09/02/2017
Susanna Cenni
Realacci, Murer, Zampa, Carloni, Rocchi, Gnecchi, Roberta Agostini, Albini, Zan, Carocci, Dallai, Malisani, Valiante, Scuvera, Marchi, Fontanelli, De Maria, Beni, Parrini, Laforgia, Ghizzoni, Romanini, Pes, Castricone, Tullo, Fiano, Fiorio, Cuperlo, Lattuca, Capozzolo, Fossati, Giuliani, Braga, Mariani, Cinzia Maria Fontana, Albanella
2-01651

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che: 
la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (nota come «Convenzione di Istanbul») è stata adottata dal Consiglio d'Europa l'11 maggio 2011 ed è entrata in vigore il 1o agosto 2014, a seguito del raggiungimento del prescritto numero di dieci ratifiche; 
l'Italia ha svolto un ruolo importante in questo percorso, essendo stata tra i primi Paesi europei a fare propria la Convenzione, ratificandola con la legge 27 giugno 2013, n. 77; 
la Convenzione è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza. La Convenzione stabilisce inoltre un chiaro legame tra l'obiettivo della parità tra i sessi e quello dell'eliminazione della violenza nei confronti delle donne, promuovendo, innanzitutto la cultura del rispetto tra i generi in ogni dimensione della vita, a partire dalla scuola; 
l'articolo 14 della Convenzione di Istanbul prevede tra i suoi obiettivi, l'inclusione nei programmi scolastici dei temi della parità tra i sessi, dei ruoli di genere non stereotipati, della violenza di genere; 
con il decreto-legge n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, è stato istituito il piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 luglio 2015; 
una delle finalità del piano nazionale contro la violenza di genere riguarda proprio l'adeguata formazione del personale della scuola sul contrasto della violenza e della discriminazione di genere e la promozione, nella programmazione didattica curricolare ed extracurriculare delle scuole di ogni ordine e grado, incluse le scuole dell'infanzia, della sensibilizzazione, dell'informazione e della formazione degli studenti al fine di prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un'adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo (come disposto dall'articolo 5, comma 2, lettera c), del decreto-legge n. 93 del 2013); 
l'articolo 1, comma 16, della legge n. 107 del 2015 (cosiddetta «buona scuola») di riforma del sistema nazionale di istruzione prevede che «il piano triennale dell'offerta formativa» debba assicurare «l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche» relative proprio al piano nazionale sopracitato; 
è stato costituito un tavolo tecnico per l'elaborazione delle linee guida per l'attuazione dell'articolo 1, comma 16, della legge n. 107 del 2015 con DD n. 1140 del 30 ottobre 2015; 
è opportuno inoltre ricordare, in questo contesto, che il 30 gennaio 2013 il Ministro del lavoro e delle politiche sociali pro tempore ed il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca pro tempore hanno siglato un protocollo d'intesa, che istituisce la «Settimana nazionale contro la violenza e la discriminazione», da tenersi nel mese di ottobre. Tutte le scuole di ogni ordine e grado sono coinvolte in iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte agli studenti, ai genitori e ai docenti sulla prevenzione e il contrasto di ogni forma di violenza e di discriminazione; 
anche alcune regioni hanno approvato apposite norme in materia, come la regione Toscana (legge sulla cittadinanza di genere n. 16 del 2009), che perseguono l'obiettivo del raggiungimento di una piena parità di genere nella vita sociale, culturale ed economica, evidenziando il carattere trasversale delle politiche di genere rispetto all'insieme delle politiche pubbliche regionali, con particolare riferimento ai settori dell'istruzione, delle politiche economiche, della sanità, della comunicazione e della formazione; 
la Commissione cultura della Camera dei deputati il 7 febbraio 2017 ha adottato il testo base della proposta di legge «Introduzione dell'educazione di genere nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione»; 
proprio in base a tali normative alcune scuole di ogni ordine e grado hanno previsto progetti didattici e percorsi educativi inerenti alla costruzione sociale dell'identità di genere e ai modelli di ruolo maschile e femminile; 
tutto questo grazie alla professionalità di insegnanti preparati e coscienziosi che, nel rispetto delle leggi vigenti, educano bambini e bambine a rispettarsi fin dalla prima infanzia, a non crescere dentro a stereotipi ed a diventare cittadini e cittadine liberi; 
si stanno verificando sul territorio nazionale alcuni gravi episodi di intolleranza nei confronti di questi processi educativi, e in ordine di tempo, ciò è accaduto recentemente a Siena con il progetto didattico, preventivamente condiviso, con i genitori degli alunni, inaugurato dall'asilo comunale «Monumento», che è stato oggetto di una interrogazione in consiglio comunale della Lista civica di minoranza «Uniti per Siena», atto del tutto legittimo, ma purtroppo strumentalizzato per attaccare le insegnanti; 
a seguito del clamore mediatico sollevato da tale atto consiliare Forza Nuova ha appeso uno striscione offensivo ed emanato un relativo comunicato stampa in cui si accusavano le istituzioni politiche e culturali di liquidare le diversità e non «salvaguardare il sano sviluppo delle persone nel contesto familiare»; 
Forza Nuova è ripetutamente protagonista di episodi e manifestazioni pubbliche contro il rispetto di diritti e differenze di genere; 
solo pochi giorni fa si è resa infatti protagonista del «funerale d'Italia» per avversare una unione civile celebrata fra due uomini a Cesena: unione civile riconosciuta dalla legge n. 76 del 2016. Tale iniziativa è stata annunciata con l'affissione di alcuni finti manifesti funebri con i nomi degli sposi: ritenuti colpevoli di aver decretato «la fine della nostra civiltà, delle nostre tradizioni, della famiglia naturale come unico cardine della nostra società»; 
è in atto da tempo, soprattutto da parte di settori estremisti del mondo associazionistico e politico di destra, richiamandosi ad una fantomatica ed inesistente teoria «gender», una campagna diffamatoria nei confronti dei contenuti della legge n. 107 del 2015 che si pone l'obiettivo educare alla parità tra i sessi e alle uguali opportunità (recepimento delle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'educazione sessuale nelle scuole) –: 
se il Governo sia a conoscenza di quelli che gli interpellanti giudicano gravi episodi di intolleranza e diffamazione che riguardano le istituzioni scolastiche e gli insegnanti che stanno portando avanti progetti in coerenza con l'articolo 5, comma 2, lettera c), del decreto-legge n. 93 del 2013 e l'articolo 1, comma 16, della legge n. 107 del 2015; 
quali iniziative urgenti intendano assumere, per quanto di competenza, al fine di contrastare e prevenire tali atti; 
quale sia attualmente lo stato di attuazione dell'articolo 1, comma 16, della legge n. 107 del 2015 e del piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere citato in premessa, anche alla luce del lavoro già svolto dagli appositi tavoli tecnici.