Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
il pluralismo informativo e la libertà di informazione costituiscono i cardini principali della società democratica, attraverso i quali i cittadini possono formare liberamente la loro opinione e concorre alla politica nazionale;
Internet ha ampliato gli spazi di libertà e le opportunità di informazione, superando i media tradizionali. Oggi però questa libertà è minacciata dalla diffusione di false notizie (fake news) e da vere e proprie campagne di diffamazione, mentre il dibattito pubblico è avvelenato dai discorsi di odio (hate speech), che trasformano la discussione in rete in risse verbali, messaggi diffamatori e – sempre più spesso – in vere e proprie minacce, penalmente perseguibili;
il fenomeno delle notizie false sul web è ormai talmente diffuso e allarmante che ha costretto ad intervenire i Governi di diverse democrazie, considerati anche i numerosi tentativi di inquinare le elezioni democratiche. Dalle elezioni presidenziali Usa alla consultazione referendaria per la Brexit, è cresciuto l'utilizzo nelle campagne elettorali di profili finti, algoritmi e programmi automatizzati, (botnet, reti di bot), utilizzati per diffondere notizie false o bersagliare di insulti o minacce gli avversari politici. Francia e Germania hanno approvato nuove norme in materia, in altri Paesi (Regno Unito, Canada), dove ancora non si è intervenuti legislativamente, sono state avviate indagini parlamentari;
il 20-21 giugno 2019 sulla questione è intervenuto Consiglio europeo, il quale «chiede un impegno costante per sensibilizzare al tema della disinformazione e rafforzare la preparazione e la resilienza delle nostre democrazie di fronte a tale fenomeno. Accoglie con favore l'intenzione della Commissione di procedere a una valutazione approfondita dell'attuazione degli impegni assunti dalle piattaforme online e da altri firmatari nel quadro del codice di buone pratiche. La continua evoluzione delle minacce e il crescente rischio di interferenze dolose e manipolazioni online, associati allo sviluppo dell'intelligenza artificiale e di tecniche di raccolta dati, richiedono una valutazione costante e una risposta adeguata ... Invita le istituzioni dell'UE, insieme agli Stati membri, a lavorare a misure per aumentare la resilienza e migliorare la cultura della sicurezza dell'UE contro le minacce informatiche e ibride provenienti dall'esterno dell'UE, nonché per meglio proteggere da qualsiasi attività dolosa le reti di informazione e di comunicazione dell'UE e i suoi processi decisionali»;
l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha istituito, nel novembre 2017, il «Tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell'informazione sulle piattaforme digitali» che ha l'obiettivo di promuovere l'autoregolamentazione delle piattaforme e lo scambio di buone prassi per l'individuazione ed il contrasto dei fenomeni di disinformazione online frutto di strategie mirate;
la gravità dei recenti attacchi diffamatori sui social contro il Partito democratico, addirittura con l'uso di foto false o l'utilizzo di siti stranieri per rilanciare campagne di disinformazione, dimostrano che non è sufficiente l'attività di autoregolamentazione avviata da alcuni social, come Facebook e Instagram, per rimuovere messaggi violenti o fake news;
la foto segnaletica di Carole Rackete, la capitana della Sea Watch, è apparsa, appena scattata, sul social network VKontake, il «Facebook dei russi», una piattaforma sulla quale sono presenti diversi gruppi, sovranisti, antisemiti, di orientamento neofascista –:
di quali elementi disponga il Governo circa l'utilizzo di social stranieri per l'attività di propaganda di fake news svolta nel nostro Paese, considerato in particolare che le campagne di disinformazione condotte dalla Russia, costituiscono «la principale fonte di disinformazione in Europa» (raccomandazione del Parlamento europeo adottata il 13 marzo 2019);
se non ritenga il Governo opportuno assumere idonee iniziative, anche di carattere normativo, possibilmente anche in collaborazione con le piattaforme online, per contrastare e prevenire l'attività di disinformazione online, a tutela della libertà di informazione e del pluralismo informativo.