13/06/2014
Fabrizia Giuliani
Giuliani, Terrosi, Mazzoli, Rotta, Giorgis, Rossomando, Incerti, Boccuzzi, Misiani, Moscatt, Tartaglione, Pollastrini, Gribaudo, Scuvera, Gasparini, Ginefra, Bergamini, Ferranti, Carnevali, Cimbro, Mariano, Simoni, Piccoli Nardelli, Laforgia, Giulietti, Giuditta Pini, Berretta, Giuseppe Guerini, Manzi, Ghizzoni, Greco, Mariastella Bianchi, Tidei, Manfredi, Bray, Guerra, Marzano, Rostan, Gregori, Rampi, Mura, Zampa, Moretto, Ginoble, Paris, Iori, Locatelli, Centemero, Amoddio, Covello, Sbrollini, Chaouki, Berlinghieri, Marantelli, Mattiello, Petitti, Carlo Galli, Albini, Bonafè, Cominelli, Saltamartini
2-00579

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   i continui delitti commessi a danno delle donne, riportati dalla cronaca, hanno determinato nell'opinione pubblica la percezione diffusa della violenza nei confronti delle donne come un fenomeno in aumento, sebbene la mancanza di dati ufficiali aggiornati a livello nazionale, disaggregati per genere, non consenta di misurare adeguatamente la portata del fenomeno;
   la contribuzione finanziaria con fondi europei ha sostenuto sia direttamente (come il progetto Daphne contro la violenza sulle donne datato di 116,85 milioni di euro e che ha finanziato anche una parte importante delle attività dei centri antiviolenza in Italia) che indirettamente (attraverso i piani operativi regionali e la programmazione nazionale) la maggior parte dei progetti regionali e provinciali per il contrasto della violenza sulle donne. Inoltre, l'indagine svolta dall'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali ha raccolto dati ufficiali che misurano l'impatto del fenomeno nei 28 Stati membri e sottolineato l'importanza di interventi concertati e strutturali;
   la legge 15 febbraio 1996, n. 66, recante «Norme contro la violenza sessuale» e successivamente il decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante «Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori», convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2009, n. 38, hanno dotato il nostro ordinamento di nuovi strumenti volti a contrastare la violenza di genere;
   il 25 giugno 2012 è stato presentato all'Onu il primo rapporto tematico sul femminicidio, frutto del lavoro realizzato in Italia da Rashida Manjoo. Tale rapporto rileva, tra le altre cose, la mancanza di strumenti adeguati per monitorare le dimensioni del fenomeno nel nostro Paese;
   il 19 giugno 2013 è stata ratificata in Italia la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, approvata dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 e aperta alla firma l'11 maggio dello stesso anno a Istanbul;
   tale Convenzione, che introduce il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza, all'articolo 8, dispone che: «Le Parti stanziano le risorse finanziarie e umane appropriate per un'adeguata attuazione di politiche integrate, di misure e di programmi destinati a prevenire e combattere ogni forma di violenza rientrante nel campo di applicazione della presente Convenzione, ivi compresi quelli realizzati dalle ONG e dalla società civile»;
   l'articolo 5 del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93 recante «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province» convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, demanda al Ministro per le pari opportunità il compito di elaborare un piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, in sinergia con la nuova programmazione dell'Unione europea per il periodo 2014-2020. Il medesimo articolo prevede, inoltre, un finanziamento di 10 milioni di euro per l'anno 2013 per la realizzazione di azioni a sostegno delle donne vittime di violenza;
   il comma 217 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 14, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014) incrementa di 10 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016, la dotazione del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità allo scopo di finanziare il «Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere»;
   per effetto del combinato disposto dalla predetta disposizione con gli articoli 5 e 5-bis del decreto-legge n. 93 del 2013, nonché in virtù del cosiddetto istituto del «riporto» che prevede la facoltà per la Presidenza del Consiglio dei ministri, diversamente dalle altre amministrazioni, di mantenere in bilancio anche le risorse non utilizzate nell'anno precedente, nel 2014 risulta disponibile per il già citato piano straordinario la somma di 18 milioni di euro;
   tale somma, secondo quanto si legge nella nota preliminare al bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei ministri, adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 20 dicembre 2013, è tripartita destinando: 10 milioni di euro per il miglioramento degli interventi delle istituzioni nel contrasto alla violenza sulle donne attraverso l'elaborazione di un piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere; 7 milioni di euro all'attuazione dell'articolo 5-bis del decreto-legge n. 93 del 2013, relativo ad interventi di assistenza e sostegno territoriale a donne vittime di violenza e ai loro figli; 300.000 euro per la stipula di convenzioni o accordi finalizzati all'aggiornamento di statistiche sulla criminalità contro le donne nonché all'istituzione di una banca dati sui servizi offerti attraverso la rete collegata al numero di pubblica utilità 1522 e infine 700.000 euro per la prosecuzione delle attività del servizio 1522 per il contrasto alla violenza di genere e allo stalking –:
   se il Governo non ritenga opportuno, alla luce dei moniti espressi a più riprese dall'Unione europea e vista la drammaticità dei dati esposti in premessa, di procedere con la massima urgenza all'erogazione delle somme predette;
   se non ritenga, altresì, di doversi attivare con la massima sollecitudine, anche alla luce del ruolo chiave ricoperto dal nostro Paese in occasione della ratifica della Convenzione di Istanbul, convocando i necessari gruppi di lavoro, per dare un impulso concreto allo sviluppo del piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, di cruciale importanza per la piena attuazione degli strumenti giuridici già citati.

Seduta del 19 giugno 2014

Illustrazione di Fabrizia Giuliani, risposta del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Ivan Scalfarotto, replica di Donatella Ferranti

Illustrazione

Fabrizia Giuliani: Signor Presidente, per prima cosa voglio dire che sono solidale con il sottosegretario Scalfarotto, perché è stato più volte convocato nelle Aule parlamentari e anche nelle Commissioni per dare conto di ciò che il Governo intende fare sul terreno delle strategie di contrasto alla violenza di genere. Segnatamente, sul terreno della prevenzione, chiedevamo a che punto fosse lo stato dell'arte, il piano antiviolenza e le risorse che lo debbono sostenere.
  Soltanto la settimana scorsa abbiamo convocato qui il Ministero della giustizia, nella persona del sottosegretario Ferri, per rispondere ad un caso specifico, quello di Chiara Insidioso, una diciannovenne romana ridotta in fin di vita dal proprio compagno, nonostante i rischi a cui la esponeva quella relazione fossero ben presenti al padre, che aveva chiesto aiuto allo Stato, presentando diverse denunce e, attraverso queste, denunciando la vulnerabilità emotiva e cognitiva della ragazza e i comportamenti pericolosi del convivente; ma queste denunce sono, appunto, rimaste inascoltate. Cosa vuol dire questo ? Vuol dire che la prevenzione nonostante, appunto, il lavoro che noi abbiamo fatto nella conversione del decreto-legge, volto a contrastare la violenza di genere, non riesce a diventare operativa.
  Ho citato questo caso come caso esemplare, perché non si riesce ad arrivare prima e questo è l'obiettivo di qualunque strategia, volta a contrastare la violenza, arrivare prima che l'abuso e la violenza si consumi; prima, anche, che arrivi la morte. Non debbo richiamare i casi di cronaca, perché dobbiamo tenere il discorso su un piano razionale e allontanarlo quanto più possibile da derive emotive, ma i casi di questi giorni, che hanno così tanto scosso l'opinione pubblica, toccano proprio questo terreno. Perché li richiamo ? Perché, invece, questo Parlamento era stato protagonista di un percorso, a mio avviso, a nostro avviso, assolutamente esemplare. Non le sarà sfuggito, infatti, che questa interpellanza è stata firmata da un numero ampio di parlamentari, appartenenti a forze politiche diverse, proprio a dimostrare la trasversalità di questi intenti. Richiamo questo per dire cosa ? Che questo Parlamento aveva agito in modo esemplare, prima ratificando in tempi molto rapidi la Convenzione di Istanbul; siamo stati tra i primi a ratificare quella Convenzione; abbiamo poi fatto, sempre a livello trasversale, qui in Parlamento, una mozione unitaria che ne sollecitava l'attuazione, abbiamo alzato la palla e se mi passa la metafora, in qualche modo il Governo ha schiacciato, perché ha convertito in decreto-legge molte delle norme e delle misure che noi avevamo sollecitato e, attraverso quel decreto-legge che poi è stato varato, ha invertito la rotta rispetto ad una serie di ritardi e di resistenze che, fino ad ora, queste misure avevano incontrato. A mio avviso questo percorso è stato esemplare.
  Perché ? Perché ha convertito in decreto molte delle norme, delle misure che noi avevamo sollecitato e, attraverso quel decreto che poi è stato varato, ha invertito la rotta rispetto ad una serie di ritardi e di resistenze che fino ad ora queste misure avevano incontrato.
  A mio avviso, questo percorso è stato esemplare perché finalmente la violenza di genere è stata identificata come priorità politica, non come un'emergenza sociale da delegare alla sussidiarietà, ma come priorità politica. Qual è il punto che vogliamo sollecitare ? Nella premessa dell'interpellanza urgente che abbiamo presentato abbiamo sostenuto come i continui delitti commessi sulle donne riportati dalla cronaca hanno determinato nell'opinione pubblica una percezione diffusa, e questa percezione è diventata via via consapevolezza e questa consapevolezza è ciò che ha dato forza alla politica per agire nel modo che prima abbiamo richiamato, attraverso appunto la ratifica della Convenzione di Istanbul, che, lo voglio sottolineare, è ad oggi lo strumento giuridico più avanzato per la tutela delle donne, a proposito di contrasto alla violenza. E, a seguito della ratifica, raggiunta anche grazie all'intensa opera di sensibilizzazione nel nostro Paese, il 1o agosto 2014 questa Convenzione entrerà finalmente in vigore.
  Riprendo solo un passaggio, l'articolo 8 della Convenzione, che dice: «Le Parti stanziano le risorse finanziarie e umane appropriate per un'adeguata attuazione di politiche integrate, di misure e di programmi destinati a prevenire e combattere ogni forma di violenza rientrante nel campo di applicazione della presente Convenzione, ivi compresi quelli realizzati dalle ONG e dalla società civile». Ora, ripercorrendo sempre il cammino legislativo che è stato compiuto in questi mesi, questa sollecitazione è stata recepita e assunta nell'articolo 5 del decreto-legge che prima citavamo, ossia quello relativo alle disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di Protezione civile e di commissariamento delle province, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119. Questo articolo demanda al Ministro per le pari opportunità il compito di elaborare un piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, in sinergia – in sinergia, lo voglio sottolineare, perché è un dato di grande rilievo – con la nuova programmazione dell'Unione europea per il periodo 2014-2020. Il medesimo articolo prevede, inoltre, un finanziamento di 10 milioni di euro per l'anno 2013 per la realizzazione di azioni a sostegno delle donne vittime di violenza.
  Ancora, nelle disposizioni di bilancio il comma 217 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 14, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014), incrementa di 10 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016, la dotazione del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità precisamente allo scopo di finanziare il Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere.
  Dunque, per effetto del combinato disposto dalla predetta disposizione con gli articoli 5 e 5-bis, nonché in virtù del cosiddetto istituto del «riporto», che prevede la facoltà per la Presidenza del Consiglio, diversamente dalle altre amministrazioni, di mantenere in bilancio anche le risorse non utilizzate nell'anno precedente, nel 2014 risulta disponibile per il già citato piano straordinario la somma di 18 milioni di euro. Questo è il punto.
  Tale somma, secondo quanto si legge nella nota preliminare al bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei ministri, è ripartita destinando 10 milioni di euro per il miglioramento degli interventi delle istituzioni nel contrasto alla violenza sulle donne attraverso l'elaborazione di un piano d'azione straordinario contro la violenza, 7 milioni di euro all'attuazione dell'articolo 5-bis del decreto-legge n. 93 del 2013, relativo ad interventi di assistenza e sostegno territoriale a donne vittime di violenza e ai minori e 300.000 euro per la stipula di convenzioni o accordi finalizzati all'aggiornamento di statistiche sulla criminalità contro le donne nonché all'istituzione di una banca dati – dato a mio avviso rilevantissimo – sui servizi offerti attraverso la rete collegata al numero di pubblica utilità 1522 e, infine, 700.000 euro per la prosecuzione delle attività del servizio del 1522.
  Riteniamo urgente che una finalizzazione del piano diventi quanto prima concreta e attuativa, prima della scadenza prevista per il mese di ottobre.
  Questa urgenza è direttamente legata alla necessità, come previsto, di allocare le somme stanziate a tal fine dallo stesso decreto-legge e dalla legge di stabilità. È necessario agire velocemente per l'importanza del tema in questione, per la concretizzazione dello sforzo di questo Governo che così tanto sta facendo anche per la promozione della cittadinanza femminile e per riaccostare l'Italia in Europa. È, infatti, dall'Europa che provengono, e mi avvio a concludere, moniti a lavorare sulle tematiche delle pari opportunità e sappiamo bene che la violenza non è questione, appunto, sociale ma attiene direttamente alla cittadinanza.
  La maggior parte dei progetti regionali e provinciali di contrasto alla violenza sulle donne vengono dai fondi europei, cito soltanto il progetto Daphne, e ai trasferimenti diretti si sono poi aggiunti quelli indiretti attraverso i piani operativi regionali.
  Ora, alla luce anche dell'impegno che ha preso l'Europa attraverso non solo il progetto Daphne ma anche attraverso il monitoraggio che ha fatto e che ha reso noto come per il nostro Paese sia ancora così difficile per le donne denunciare la violenza, riteniamo che misurarsi concretamente per dare attuazione alle strategie di contrasto e per sostenerle finanziariamente debba diventare una priorità assolutamente in coerenza con l'azione innovativa di questo Governo.

Risposta

Signor Presidente, io ringrazio anche l'onorevole Giuliani per la solidarietà e in realtà non ce n’è alcun bisogno, perché io sono molto onorato di poter rappresentare il Governo nel rispondere a interpellanze che riguardano un argomento che è di assoluta importanza e che non dobbiamo mai perdere di vista.
  Lei diceva giustamente che con le azioni che si sono intraprese durante questa legislatura si è fatto un salto di qualità, si è passati da considerare la violenza contro le donne un problema sociale a farlo diventare una priorità politica. Io penso che sia assolutamente la linea giusta e, quindi, credo che il lavoro che stiamo facendo insieme sia assolutamente di primaria importanza, non soltanto per le donne di questo Paese ma per il Paese nella sua interezza.
  Ho già risposto in altre occasioni a interrogazioni e interpellanze simili, voglio soltanto ripercorrere le tappe che, in parte anche lei, onorevole Giuliani, ha ripercorso nell'illustrazione della sua interpellanza. Sappiamo che l'Italia è stato uno dei primi Paesi a ratificare la Convenzione di Istanbul, Convenzione che appunto tra l'altro entra in vigore il 1o agosto perché finalmente abbiamo raggiunto anche il decimo Stato a ratificare questa Convenzione.
  Abbiamo convertito in legge il decreto-legge n. 93, che recava «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province», che prevedeva delle azioni molto precise tra cui la creazione di un piano straordinario contro laviolenza sessuale e di genere, da elaborarsi con il contributo di tutte le amministrazioni interessate e delle associazioni di donne impegnate nella lotta contro la violenza e dei centri antiviolenza, proprio come diceva lei giustamente, in sinergia con la nuova programmazione dell'Unione europea per il periodo 2014-2020.
  Ora, si tratta di interventi molto complessi e per questo si è costituita una task force interistituzionale che ha visto la partecipazione di una serie di Ministeri interessati (Pari opportunità, Giustizia, Interno, Salute, Istruzione, Esteri, Difesa, Economia e Finanze, Lavoro, Sviluppo economico), quindi anche a testimonianza dell'ampiezza del raggio di azione di questo piano. Ovviamente task force integrata dai rappresentanti delle autonomie territoriali e dal mondo dell'associazionismo, con il coordinamento del Dipartimento per le pari opportunità.
  Un Piano molto complesso che ha, quindi, previsto la formazione di sette sottogruppi tematici che hanno anche qui preso a lavorare su azioni finalizzate a interventi molto ampi. Faccio giusto qualche esempio: si va dal sostegno delle vittime di violenza mediante il loro reinserimento sociale e lavorativo, al recupero dei soggetti responsabili di atti di violenza nelle relazioni affettive; alla formazione dei diversi soggetti coinvolti nella presa in carico delle vittime (come gli operatori socio sanitari, le forze dell'ordine, i volontari del soccorso, gli operatori dei centri antiviolenza e così via); alla valutazione dei fattori di rischio cui sono esposte le vittime di violenza; a un'azione, che a me pare tra l'altro molto importante, che è la corretta rappresentazione dei generi nel sistema dei media della comunicazione e via via l'elenco è ancora molto lungo e glielo risparmio perché so che l'onorevole interpellante lo conosce bene.
  Quindi, all'ultimazione dei lavori di questi sottogruppi, coordinati come ho detto dal Dipartimento per le pari opportunità, poi sarà compito del Dipartimento investire la task force per la condivisione del piano. Ora – questa è la parte importante – attesa la complessità delle azioni che si intendono perseguire con il Piano, il Governo quindi conta di poter adottare lo stesso entro il mese di ottobre, questa è la scadenza che ci siamo dati.
  Passiamo, invece, alla parte finanziaria. In ordine alle risorse stanziate per l'attuazione del Piano d'azione straordinario, è stato incrementato per l'anno 2013 il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità di 10 milioni di euro (questo sulla base dell'articolo 5, comma 4, del decreto legge n. 93 del 2013), stanziando, successivamente, con l'articolo 1, comma 217, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (che poi è la legge di stabilità del 2014), risorse finanziarie aggiuntive pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016. Tali risorse saranno allocate sulle diverse aree d'intervento una volta che il Piano di azione sarà completato.
  Per quanto, invece, riguarda il potenziamento delle forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli attraverso modalità omogenee di rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza, secondo quanto previsto dal sopra richiamato articolo 5, comma 2, lettera d), del decreto-legge n. 93 del 2013, sono stati inoltre stanziati ed assegnati dall'articolo 5-bis, comma 1, dello stesso decreto-legge, 10 milioni di euro per l'anno 2013 e 7 milioni di euro per l'anno 2014, nonché 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015.
  Tali risorse, secondo quanto previsto dall'articolo 5-bis, comma 2, del sopracitato decreto-legge, devono essere annualmente ripartite tra le regioni dal Ministro delegato per le pari opportunità, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, tenendo conto dei criteri stabiliti nella disposizione stessa.
  Al fine di accelerare i tempi del riparto delle risorse da trasferire alle regioni per il finanziamento dei centri antiviolenza, il Governo ha predisposto la bozza di decreto, accorpando le risorse riferite agli esercizi finanziari 2013 e 2014, per un complessivo importo pari ad euro 17 milioni. La suddetta bozza è stata già trasmessa alla Conferenza Stato-regioni affinché esprima la prevista intesa nella prima seduta utile. È intenzione del Governo, infatti, erogare le suddette risorse entro il mese di luglio.
  Io concludo, ancora, ripeto, con un apprezzamento e un ringraziamento alle onorevoli interpellanti, comunque sottolineando l'attenzione continua del Governo su questo tema, come ho avuto occasione di dire all'inizio.

Replica

Donatella Ferranti: Signor Presidente, signor sottosegretario, noi siamo sufficientemente soddisfatti, ma nel senso che sostanzialmente abbiamo capito, non solo da questa risposta ma anche dagli altri interventi che ci sono stati del Governo, che c’è un impegno a riprendere e a dare concretezza al piano, quel piano che a nostro avviso rappresentava, insieme appunto alle altre norme che sono state varate con la legge n. 119 del 2013, contro la violenza alle donne, il momento più qualificante della parte di prevenzione della violenza.
  Quindi, noi siamo soddisfatti nel senso che queste scadenze e questi obiettivi, diciamo così, sono stati posti concretamente, prefissati dal Governo; mi riferisco al mese di ottobre, per l'attuazione e la messa a punto del piano e all'erogazione entro luglio delle risorse.
  Questo ci può confortare, anche se riteniamo che forse ci sia bisogno effettivamente di una sinergia – fermo restando che il nuovo Governo si è da poco insediato – più attiva e concreta. Ci permettiamo anche di sottolineare, considerato che ancora questa parte è in capo sostanzialmente al Presidente del Consiglio, l'opportunità di valutare – e lo rappresentiamo al Presidente del Consiglio – se questo settore non possa essere oggetto di una delega specifica per poter avere, anche da parte del Parlamento, un referente operativo per iniziative che vadano in direzione dell'attuazione ma anche della sensibilizzazione.
  Questo perché anche recentemente, da monitoraggi che sono stati fatti sull'applicazione di questa legge dal punto di vista proprio delle nuove norme in materia di repressione del fenomeno della violenza domestica e della violenza sulle donne e comunque sui soggetti deboli in genere, noi ci siamo resi conto – e questo è un po’ il dato emerso – che gli strumenti normativi ci sono; vanno sicuramente perfezionati anche nel quadro dell'attuazione della direttiva riguardante la tutela della vittima del reato.
  Però, ancora il sistema stenta ad agire in sinergia, proprio perché quelle azioni – che devono essere di sensibilizzazione degli operatori nei settori della comunicazione, di assistenza e sostegno delle donne attraverso anche il rafforzamento della rete territoriale, obiettivi ambiziosi ma necessari, al fine di garantire la formazione di tutte le professionalità che entrano in contatto con la violenza di genere e lo stalking e ad accrescere quindi la protezione della vittima attraverso un rafforzamento della collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte – si possono realizzare solo e soltanto se c’è un indirizzo unitario, cioè se c’è un impulso sinergico, ma autorevole che giustamente fa capo alla Presidenza del Consiglio; a un certo punto, però, deve, a nostro avviso, avere un referente stabile e permanente che possa dare proprio il senso di questa azione, senza la quale tutti gli strumenti avanzati e sinergici che abbiamo messo in campo rischiano di non poter essere operativi.
  La soddisfazione – come diceva il sottosegretario Scalfarotto – è che in realtà siamo partiti con un finanziamento abbastanza sobrio in quella legge dell'agosto scorso, ma il fatto che nella legge di stabilità sostanzialmente la dotazione del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità sia proprio la somma di 18 milioni di euro ci conforta dell'impegno concreto, ma anche della necessità che questi fondi siano effettivamente erogati e destinati non con interventi a pioggia, ma secondo un programma razionale e degli obiettivi certi e sinergici proprio per l'attuazione del piano.
  Comunque, ringraziamo il Governo in ogni caso per lo sforzo che sta facendo di recuperare anche quello che ha fatto il precedente Governo uscente.