29/06/2016
Diego Crivellari
3-02355

Per sapere – premesso che: 
nei giorni scorsi, la stampa — anche locale, nella provincia di Rovigo — ha dato notevole risalto alla vicenda di una bambina di soli dodici anni, una ragazzina originaria del Bangladesh, costretta a sposare un uomo adulto nel 2006; 
la vicenda processuale legata a questa dolorosa vicenda ha portato ad oggi alla condanna a tre anni di detenzione per maltrattamenti in concorso al padre e alla matrigna della ragazzina, che ora risiedono nella provincia di Rovigo, mentre l'ex «marito», un commerciante di trentasette anni, trasferitosi in altra città del nord, è stato invece condannato a otto anni di carcere e dovrà rispondere anche dell'accusa di abusi sessuali; 
secondo quanto la giovane ha esposto a suo tempo agli inquirenti, i genitori – all'epoca commercianti a Ravenna – si erano indebitati per acquistare della merce e proprio la necessità di un prestito aveva condotto al matrimonio forzato. Le «nozze» sono poi state celebrate a Ravenna a fine primavera 2006 quando, secondo i documenti evidenziati dall'accusa, la giovane aveva appena dodici anni; 
sembra che la pratica dei matrimoni forzati coinvolga oggi, nella sola Italia, tante giovani donne e bambine costrette a subire violenze fisiche e psicologiche, segregazioni, stupri, scompensi psichici e della salute, sequestri e rimpatrio forzato nei Paesi d'origine – a volte, la morte –: 
se il Ministero dell'interno disponga di analisi e di statistiche relative all'incidenza di questo fenomeno nel nostro Paese e quali strategie intenda mettere in atto il governo per prevenire e contrastare la diffusione della pratica dei «matrimoni forzati».