24/07/2014
Antonio Boccuzzi
2-00640

  Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che: 
nel corso degli ultimi due anni, il settore della produzione di acciai inossidabili in Italia ha registrato cambi proprietari, ri-acquisizioni e annunci di piani di ridimensionamento produttivo che suscitano molte incertezze e preoccupazioni per il futuro di produzioni ad alto contenuto tecnologico nel nostro paese; 
il 31 gennaio 2012, il gruppo finlandese Outokumpu acquista per 2.7 miliardi di euro Inoxum, la Divisione Acciai Inossidabili di ThyssenKrupp, di cui fa parte ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni. Tuttavia, tale acquisizione è stata subordinata dall'Antitrust europeo alla cessione delle attività italiane di Inoxum, al fine di scongiurare la costituzione di una posizione dominante sul mercato europeo dell'inox; 
per tali ragioni, il 12 febbraio scorso, la Commissione europea ha ufficializzato il ri-acquisto dell'AST e VDM da parte di ThyssenKrupp, e il Commissario europeo per la concorrenza, Joaquin Almunia, ha motivato tale operazione pronosticando che il gruppo Thyssen avrebbe fatto di Terni un concorrente forte e credibile di Outokumpu, così riuscendo a «proteggere la concorrenza nel mercato europeo dell'acciaio inossidabile»; 
il 17 luglio 2014, ThyssenKrupp ha annunciato un piano che, di fatto, calerà la scure dei tagli su Acciai Speciali Terni, prevedendo una riduzione di costi in tutte le aree (operative, strutturali, vendita e organico) di oltre 100 milioni di euro l'anno e un ridimensionamento del personale di circa 550 dipendenti, oltre che la chiusura del secondo forno entro il 2015-16; 
secondo l'azienda, che è stata integrata nella divisione Business Area Materials Services «al fine di beneficiare nel miglior modo della presenza di ThyssenKrupp sul mercato internazionale», è stato deciso di intraprendere un «piano di azione strategico globale, in grado di ristabilire la profittabilità sostenibile dell'azienda, nonostante il difficile quadro del mercato caratterizzato da un'esistente sovraccapacità». Indicando, inoltre, «un maggiore focus sui laminati a freddo e un incremento delle vendite rivolte agli utenti finali e presuppone un cambiamento nella produzione che deve limitare i propri volumi in base alle vendite redditizie. Ciò comporta l'incremento delle capacità nella produzione dei laminati a freddo affiancata da un'ottimizzazione dell'efficienza nella fase liquida e una contemporanea chiusura del secondo forno entro il 2015/2016». La chiusura del secondo forno potrebbe essere riconsiderata – avverte l'azienda – solo se le condizioni di mercato miglioreranno notevolmente e tutti gli obiettivi saranno stati raggiunti. La società ha dichiarato di essere «fermamente convinta che tali misure siano ben ponderate e indispensabili per garantire il futuro di Acciai Speciali Temi e il suo valore per i propri stakeholder»; 
le reazioni delle organizzazioni sindacali, del sindaco della città di Terni, del presidente della provincia e della regione Umbria sono state di immediata contestazione di tale approccio definendolo «irricevibile», trattandosi di un «piano che di industriale ha davvero poco, perché prevede esclusivamente un taglio drastico sia in termini di dipendenti che di salario, scaricando così tutto il costo sociale soltanto sui lavoratori delle acciaierie, in un territorio già duramente colpito in passato da piani di ridimensionamento delle acciaierie e su tutto il sistema delle imprese dell'indotto. Peraltro, ciò a fronte di un peso del costo complessivo del lavoro all'interno del bilancio di Tk che è assai marginale, attestandosi attorno al quattro per cento. Una sproporzione che è indice di un'assoluta mancanza di strategia industriale da parte di Tk per ciò che riguarda il sito di Terni» senza «alcuna significativa voce relativa a investimenti che possano, anche in minima parte, supportare le supposte strategie di rilancio di Ast che il management ha in maniera troppo sommaria riferito di voler perseguire», ricordando inoltre come «l'approvazione della Commissione Europea dell'operazione di retrocessione di Ast da Outokumpu a Tk fosse anche il frutto di rassicurazioni in ordine alla conservazione della potenzialità produttiva del sito, alla realizzazione di investimenti e del necessario sostegno finanziario»; 
con una nota ufficiale del Ministro interrogato si evidenzia come: «Così com’è, il piano industriale per Ast presentato oggi proprio non va ... è da rivedere nei sui punti centrali perché manca di prospettiva, non lascia cioè intravedere, dopo tre anni di incertezze gestionali, quale possa essere il futuro delle acciaierie di Temi», cioè di un impianto di interesse nazionale –: 
quali siano le strategie del Governo relativamente all'obiettivo di mantenere nel nostro paese un importante presidio di produzione di acciai speciali ad alto contenuto tecnologico; 
quali ulteriori iniziative intendano assumere, oltre all'avvio del tavolo di confronto con l'azienda, i sindacati e le amministrazioni territoriali interessate, al fine di assicurare le migliori condizioni per il rafforzamento di comparti strategici per il sistema industriale, oltre che per la continuità produttiva di detti impianti e la salvaguardia dei livelli occupazionali.