03/03/2017
Giovanni Burtone
Cardinale, Albanella, Censore, Battaglia, Cuomo, Marco Di Stefano, Raciti, Salvatore Piccolo, Magorno, Giovanna Sanna, Cassano, Pierdomenico Martino, Simoni, Covello, Ginefra, Vecchio, Moscatt, Anzaldi, Rotta, Ventricelli, Iacono, Culotta, Malpezzi, Gitti, Rigoni, Piepoli, Garavini, Pes, Marrocu, Galperti, Capone, Martella
2-01689

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   con circolare n. 11 del 2017 l'Inps ha chiarito i requisiti per la domanda di accesso all'ottava salvaguardia, di cui ai sensi dei commi 214-216 della legge n. 232 del 2016 da presentare entro il 2 marzo 2017;
   per poter accedere a suddetta tutela i lavoratori interessati devono essere in possesso di alcuni requisiti come: essere in mobilità o in trattamento speciale edile in base ad accordi stipulati entro il 31 dicembre 2011; essere in mobilità o in trattamento speciale edile per aziende cessate o che abbiano subito procedure concorsuali; essere cessati dall'attività lavorativa entro il 31 dicembre 2014; perfezionare entro 36 mesi, anche attraverso il versamento di contributi volontari, dalla fine di fruizione di indennità, i contributi richiesti dalla normativa in vigore prima della «riforma Fornero»;
   si pone una questione di necessario chiarimento per quanto concerne lavoratori attualmente in mobilità in deroga o la cui mobilità risulta essere scaduta nel dopo il 1o agosto 2014 a seguito delle disposizioni intervenute con il decreto ministeriale n. 83473 del 1o agosto 2014;
   poi gli interessati devono presentare domanda entro il 2 marzo 2017 è assolutamente necessario che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali chiarisca le modalità di accesso anche per i lavoratori in mobilità in deroga compresi quelli per i quali sono subentrati accordi regionali di ulteriore proroga;
   inoltre, su tutto il territorio nazionale, si pone la questione del futuro di suddetti lavoratori in quanto ciascuna regione in questi mesi ha dato o sta dando risposte parziali e non del tutto efficace in termini di tutela;
   se è vero che il decreto legislativo 24 settembre 2016 n. 185, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235 del 7 ottobre 2016, ha aggiunto all'articolo 44 del decreto legislativo n. 148 del 2015, dopo il comma 6, il comma 6-bis, con il quale è stata ampliata, sotto diversi profili rispetto alla previgente disciplina, la possibilità per le regioni e le province autonome di derogare ai criteri di cui agli articoli 2 e 3 del decreto interministeriale n. 83473 del 1o agosto 2014, in particolare derogando ai criteri del decreto interministeriale n. 83473 nella misura del 50 per cento delle risorse ad esse assegnate e non più solo nella misura del 5 per cento;
   nei mesi passati, secondo notizie di stampa, si era ipotizzata anche una misura una tantum di 12 mesi con un importo tra i 400 e i 500 euro a supporto dei lavoratori in mobilità in deroga, misura di cui però non si è avuta più notizia;
   per molti lavoratori appartenenti a questa platea l'ottava salvaguardia rappresenta una opportunità per poter andare in pensione in molti casi avendo già subito penalizzazioni dalle previsioni della «legge Fornero»;
   la mancanza di chiarezza della declinazione delle norme previste in legge di stabilità la cui ratio e volontà del legislatore era sicuramente quella di voler includere anche suddetti soggetti rischia di determinare ulteriori tensioni e allarmi già sollevati dalle organizzazioni sindacali –:
   se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative al fine di chiarire se le citate disposizioni previste dalla legge n. 232 del 2016 si applicano anche ai lavoratori in mobilità in deroga, prevedendo, campagne informative circa l'applicazione delle disposizioni di accesso i benefici dell'ottava salvaguardia anche per questi lavoratori;
   se, a fronte delle difficoltà in cui si trovano gli appartenenti in questa platea, non ritenga di valutare l'opportunità di assumere le iniziative di competenza, anche di concerto con l'Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, per promuovere, su tutto il territorio nazionale, progetti di riqualificazione professionale e di supporto nella ricerca di nuova occupazione.