13/06/2017
Vittoria D'Incecco
Sbrollini, Patriarca, Beni, Capone, Amato, Grassi, Mariano e Miotto
3-03068

 

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   l'Adhd, disturbo da deficit di attenzione e iperattività è uno dei più comuni disturbi del neurosviluppo (DSM V), caratterizzato da difficoltà di attenzione, incapacità di controllo della motricità e impulsività con esordio nell'infanzia. L'Adhd può perdurare durante tutto l'arco di vita delle persone, con diverse traiettorie evolutive, sia a seconda delle eventuali comorbilità, sia principalmente per l'appropriatezza per l'inappropriatezza della presa in carico terapeutica;
   persone con Adhd possono avere autismo, disabilità intellettiva, Dsa, disturbi di ansia, dell'umore o altri disturbi, e quando la componente Adhd, viene adeguatamente riconosciuta/diagnosticata e presa in carico dai servizi secondo interventi terapeutici multimodali (neuropsicomotricità, psicoterapia cognitivo-comportamentale singola e di gruppo per bambini e ragazzi, parent training per i genitori, teacher training per insegnanti, logopedia quando necessaria, psicoeducativi e farmacologici nei casi più gravi), si arriva più frequentemente ad una complessiva consapevolezza e capacità di gestione del disturbo evitando derive di disagio, sofferenza e fallimenti, per i pazienti, le loro famiglie e con costi sociali e sanitari altissimi;
   in particolare, per ciò che riguarda la salute mentale dall'infanzia all'età adulta, la mancanza di appropriata presa in carico terapeutica porta all'aumento del rischio di esito disastroso verso le dipendenze e comportamenti antisociali;
   dal 2007 è stato istituito il Registro nazionale per la diagnosi e cura dell'Adhd tenuto dall'Istituto superiore di sanità, che garantisce appropriatezza diagnostica e terapeutica ai minori tra i 6 e i 18 anni;
   nel corso della riunione del 28 febbraio 2017 presso l'Istituto superiore di sanità, cui sono stati invitati a partecipare i centri di riferimento per l'Adhd di tutte le regioni italiane, momento condivisione dei risultati di 10 anni di attività del Registro italiano per l'Adhd dal 2007 al 2016, risultato strumento di farmacovigilanza che ha consentito di verificare la sicurezza dei farmaci per l'Adhd, è stato deciso di somministrare un questionario sull'opportunità o meno di continuare tale esperienza;
   con la probabile chiusura del Registro italiano per l'Adhd l'Italia rischia di trovarsi senza indicazioni per la diagnosi e la presa in carico terapeutica delle persone con Adhd. Ciò accadrà perché l'unico atto istituzionale che le contiene è il decreto pubblicato dall'Agenzia italiana del farmaco nella Gazzetta Ufficiale n. 106 del 27 aprile 2007 che verrebbe a essere caducato insieme al Registro nazionale per l'Adhd. I pazienti e le famiglie che convivono con il disturbo da deficit di attenzione e iperattività rischiano di rimanere senza punti di riferimento;
   quotidianamente famiglie con bambini, ma anche giovani e adulti, con Adhd sono costrette ad estenuanti peripezie nel tentativo di arrivare alla diagnosi ed alla presa in carico terapeutica, nella quasi totalità dei casi assente nei servizi territoriali di salute mentale per l'età evolutiva e gli adulti, e nella sanità privata completamente a carico economico delle famiglie –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra riportato;
   se intenda intervenire per evitare la soppressione del Registro nazionale per la diagnosi e cura dell'Adhd e per garantire la completa presa in carico delle persone affette da Adhd nel Servizio sanitario nazionale italiano;
   quali strategie intenda portare avanti per assicurare alle persone con Adhd le stesse tutele messe in atto in questi ultimi anni, con leggi e linee guida, per gli alunni con disturbi di apprendimento e per le persone con disturbi dello spettro autistico.

 

Seduta del 10 ottobre 2017

Risponde Davide Faraone, sottosegretario di Stato per la Salute e replica Vittoria D'Incecco

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti, poiché con l'atto ispettivo in esame mi consentono di fornire ulteriori aggiornamenti in merito alla tematica sulla quale c'è grande attenzione da parte del Ministero della salute e che, peraltro, ha già formato oggetto di discussione proprio in quest'Aula.

Come è noto, il disturbo da deficit attentivo con iperattività (Adhd) è una patologia neuropsichiatrica con esordio in età evolutiva, la cui eziologia è multifattoriale ed include fattori genetici e ambientali. Circa i due terzi dei pazienti in età evolutiva (0-18 anni) affetti da tale sindrome guariscono al termine della pubertà, mentre nel restante 30 per cento dei soggetti la patologia permane anche nell'età adulta. Inoltre, nel 60 per cento dei casi, l'Adhd si presenta in comorbilità con altre patologie psichiatriche, in particolare disturbi oppositivi-provocatori e disturbi della condotta.

Il Ministero della salute segue da tempo le problematiche legate all'impatto dell'Adhd ed è consapevole dell'importanza di favorire e implementare una rete di assistenza specialistica e interdisciplinare in grado di elaborare la compiuta valutazione di trattamenti più appropriati e di erogare le necessarie prestazioni.

Questo Ministero condivide, dunque, l'esigenza, auspicata dagli onorevoli interroganti, di rafforzare le iniziative volte alla diffusione delle informazioni ed allo sviluppo delle potenzialità del trattamento precoce. A tal fine, il Ministero della salute, in raccordo con il MIUR, partecipa ai numerosi tavoli istituzionali rivolti alla disamina del disagio giovanile o dedicati a specifici disturbi dello sviluppo evolutivo. Al contempo, esso sostiene con forza iniziative di comunicazione, nonché quelle sanitarie, aventi ricaduta diretta sull'individuazione e sul trattamento precoce dei pazienti.

Ulteriori iniziative, finalizzate a garantire la completa presa in carico delle persone affette da Adhd nel Servizio sanitario nazionale rientrano, ovviamente, negli ambiti delle competenze delle regioni e province autonome, in merito alle quali, tuttavia, il Ministero ritiene di dover assumere un approccio proattivo, a tutela dell'uniformità degli approcci di cura, facendo leva sui documenti tecnico-scientifici basate su evidenze e buone prassi, che ispirano sia l'azione di Governo, sia le attività regionali.

Per quanto riguarda il Registro nazionale della diagnosi e cura dell'Adhd, che costituisce il punto specifico sollevato dagli onorevoli interroganti, è vero che esso non è stato inserito nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 marzo 2007, recante “Identificazione dei sistemi di sorveglianza e dei registri di mortalità, di tumori e di altre patologie in attuazione del decreto-legge n. 179 del 2012”; ciò, tuttavia, si deve alle particolari finalità dei predetti sistemi di sorveglianza, rispetto ai quali il registro per la diagnosi e cura dell'Adhd conserva proprie peculiarità. Tale registro, infatti, costituisce, fin dalla sua istituzione risalente al 2007, un registro di farmacovigilanza, finalizzato a valutare il profilo di sicurezza della terapia farmacologica prescritta a bambini e adolescenti affetti da Adhd nei centri accreditati dalle regioni. Esso è, dunque, essenzialmente, uno strumento a garanzia della popolazione pediatrica e si occupa della somministrazione di psicofarmaci, il cui impiego in età evolutiva deve essere sottoposto a un attento controllo. Coerentemente alle proprie finalità istitutive, il registro dell'Adhd ha, dunque, consentito in questi anni di valutare il profilo di sicurezza dei farmaci utilizzati per il trattamento dei bambini e adolescenti affetti da Adhd, il rapporto rischio/beneficio e l'appropriatezza d'uso.

Per comprendere meglio la funzione del registro, rammento che, nell'arco di questi dieci anni, vi sono stati iscritti 5636 pazienti, con diagnosi di Adhd, di età compresa tra sei e diciotto anni, e sono stati erogati 5969 interventi comportamentali e psicosociali. Faccio presente che tali dati sono di molto inferiori a quanto osservato in altri Paesi europei e del Nord America. Anche l'incidenza di eventi avversi è risultata del 2,7 per cento inferiore alle attese e tutti i casi di evento avverso si sono risolti positivamente.

L'Istituto superiore di sanità ha, dunque, segnalato che, essendo stati raggiunti gli obiettivi iniziali, sarebbe ora utile sostituire l'attuale strumento di registrazione - le cui iniziali finalità lo rendono, in effetti, alquanto rigido - con un registro molto più snello e maneggevole, finalizzato alla valutazione degli esiti del trattamento farmacologico e psicosociale dell'Adhd. Secondo l'Istituto, infatti, uno strumento più semplice favorirebbe una maggiore e più convinta adesione del personale medico e sanitario coinvolto, garantirebbe l'uso oculato dei farmaci evitando fenomeni iperprescrittivi e consentirebbe l'acquisizione di ulteriori conoscenze scientifiche circa l'epidemiologia, la storia naturale della malattia, i fattori ambientali e genetici coinvolti, i modelli di gestione dell'Adhd. A tal riguardo, l'Istituto precisa che il mantenimento dell'obbligo del piano terapeutico semestrale emesso dal centro medico di riferimento e gestito dal pediatra di libera scelta in collaborazione con i servizi territoriali di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, potrebbe rappresentare una valida alternativa all'attuale registro e consentirebbe una garanzia di monitoraggio dell'uso dei farmaci, di accuratezza diagnostica e di gestione più snella dei pazienti.

Ciò posto in via generale sul punto, devo tuttavia precisare per completezza che una particolare criticità è stata segnata con riferimento a 1878 pazienti già iscritti nel registro, i quali, al compimento del diciottesimo anno di età, sono usciti dal registro. Una parte di questi soggetti adulti continua, infatti, a presentare un quadro clinico da Adhd, pertanto l'Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato l'uso del medicinale Strattera, a base di Atomoxetina, per il trattamento dell'Adhd nell'adulto, con prescrizione a seguito di diagnosi e piano terapeutico dei centri specialisti di riferimento, individuati a livello regionale. In seguito, è stato teorizzato, per gli adulti affetti da Adhd, l'impiego dei farmaci a base di Metilfenidato ed è stato, comunque, predisposto un apposito registro di patologia dedicato agli adulti, gestito dall'Istituto superiore di sanità, in cui attualmente risultano 107 pazienti.

Concludo rassicurando gli onorevoli interroganti che, come si sarà potuto osservare dall'approfondita analisi svolta, la problematica segnalata continuerà ad essere seguita con grande attenzione dal Ministero della salute. Posso, anzi, anticipare che la Commissione tecnico- scientifica dell'Agenzia, insieme all'Istituto superiore di sanità e con il coinvolgimento dei centri dedicati, sta ulteriormente approfondendo la questione, con la finalità di adottare misure rivolte allo snellimento del registro, proprio per favorirne una maggiore fruibilità a vantaggio dei centri.

Replica

Grazie, signor Presidente. Grazie, signor sottosegretario, io mi dichiaro soddisfatta dell'attenzione che il Ministero dichiara in questa sede per quanto riguarda questo tema, perché, come detto, questa sindrome è tra le più frequenti nel neurosviluppo ad esordio in età evolutiva e permane qualche volta e molto spesso anche in età adulta.

Sembra un disturbo lieve, ma invece richiede costantemente la supervisione, e si tratta di un disturbo da deficit dell'attenzione e dell'iperattività: è una sindrome che non permette ai bambini di integrarsi nel contesto di una scuola, di una classe, o semplicemente di socializzare in un gruppo di bambini difficili da gestire. Sono, quindi, bambini che hanno dei problemi caratteriali, che poi crescono, diventano adulti, e purtroppo nella società dove il disagio sociale adesso dilaga noi dobbiamo essere attenti proprio a potenziare i servizi dedicati alla sfera infantile, soprattutto a quella della neuropsichiatria, che purtroppo attualmente ne ha troppo pochi.

Mi sembra di capire che si stia ragionando sulla soppressione o meno del registro: non è ancora decisa, e questo mi fa piacere. In alternativa ci sarebbe un registro più snello, e mi va benissimo. È molto importante questo, signor sottosegretario: mi appello alla sua sensibilità, perché il registro è un ottimo strumento, un preziosissimo strumento, che ci dà la percezione del fenomeno, ci permette di monitorarlo, e anche di accompagnarlo nei suoi percorsi più difficili. Quindi ringrazio veramente dell'attenzione, e le raccomando di seguire ancora questo tema.