05/09/2014
Giuseppe Berretta
2-00664

  Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che: 
   a seguito della riduzione dei posti di guardia negli ospedali del territorio di 
Catania, che ha portato alla mancanza di presenza serale e notturna degli agenti di polizia nei presidi ospedalieri, si è registrato un aumento di episodi di violenza e aggressione nei confronti del personale di servizio (medici e infermieri) come riportato dalle cronache giornalistiche locali; 
   assai spesso accade che anche i turni degli orari diurni vengano disattesi per esigenze di utilizzo da parte della locale questura degli agenti preposti; 
   in data 31 luglio 2014 si è verificata, in orario diurno, una nuova aggressione presso l'azienda ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania; 
   a seguito degli avvenimenti citati è stato richiesto un incontro in prefettura da parte delle organizzazioni sindacali di categoria (personale medico e infermieristico) per l'apertura di un tavolo tecnico sul tema della sicurezza dei presidi ospedalieri; 
   la mancanza di sicurezza in luoghi particolarmente sensibili come le strutture di pronto soccorso rischia di produrre una pericolosissima mancanza di serenità e lucidità nello svolgimento delle proprie mansioni da parte del personale ospedaliero –: 
   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, se non ritenga necessario intervenire per individuare le opportune misure di supporto per il mantenimento degli standard di sicurezza nelle strutture ospedaliere del territorio catanese e se non ritenga di sottolineare la necessità del mantenimento dei posti di guardia nelle suddette strutture. 

Seduta del 17 marzo 2015

Risposta del governo del sottosegretario per l'Interno Domenico Manzione, replica di Giuseppe Berretta e di Giovanni Burtone

Avverto che l'interpellanza Berretta n. 2-00664 è stata sottoscritta anche dall'onorevole Burtone. Prendo atto che il presentatore dell'interpellanza si riserva di intervenire in sede di replica. 

Risposta del governo

Signor Presidente, con l'interpellanza all'ordine del giorno l'onorevole Berretta, nel richiamare l'attenzione del Ministro dell'interno su alcune aggressioni e minacce avvenute lo scorso anno nei confronti di medici e infermieri all'interno di alcuni ospedali di Catania, chiede l'adozione di interventi diretti ad assicurare adeguati standard di sicurezza nelle predette strutture. L'argomento è analogo, come ha già rilevato lei, Presidente, a quello rappresentato dall'onorevole Burtone; quindi, essendo stati unificati gli atti di sindacato ispettivo, la risposta è da considerare congiunta. 
  Preliminarmente, volevo sottolineare che, per l'aggressione ai danni di un infermiere avvenuta il 26 giugno 2014 presso l'ospedale Vittorio Emanuele, gli autori sono stati recentemente identificati e deferiti all'autorità giudiziaria per i reati di violenza e minacce a pubblico ufficiale e lesioni personali. Le indagini delle forze dell'ordine hanno consentito di identificare e deferire all'autorità giudiziaria anche gli autori di una seconda aggressione, che si è verificata il successivo 1o luglio 2014 presso il medesimo ospedale, stavolta in pregiudizio di alcuni medici. 
  In relazione ad altri analoghi episodi accaduti nei nosocomi catanesi, le indagini sono, invece, tuttora in corso. Per quanto riguarda le misure di sicurezza esistenti, rappresento che, in genere, la sorveglianza degli ospedali viene espletata da istituti di vigilanza privata attraverso postazioni fisse agli ingressi e servizi di ronda notturna, sulla base di contratti stipulati tra gli istituti medesimi e le aziende ospedaliere. In tali strutture le forze dell'ordine intervengono solo qualora ricorrano situazioni di emergenza o particolari esigenze. 
  Diversamente, un posto di polizia è presente in ciascuno dei principali nosocomi della città: oltre al già citato Vittorio Emanuele, il Cannizzaro e il Garibaldi, ubicati, tra l'altro, nelle zone a maggiore incidenza criminale. Tali presidi assolvono, però, principalmente a compiti di polizia giudiziaria mediante l'acquisizione di eventuali notizie di reato direttamente dal personale medico e paramedico in servizio presso le postazioni di pronto soccorso, segnalando alla centrale operativa e agli organi di Polizia competenti qualsiasi altro fatto ritenuto di rilievo sotto il profilo dell'ordine e della sicurezza pubblica. 
  Come riferito dall'onorevole interpellante, i posti di Polizia in questione non sono più operativi in via continuativa, essendosi resa necessaria la riduzione dei turni di servizio – parallelamente a quanto avvenuto in altre realtà similari – per corrispondere più efficacemente alle esigenze di incremento dei servizi di prevenzione generale e controllo del territorio. Va evidenziato, tuttavia, che le strutture ospedaliere sono inserite nell'elenco degli obiettivi sensibili nell'ambito del piano coordinato di controllo del territorio e, proprio a tale riguardo, informo che di recente la vigilanza esterna delle medesime, operata dalle pattuglie della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, è stata ulteriormente intensificata. 
  E, comunque, anche presso i tre nosocomi in questione vi sono istituti di vigilanza privata che assicurano i relativi servizi in un'ottica di polizia sussidiaria. In linea generale, quindi, posso assicurare che la situazione della sicurezza presso le strutture ospedaliere di Catania è da tempo all'attenzione delle autorità provinciali di pubblica sicurezza. Sullo specifico tema sono in corso attività e incontri, in sinergia tra la prefettura, la questura, l'assessorato regionale alla sanità e le direzioni sanitarie. 
  In tale ambito, sono stati suggeriti, tra le altre misure, anche il potenziamento dei servizi di vigilanza attraverso istituti privati e l'adozione di sistemi di videosorveglianza e teleallarme collegati direttamente con la centrale operativa della questura.

Replica

Signor Presidente, signor sottosegretario, io sono moderatamente soddisfatto. Sono certamente lieto del fatto che si sia posto un tema, che è un tema molto sentito dalla cittadinanza, dagli operatori sanitari e dagli stessi appartenenti alle forze dell'ordine e che questo tema sia stato raccolto dal Governo e, in particolare, attraverso il questore di Catania, si sia avviata un'attività molto penetrante, tesa proprio a rispondere a queste esigenze. 
  Il tentativo messo in atto dal questore di realizzare una sinergia positiva tra strutture sanitarie, questura, prefettura, istituti di vigilanza, già concretamente impegnati nell'attività di sicurezza all'interno delle strutture sanitarie, è un elemento di novità rilevante. 
  È chiaro che, al di là dell'iniziativa, ci aspettiamo risposte concrete che devono arrivare in tempi rapidi, perché, specie nei pronto soccorso dalla nostra città, sfortunatamente, le condizioni di sicurezza non sono adeguate ai bisogni dei cittadini e, quindi, in questo ci attendiamo uno specifico impegno e specifici segnali.

Replica di Giovanni Burtone

 Presidente, anch'io mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta del sottosegretario. La questione sicurezza nei nostri pronto soccorso, come è stato detto dal sottosegretario, è molto delicata. Gli episodi di violenza non sono soltanto casi episodici. La stampa ha dato notizia di numerosi atti che sono stati poi seguiti dall'autorità giudiziaria, però non c’è dubbio che nei nostri servizi di pronto soccorso ci sono seri problemi. Problemi che non solo sono denunciati dagli operatori sanitari, parasanitari e dai sindacati, ma che si possono avvertire nel momento in cui qualcuno di noi – e io l'ho fatto – va in visita ad un pronto soccorso. C’è una tensione palpabile, spesso ci sono soggetti che minacciano, altre volte ci sono stati casi seri di violenza. Non c’è dubbio che le aziende sanitarie hanno approntato dei servizi con la polizia privata, ma ciò non basta, perché la presenza dello Stato, l'autorevolezza della pubblica sicurezza può assicurare seriamente una condizione diversa e di maggiore tranquillità. 
  Ecco perché noi ci permettiamo di segnalare tutto ciò. Lei, signor sottosegretario, ha detto che sono in corso una serie di incontri tra prefettura, questore, aziende sanitarie; auspichiamo che ci sia un protocollo di intesa, perché la presenza dello Stato nei pronto soccorso, che fanno oltre 70 mila accessi l'anno, sia assicurata e tranquillizzi gli operatori sanitari, ma anche i cittadini. 
  Vengo all'altro punto, perché signor sottosegretario ho presentato anche un'interrogazione al Ministro della salute: il problema vero, se vogliamo andare in profondità, è che esiste un problema legato all'emergenza e all'urgenza in Sicilia e a Catania, in modo particolare. 
  I pronto soccorso non svolgono la propria attività con una presenza in organico sufficiente a dare tranquillità ai cittadini, ecco perché si intreccia fortemente la vicenda dell'ordine pubblico con la necessità di avere servizi più efficienti. Noi lo abbiamo sostenuto più volte: l'emergenza e l'urgenza devono fare un salto di qualità nella nostra Sicilia, e lo abbiamo detto quando abbiamo parlato di unità di terapia intensiva neonatale per le tragiche e note vicende che si sono, purtroppo, verificate a Catania, ne abbiamo parlato quando abbiamo posto il tema della rianimazione in Sicilia, a Catania, in modo particolare, ne parliamo nel momento in cui sosteniamo che i servizi di pronto soccorso devono essere potenziati. 
  La Sicilia è una regione che ha dovuto affrontare il piano di rientro. Ma è il momento questo affinché il Ministro della salute preveda una serie di deroghe e permetta, soprattutto sull'urgenza e sull'emergenza, la possibilità di espletare dei concorsi, in modo da poter potenziare servizi che oggi sono in difficoltà e che creano tensione nei pazienti. 
  È inutile nasconderlo. Questi fatti così pesanti si sono verificati, nessuno di noi li vuole tollerare. Però c’è una motivazione. La motivazione è che a volte i pazienti attendono per essere visitati, a volte vengono posti poi nelle stanze che hanno la funzione di astanteria. Ecco perché io credo che il Ministro della salute debba porsi questo problema. 
  Noi ringraziamo il sottosegretario per l'interno per la risposta che ha dato, però ci attendiamo una risposta ferma, vera, autentica e adeguata ai bisogni della nostra comunità anche dal Ministro della salute, perché venga affrontato un piano serio di urgenza e di emergenza in Sicilia e a Catania in modo particolare.