02/08/2016
Diego Crivellari
3-02251

Per sapere – premesso che: 

il nuovo carcere di Rovigo è stato inaugurato ufficialmente nelle scorse settimane, alla presenza dei Ministri della giustizia, Andrea Orlando, e delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio; 
è notizia di questi giorni che il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria stia richiedendo ai diversi istituti carcerari dell'area triveneta l'invio presso la nuova struttura di Rovigo di detenuti che rientrano nelle misure previste dall'articolo 21 dell'ordinamento penitenziario (si tratta, cioè, di detenuti che godono di un regime particolare: escono dal carcere alla mattina e rientrano alla sera, potendo prestare lavoro all'esterno della struttura) –: 
se il trasferimento così repentino da un penitenziario all'altro per questi soggetti particolari non rischi di essere in contraddizione o quantomeno di complicare i passaggi già previsti dalla normativa penitenziaria, che prevede un preciso piano trattamentale elaborato da un educatore e approvato dal magistrato di sorveglianza che ha la competenza sulla struttura; 
se e in che modo si intenda garantire anche la condizione del personale del carcere, a fronte dell'aumento del numero dei detenuti.

Seduta del 2 agosto 2016

Risponde Cosimo Maria Ferri, Sottosegretario di Stato per la giustizia, replica  Diego Crivellari

Risposta del governo

Presidente, buongiorno, rispondo all'interrogazione presentata dall'onorevole Crivellari. L'interrogazione, inerente il nuovo carcere di Rovigo, pone in evidenza una realtà carceraria decisamente complessa ed articolata, alla quale l'impegno dell'amministrazione penitenziaria e l'attenzione del Ministro della giustizia sono stati rivolti nel massimo grado, tanto nell'assicurare l'effettiva destinazione d'uso che nel risolvere le residue criticità che il varo di una struttura tanto complessa, inevitabilmente, ha comportato, ma che, oggi, sono state superate grazie all'impegno del Governo, dell'amministrazione penitenziaria, degli operatori e, devo dire, anche, del territorio, perché la città ha, così, una struttura nuova e funzionale, con ampi spazi. L'opera in questione è stata, di fatti, lungamente interessata da operazioni di collaudo statico e tecnico-amministrativo di competenza del Ministro delle infrastrutture e soltanto il 31 dicembre 2015 è stata provvisoriamente presa in consegna dall'amministrazione penitenziaria, ancorché priva di utenze energia elettrica, gas, acqua e telefono.
Il Ministero della Giustizia ha avviato, anche nella fase di provvisoria acquisizione, tutte le iniziative necessarie per favorire la tempestiva funzionalità della struttura, ed anzi per realizzare lavorazioni aggiuntive finalizzate alla sicurezza e alla piena efficienza del nuovo istituto emerse in corso d'opera. Il complesso degli interventi realizzati si inserisce peraltro coerentemente nel più ampio progetto di rivisitazione e ridefinizione dell'edilizia penitenziaria residenziale e di servizio negli istituti del Paese, e rientra nell'ambito dell'unitaria strategia finalizzata al definitivo superamento del sovraffollamento attraverso l'adozione di misure strutturali realmente efficaci, come di recente riconosciuto anche da Strasburgo. 
In questa prospettiva sono stati infatti emanati i decreti ministeriali di chiusura di alcuni istituti con caratteristiche non adeguate al nuovo modello detentivo ed è altresì proseguita l'attività istituzionale volta alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio demaniale in uso all'amministrazione penitenziaria, con l'obiettivo di conferire adeguate condizioni di dignità e vivibilità alle persone detenute e agli operatori. In tale contesto, il nuovo carcere di Rovigo si pone con una struttura innovativa, dotata anche delle più moderne tecnologie necessarie a garantire la sicurezza, che corrisponde ad un'idea evoluta di esecuzione della pena in linea con i lavori degli Stati generali dell'esecuzione penale. Secondo un'analisi complessiva delle esigenze del distretto e del rispetto dei vincoli di territorialità, il nuovo istituto conserverà la vocazione di casa circondariale con annessa sezione di reclusione destinata ad accogliere detenuti condannati in via definitiva e con fine pena superiore ai cinque anni. 
Sarà in tal modo possibile perseguire l'obiettivo di deflazionare progressivamente gli istituti del Veneto, garantendo più elevati standard di vivibilità alla popolazione detenuta, che potrà usufruire di ampi spazi per attività trattamentali e risocializzanti. Tra l'altro, proprio nell'interrogazione dell'onorevole Crivellari si segnala l'esigenza, la necessità, giusta, condivisa anche da questo Governo, di fare attenzione al trattamento rieducativo e quindi anche nel trasferire i detenuti, di completare, portare avanti e continuare il programma rieducativo, proprio come completamento di quell'iter che non deve essere interrotto ma valorizzato. 
La situazione relativa al sovraffollamento appare peraltro già in fase di miglioramento: a fronte della nuova capienza di 1.841 posti, risultano difatti presenti 2.110 detenuti rispetto ai 2.235 detenuti ristretti nell'ottobre dello scorso anno nelle strutture venete (questo è un dato regionale). Il carcere di Rovigo è entrato effettivamente in funzione nel mese di aprile, ospitando 27 ritenuti già assegnati alla vecchia struttura, ed accogliendo, nel corso del mese di maggio, coloro che originariamente ristretti a Rovigo erano stati trasferiti negli istituti di pena limitrofi dopo la chiusura di parte del vecchio istituto, quindi rafforzando anche quel principio di territorialità che vige nell'ordinamento penitenziario. 
Dopo una prima fase di necessario rodaggio, che ha visto alcuni servizi, quale quello del vitto, dipendere ancora dal vecchio istituto, il nuovo penitenziario di Rovigo ha preso a funzionare in totale autonomia, con contestuale chiusura della vecchia struttura, avvenuta il 22 maggio scorso, con la presenza, alla data del 27 luglio, di 106 detenuti e la definitiva chiusura del vecchio penitenziario. Si persegue pertanto l'obiettivo di garantire più elevati standard di vivibilità alla popolazione detenuta del distretto, che potrà usufruire di ampi spazi per le attività trattamentali e risocializzanti. Contribuirà a tal fine anche il nuovo padiglione da 200 posti del carcere di Vicenza, inaugurato il 26 luglio scorso proprio dal signor Ministro della giustizia.
Con riferimento alle attività trattamentali sviluppate presso il carcere di Rovigo, oltre alle iniziative già avviate nel vecchio penitenziario (corso di alfabetizzazione di lingua italiana, laboratorio di lavorazione degli scarti di sapone, il gruppo di discussione per la redazione del giornalino «Prospettiva Esse») con il passaggio alla nuova struttura la direzione si propone di realizzare progetti di peculiare rilevanza, con particolare attenzione alla formazione finalizzata all'acquisizione di qualifiche professionali, per le persone detenute, facilmente spendibili nel mondo del lavoro, quindi si garantisce quel collegamento tra attività rieducativa, attività lavorativa all'interno della casa circondariale e mondo del lavoro, per poi appunto completare l'iter quando, una volta usciti dal carcere, possono trovare lavoro anche tenuto conto delle esperienze emerse all'interno della struttura. 
lcuni di questi progetti sono stati presentati da enti di formazione accreditati presenti sul territorio, che cito: la Coldiretti di Rovigo, la Confcooperative di Rovigo, la cooperativa sociale «Titoli Minori Onlus» di Porto Viro, sempre di Rovigo, la T21, di Rovigo, l'Enaip di Rovigo e tanti altri. Con tali soggetti la direzione si propone di stipulare protocolli di intesa finalizzati alla realizzazione di corsi di formazione nel settore dell'agricoltura e di manutenzione del verde, corsi finalizzati all'acquisizione di titoli professionali e realizzazione di laboratori. Ed è proprio al fine di potenziare la funzione risocializzante del lavoro che l'amministrazione penitenziaria si è avvalsa esclusivamente di manodopera detentiva per le operazioni di trasloco, eseguite da nove detenuti in regime di ammissione al lavoro esterno (articolo 21 dell'ordinamento penitenziario), temporaneamente trasferiti presso il carcere di Rovigo e ricondotti, al termine dei lavori, negli istituti di provenienza. 
Questo è un altro aspetto che voglio segnalare, perché l'esclusivo impiego di detenuti ammesso al lavoro esterno e l'utilizzazione di automezzi e attrezzature speciali in dotazione all'amministrazione penitenziaria per il trasloco ha consentito, peraltro, un abbattimento dei costi di almeno il 60 per cento, quindi è significativo questo risparmio e, nello stesso tempo, anche l'aver fatto lavorare dei detenuti ex articolo 21. Tra l'altro, durante proprio una mia visita in qualità di sottosegretario presso la nuova struttura della casa circondariale di Rovigo, alla presenza anche dell'onorevole Crivellari, oggi presente e che ringrazio per il suo impegno e per la sensibilità che ha avuto – così come anche altri parlamentari – di monitorare e tenere attenta l'attenzione anche del Governo su questi temi, abbiamo potuto verificare concretamente – ricorderà anche l'onorevole Crivellari – alcuni detenuti ex articolo 21, alla presenza anche del direttore che era stato applicato da Sant'Angelo dei Lombardi, effettuare materialmente questo trasloco con impegno e con serietà. 
Le sei sezioni detentive e la caserma destinata al personale di polizia penitenziaria, arredati con manufatti prodotti in proprio dagli istituti dotati di lavorazioni industriali, sono già aperti e destinati all'uso. In particolare, la nuova struttura può ospitare in termini residenziali almeno 20 famiglie di operatori penitenziari negli alloggi allo scopo realizzati, e di offrire residenzialità ad almeno 150 appartenenti al Corpo nella nuova moderna caserma, dotata anche di attrezzature sportive. Come inevitabile nel passaggio ad un nuovo modello detentivo, la piena funzionalità della nuova struttura ha evidenziato talune criticità, sottolineate negli atti anche di sindacato ispettivo. Non ci nascondiamo di fronte a queste criticità, ma lavoriamo con impegno per risolverle giorno dopo giorno, grazie all'aiuto della nostra amministrazione penitenziaria, dei funzionari, dei direttori, degli educatori, del personale e del mondo del volontariato; quindi, cerchiamo, giorno per giorno, di dare delle risposte concrete anche a queste criticità. 
Al riguardo, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha riferito che sono stati resi funzionali le cucine e la lavanderia-stireria, è stato installato un router UMTS, che garantisce in modalità provvisoria l'attivazione di una linea per la trasmissione dei dati e l'immatricolazione in modalità telematica; sin dall'apertura al personale dipendente operante presso il nuovo plesso, è stata garantita la disponibilità di ricetrasmittenti e telefonia cellulare di servizio al fine di assicurare costanti contatti sia all'interno che all'esterno della struttura, mentre la linea telefonica del nuovo istituto è perfettamente funzionante. 
Si sono, inoltre, concluse le procedure di gara per l'allestimento della sala convegni, bar, ed è imminente l'avvio dei relativi lavori. Anche la palestra sarà celermente dotata di attrezzature, mentre è già funzionante un campo polifunzionale in erba sintetica a disposizione del personale, nonché i distributori vari di bevande calde e snack. Relativamente alla caserma agenti sono stati resi fruibili circa 100 posti letto; sono stati inoltre emanati dal direttore generale del personale e delle risorse del DAP i decreti di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 314 del 2006, propedeutici alle procedure di assegnazione degli alloggi collettivi; nel contempo sono stati richiesti i fondi per il completamento degli arredi e delle suppellettili. 
Per quanto concerne inoltre l'organico di Polizia penitenziaria del nuovo istituto, lo stesso è stato di recente implementato di ulteriori 15 unità, raggiungendo ben le 80 presenze. Fermo restando che sarà premura della competente direzione generale prevedere ulteriori incrementi quando il penitenziario funzionerà a pieno regime, si rappresenta che il provveditorato regionale ha di recente diramato un interpello distrettuale per dieci unità per contribuire a rafforzare l'organico, sebbene allo stato non si registrano particolari situazioni di difficoltà: tanto che il comandante del reparto ha potuto assicurare la piena fruibilità dei diritti soggettivi del personale, comprese le ferie estive, in misura addirittura superiore a quanto contrattualmente previsto. Peraltro appare doveroso precisare che i numerosi sistemi tecnologici installati nel nuovo plesso – consolle per apertura/chiusura cancelli, interfono in uso ai detenuti, automatizzazioni varie, videosorveglianza attiva in sala operativa, eccetera; tra l'altro alcune di queste cose riscontrate sempre durante la visita insieme anche all'onorevole Crivellari –, in uno con le disposizioni inerenti all'utilizzo esteso della cosiddetta sorveglianza dinamica, consentono una gestione più che razionale ed efficiente dei reparti detentivi, ovviamente con modalità non praticabili nel vecchio plesso, considerate le gravi carenze strutturali, funzionali, igieniche e di salubrità di tutti i locali. 
Pure attraverso le inevitabili criticità che la destinazione ad uso di un'importante opera pubblica comporta, può quindi affermarsi che il nuovo carcere di Rovigo costituisce struttura già funzionale ed innovativa, capace di destinare ampi spazi al chiuso ed all'aperto, non solo all'insediamento di attività produttive a favore delle persone detenute, ma a favorire l'integrazione con la società civile e con il mondo esterno, assicurando condizioni di dignità e decoro ai detenuti e a quanti vi prestano servizio. Si sperimenta in tal modo un nuovo modello di detenzione, al quale guardiamo ed al quale anche l'attività legislativa del Governo, di questo Governo, sta guardando sin dall'inizio, recependo anche tutte le indicazioni da Strasburgo, e anche quelle provenienti a livello della Commissione europea; e quindi un modello di detenzione maggiormente adeguato alle esigenze di risocializzazione della pena ed a garantire la dignità di quanti a diverso titolo sono chiamati ad operarvi. 
È anche l'anno del Giubileo, l'anno del Giubileo dei detenuti, l'anno del Giubileo che ci impone di lavorare ancora di più sulle nostre strutture penitenziarie: questo stiamo facendo, su questo stiamo lavorando. Il nuovo complesso di Rovigo rappresenta un punto significativo sia dal punto di vista dell'edilizia, delle strutture, delle novità, dell'efficienza, dell'organizzazione, superando alcune criticità mentre altre ancora ne restano da superare, ma rappresenta questo modello: quindi lavoriamo insieme per cercare di valorizzarlo, e andiamo a vedere quello che era il vecchio carcere di Rovigo, la cui funzionalità, comunque anche dal punto di vista dell'edilizia, richiedeva degli interventi di manutenzione enormi. È stata positiva quindi la decisione di costruire un nuovo complesso, come quello di Rovigo, che potrà essere destinato a svolgere anche la funzione di polo formativo regionale: può avere anche una valenza ed un significato regionale per quanto riguarda la formazione, potendo ospitare un importante numero di corsisti da tutto il Triveneto. Ciò consentirà un sicuro abbattimento dei costi, e sottolineo di nuovo la circostanza dell'abbattimento dei costi, perché noi vogliamo migliorare e risparmiare; e favorirà una formazione permanente a livello regionale di tutti gli operatori penitenziari. 
Voglio aggiungere – e concludo – che sono già in fase avanzata le interlocuzioni con la ASL di Rovigo, con la regione Veneto, per attivare un repartino ospedaliero, l'unico del Triveneto, per detenuti necessitanti di cure di tipo fisiatrico: il che abbatterebbe i costi per le traduzioni, con maggiore sicurezza pubblica, in quanto i ristretti non uscirebbero dal carcere ma otterrebbero queste prestazioni sanitarie all'interno della struttura; e con il provveditorato agli studi per implementare l'offerta scolastica.
Stiamo, quindi, lavorando anche con il MIUR e il provveditorato agli studi per implementare l'offerta scolastica. 
Di rilievo appare anche la presentazione di diversi progetti alla Cassa delle ammende per dotare le celle di angolo cottura, frigo, piastra elettrica, pensili in acciaio, e per completare in economia ed amministrazione diretta, con utilizzo esclusivo di manodopera di detenuti, i necessari lavori di rifinitura della struttura penitenziaria. Vorrei quindi sottolineare come politicamente il nuovo complesso di Rovigo rappresenti un'importantissima opera pubblica per il territorio, che garantisce più elevati livelli di sicurezza pubblica conseguenti all'implementazione futura delle forze di Polizia penitenziaria sul territorio; ed opportunità di crescita per l'ambito della città di Rovigo, in quanto la presenza di opifici agricoli industriali, di capannoni ed ampi spazi verdi all'aperto consentono di impiegare non solo i detenuti: questo lo voglio sottolineare, anche per il rapporto e per l'integrazione, perché questi insediamenti potranno impiegare non solo i detenuti, ma offrire interessanti opportunità di sviluppo e lavorative per l'economia locale. Ecco il ponte che vogliamo costruire tra realtà penitenziaria, società civile, economia locale, mondo del lavoro locale, indotto ! Questo è quindi il modello che vogliamo esportare da Rovigo sempre più a livello nazionale. 
Da non sottovalutare infine la circostanza che decine, se non anche centinaia ormai di famiglie di operatori penitenziari opereranno e staranno nella città di Rovigo, con tutto l'indotto e la realtà anche del lavoro della Polizia penitenziaria col territorio, e quindi l'accoglienza anche di nuovi nuclei familiari che si integreranno con la realtà e con quella città. Di fatto, quando sarà a pieno regime, il nuovo stabilimento rappresenterà il terzo/quarto più importante polo carcerario del Triveneto: quindi Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, esso rappresenterà il terzo o il quarto più importante del Triveneto, con ciò dimostrando la piena attenzione del Governo anche alla realtà del Nord-est.

Replica

Signor Presidente, sottosegretario Ferri, dico subito che mi dichiaro soddisfatto per una risposta così articolata, che testimonia peraltro di un impegno da parte dell'Esecutivo, del Ministero dello stesso sottosegretario: che lo ricordava, poche settimane fa è stato in visita con noi in una nuova struttura. Voglio anche ricordare che fino a pochi mesi fa si parlava, c'era un forte punto di domanda sul futuro di questa struttura, che è stata quindi non solo inaugurata, ma anche, con i dati che venivano confermati oggi, si avvia verso una piena funzionalità.
Io credo che oggi abbiamo di fronte due obiettivi fondamentali, che ricordava anche il sottosegretario: da un lato superare quella fase di rodaggio e quelle residue criticità dell'infrastruttura; e poi forse questa è una sfida anche più ambiziosa, riuscire a collegare quella che è un'infrastruttura così importante per la città di Rovigo con il territorio. Esiste peraltro un humus, un terreno molto positivo, che è fatto di associazionismo, di economia, di società civile, che è già ampiamente ricettivo: si tratta di proseguire su questa pista e di rendere più fattiva la collaborazione tra questi mondi. Il territorio comunque posso confermare che è assolutamente disponibile a fare la proprio parte: credo quindi che ci sia da accelerare per recuperare il gap e quelle problematiche che rimangono dal punto di vista dell'infrastruttura. Mi permetto di segnalare che da parte sindacale, delle forze sociali permangono segnalazioni di criticità rispetto a quello che è il numero effettivo anche del personale, e soprattutto dalla Polizia penitenziaria. Lo segnalo perché forse oggi, mi permetto di dire, rimane il punto più sensibile per far sì che ci sia questa piena funzionalità che abbiamo richiamato anche nell'intervento che era parte dell'ultima interrogazione presentata. Ringrazio ancora veramente il sottosegretario e il Governo perché l'analisi puntuale, e la risposta articolata, testimoniano veramente di un impegno che non soltanto ci ha consentito, si direbbe così con una metafora, di gettare il cuore oltre l'ostacolo, di accelerare i tempi di questa apertura, ma testimoniano che l'impegno è quotidiano, e che ci avviciniamo veramente ad una piena funzionalità di una struttura così importante per Rovigo, per il Polesine e, come veniva detto, anche per la realtà del Nord Est.