09/09/2014
Stella Bianchi
Realacci, Bratti, Borghi, Cova, Coppola, Braga, Carrozza, Bonomo, Mariani, Gelli, Roberta Agostini, Patriarca, Piccoli Nardelli, Valeria Valente, Mongiello, Carloni, Martelli, Tino Iannuzzi, Gentiloni Silveri, Iacono, Preziosi, Lodolini, Marchi, Manciulli, Causi, Sereni, Marantelli, Manzi, Giovanna Sanna, Scanu, Carrescia, Garavini, De Menech
2-00669

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che: 
il cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori sfide che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi anni. Una sfida sempre più pressante vista la concentrazione record di gas serra nell'atmosfera documentata dall'ultimo rapporto dell'Organizzazione meteorologica internazionale dell'Onu diffuso proprio oggi 9 settembre, che ha mostrato anche una continua accelerazione delle emissioni di gas serra dovuti all'attività umana e in particolare all'uso di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas). Secondo le evidenze scientifiche presentate sia nell'ultimo rapporto di valutazione dell'IPCC (Fifth Assessment Report), sia nel recente rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (European Environment Agency, EEA) «Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012 – An indicator-based report» del 2012, nei prossimi decenni la regione europea ed in particolare la regione del Mediterraneo dovrà far fronte ad impatti dei cambiamenti climatici particolarmente negativi, i quali, combinandosi agli effetti dovuti alle pressioni antropiche sulle risorse naturali, fanno della regione del Mediterraneo una delle aree più vulnerabili d'Europa (EEA, 2012); 
l'Italia quindi si colloca in un'area dell'Europa particolarmente vulnerabile ai presenti e attesi impatti dei cambiamenti climatici. Tali impatti negativi sono correlati principalmente ad un innalzamento eccezionale delle temperature medie e massime, all'aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi (ondate di calore, siccità ed episodi di precipitazioni piovose intense) e alla riduzione delle precipitazioni annuali medie e dei flussi fluviali, con conseguente possibile calo della produttività agricola e perdita di ecosistemi naturali; 
negli ultimi anni si è assistito al ripetersi di eventi atmosferici particolarmente intensi che, sommati alla fragilità e troppo spesso incuria del territorio, hanno manifestato in maniera catastrofica la loro pericolosità fino alla perdita di numerose vite umane e con danni milionari alle attività economiche; basti pensare agli ultimi drammatici eventi nel Gargano o a quanto accaduto a Refrontolo nella provincia di Treviso nel mese di agosto 2014, o ancora all'alluvione a Senigallia e in altri comuni delle Marche nel maggio 2014 o a quella che ha sconvolto la Sardegna nel novembre del 2013 e l'elenco potrebbe continuare. Ogni anno con l'arrivo di piogge e temporali di eccezionale, ma sempre più consueta, intensità si accentua la già grande vulnerabilità del territorio italiano: i fiumi esondano e le colate di fango invadono i centri abitati travolgendo e spazzando via tutto quello che incontrano sul loro percorso. Le alluvioni hanno causato in Italia dal 1998, anno dell'alluvione di Sarno, danni per un ammontare di circa 8 miliardi di euro; 
negli ultimi anni sono state intraprese a livello europeo varie attività riguardanti il supporto alle politiche nazionali, regionali e locali di adattamento ai cambiamenti climatici che devono unirsi alle indispensabili azioni di mitigazione e dunque di riduzione drastica delle emissioni di gas serra. Nell'aprile 2013 la Commissione europea ha adottato e pubblicato la strategia europea di adattamento (Sea) con l'obiettivo principale di rendere l'Europa più resiliente agli effetti dei mutamenti climatici mediante una migliore preparazione e capacità di prevenzione del rischio degli impatti dei cambiamenti climatici a livello locale, regionale, nazionale e europeo. La strategia europea di adattamento deve essere un punto di riferimento per le relative strategie nazionali in Europa già adottate e per quelle in via di preparazione. A oggi, secondo la piattaforma europea sull'adattamento Climate-ADAPT, 17 Stati membri dell'Unione europea (Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia e UK) hanno adottato una Strategia nazionale di adattamento (Sna), mentre altri ne hanno intrapreso il percorso di elaborazione; 
l'Italia è tra i Paesi che stanno elaborando una Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. L'elaborazione è stata avviata nel luglio 2012 dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha affidato al Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) il coordinamento tecnico-scientifico per acquisire le informazioni di base necessarie per elaborare la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Tale coordinamento è stato svolto attraverso l'istituzione di un tavolo tecnico composto da circa cento esperti nazionali provenienti da università, enti di ricerca e fondazioni. Questo tavolo ha raccolto ed elaborato tutte le informazioni tecniche su impatti, vulnerabilità e adattamento necessarie per costruire una Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici; 
in aggiunta al tavolo tecnico, è stato istituito dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un tavolo istituzionale composto dai rappresentanti dei Ministeri e delle altre istituzioni rilevanti ai fini della elaborazione della strategia, tra i quali la Protezione civile, l'Anci e altri soggetti istituzionali, che, sulla base del lavoro svolto dal tavolo tecnico, ha fornito ulteriori indicazioni al processo, contribuendo alla elaborazione dei rapporti. Altri soggetti interessati a vario titolo nell'elaborazione della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici sono stati coinvolti, fin dall'inizio, in questo processo mediante un sondaggio con un questionario (effettuato in ottobre-novembre 2012), e successivamente con una consultazione on-line sul documento strategico elaborato che si è svolta tra il 30 ottobre e il 31 dicembre 2013; sono state inoltre svolte altre consultazioni con incontri ad hoc; 
tale processo è terminato nel mese di luglio 2014 con l'elaborazione di un pacchetto di documenti che sono alla base della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. La documentazione, che è stata consegnata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, include un rapporto tecnico-scientifico che analizza le vulnerabilità del territorio italiano agli impatti dei cambiamenti climatici, una sintesi del rapporto stesso e un rapporto tecnico-giuridico che studia la normativa comunitaria e nazionale rilevante per gli impatti, la vulnerabilità e l'adattamento ai cambiamenti climatici, in cui vengono analizzate più di 30 tra direttive e regolamenti europei. Infine, è stato consegnato anche un documento dal titolo «Elementi per una strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici», che basandosi sui precedenti rapporti fornisce proposte di azioni settoriali e intersettoriali di adattamento a corto termine (entro il 2020) e a lungo termine –: 
se il Ministro sia grado di fornire informazioni sullo stato attuale dell'iter di elaborazione e adozione della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e quali misure intenda intraprendere affinché si arrivi in breve tempo alla sua completa definizione, adozione e attuazione.

 

Seduta del 12 settembre 2014

Illustrazione e replica di Mariastella Bianchi, risposta di Silvia Velo, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare

Illustrazione

Signor Presidente, intendo illustrarla. L'interpellanza che abbiamo rivolto al Governo riguarda l'adozione della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, una Strategia che è di assoluta necessità per il nostro Paese, visto l'impatto già drammatico che i cambiamenti climatici hanno sul nostro territorio. Le cronache recenti, purtroppo, ci ricordano drammaticamente qual è il peso delle trasformazioni già in atto: gli ultimi eventi drammatici in Gargano, l'evento che si è abbattuto sulla provincia di Treviso, a Refrontolo, nei primi giorni di agosto, con una precipitazione eccezionale che ha portato ad un'alluvione che è costata la vita a quattro persone e danni milionari a quella zona, ciò che è successo nelle Marche, a Senigallia in particolare, ma anche in altri comuni della provincia di Ancona, quanto è successo in Sardegna nel novembre 2013. 
L'elenco potrebbe essere molto lungo ed è un elenco che ci dice quanto già l'aumento della temperatura media sta provocando, degli impatti anche sul nostro territorio, con il ripetersi di eventi eccezionali – continuiamo a definire eccezionali eventi atmosferici che, però, purtroppo, diventeranno sempre più frequenti – che si abbattono su un territorio che, naturalmente, è reso fragile dalle sue caratteristiche geologiche, ma, ovviamente, purtroppo, anche da anni e anni di uso sconsiderato del territorio, con una cementificazione eccessiva, con una scarsa cura, con una mancanza di manutenzione e di messa in sicurezza.

Su questo territorio, quello italiano, così fragile, l'impatto, quindi, dei cambiamenti climatici diventa ancora più grave, e diventa, quindi, tanto più necessario adottare la Strategia di adattamento opportuna, che deve servire a mettere in sicurezza zone del Paese che, fino a questo momento, non abbiamo considerato come zone di particolare rischio, e che deve servire anche ad attrezzare le comunità nel modo migliore, per rispondere alle minacce in atto. Dobbiamo arrivare a territori e comunità che siano effettivamente «resilienti», per usare un termine che viene normalmente utilizzato, e cioè capaci di assorbire l'impatto di un evento drammatico nel modo migliore possibile, contenendo i danni, riducendo le perdite e riuscendo subito a ripartire sulla strada giusta. 
L'impatto dei cambiamenti climatici è qualcosa che noi tutti dobbiamo avere molto molto più presente nella nostra attività politica, nell'attività del Governo, nelle nostre preoccupazioni ed azioni quotidiane. Proprio nel giorno in cui abbiamo presentato l'interpellanza, il 9 settembre scorso, è uscito l'ennesimo rapporto dell'ONU, dell'Organizzazione meteorologica mondiale, che ha confermato l'allarme estremo per la concentrazione record di gas serra nell'atmosfera, ha confermato il fatto che sia in corso un'impennata, ancora in questi ultimi anni, che sta portando ad un rapido aumento – purtroppo, invece di invertire la marcia, vi è ancora un rapido aumento – delle emissioni di gas serra, e ha confermato, di nuovo, che questa concentrazione, che porta all'aumento della temperatura media globale, è dovuta essenzialmente all'attività dell'uomo, è dovuta all'uso di combustibili fossili, di carbone, petrolio e gas, che mandano nell'atmosfera gas serra che restano intrappolati nell'atmosfera e rimandano radiazioni solari in eccesso sul nostro pianeta, portando, quindi, ad un aumento della temperatura media globale. 
Sappiamo tutti che la soglia critica considerata dagli scienziati dell'ONU come la soglia per evitare impatti catastrofici è quella di un aumento di 2 gradi centigradi rispetto alle temperature registrate nel periodo precedente alla rivoluzione industriale. Sappiamo, purtroppo, che questo livello record, questo livello di soglia critica, si sta molto drammaticamente avvicinando. Con il ritmo attuale, noi rischiamo di arrivare a fine secolo ad aumenti tra i 3,8 e i 4,5 gradi, che avrebbero impatti letteralmente catastrofici sulla possibilità per noi di continuare a vivere sulla Terra nelle condizioni con le quali abbiamo vissuto fino a questo momento. Questo ci dice che non serve soltanto una Strategia di adattamento, che naturalmente è essenziale, ma che sono indispensabili le azioni di mitigazione, e quindi di riduzione delle emissioni di gas serra. 
E serve assolutamente un impegno del Governo, che sono certa non mancherà, per raggiungere l'accordo globale che tutti speriamo si raggiunga a Parigi nel 2015, anche sulla spinta del vertice promosso dal segretario generale dell'ONU, Ban Ki-Moon. 
Sulla strategia nazionale di adattamento noi dobbiamo rispondere ad un'esigenza che è del nostro Paese, dei nostri territori, delle nostre comunità, ma anche a un impegno comunitario. L'Unione europea ha lanciato una strategia più europea di adattamento, sono già 17 i Paesi membri dell'Unione europea che hanno adottato la propria strategia nazionale. Nel nostro Paese molto lavoro è stato già fatto, l'elaborazione è stata avviata nel luglio del 2012 e affidata al Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, è stata già oggetto di un'ampia condivisione e di un'ampia consultazione pubblica, come è giusto che sia per un documento di questa importanza che è particolarmente cruciale, proprio perché il Mediterraneo e il nostro Paese sono aree che subiscono già, e che subiranno comunque in un breve periodo, un impatto molto forte dei cambiamenti climatici. 
Ecco, quindi, la nostra interpellanza al Governo ha proprio come oggetto questo: la richiesta di conoscere a che punto siamo arrivati nell’iter di elaborazione della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e quali misure il Governo intenda adottare per arrivare al più presto alla sua completa definizione, alla sua adozione e, soprattutto, alla sua attuazione.

Risposta del governo

Signor Presidente, l'onorevole Bianchi nell'illustrazione della sua interpellanza ha illustrato obiettivi, priorità, preoccupazioni, strategie che sono assolutamente condivise dal Ministero, dal Governo e, ovviamente, dalla sottoscritta. L'approccio è condivisibile: da una parte rafforzare il nostro impegno sulla riduzione delle emissioni e, quindi, sulla lotta ai cambiamenti climatici, dall'altra attivare strumenti e misure per reagire a quelli che sono, comunque, cambiamenti climatici già in atto e di cui già vediamo gli effetti, così come ha riferito l'onorevole Bianchi. Su questo il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del mare è impegnato in iniziative e programmi governativi sia in sede nazionale, sia nei consessi internazionali, perché seguiamo, anche e soprattutto in occasione della Presidenza del semestre europeo da parte dell'Italia, anche nelle sedi internazionali, con grande impegno, non solo politico, ma anche finanziario, progetti che riguardano le cooperazioni sulla lotta ai cambiamenti climatici. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del mare è da tempo impegnato nella complessa problematica degli impatti del cambiamento climatico che rappresenta una delle maggiori sfide che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi anni. 
In merito a quanto richiesto, si informa che la competente direzione generale ha svolto un articolato e complesso lavoro di coordinamento per un ampio e condiviso processo di acquisizione dei dati e delle informazioni necessarie ad individuare impatti, vulnerabilità, criticità e misure da adottare, al fine elaborare ed adottare la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, nonché le misure per giungere in breve tempo alla sua completa definizione, adozione e attuazione. L'obiettivo della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici è di contribuire a rendere il Paese, come è stato detto, più resiliente agli impatti del cambiamento climatico in coerenza con quanto indicato dalla strategia europea di adattamento al cambiamento climatico e alla piattaforma denominata Climate-adapt realizzata dall'Agenzia europea dell'ambiente. Essa stabilisce e fornisce altresì un quadro delle vulnerabilità settoriali e cross-settoriali e un portfolio di misure suddivise per categorie strutturali, ecosistemiche, legislative, informative e comunicative.
Il Ministero è altresì impegnato nella messa a punto di una road map in vista della successiva pianificazione delle azioni di adattamento, analizzando a questo fine gli strumenti finanziari messi a disposizione dalla nuova programmazione comunitaria, innanzitutto LIFE e poi fondi strutturali 2014-2020. 
Il 4 settembre ultimo scorso il progetto di Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici è stato trasmesso alla Conferenza permanente Stato-regioni al fine di acquisirne il previsto parere. A tal fine, poi, è prevista la convocazione di un tavolo tecnico, entro il corrente mese, per procedere all'esame congiunto del documento, al fine della sua formale ed effettiva adozione. 
Condividendo la sollecitazione degli onorevoli interpellanti, ci attiveremo, mi attiverò, affinché questa procedura venga completata nel più rapido tempo possibile, perché al momento dell'adozione poi inizia l'impegno e il lavoro vero e proprio, che riguarderà Governo nel suo complesso e Parlamento nel suo complesso per arrivare da un documento di indirizzo e di obiettivi a quella che è la fase della realizzazione degli obiettivi. 
Credo che dovremo lavorare in maniera più ampia e condivisa possibile affinché questa Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, insieme ai documenti che riguardano gli obiettivi di lotta ai cambiamenti climatici, diventi la cornice all'interno della quale si improntino complessivamente le politiche economiche e le politiche di crescita del nostro Paese e più complessivamente anche dell'Unione europea.

Replica

Signor Presidente, ringrazio il Governo per la risposta, sia per la riassicurazione sui tempi rapidi, che consideriamo certi, di adozione della Strategia, sia per la sottolineatura finale. La sfida dei cambiamenti climatici deve davvero divenire centrale nelle politiche tutte del nostro Paese e dell'Unione europea, nelle politiche economiche, nelle politiche di creazione di posti di lavoro, nelle politiche che riguardano ogni settore nel nostro ambito. 
Ha fatto molto bene il sottosegretario anche a ricordare come la programmazione di risorse comunitarie e nuovi fondi strutturali abbiano deciso e come ci sia un affidamento molto preciso sull'azione di contrasto ai cambiamenti climatici, se è previsto che il 20 per cento di tutte le risorse complessive messe a disposizione degli Stati membri debbano essere indirizzate, lungo i diversi 11 obiettivi tematici, esattamente al contrasto ai cambiamenti climatici. 
È particolarmente importante anche la prima sottolineatura che ha fatto il Governo, cioè l'impegno a rafforzare i nostri sforzi di natura diplomatica, per così dire, di costruzione di un obiettivo avanzato al livello europeo, di costruzione di un'evoluzione e di una transizione necessaria anche nel nostro Paese per arrivare ad una riduzione drastica delle emissioni di gas serra. 
Quello che noi dobbiamo realizzare è una vera e propria rivoluzione energetica. Noi dobbiamo essere perfettamente e totalmente consapevoli del fatto che questa minaccia enorme che abbiamo davanti è in realtà anche una grandissima opportunità. Sappiamo con esattezza, perché la comunità scientifica ce lo dice, che la minaccia che stiamo correndo dipende dall'uso di combustibili fossili, dipende da carbone, petrolio e gas, dipende dal nostro modo tradizionale di produrre e consumare energia. 
Allora quello che noi dobbiamo fare come Italia, come Europa, come contributo alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo che riguardi l'intero insieme dei Paesi sviluppati, dei Paesi già ormai molto industrializzati e l'insieme dei Paesi in via di sviluppo, è proprio quello di arrivare ad una nuova forma di energia e di arrivare finalmente ad energie pulite, centrate sull'efficienza energetica, sulle rinnovabili e sulle reti intelligenti. 
Noi non possiamo e non dobbiamo, perché non corrisponderebbe alla verità, vedere i cambiamenti climatici solo come una minaccia terribile. Si tratta di qualcosa che certamente ci impone di agire, ma qualcosa che possiamo affrontare vincendo questa partita, già con le tecnologie che abbiamo a disposizione. La nostra generazione è già perfettamente in grado di affrontare questa sfida e di vincerla, trasformando il modo con il quale produciamo l'energia e consentendo ai nostri territori e alle nostre comunità di resistere al meglio agli impatti che, purtroppo, sono inevitabili nel breve periodo. 
Quindi, Presidente, ringrazio il Governo per le informazioni che ci ha dato oggi. Sono certa che l'impegno del sottosegretario all'adozione in tempi rapidi e certi della Strategia nazionale di adattamento sarà rispettato e sono certa che il Parlamento tutto, insieme al Governo, adotterà tutte le misure necessarie a rendere operativa la strategia e a procedere anche negli altri versanti fondamentali di riduzione delle emissioni di gas serra e, quindi, di abbandono dell'uso dei combustibili fossili.