni, qualora il soggetto beneficiario: non porti a conclusione, entro il termine stabilito, il progetto di investimento ammesso alle agevolazioni, salvo i casi di forza maggiore e/o le proroghe autorizzate dall'Agenzia complessivamente di durata non superiore a dodici mesi, ovvero, qualora il programma di investimento sia eseguito in misura parziale e non risulti, a giudizio dell'Agenzia, organico e funzionale (lettera e), ovvero qualora effettui operazioni societarie inerenti a fusione, scissione, conferimento o cessione d'azienda o di ramo d'azienda in assenza dell'autorizzazione dell'Agenzia (lettera h); 
il comma 4 del medesimo articolo 19 del decreto ministeriale 9 dicembre 2014 prevede infine che: «In caso di revoca delle agevolazioni disposta ai sensi del presente articolo, il soggetto beneficiario non ha diritto alle quote residue ancora da erogare e deve restituire in tutto o in parte il beneficio già erogato, maggiorato degli interessi e, ove ne ricorrano i presupposti, delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all'articolo 9 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123» –: 
quali siano i dettagli del contratto di sviluppo siglato tra Invitalia e Whirlpool il 25 luglio 2005 e se sia a conoscenza in particolar modo di qualsiasi riferimento alla possibile chiusura dello stabilimento di Carinaro all'esubero di oltre 800 lavoratori conseguente alla già annunciata acquisizione di Indesit e dei suoi stabilimenti; 
se sia stata concessa l'autorizzazione da parte dell'agenzia Invitalia a Whirlpool per il prosieguo del contratto di sviluppo a seguito dell'acquisizione di Indesit e a quali condizioni; 
se non ritenga urgente avviare la procedura per la restituzione integrale dei finanziamenti erogati dall'Agenzia Invitalia al gruppo Whirlpool a fronte di una complessiva perdita di posti di lavoro nella regione Campania ad opera della medesima azienda beneficiaria, contravvenendo pertanto all'obiettivo primario dei contratti di sviluppo; 
se non ritenga urgente avviare una profonda revisione delle norme sui finanziamenti alle imprese e sul contratti di sviluppo per evitare che imprese, beneficiarie di finanziamenti pubblici volti ad incentivare l'occupazione e lo sviluppo in un determinato territorio, riducano invece i livelli occupazionali nello stesso territorio e richiedano ulteriori risorse per il finanziamento degli ammortizzatori sociali collegati agli esuberi. 

 

Seduta del 22 maggio 2015

Illustra e replica Irene Tinagli, risponde CARLO CALENDA, Viceministro dello sviluppo economico

Illustrazione

Grazie, Presidente. Questa interpellanza urgente riguarda un aspetto leggermente diverso del caso Whirlpool, rispetto a quello illustrato dai colleghi di SEL, quindi non riguarda in generale la trattativa tra Ministero e azienda sul piano industriale, anche perché comunque questa trattativa è ancora in corso e abbiamo anche fiducia che sarà gestita nel migliore dei modi, nell'interesse dei nostri lavoratori. Riguarda, però, un fatto diverso, ovvero l'erogazione di un finanziamento da parte Invitalia a Whirlpool di 10 milioni di euro per il potenziamento dello stabilimento di Napoli, che è stato sottoscritto il 25 luglio 2014.
Questo finanziamento è avvenuto nell'ambito dei contratti di sviluppo, quei contratti volti a tutelare e supportare lo sviluppo di un'area, in particolare delle aree del sud per tutelarne anche l'occupazione. Quei dieci milioni peraltro erano volti alla tutela di 588 posti di lavoro dello stabilimento, considerato che 540 lavoravano già in quella sede, si suppone che la nuova occupazione creata con questa somma sarebbe stata, più o meno, di 48 posti di lavoro. Solo che, dopo pochi mesi, la Whirlpool ha annunciato oltre 800 esuberi nello stabilimento di Carinaro a Caserta, più o meno trenta chilometri da Napoli. Mi sembra, quindi, che il saldo in termini occupazionali del piano complessivo di sviluppo dell'area risulti essere abbastanza negativo. 
Mi chiedevo pertanto se c'era motivo di confermare effettivamente l'erogazione di questi dieci milioni a Whirlpool per lo sviluppo dell'area quando, in fin dei conti, non vi è stata una tutela e uno sviluppo dell'occupazione e non capisco come si possa giustificare tale erogazione. È vero che gli esuberi riguardano lo stabilimento ex-Indesit, e quindi al 25 luglio 2014 l'acquisto di Indesit da parte di Whirlpool non era stato ancora formalizzato, ma era stato ampiamente annunciato nelle settimane precedenti, quindi alla stipula Invitalia era perfettamente consapevole che vi sarebbe stato probabilmente un cambio dei piani industriali e della produzione da parte di Whirlpool. 
In uno dei punti dell'interpellanza chiedo di sapere se in questo accordo era previsto un intervento su Carinaro, in che termini si fosse valutato questo impatto, se non era previsto in ogni caso che, una volta formalizzato l'acquisto, Whirlpool dovesse chiedere un'autorizzazione a Invitalia rispetto all'acquisto di Indesit. Mi sembra vi siano degli aspetti poco chiari su come Invitalia ha gestito questo finanziamento e chiedo al Ministero se non sia il caso di utilizzare l'articolo 19 del decreto del dicembre scorso in cui si prevedeva concretamente la possibilità di revocare dei finanziamenti qualora le aziende non mantenessero le premesse e le promesse dei contratti di sviluppo. 
Infine, penso che tutti insieme potremo rivalutare le tipologie e le modalità con cui eroghiamo finanziamenti alle imprese. Io non ho niente in contrario a che le aziende si riorganizzino, che vi siano processi di riorganizzazione aziendale, in quanto fondamentali per lo sviluppo futuro e la produttività, devono essere fatti, però, con trasparenza, e, soprattutto, quando poi un'azienda ha esuberi che richiedono l'intervento dello Stato per ammortizzatori sociali forse di finanziamenti precedenti per altri fini se ne può fare a meno.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Come noto, sulla vicenda Whirlpool, il Governo ha tempestivamente attivato il tavolo di confronto sviluppando un'analisi approfondita del Piano Industriale per gli anni 2015 – 2018, presentato dall'Azienda. È un piano che prevede 500 milioni di investimenti in processi, prodotti, ricerca e sviluppo, e lo sviluppo di piattaforme produttive all'avanguardia oltre al consolidamento di una forte presenza industriale nel nostro Paese. 
Va anche sottolineato che Whirlpool collocherà in Italia oltre il 70 per cento della ricerca e sviluppo presente in Europa; sarà lasciata in un altro Paese solo lo sviluppo delle lavastoviglie. Lo stesso piano contiene però elementi del tutto inaccettabili, anzitutto una quantità di eccedenze occupazionali che, al netto delle assunzioni previste, è pari ad un quarto della forza lavoro esistente. Ciò significa che la occupazione dovrebbe ridursi di oltre 2 mila persone entro il 2018 (di queste circa 600 sono impiegati e quadri) attestandosi a circa 4.800 dipendenti. 
In questa difficilissima situazione si colloca la annunciata volontà di chiudere il sito di Carinaro dove sono occupate 820 persone e quello di None dove sono occupate altre 90 persone. Mentre le eccedenze occupazionali tra gli impiegati sono tutte allocate a Fabriano ed a Varese. Negli altri stabilimenti italiani del gruppo le eccedenze sono certamente minori, ma questo non vale per la Campania ove, oltre a Carinaro, altre 200 eccedenze sono presenti anche nello stabilimento di Napoli ove si producono lavabiancheria. 
Su tutti gli aspetti del Piano Industriale, e soprattutto sulle questioni occupazionali, sono stati svolti presso il Ministero dello Sviluppo Economico con la attiva presenza anche del Ministero del Lavoro, numerosi incontri che si sono sommati a quelli svolti direttamente tra le parti. 
Dall'inizio del confronto ad oggi si sono svolti, in vario modo, oltre otto incontri nel corso dei quali, al di là di timidi e contraddittori segnali di disponibilità al confronto, non è stato possibile registrare significative modificazioni delle parti più critiche del piano industriale testé richiamato. 
Al termine dell'ultimo incontro svolto l'altro ieri, 20 maggio, il Governo ha dovuto prendere atto della indisponibilità di Whirlpool a modificare in modo significativo le parti di piano maggiormente negative e definendo «inqualificabile» un piano industriale che taglia un quarto della forza lavoro con impatto particolarmente negativo al Sud. Questo non può compensare gli aspetti positivi previsti e pur presenti nel progetto. 
Il Governo ha ribadito la propria disponibilità a riconvocare le parti «anche immediatamente», ma soltanto dopo che l'azienda avrà presentato nuove proposte «credibili e tangibili», che diano certezze ai lavoratori e che rispondano all'esigenza, più volte sottolineata dallo stesso Ministro Guidi, di dare prospettive reali anche ai lavoratori degli stabilimenti campani. 
Non basta garantire il non licenziamento dei lavoratori fino a tutto il 2018 e non bastano neppure gli incentivi all'uscita o l'uso dei contratti di solidarietà, pur necessari in alcuni momenti della vita aziendale; quello che serve sono vere opportunità di lavoro che compensino realmente i tagli occupazionali annunciati. Su questo, fino ad ora, Whirlpool non ha dato risposte accettabili. 
Ovviamente il Governo continuerà, e continua anche nelle prossime ore, a tenere rapporti con tutte le parti interessate – ed anche con tutte le istituzioni territoriali coinvolte – per verificare gli elementi positivi che possano far riprendere le trattative ed avviare in questo modo a soluzione positiva la difficile situazione industriale. 
In merito, invece, a quanto richiesto dall'onorevole Tinagli sul contratto di sviluppo tra Invitalia e Whirlpool siglato il 25 luglio 2014 riferisco quanto segue. 
La domanda di contratto di Sviluppo Whirlpool – Progetto «Omnia» – è stata presentata il 23 dicembre 2013 da Whirlpool Europe Srl, società appartenente al Gruppo Whirlpool Corporation, leader mondiale nel settore della produzione e commercializzazione di elettrodomestici, con un fatturato annuo di 18.8 miliardi di dollari nel 2013, 69 mila dipendenti e oltre 60 centri di produzione e di ricerca tecnologica in tutto il mondo. 
La proposta riguarda un programma di sviluppo industriale consistente nell'ampliamento della capacità produttiva del proprio stabilimento di Napoli per la produzione di una nuova tipologia di prodotto di media/alta gamma (lavabiancheria), che prevede investimenti produttivi per 21.6 milioni di euro. È previsto, inoltre, un progetto di ricerca e sviluppo che ha come obiettivo l'incremento di sistemi innovativi relativi all'impatto acustico, al sistema di trasmissione del moto, alla scheda elettronica, alle interfacce utente, al risparmio energetico ed idrico, per un totale di investimenti pari a 31,1 milioni di euro (21,6 per una nuova piattaforma produttiva, 3,3 per ricerca industriale e 6,2 per sviluppo sperimentale). A fronte di tali investimenti, sono stati concessi contributi a fondo perduto per circa 9,7 milioni di euro (deliberati dal CdA di Invitalia). 
Evidenzio che l'investimento proposto dalla Whirlpool Europe Srl attiene esclusivamente il sito di Napoli ed ha l'obiettivo di mantenere gli attuali livelli di occupazione che risultano pari a 538 unità lavorative. 
Per quanto riguarda, in particolare, il secondo quesito posto dall'onorevole Tinagli, si evidenzia che l'articolo 6.3 del contratto di sviluppo prevede, tra l'altro, che: le «Operazioni di carattere societario effettuate nel corso della realizzazione del »Programma di sviluppo Industriale« o prima di cinque anni dalla data di ultimazione dello stesso, riguardanti l'Impresa Proponente» e comportanti fusioni, scorpori, cessioni di azienda o di rami aziendali, trasferimenti di parti di attività produttive o di beni strumentali agevolati, contratti di affitto o gestione di azienda o di rami aziendali, dovranno essere portate preventivamente a conoscenza di Invitalia al fine dell'eventuale presa d'atto e mantenimento delle agevolazioni. 
L'operazione effettuata da Whirlpool in ordine all'acquisizione di Indesit, avvenuta peraltro successivamente alla sottoscrizione del contratto di sviluppo di cui si discute, trattandosi di una acquisizione e non di una cessione azienda o di beni interessati dalle agevolazioni, non rientrava, quindi, nelle fattispecie sopra elencate e, pertanto, non è stata comunicata ad Invitalia, non necessitando di una formale autorizzazione. 
Evidenzio, infine, che a seguito della sottoscrizione del contratto di sviluppo, in data 5 dicembre 2014, la suddetta Agenzia ha erogato circa 1 milione di euro di contributo relativo alla prima tranche di spese di ricerca e sviluppo regolarmente rendicontate e che equivalgono a circa il 30 per cento del programma.

Replica

Grazie, Presidente. Sono parzialmente soddisfatta, nel senso che di molte delle cose dette ero già a conoscenza. Non ero a conoscenza del fatto che la domanda era stata presentata addirittura un anno prima. Francamente non mi consola pensare che decisioni di questo genere richiedono ad Invitalia oltre un anno di istruttoria per essere evase. Immaginavo che il punto normativo e burocratico a cui si sarebbero appigliati l'Agenzia e il Ministero fosse questo articolo 36 dei contratti di sviluppo che prevede la richiesta di autorizzazione in caso di fusione o cessione, ma non è esplicitamente prevista l'acquisizione. Quindi, capisco che, da un punto di vista burocratico-formale, possa essere considerato non necessario un intervento, ma resta un fatto molto semplice, ma veramente semplice, cioè il fatto che al momento della firma e della stipula di questo contratto, con cui si erogavano questi dieci milioni all'azienda, tutti sapevano – o almeno mi auguro lo sapessero, dato che da settimane era su tutti i giornali e quindi mi auguro che anche i dirigenti di Invitala leggano i giornali ogni tanto – che l'azienda stava acquistando Indesit e si sapeva che Indesit era un'azienda con gravi difficoltà e che avrebbe richiesto un intervento sul piano industriale e numerosi esuberi. E mi stupisce che a nessuno sia venuto in mente di ridiscutere quell'accordo prima di porre l'ultima firma e prima di erogare questi soldi, sapendo che sarebbe stato necessario intervenire poco dopo per gestire questi esuberi e per gestire l'emergenza occupazionale che ne sarebbe scaturita. 
Veramente è una cosa che mi rattrista moltissimo pensare che ci siano dirigenti che non abbiano pensato e non siano intervenuti in tempo per prevenire situazioni di questo genere e per non far ritrovare noi, il Ministero e il nostro Governo in una situazione in cui, oltre al danno, si aggiunge la beffa. 
Quindi, questo io credo anche che ci debba fare riflettere – come avevo sollecitato nell'interpellanza – sulla necessità di mettere mano alle nostre politiche, riconoscendo il fallimento di alcune politiche industriali e di alcuni strumenti che noi utilizziamo per perseguire questi obiettivi e anche dei soggetti che sono atti ad implementarli perché evidentemente qualcosa lì non ha funzionato.