21/12/2023
Andrea Orlando
2-00294

 Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   il 9 dicembre 2022, la polizia belga eseguiva 8 arresti tra Belgio e Italia e perquisiva uffici all'interno del Parlamento europeo nell'operazione denominata Qatargate; vennero arrestati per associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, tra gli altri, l'allora vicepresidente del Parlamento europeo, Èva Kaili, il compagno Francesco Giorgi e l'ex eurodeputato italiano Antonio Panzeri, per un presunto passaggio di denaro in cambio della difesa degli interessi del Qatar e del Marocco;

   Panzeri viene interrogato dalla polizia senza difensore, come consentito dalle leggi belghe, confessa e ammette di aver operato assieme a Giorgi; dichiara di aver svolto attività lobbistica per Qatar e Marocco, in cambio di circa 2,5 milioni su cui non aveva pagato le tasse; al termine, gli viene comunicato che in Italia sono state fermate anche sua moglie Maria Colleoni e sua figlia Silvia;

   il 10 dicembre 2022 la polizia propone a Panzeri la libertà di moglie e figlia, e per lui solo sei mesi di carcere se fa i nomi di due complici; Panzeri nomina gli eurodeputati Maria Arena e Marc Tarabella, ma gli inquirenti chiedono «altri nomi», così aggiunge gli italiani Andrea Cozzolino, Lara Comi e la greca Èva Kaili, ma scagiona Arena;

   secondo il quotidiano inglese «The Times» Giorgi e Panzeri avrebbero condiviso la cella del carcere di St. Gilles a Bruxelles per alcuni giorni mentre rendevano dichiarazioni eteroaccusatorie;

   il 10 febbraio 2023 finisce agli arresti a Napoli su Mae del Belgio anche Andrea Cozzolino, ex presidente della delegazione Maghreb e della commissione Ue-Marocco del Parlamento europeo;

   titolare dell'inchiesta è il giudice istruttore Michel Claise che nel maggio 2023 si dimette per un presunto conflitto di interessi, dopo che emerge che suo figlio è in società con quello di Arena;

   sono diverse le perplessità sull'inchiesta: le attività svolte dai servizi belgi nell'Europarlamento senza che informazioni ufficiali siano pervenute alle istituzioni; l'uso della carcerazione preventiva; il controverso patteggiamento di Panzeri, che avrebbe salvato il suo patrimonio; un dato tanto più inquietante se si pensa al complesso contesto internazionale e al fatto che i servizi belgi avrebbero proseguito a indagare anche dopo il passaggio dell'indagine alla magistratura ordinaria;

   Kaili ha fatto ricorso per la violazione della sua immunità riferendo della volontà degli inquirenti di farle fare qualsiasi nome in cambio della scarcerazione;

   il mandato di arresto firmato dal giudice Claise per il ministro del lavoro del Qatar, Ali Bin Samikh Al Marri, per il suo collaboratore Bettahar Boudjellal e per l'ambasciatore del Marocco in Polonia, Abderrahim Atmoun, considerato i principali corruttori, è ritirato mentre altri indagati erano in carcere;

   alcuni parlamentari europei chiedono che sia fatta luce e condannata la violazione dell'istituzione parlamentare Ue da parte di polizia e servizi belgi;

   l'inchiesta ha di fatto impedito un adeguato vaglio da parte della magistratura italiana sul rispetto di garanzie procedurali e diritti fondamentali;

   dubbi sono stati avanzati anche sull'attività di polizia giudiziaria nelle intercettazioni ambientali e telefoniche a carico di europarlamentari coperti da immunità, precedenti alla revoca della stessa;

   giova ricordare, a tal proposito, che i parlamentari europei godono delle guarentigie del parlamentare dello stato di appartenenza e che l'articolo 68 della Costituzione italiana prevede che siano preventivamente autorizzate dalla camera di appartenenza perquisizioni, intercettazioni e ovviamente l'arresto;

   l'azione di dossieraggio avrebbe riguardato, a quanto si apprende, anche il Ministro degli affari esteri italiano attualmente in carica, on. Tajani;

   va ricordato che nell'ordinamento italiano la separazione tra attività di intelligence e accertamento penale è netta: la legge n. 124 del 2007 ha mantenuto la distinzione che già operava l'articolo 9 legge n. 801 del 1977; in piena coerenza con quanto dispone l'articolo 109 della Costituzione, l'articolo 23 della legge n. 124 stabilisce chiaramente che il personale del contingente speciale del DIS e dei Servizi non riveste la qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria né quella di ufficiale o di agente di pubblica sicurezza; ciò implica che se l'indagine fosse stata svolta in Italia, quegli elementi non si sarebbero potuti utilizzare nel giudizio;

   quanto esposto sembrerebbe configurare un quadro istruttorio carente, fatto di ombre che sembrano tradursi non solo nella violazione della prerogative della istituzione europea ma anche di principi costituzionali, principi sanciti dall'articolo 6 del trattato sull'Ue e diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione dei diritti dell'uomo –:

   di quali elementi disponga, anche tramite iniziative di carattere diplomatico presso le autorità belghe, circa il trattamento riservato ai cittadini italiani coinvolti nell'inchiesta citata in premessa e se il Governo non intenda adottare ogni iniziativa, per quanto di competenza, sia in sede internazionale che europea, volta ad assicurare che il procedimento giudiziario si svolga nel pieno rispetto dei principi di cui all'articolo 6 del Trattato sull'Unione europea e dei diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione dei diritti dell'uomo.