11/07/2017
Roberto Giachetti
2-01878

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   i detenuti ad oggi presenti nella casa circondariale di Trapani si aggirano intorno alle 522 unità, di cui 305 circa con una posizione giuridica definitiva;
   i funzionari giuridico-pedagogici attualmente previsti in pianta organica sono 6 (pianta organica risalente a quando la capienza regolamentare era di 358 detenuti);
   il nuovo padiglione consegnato nell'autunno 2016 ha una capienza di 200 detenuti, oggi già presenti; altre due sezioni sono in fase di ristrutturazione;
   i detenuti orientativamente previsti a pieno regime sono oltre 600 unità;
   ad oggi e ormai da vari mesi, i 522 detenuti sono seguiti esclusivamente da due funzionari con contratto di lavoro a tempo pieno e un funzionario con contratto di lavoro part-time;
   un funzionario, dopo una lunga assenza per malattia, è deceduto, un altro funzionario è assente da circa tre mesi;
   sembra che il criterio adottato dal dipartimento di amministrazione penitenziaria preveda un funzionario giuridico-pedagogico ogni 100 detenuti per le case circondariali e un funzionario giuridico- pedagogico ogni 50 detenuti per le case di reclusione. Se così fosse, in considerazione dell'attuale presenza di 300 detenuti definitivi ed un numero totale di detenuti presenti pari a 522 unità – numero che inevitabilmente aumenterà con l'apertura delle due sezioni in fase di ristrutturazione – si imporrebbe l'ampliamento della pianta organica fino ad arrivare ad almeno 10 funzionari giuridico-pedagogici;
   solo la presenza di un congruo numero di funzionari dell'area trattamentale può garantire l'espletamento dei compiti previsti dall'ordinamento penitenziario, miranti al trattamento dei soggetti con condanna definitiva e al sostegno dei ristretti in attesa di giudizio;
   si deve, altresì, tenere conto delle peculiarità della casa circondariale di Trapani in relazione a:
    un elevato numero di detenuti definitivi;
    un alto numero di detenuti immigrati e/o tossicodipendenti;
    la presenza, oltre alla media sicurezza, di una sezione «protetti», di una ad «alta sicurezza», di una per «semiliberi», con le specifiche caratteristiche che contraddistinguono ognuna;
   tutto ciò premesso, è necessaria, in attesa di un ampliamento dell'attuale pianta organica, almeno la sostituzione dei due funzionari assenti, altrimenti, è impossibile garantire il trattamento dei detenuti in tali precarie condizioni;
   pare pertanto riscontrarsi la violazione dei princìpi costituzionali che prevedono la finalità educativa della pena e il rispetto per la dignità di ogni detenuto –:
   quali iniziative urgenti e necessarie intenda adottare per porre fine a tale gravissima situazione di malagiustizia e, pertanto, quali soluzioni si intendano approntare per integrare i funzionari mancanti. 

 

Seduta del 17 ottobre 2017

Risposta di Gennaro Migliore,  sottosegretario per la Giustizia- Replica di Roberto Giachetti

Risposta

Grazie, signor Presidente. Con l'atto in discussione, l'onorevole Giachetti, dopo aver descritto le condizioni della casa circondariale “San Giuliano” di Trapani, con particolare riguardo al ruolo di educatori e funzionari giuridico-pedagogici, richiede quali interventi siano stati programmati o attuati per sopperire a carenze di personale addetto all'area trattamentale nell'ambito di un istituto penitenziario dalla gestione complessa sotto vari profili.

L'istituto di cui si tratta, inaugurato nel 1965, presentava una serie di preoccupanti criticità dovute alla vetustà delle strutture e a carenze manutentive tali da aver pregiudicato la qualità della vita detentiva, già messa a dura prova da rilevanti condizioni di sovraffollamento, nonché da croniche carenze di personale addetto. Dalla fine del 2015 è stato, pertanto, avviato un percorso volto al definitivo superamento delle criticità riscontrate presso la casa circondariale e, grazie agli interventi adottati, la qualità della vita all'interno del carcere di Trapani ha subìto un netto e radicale miglioramento.

In primo luogo, come ricordato nell'interpellanza, è stato completato, collaudato e attivato alla fine del 2016 un nuovo padiglione da 200 posti. Si tratta di un'opera che ha consentito di superare in via definitiva la precedente condizione di sovraffollamento. Secondo i dati comunicati dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria al 2 ottobre 2017, a fronte di una capienza detentiva pari a 563 posti, presso la casa circondariale di Trapani risultano presenti 521 persone detenute.

Il dato, indicativo del miglioramento della qualità della vita detentiva, va ulteriormente valutato in considerazione della vasta opera di manutenzione e adeguamento che ha riguardato anche i padiglioni già esistenti. L'amministrazione, infatti, ha riferito che sono state ultimate le opere di adeguamento delle condotte idriche e fognarie. Sono, inoltre, in fase di ultimazione i lavori di ampliamento del polo didattico presso la sezione alta sicurezza, i lavori di adeguamento delle camere detentive e di manutenzione del reparto femminile “Egeo”, i lavori di adeguamento della sezione “Tirreno”, oltre ad interventi di minore ampiezza.

Come rilevato anche dall'onorevole interpellante, la complessità delle strutture corrisponde all'articolata presenza di detenuti: dei 521 presenti, 366 detenuti si trovano nelle sezioni ordinarie, 96 nella sezione “alta sicurezza”, 56 nella sezione “protetti” e 4 persone sono in regime di semilibertà.

Alla radicale opera di miglioramento delle strutture si accompagna presso la casa circondariale di Trapani, come presso le altre strutture penitenziarie, l'attuazione degli interventi che negli ultimi anni hanno caratterizzato le politiche del Ministero, tra i quali spiccano le misure in materia di personale. Quanto alle segnalate carenze di organico del personale di Polizia penitenziaria, infatti, è stato comunicato che, a fronte di una pianta organica che prevede 320 unità, erano presenti 287 dipendenti nel 2015, aumentati a 301 al 3 ottobre 2017. Il tasso di scopertura degli organici, non tra i più allarmanti ed in via di progressiva flessione, potrà poi essere ulteriormente ridotto grazie ad ulteriori iniziative assunte.

Infatti, il decreto-legge cosiddetto “milleproroghe” per l'anno 2017, convertito con legge 27 febbraio 2017, n. 19, ha previsto la proroga sino al dicembre 2017 della validità delle graduatorie dei concorsi banditi ai sensi dell'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare, pubblicate in data non anteriore al 1° gennaio 2012. Tale intervento normativo consentirà all'amministrazione di attingere alle predette graduatorie per avviare le procedure finalizzate all'assunzione nell'anno in corso di 887 donne e uomini che andranno a colmare, in parte, il vuoto in organico del Corpo di polizia penitenziaria.

Dal punto di vista specifico della presenza di personale dell'area trattamentale, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha comunicato che attualmente risultano in servizio quattro funzionari dell'area giuridico-pedagogica, uno dei quali beneficia del part-time a diciotto ore settimanali. Nonostante la previsione della pianta organica sia di sette unità, il criterio statistico di uno a cento ricordato nell'interpellanza è stato rispettato ed è purtroppo venuto meno in seguito al decesso, lo scorso mese di maggio, di un quinto funzionario già presente presso l'istituto penitenziario.

La situazione venutasi a creare presso la casa circondariale di Trapani, in particolare, negli ultimi mesi sarà tenuta nella debita considerazione sia nelle prossime procedure di mobilità del personale sia, soprattutto, nelle assegnazioni conseguenti alle prossime nuove assunzioni di 72 unità di personale educativo, da individuare mediante scorrimento delle graduatorie tuttora valide, in armonia con le esigenze di altri istituti penitenziari.

Si tratta di primi interventi, ma senz'altro significativi, che dimostrano la costante attenzione riservata dal Governo al tema delle risorse umane, nella prospettiva del complessivo miglioramento delle condizioni di lavoro negli istituti sia sul versante della sicurezza, che del trattamento per le persone detenute. Grazie ad un impegno politico intenso e costante, articolato in contestuali interventi di carattere normativo e organizzativo di edilizia penitenziaria e di politiche del personale, le complessive condizioni detentive presso la casa circondariale di Trapani, così come sul piano nazionale, sono decisamente migliorate.

L'azione sin qui svolta risulterà ulteriormente rafforzata dalle misure contenute nella riforma dell'ordinamento penitenziario da poco entrata in vigore e dall'approvazione dei relativi decreti legislativi delegati, per la stesura dei quali le commissioni ministeriali sono al lavoro. La completa attuazione della riforma consentirà di introdurre strumenti adeguati per garantire all'esecuzione penale un'autentica forma recuperatoria e risocializzante in chiave costituzionalmente orientata.

 

Replica

La ringrazio, signor Presidente. Ringrazio il sottosegretario, ovviamente, sottosegretario, nessuno mette in discussione il lavoro che è stato fatto dal Ministero in tutti i campi e in tutti i sensi per attenuare quelle che sono le condizioni obiettivamente difficili, per usare un eufemismo, che vivono tutte le carceri italiane; poi, ci sono, ovviamente, specificità che rendono alcune situazioni ancora più difficili.

La descrizione del miglioramento che lei fa: sottosegretario, io l'ho visitato il carcere di Trapani e, anzi, penso che anche la sua meritoria attenzione, che la porta spesso a visitare gli istituti penitenziari, potrà probabilmente estendersi anche a questo carcere per rendersi conto che la descrizione rispetto a un passato che, probabilmente, era più prossimo a un lager che non a un carcere, porta delle considerazioni che descrivono una situazione che è migliorata. Probabilmente è migliorata, ma noi il parametro non possiamo tenerlo semplicemente rispetto a quello che era il passato: noi il parametro dobbiamo tenerlo rispetto a come dovremmo riuscire a realizzare delle riforme e ad assumere dei provvedimenti che rendano le carceri vicine al fine che tengono e, cioè, quello del recupero detenuti e, soprattutto, quello di consentire che chi vi è ospitato, sia dal punto di vista della detenzione sia dal punto di vista del personale, perché spesso i due parametri vanno sempre accompagnati, sia quanto meno da considerare in condizioni umane. Lei ha giustamente ricordato alcune questioni.

Questo è un carcere in cui adesso ci sono due padiglioni che sono stati aperti, ma io l'ho visitato quando ancora i padiglioni erano in ristrutturazione e la situazione era obiettivamente drammatica. Cosa accade? Certamente, i padiglioni aperti sono padiglioni ristrutturati, che, quindi, dal punto di vista delle condizioni ambientali sono migliori, ma questo comporta che sono aumentati i detenuti, e la previsione della pianta organica, in origine, nella fattispecie per quanto riguarda i funzionari della professionalità giuridico-pedagogica, era di sei unità. Ovviamente, sappiamo la specificità anche di questo carcere, che ha oltre 300 detenuti in via definitiva, quindi dove il lavoro che viene e deve essere fatto è un lavoro molto importante, ma ora siamo sotto quelle sei unità.

Lei ha fatto la descrizione degli attuali dipendenti che fanno parte di questo comparto: in realtà, a seguire gli oltre 500 detenuti sono esclusivamente tre funzionari con contratto di lavoro a tempo pieno e un funzionario con contratto di lavoro part-time. Lei ha ricordato, purtroppo, che un funzionario è deceduto di recente e da giugno il posto resta vacante, mentre un altro funzionario - lei parlava di cinque - svolge il ruolo di capo area, quindi non segue i detenuti.

Quindi, la situazione, al di là del criterio del funzionario giuridico ogni 100 detenuti per le case circondariali e ogni 50 detenuti per le case di reclusione, dovrebbe chiaramente prevedere un incremento di personale, perché sappiamo perfettamente quanto siano importanti in particolare queste professionalità.

Noi sappiamo benissimo, come ricordavo, qual è l'elevato numero di detenuti definitivi che c'è nel carcere di Trapani, in cui ci sono molti detenuti immigrati e tossicodipendenti, e la presenza, oltre alla sezione di “media sicurezza”, di una sezione “protetti”, di una ad “alta sicurezza” e di una per “semiliberi”, con le specifiche caratteristiche che contraddistinguono ciascuna di queste.

Quindi, il tema è che, in attesa di un ampliamento dell'attuale pianta organica - almeno la prego di prendere nota di questo - che porti a sanare quello che è previsto dalla pianta organica, dall'istituto mi dicono che è davvero urgente la sostituzione del funzionario defunto.

Quindi, mi auguro che il Governo, ripeto - sapendo perfettamente e comprendendo tutti gli sforzi che si fanno per una copertura nazionale, perché le carenze sappiamo che non sono soltanto nel carcere Trapani ma in molte situazioni, che, se vogliamo, sono anche più drammatiche, però quella è una condizione particolare -, alla luce anche di questa interpellanza, per la quale peraltro ringrazio per la celerità della risposta, perché l'interpellanza è del luglio scorso, quindi essa non risponde certamente a dati vecchi ma recenti, nell'attesa che possano essere portate le condizioni del carcere a una possibile normalità (e, ovviamente, questo è l'auspicio che riguarda tutte le carceri italiane), fissi un punto in merito alla possibilità di sostituire il funzionario che è deceduto, perché sarebbe comunque un'importante risorsa in questo momento, in una situazione che certamente è migliore rispetto a quella che lei ha descritto, relativa agli anni passati, ma che le assicuro che è ancora molto difficile.