01/06/2017
Diego Crivellari
3-03063

 

Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. – Per sapere – premesso che:
   i risultati dell'indagine di Arpav sullo stato di salute dei corsi d'acqua della regione Veneto sembrerebbero presentare alcuni dati non rassicuranti per il Polesine;
   per quanto concerne i campionamenti regionali eseguiti tra 2015 e 2016, in otto siti, i limiti risultano superati e in tre di questi, ubicati in territorio polesano, si sono riscontrate concentrazioni di pesticidi nelle acque superiori al limite previsto dallo standard di qualità medio annuo per i fiumi;
   lo sforamento ha riguardato una o più delle sostanze delle quali Arpav ricercava traccia, tutte appartenenti alla famiglia dei pesticidi-erbicidi: glifosato, ampa, glufosinato;
   i tre siti polesani sono: nell'Adige al Ponte di Anguillara, nel Nuovo Adigetto ad Adria ed in località Grignanella e nel Po di Venezia a Sabbioni di Corbola;
   la recente ricerca di Greenpeace ha comunque sottolineato come i campionamenti in Polesine, alle fontane di Occhiobello e Polesella, abbiano rivelato tracce di composti perfluoroalchilici ben al di sotto dei limiti previsti anche dai più severi parametri adottati da Paesi come Svezia e Usa;
   il glifosato è un erbicida tra i più utilizzati a livello mondiale, introdotto con il nome di «Roundup» nel 1974;
   in Italia e nel Veneto esso viene impiegato in fase pre-semina e pre-impianto per molte colture orticole, per il diserbo di argini e sponde dei bacini nella coltivazione del riso, oltre che per i diserbi di frutteti, vigneti e colture arboree, e nelle aree urbane sia a livello di piccole aree ad uso privato che pubblico; in Veneto, nel solo 2015, sono state vendute 446 tonnellate di principio attivo;
   nel mese di marzo 2017 l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha classificato il glifosato come non cancerogeno, ma molte associazioni ambientaliste hanno contestato questo verdetto –:
   se intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, per verificare quale sia il possibile rischio e quale il livello di allerta per i fiumi e le vie d'acqua polesane e venete, nonché quali interventi sia possibile mettere in atto per garantire prevenzione e sicurezza per la salute della popolazione.

 

Seduta del 26 settembre 2017

Risponde Silvia Velo, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare e replica Diego Crivellari

Risposta del governo

Presidente, con riferimento alle problematiche esposte, occorre evidenziare, in via preliminare, che le regioni e le province autonome individuate come autorità competenti dalla normativa nazionale devono sottoporre a monitoraggio nei corpi idrici superficiali le sostanze prioritarie e le altre sostanze che, sulla base dell'analisi delle pressioni e degli impatti, non consentono il conseguimento del buono stato entro la scadenza individuata dalla normativa nazionale e comunitaria.

Dal punto di vista normativo e regolamentare, il decreto legislativo n. 152 del 2006 stabilisce, per le acque superficiali, per i pesticidi singoli un limite di 0,1 microgrammi per litro, e per i pesticidi totali il limite di 0,1 microgrammo per litro; ad esclusione dei corpi idrici destinati ad uso potabile, per i quali il limite per i pesticidi totali viene posto pari a 0,5 microgrammi per litro. Vengono anche definiti i limiti per determinati pesticidi, in molti casi più restrittivi dello 0,1 microgrammi per litro.

Con particolare riferimento ai composti ciclici a catena lunga, che presentano effetti negativi per la salute umana a lungo termine, si segnala inoltre che con il regolamento numero n. 317 del 2014, il PFOA, acido perfluoroottanoico, è stato inserito nel cosiddetto regolamento REACH n. 1.907 del 2006, che stabilisce le restrizioni per le sostanze tossiche. Grazie alle restrizioni previste in tale regolarmente, il PFOA non può più essere messo sul mercato per la vendita al pubblico come sostanza o come componente di miscele di più sostanze.

Inoltre, con il regolamento n. 757 del 2010, il PFOS, acido perfluoroottansolfonico, è stato inserito nel regolamento n. 850 del 2004, che attua la Convenzione internazionale di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti. A seguito di tale regolamento europeo, la produzione, l'immissione in commercio e l'uso del PFOS sono stati vietati in tutti i Paesi dell'Unione europea.

Infine, con decreto legislativo del 13 ottobre 2015, il n. 172, che recepisce la direttiva n. 39 del 2013, per le sostanze prioritarie nel settore delle acque è stato fissato lo standard di qualità ambientale relativo al PFOS. Inoltre, ogni anno il Ministero della Salute stabilisce gli indirizzi operativi riguardanti la programmazione di controlli di residui di pesticidi e li comunica agli assessorati alla sanità delle regioni e province autonome, al fine di pianificare e programmare le attività di controllo ufficiale.

Con particolare riferimento alla presenza di composti perfluoroalchilici nei corpi idrici ricadenti nel distretto delle Alpi orientali, l'evidenza di una situazione di potenziale rischio ecologico e sanitario nel bacino del fiume Po ha portato, nel 2011, alla stipula di una convenzione tra Ministero dell'ambiente e Istituto di ricerca sulle acque del CNR, per la realizzazione di uno studio del rischio ambientale e sanitario associato alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani. I risultati delle campagne di misure effettuate hanno rilevato concentrazioni significative in alcune aree del bacino padano in relazione alla presenza di sorgenti puntiformi industriali.

Al riguardo, a partire dal gennaio 2015, l'ARPA Veneto ha attivato un monitoraggio d'indagine per queste sostanze su alcune delle stazioni di monitoraggio delle acque superficiali del Veneto. In particolare, sono state selezionate alcune stazioni del Polesine sulla base delle analisi delle pressioni agricole presenti sul corpo idrico, dove la probabilità di avere riscontri è più elevata. Tale monitoraggio ambientale per le acque superficiali prevede il controllo di circa 70 fitofarmaci, scelti in funzione dei dati di vendita e della fattibilità analitica, e coinvolge circa 160 stazioni.

Per quanto riguarda la situazione del Polesine, che si riferisce a tre stazioni di monitoraggio, secondo quanto riferito dall'ARPA Veneto, il fiume Adige, ad Anguillara Veneta, presenta una concentrazione media annua di 0,2 microgrammi per litro, rispetto al limite di 0,1 microgrammi per litro. Il Nuovo Adigetto, ad Adria stazione, ha registrato una concentrazione media annua di 0,4 microgrammi per litro. La stazione n. 227 del Po di Venezia, situata nel comune di Corbola, ha presentato una concentrazione media annua di 0,2 microgrammi per litro.

Tutti e tre i superamenti predetti sono stati registrati nel 2015, mentre, secondo quanto riferito da ARPAV, nel 2016 non si è avuto alcun superamento nelle tre stazioni, che risultano essere inserite anche nel piano di monitoraggio d'indagine 2017, tutt'ora in corso. L'ARPA Veneto ha segnalato, altresì, per quanto riguarda i PFAS, che la loro presenza non è correlata a quella di glifosato e dei pesticidi in generale.

Sempre con riferimento ai predetti corpi idrici del Polesine, è opportuno segnalare, inoltre, che sono state previste specifiche misure, in particolare per quanto concerne le misure di attuazione del Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e sono state previste disposizioni di attuazione del sistema di formazione obbligatoria e certificata, per gli utilizzatori professionali e per i rivenditori di prodotti fitosanitari; disposizioni di attuazione del sistema di formazione obbligatoria e certificata, per svolgere attività di consulente in materia di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e sui metodi di difesa alternativi; indirizzi regionali per il corretto impiego dei prodotti fitosanitari e regolamentazione comunale per l'utilizzo dei prodotti fitosanitari; disposizioni per la riorganizzazione del servizio del controllo funzionale e taratura delle attrezzature della distribuzione dei prodotti fitosanitari.

Peraltro, al fine di migliorare l'attuazione del Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, attraverso il consiglio tecnico-scientifico si ha un costante confronto tra autorità centrale e autorità locali.

Per quanto con concerne le misure del Piano di sviluppo rurale, è stato previsto: il trasferimento di conoscenze e azioni di informazione; servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole; investimenti di immobilizzazioni materiali; forestazione e rimboschimento; allestimento di sistema agroforestale; pagamenti agro-climatico-ambientali; agricoltura biologica; cooperazione. Si è proceduto, peraltro, all'approvazione dei disciplinari di produzione integrata.

Si segnala altresì che il Ministero della salute, con decreto del 9 agosto 2016, ha revocato i prodotti fitosanitari contenenti glifosato in combinazione con tallowamine e ha vietato l'uso dello stesso nelle aree verdi frequentate dalla popolazione.

Da ultimo, si deve segnalare che in sede europea, a seguito delle conclusione dell'Echa, la Commissione europea ha recentemente elaborato una nuova proposta di regolamento, per il rinnovo di dieci anni dell'autorizzazione del glifosato, dichiarando comunque che non intende procedere all'approvazione di tale rinnovo in mancanza di una maggioranza qualificata degli Stati membri a favore della proposta. La delegazione italiana, rappresentata dal Ministero della salute, esprimerà una posizione di voto, coordinata con i ministeri dell'ambiente, delle politiche agricole e dello sviluppo economico, per tenere conto, in modo bilanciato, dei diversi profili di tutela interessati.

Alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, ovviamente si assicura che il Ministero continuerà a svolgere le proprie attività, mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione.

Replica

Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta, che ci sembra sicuramente articolata, quindi credo che vada anche in questa direzione la conferma di un'attività di controllo e di monitoraggio, che riguarda anche il Ministero, e la presenza, come veniva ricordato, di misure più stringenti che rientrano anche in una pianificazione territoriale.

Ovviamente, però, parlando di una realtà come il Veneto, sappiamo che il tema della tutela dei corpi idrici oggi è particolarmente sentito. È vero, peraltro, che un territorio come il Polesine, come la mia provincia, non è dentro il cuore del noto problema PFAS, però è comunque un territorio, una provincia, come appunto è risaputo, innervato da corsi d'acqua e attraversato soprattutto dai due fiumi principali d'Italia, il Po e l'Adige. Quindi, questo fatto credo che porti sicuramente a una maggiore attenzione, anche da parte delle istituzioni, e alla necessità, come si diceva poc'anzi, di controllare, di monitorare e di prevedere anche misure il più possibile stringenti.

Oltre ovviamente alla necessità di monitorare le sostanze che venivano ricordate, io porto l'attenzione anche su altre questioni, per l'appunto, che riguardano il territorio e la tutela dei corpi idrici. Ci sono altre questioni, infatti, che sono tutt'ora aperte, come, ad esempio, il problema drammatico, anche per l'agricoltura, che riguarda il cuneo salino, e problemi che sono connessi anche a un fenomeno prettamente polesano e del Delta del Po, come la subsidenza. Ecco, anche per questo motivo, noi chiederemo nelle prossime settimane il rifinanziamento della legge per il contrasto della subsidenza, che riguarda, in particolar modo, i territori di Rovigo, Ferrara e Ravenna. Credo che su questa vicenda vada, comunque, tenuta ferma un'attenzione molto, molto importante, da parte di tutte le istituzioni.

Peraltro, anche sul tema PFAS, noi non possiamo fare altro che accogliere positivamente le notizie di questi giorni, con lo sbocco degli 80 milioni di euro, che riguardano la regione Veneto, e altri 23 milioni di un accordo che riguarda il Fratta-Gorzone, che è comunque un altro corso d'acqua che sta al confine tra le province di Rovigo, Venezia e Padova. Situazione, dunque, sicuramente complessa, situazione sicuramente complicata.

Credo che soltanto con un'alleanza virtuosa, che veda anche una forte presenza del Governo, oltre che delle istituzioni locali, noi potremo dire di avere fatto di tutto, per invertire una tendenza, a mio avviso, rischiosa e soprattutto per tutelare il territorio, l'ambiente e anche la salute dei cittadini.