11/03/2020
Lia Quartapelle Procopio
Di Giorgi, Pezzopane, Berlinghieri, Martina, Schirò, Sensi
2-00674

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   l'emergenza migratoria al confine tra Turchia, Grecia e Bulgaria sta diventando sempre più grave, dopo che il presidente turco Erdogan, a giudizio degli interpellanti, nel tentativo di forzare la mano con l'Unione europea per ottenere maggiore supporto in Siria e con quella che appare una cinica predeterminazione, ha riaperto i confini del Paese ai migranti - circa 3,6 milioni - intenzionati a raggiungere l'Europa, facendo così venir meno l'accordo siglato nel 2016 con l'Unione europea per il quale Ankara ha accettato di bloccare il flusso di rifugiati e migranti verso l'Europa in cambio di miliardi di euro di aiuti;

   la decisione di Erdogan è arrivata dopo che 36 soldati turchi erano stati uccisi vicino a Idlib, l'unica zona della Siria ancora sotto il controllo dei ribelli, dove la Turchia sta cercando di fermare l'avanzata del regime siriano e del suo principale alleato, la Russia. La Turchia, nei giorni scorsi aveva chiesto un sostegno di tipo militare alla Nato, senza successo;

   al momento, la portata del flusso migratorio non è ancora chiara; il Ministro dell'interno turco ha parlato di circa 120.000 persone; una cifra, che parrebbe, dieci volte superiore a quella riferita dalle autorità di Atene e dalle ong internazionali;

   la Grecia, intanto, ha affermato di aver respinto oltre 4 mila migranti che cercavano di varcare la frontiera. Difatti, il Primo ministro greco ha sospeso l'esame delle richieste di protezione dei migranti in arrivo dalla Turchia, invocando il comma 3 dell'articolo 78 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, anche se non è stato chiarito se la Grecia possa appellarsi o meno a questo articolo per sospendere l'esame delle richieste d'asilo, poiché il diritto d'asilo e di non respingimento è protetto da diverse altre leggi internazionali;

   l'emergenza umanitaria sta diventando gravissima: in territorio turco, vicino al confine, sono accampati migranti principalmente profughi della guerra siriana, senza energia elettrica e cibo e con temperature molto fredde;

   inoltre, da giorni, si registrano scontri anche violenti tra migranti e forze di polizia greca. Secondo la stampa, le forze dell'ordine greche hanno sparato sui migranti uccidendone uno, anche se il Governo greco ha smentito la notizia;

   la situazione è molto tesa anche sull'isola di Lesbo, dove i centri per i migranti sono al collasso e una parte degli abitanti sta protestando anche in maniera violenta. Inoltre, anche gli uomini di Alba Dorata, il partito ellenico di estrema destra, hanno compiuto delle vere e proprie operazioni di caccia ai migranti che hanno varcato la frontiera, apparentemente agendo indisturbate o nella sostanziale indifferenza delle forze dell'ordine;

   si è consapevoli, dunque, delle difficoltà del Governo greco, che sta gestendo una pressione migratoria importante e anche delle inquietudini del suo popolo, soprattutto nella regione di Evros e nelle isole, ma si è fortemente contrari e preoccupati per l'uso eccessivo della forza contro civili da parte sia delle forze armate greche, che di Alba Dorata e, soprattutto, del fatto che l'emergenza umanitaria che sta nascendo è il dramma più urgente e reale;

   l'Unione europea ha annunciato un piano di aiuti per il Paese ellenico; ma, difatti, essa, ora più che mai, è chiamata, in primis, a riconoscere l'emergenza che sta vivendo la Grecia e che, altre volte, in maniera diversa, ha vissuto anche l'Italia, come una questione europea da affrontare in maniera il più possibile equa da parte di tutti i Paesi dell'unione ed evitare così, che la Grecia, lasciata sola, possa comportarsi in modo, a giudizio degli interpellanti, brutale. Non di meno, deve agire in modo risoluto verso la Turchia, che appare agli interpellanti attiva in modo spregiudicato in Siria e cinica nel suo ricatto con i migranti;

   la Commissaria europea agli aiuti umanitari Ylva Johannson ha affermato che «dobbiamo proteggere i confini ma nel pieno rispetto dei diritti umani e del diritto di asilo» –:

   quale sia la posizione italiana, in sede europea, sul percorso di sostegno alla Grecia e se si abbia intenzione di sostenere la strategia di una equa ridistribuzione dei migranti tra gli Stati membri e, in tal caso, se sia già stata data la disponibilità dell'Italia e in che misura.