19/06/2017
Vanna Iori
Marchi, Gandolfi
3-03087

Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   a quanto risulta dalla riunione del servizio della Polizia delle comunicazioni tenutasi il 5 aprile 2017 per presentare il piano di razionalizzazione dei presidi della suddetta polizia postale, nonostante il continuo incremento dei reati perpetrati tramite il web, verranno chiuse 54 sezioni della polizia delle comunicazioni delle 72 tuttora esistenti; se il piano prospettato lo scorso anno, prevedeva il mantenimento degli uffici sede di procure distrettuali competenti in materia di reati di esclusiva pertinenza della Polizia postale, non si comprende come mai alcune città debbano avere un ufficio della polizia postale ed altre no;
   in Emilia Romagna verranno chiuse 5 sezioni su 7 e ben 35 dipendenti specializzatisi da almeno un decennio con indagini e corsi di aggiornamento, verranno destinati ad un non ancora noto tipo di servizio che potrebbe anche non aver nulla a che fare con i reati informatici;
   per l'Emilia Romagna è prevista la salvaguardia, oltre che della sede compartimentale di Bologna (procura distrettuale presente), anche degli uffici di Parma e Rimini (procura distrettuale non presente); e non appare plausibile pensare ad una ripartizione territoriale con una sezione per l'Emilia ed una per la Romagna, poiché in realtà non potranno essere variate le competenze territoriali per i moltissimi reati compiuti tramite il web e pertanto i cittadini di Parma avranno un ufficio specializzato su indagini di tale tipo a differenza di quelli di Reggio Emilia o di Modena;
   è di fondamentale importanza l'acquisizione delle notizie di reato dove è preminente l'utilizzo di sistemi informatici. Senza le opportune conoscenze si rischia di omettere particolari riferimenti informatici che successivamente renderanno impossibili le indagini. Cosa accaduta più volte alla sezione di Reggio Emilia nelle indagini delegate da altri uffici;
   la sezione di Reggio Emilia, nonostante l'ormai numero esiguo di dipendenti, 4, contro gli 8 di tre anni fa, mai sostituiti, ha comunque trattato nel 2016, ben 580 fascicoli di indagine e denunciato 100 persone. Riceve inoltre quotidianamente decine di telefonate e mail da cittadini incappati in truffe, estorsioni, frodi informatiche, attacchi di virus, problematiche con i social network e altro, smistate molte volte dalla questura o dalle stazioni dei Carabinieri alle quali viene fornita sempre una risposta esaustiva anche per aumentare il senso di sicurezza dei cittadini;
   altro aspetto rilevante e meritevole di attenzione è costituito dagli incontri con le scolaresche: quest'anno oltre ai 28 incontri con gli alunni reggiani, e due con la cittadinanza che sarà quasi impossibile ripetere;
   infine è imminente la firma del rinnovo della convenzione con Poste italiane, che proseguirà quella ormai esistente da tantissimi anni, con la quale poste forniva e fornirà uffici, autoveicoli e strumenti informatici per l'operatività della polizia postale; a tale riguardo non si capisce perché il dipartimento voglia perdere una parte delle forniture dato che un punto della summenzionata convenzione prevede che l'accordo subirà modifiche parziali o totali a seconda del numero dei presidi che verranno chiusi –:
   se il Ministro non ritenga opportuno, a fronte delle considerazioni sopra riportate, evitare la soppressione delle sezioni di polizia postale e delle comunicazioni di cui in premessa che porterebbe al depotenziamento di una specialità resa sempre più necessaria, in particolare considerando che le sezioni presenti sul territorio di Reggio Emilia, oltre alla prevenzione e al contrasto del fenomeno, garantiscono un rapporto diretto con i cittadini attraverso la quotidiana attività per acquisire denunce, esposti e richieste sui reati online nonché costituiscono una risposta alla crescente esigenza di prevenzione e contrasto dei reati informatici commessi tramite la rete interne soprattutto a danno dei minorenni.

 

Seduta del 20 giugno 2017

Risponde Filippo Bubbico, Vice Ministro dell'Interno, replica Vanna Iori

Risposta del governo

Signor, Presidente come già annunciato, rispondo congiuntamente alle interrogazioni degli onorevoli Molea, Iori, Fabbri e Ricciatti, che, unitamente ad altri deputati, richiamano l'attenzione sulla ventilata chiusura di una serie di sezioni della Polizia postale e delle comunicazioni sul territorio nazionale, tra le quali quelle di Pesaro, Forlì-Cesena, e altre quattro di quelle ubicate in Emilia-Romagna.

Rilevo che le interrogazioni degli onorevoli Molea e Fabbri sono state presentate diverso tempo fa, risalgono infatti al 2014, ma ritengo che la risposta possa ancora essere di loro interesse, in quanto il tema trattato nei rispettivi atti mantiene tuttora caratteri di stretta attualità, dopo essere rimasto aperto per tutti questi anni anche in forza di sopravvenienze normative, di cui parlerò fra un attimo, che ne hanno condizionato l'evoluzione.

La questione della chiusura di alcune sezioni dalla Polizia postale e delle comunicazioni è legata, al pari della proposta di soppressione di altri uffici di Polizia sul territorio nazionale, all'attuazione di un piano di razionalizzazione, sottoposto al parere delle autorità provinciali di pubblica sicurezza nei primi mesi del 2014.

Il piano è ancora in attesa di definizione, anche a causa dell'approvazione della legge n. 124 del 2015, con cui il Parlamento ha delegato il Governo ad adottare importanti misure di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.

Per quanto attiene, in particolare, al riordino del sistema della pubblica sicurezza, il legislatore ha chiarito che il nuovo assetto organizzativo dovrà essere volto ad evitare duplicazioni e sovrapposizioni dispersive nell'esercizio delle funzioni di polizia, nonché favorire la gestione associata dei servizi strumentali in adesione ai principi di efficienza della spesa pubblica.

Tali principi sono stati recepiti dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 177 del 2016, con cui è stato stabilito che la razionalizzazione della dislocazione delle forze di polizia sul territorio sarà determinata, con decreto del Ministro dell'Interno, privilegiando l'impiego della Polizia di Stato nei comuni capoluogo e dell'Arma dei carabinieri nel restante territorio, fatte salve specifiche deroghe per particolari esigenze di ordine e sicurezza pubblica.

Per giungere alla compiuta definizione di tale disegno di valenza strategica, sono stati istituiti presso il Dipartimento della pubblica sicurezza appositi gruppi interforze, che non hanno ancora terminato la loro attività.

Tanto detto in linea generale, rappresento che anche la Polizia postale e delle comunicazioni è coinvolta nel riordino in questione, essendo evidente la necessità di adeguarne l'organizzazione alle notevoli trasformazioni registratesi nel settore.

Infatti, alle tradizionali mansioni di scorta e tutela di beni e servizi postali se ne sono affiancate e sostituite altre del tutto differenti, caratterizzate da spiccate connotazioni di alta specializzazione tecnologica e orientate al contrasto del crimine informatico nelle sue forme più variegate.

Muovendo da tale constatazione, il piano di razionalizzazione punta a concentrare le più spiccate e qualificate risorse professionali nei compartimenti dei capoluoghi regionali e nelle sezioni provinciali in cui operano procure distrettuali con ampia competenza in tema di reati informatici.

Sottolineo, comunque, che le professionalità attualmente in servizio presso le sezioni continueranno ad operare sul territorio, prevedendo con tale rimodulazione un loro impiego nei reparti investigativi delle locali questure.

Assicuro fin d'ora che il nuovo assetto organizzativo della Polizia postale e delle comunicazioni sarà ispirato alle esclusive esigenze di efficientamento e di adeguamento alla trasformazione tecnologica del Paese, senza che ne venga a soffrire la qualità del “prodotto” sicurezza né la prossimità con i luoghi di residenza dei nostri cittadini.

Replica

Presidente, volevo ringraziare il Viceministro per le sue affermazioni, per le parole che ha espresso, di apprezzamento per il lavoro svolto da un corpo della polizia, che è diventato sempre più importante nel nostro tempo, che è un presidio rispetto ai reati informatici, che sono in aumento e che vanno dalle truffe informatiche, dalle frodi, dalla clonazione dati, fino ai reati più gravi, che arrivano agli atti persecutori, all'odio razziale e anche al terrorismo; senza dimenticare tutta l'importanza dell'attività svolta nei confronti dei reati che riguardano i minori. Mi riferisco al cyberbullismo, ma non solo: alla pedopornografia, all'adescamento online. Credo che queste mie tre interrogazioni, susseguitesi nel tempo, nascessero proprio dall'importanza di questo corpo di polizia e dalla preoccupazione che venisse depotenziato in qualche modo: una preoccupazione che ho raccolto anche in numerosi incontri che ho svolto sul territorio nazionale, dove ho visto ovunque il lavoro prezioso svolto dalla Polizia postale, in collaborazione con le scuole, in collaborazione con la formazione anche dei genitori, quindi l'importanza anche educativa.

Sono molto contenta di apprendere che c'è attenzione e che saranno presidiate adeguatamente le competenze acquisite. Sono competenze di prevenzione ai cyber-reati; sono competenze che però, nello stesso tempo, rassicurano i cittadini: io provengo da Reggio Emilia e in Emilia-Romagna si era appunto ventilata l'ipotesi che venissero chiuse troppe sezioni della Polizia postale. Voglio ricordare che nel 2016, per esempio, a Reggio Emilia, pur con un esiguo numero di personale (soltanto quattro persone), sono state svolte delle attività importanti e consistenti: sono stati trattati 580 fascicoli, 100 denunce, e ogni giorno decine e decine di risposte informatiche via e-mail o di risposte telefoniche.

Credo, quindi, che sia importante che il patrimonio di competenze acquisito da questo personale non vada disperso. Sono molto contenta di sentire che questo investimento continuerà ad esserci, che il supporto all'ambito educativo continuerà ad essere esercitato; tra l'altro, in questo momento ancora più importante per l'approvazione della legge sul cyberbullismo, che prevede uno specifico coinvolgimento della Polizia postale nella formazione dei referenti di istituto per il contrasto al cyberbullismo.

Esprimo, quindi, la mia soddisfazione per questa valorizzazione; confido in un intervento del Ministro perché possa al più presto rivedere questo piano di organizzazione, tenendo conto della valorizzazione specifica di questo personale.