07/06/2016
Liliana Ventricelli
3-02293

Per sapere – premesso che: 
è notizia attuale, riportata in questi ultimi giorni dalle maggiori testate giornalistiche nazionali, che già da sette anni l'Unione europea solleciterebbe l'Italia a prendere misure finalizzate a risolvere il problema delle discariche abusive, attualmente concentrate soprattutto a sud della penisola; 
a seguito di una richiesta di condanna della Corte di giustizia europea da parte dell'avvocato generale dell'Unione europea per la continua utilizzazione delle discariche abusive, il nostro Paese corre il rischio di pagare una multa giornaliera di 158.200 euro fino alla piena esecuzione della sentenza del 2007, oltre a una sanzione forfettaria di 60 milioni di euro; 
tale richiesta è stata determinata dall'entrata in vigore della direttiva europea del 2006, in base alla quale gli Stati membri dell'Unione europea avevano l'obbligo di creare una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento: impegno mai rispettato dall'Italia; 
l'Italia ha violato la direttiva comunitaria in materia di smaltimento di rifiuti e, sempre secondo quanto appreso, la richiesta di Bruxelles avrebbe potuto essere retroattiva con un conto enorme per le casse dello Stato, ma la Commissione europea ha preferito procedere per gradi: prima la censura, poi il taglio dei fondi e, infine, dopo i solleciti caduti nel vuoto, una multa che scatterà con il passaggio in giudicato della causa avviata a fine marzo 2015, motivo per il quale è essenziale agire con la massima celerità per porre rimedio a tale situazione; 
le norme violate sono la vecchia direttiva in materia di rifiuti, la direttiva relativa ai rifiuti pericolosi e quella sulle discariche, e, a quanto appreso, la Commissione europea avrebbe inizialmente individuato la presenza di 422 discariche illegali, contestandone in battuta finale solo due, ovvero quella di Matera/Altamura Sgarrane, al confine tra Puglia e Basilicata, e un'ex discarica comunale, la Reggio Calabria/Malderiti in Calabria; 
secondo quanto risulta anche nelle conclusioni di Juliane Kokott, avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione europea, è riportata la controreplica secondo cui l'Italia specificava che nell'area della presunta discarica Matera/Altamura Sgarrane, alla luce di più recenti analisi condotte in situ, non sarebbe stata constatata alcuna ex discarica; mentre, nel caso della presunta discarica Reggio Calabria/Malderiti, l'Italia riferiva che in passato vi erano stati abbandonati effettivamente rifiuti, che però già da molto tempo erano stati rimossi –: 
se non ritengano necessario, dopo aver fatto tutte le verifiche del caso soprattutto rispetto alla reale esistenza delle discariche in oggetto, intervenire affinché vengano messe al più presto in atto tutte le specifiche del caso per debellare le due discariche abusive ed evitare così che la Corte di giustizia dell'Unione europea accolga le conclusioni dell'accusa, determinando il pagamento richiesto. 

 

Seduta del 7 giugno 2016

Risponde Silvia Velo, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare e replica Liliana Ventricelli

Risposta del governo

Presidente, in riferimento a quanto richiesto dagli onorevoli interroganti, concernenti discariche abusive – in particolare ad Altamura Sgarrone, in Puglia, e Reggio Calabria, località Malderiti, in Calabria –, sulla base delle informazioni acquisite dalla competente direzione regionale si rappresenta quanto segue. Innanzitutto si precisa che, a seguito della sentenza del 2 dicembre 2014, erano coinvolte nella procedura di infrazione n. 2003/2077, causa C-196/13, duecento discariche, localizzate in diciotto regioni italiane, di qui la condanna dell'Italia al pagamento della sanzione forfettaria di 40 milioni di euro e di una penalità semestrale di 39.800.000 euro fino alla completa regolarizzazione delle discariche abusive. 
Il Ministero dell'ambiente ha messo in atto una serie di iniziative volte a coadiuvare e supportare gli enti territorialmente competenti nelle attività di regolarizzazione delle discariche abusive. Alla data odierna restano ancora in procedura di infrazione 155 discariche, con un risparmio per la collettività in quanto a penalità semestrali, che prevedono il pagamento di 200 mila euro per ciascuna discarica contenente rifiuti non pericolosi e 400 mila euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi. Rispetto allo stato dei procedimenti in corso, per le 155 discariche ancora oggetto della procedura di infrazione segnalo che sono state notificate alle regioni e agli enti locali interessati 151 decreti di diffida e per quattro sono in atto approfondimenti istruttori. Per ogni singolo procedimento di diffida sono stati definiti termini congrui per l'espletamento delle attività e sono attualmente in corso le attività di monitoraggio delle stesse. Inoltre, sempre in considerazione dell'importanza che riveste la questione, il Governo, al fine di assicurare una tempestiva esecuzione della sentenza di condanna, ha previsto alcune novità con la legge di stabilità 2016. In particolare, al comma 813 (il cosiddetto diritto di rivalsa) è stato attivato un meccanismo di compensazione con i trasferimenti che lo Stato deve effettuare alle regioni responsabili delle violazioni alla base delle sanzioni; compensazioni per le quali non sarà più necessario acquisire l'intesa delle amministrazioni locali e regionali coinvolte. 
In particolare, per quanto riguarda le due discariche di cui si chiedono specifiche notizie, si chiarisce in via preliminare che entrambe sono ancora interessate dalla procedura di infrazione. Nella citata discarica localizzata in località Malderiti, nel comune di Reggio Calabria, peraltro anch'essa discarica abusiva e non ex discarica comunale, in passato sono stati depositati materiali, per lo più derivanti dalle demolizioni, in modo fraudolento ed illegale, e di essa la polizia giudiziaria ha disposto il sequestro. In merito a tale discarica, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha diffidato lo stesso comune, in data 30 dicembre 2015, ad attivare le procedure di cui ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006. 
In ordine invece alla discarica di Altamura Sgarrone, in Puglia, sono in corso procedure per dimostrare che la discarica stessa – come peraltro confermato dall'avvocato generale Kokott, della Corte di giustizia – può costituire un errore di censimento, pertanto dovrebbe essere esclusa dal computo delle discariche per le quali l'Italia corrisponde sanzione amministrativa. Tuttavia, a scopo meramente cautelativo, in attesa del definitivo accertamento dell'insussistenza di tale discarica, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha formalmente diffidato anche il comune di Altamura Sgarrane ad attivare le citate procedure ex articolo 252 di messa in sicurezza-bonifica.
In ogni caso, a seguito delle diffide sopra dette, i rispettivi comune hanno dato avvio all'iter di caratterizzazione con l'esecuzione di indagini ambientali preliminari, i cui risultati chiariranno se questi siti costituiscono o meno un rischio per la salute umana e dell'ambiente. Le risultanze di tale analisi dovrebbe essere disponibili in breve tempo. Sul punto, non appena acquisiti ulteriori elementi, verranno forniti i relativi aggiornamenti. Ovviamente il Ministero continuerà a vigilare e a tenersi informato su queste procedure.

Replica

Presidente, ringrazio la sottosegretaria Velo per la puntuale risposta alla mia interrogazione. Prendo atto di quanto è stato fatto finora e del lavoro svolto da questo Ministero. La riduzione a 155 siti di discariche abusive è un dato incoraggiante, che ci pone su una giusta strada, non soltanto perché evita l'ulteriore pagamento di una sanzione dovuta a procedure di infrazione ma soprattutto perché consente finalmente la bonifica di importanti porzioni del nostro territorio. Occorre però sicuramente, come è già stato annunciato dal sottosegretario, continuare il monitoraggio sulle attività di bonifica e messa in sicurezza di questi luoghi e chiudere queste discariche abusive. Sui due siti di cui si chiedeva contezza nell'interrogazione – mi riferisco soprattutto a quello localizzato in contrada Sgarrone – c’è stato un iniziale rimpallo tra l'Italia e l'Unione europea circa la localizzazione del sito stesso, in un primo momento identificato in Basilicata e poi individuato in Puglia, precisamente nel comune di Altamura. 
Questa vicenda si porta avanti da diversi anni e abbiamo chiesto in tutto questo periodo che fosse avviata la caratterizzazione. Finalmente, con la diffida formale della Presidenza del Consiglio, l'amministrazione comunale ha avviato questo procedimento. Chiedo al Ministero, con l'impegno della sottosegretaria, di continuare a monitorare la vicenda che riguarda questa discarica abusiva, e di non chiudere in maniera superficiale quello che riguarda appunto la faccenda della località Sgarrone, perché da immagini aerofotogrammetiche in nostro possesso risulterebbe che negli anni vi siano stati diversi sversamenti di rifiuti pericolosi in quelle zone e che probabilmente l'area individuata è molto più estesa di quanto invece analizzato finora. 
Da parte nostra ci sarà il continuo sollecito al Ministero, alla regione a tutti gli enti preposti per fare in modo che quest'area, così come tante altre che sono state ferite nel corso degli anni nella regione Puglia, non vengano dimenticate e possano essere bonificate completamente. Ricordo su tutti un procedimento penale denominato «Murgia Catena», nel quale, agli inizi degli anni Duemila, si sono rinvenuti tantissimi sversamenti sul territorio tra Altamura e la città di Gravina, che ancora adesso gridano vendetta. Quindi, ringrazio il sottosegretario e continueremo a monitorare questa vicenda.