28/02/2017
Giovanni Burtone
3-02841

Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   è notizia riportata dalla stampa che giacciono nei pressi delle coste di Gela, a poche centinaia di metri dalla spiaggia, i relitti di navi dell'antica Grecia di inestimabile valore storico e culturale;
   fino ad ora l'unica delle navi tirata su dai fondali di contrada Bulala e mandata a restaurare nei laboratori di Portsmouth in Inghilterra, con una ingentissima spesa, risulta non ancora esposta al pubblico perché non esiste un ambiente nel quale rimontare la nave recuperata;
   vi è, inoltre, un rilevante problema legato ai «tombaroli» di professione che hanno l'opportunità di sottrarre un patrimonio incommensurabile tra anfore, elmi, vasellame, statuette e monili ancora giacente nel mare;
   ciò che fino ad ora è stato recuperato in quei fondali risulta essere sparso in giro per i vari musei italiani perché il museo del mare di Gela attende da 29 anni di essere realizzato;
   l'attività di recupero e restauro, nonché di valorizzazione del patrimonio culturale in oggetto darebbe l'opportunità di importanti occasioni di lavoro –:
   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda assumere, in coerenza con quanto finora positivamente realizzato dal Governo per la tutela dei reperti archeologici rinvenuti sul territorio italiano, per procedere al recupero delle imbarcazioni ancora giacenti in mare e per favorire la più idonea conservazione. 

 

Seduta del 24 ottobre 2017

Risposta di Ilaria Borletti Dell'Acqua, sottosegretaria ai beni ed attività culturali, Replica di Giovanni Burtone

 

Risposta

Grazie, Presidente. Mi riferisco all'interrogazione dell'onorevole Burtone relativa ai relitti di navi dell'antica Grecia rinvenuti nei pressi delle coste di Gela. Permettetemi di precisare che la vicenda in essa descritta è di primaria competenza della regione siciliana, in quanto, in virtù dell'articolo 14, lettera n) del relativo statuto, approvato con RDL del 15 maggio 1946, n. 455 (convertito nella legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2) , e delle disposizioni contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637, recante “Norme di attuazione dello statuto della regione siciliana in materia di tutela del paesaggio e di antichità e belle arti”, le competenze in materia di paesaggio e di tutela architettonica sono attribuite alla regione siciliana stessa, assessorato dei beni culturali e dell'identità siciliana, e non a questo Ministero.

Le notizie che vi riferirò ci sono state pertanto riferite dalla competente soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Caltanissetta dell'assessorato della regione siciliana. Con queste necessarie premesse, si evidenzia che il tratto di mare antistante la costa di Gela, colonia dorica fondata nel 689 avanti Cristo e importante emporio commerciale, costituisce un giacimento archeologico di straordinario interesse culturale. È nota la presenza di navi greche nel fondale argilloso e sabbioso antistante la località Bulala a circa due chilometri ad est della foce del fiume Gela, anticamente il porto-canale della città, cui si aggiungono i relitti di imbarcazioni di epoche diverse individuati nell'area del golfo. Il prezioso carico trasportato da queste navi, recuperato in minima parte, dimostra l'importanza del porto marinaro di Gela e del suo emporio greco, dove confluivano le merci pregiate provenienti dai mercati dell'Egeo e dell'Attica.

Con le campagne di scavo 2003-2008, la soprintendenza di Caltanissetta ha recuperato il relitto di una nave di trasporto della metà del VI secolo avanti Cristo della lunghezza di circa 21 metri, che rappresenta un esempio unico al mondo di nave “cucita” con fibre vegetali. I legni del mercantile sono stati restaurati dal laboratorio MRAS di Portsmouth, in Inghilterra, e riconsegnati nel 2014 al Museo archeologico di Gela, dove giacciono in appositi contenitori di legno.

L'esposizione al pubblico del relitto avverrà nel nuovo museo-laboratorio dei relitti, un manufatto di architettura contemporanea di circa 4 mila metri quadrati previsto all'interno dell'area archeologica demaniale di Bosco Littorio a Gela, il cui primo lotto, dell'importo di 5 milioni di euro, è stato appaltato nel 2015. Riguardo alla tutela e recupero dei reperti e dei relitti ancora giacenti sul fondale marino di Gela, vorrei precisare che nella regione siciliana le attività di tutela, gestione, vigilanza e valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo rientrano tra le competenze della soprintendenza del mare con sede a Palermo, che ha precisato al riguardo di essere intervenuta ripetutamente nelle acque antistanti contrada Bulala, a Gela, con ricognizioni, documentazioni e recuperi che hanno consentito di venire a conoscenza dell'esistenza di altri tre, almeno tre, relitti oltre a quello già recuperato. Tra i reperti più significativi recuperati: 87 lingotti di oricalco, ceramiche e due elmi in bronzo pertinenti ad un relitto di una nave databile alla fine del VI secolo avanti Cristo.

La scoperta dei lingotti ha riscosso interesse mondiale, dato che si tratta del primo rinvenimento in assoluto di lingotti di questo particolare metallo, la cui notorietà è dovuta al fatto che è legato al mito di Atlantide. È stata anche trovata e recuperata una colubrina databile al XVII secolo, che è stata restaurata ed esposta nel museo di Gela, così come i lingotti. La zona è sotto costante e continuo controllo della soprintendenza del mare sia direttamente che con l'ausilio di volontari e delle forze dell'ordine (Guardia costiera, Guardia di finanza e carabinieri). È stato anche avviato un procedimento giudiziario dalla procura di Gela contro ignoti per indagare e contrastare eventualità attività di recupero illegale, che ha permesso di operare congiuntamente con la Guardia di finanza per effettuare una sistematica ricognizione dell'area. In seguito a tali importanti scoperte, la soprintendenza del mare ha elaborato due progetti di scavo sistematico per sondare i relitti e recuperarne le suppellettili. Tali progetti esecutivi sono stati sottoposti all'assessorato e sono in corso di finanziamento. Uno di questi è stato anche inserito nelle opere di compensazione che ENI offrirà alla città di Gela.

 

Replica

Signor Presidente, sono soddisfatto della dettagliata relazione e risposta che ha fornito la sottosegretaria. Giustamente è stato rilevato che siamo davanti a dei reperti di interesse mondiale. Nel Golfo di Gela ci sono questi relitti che contengono opere di straordinaria importanza. Alcune sono state recuperate, così come una nave è stata portata a riva ed è stata, poi, mandata per la ristrutturazione, per il restauro.

Quello che mi premeva sottolineare, signora sottosegretaria, è che noi siamo consapevoli delle competenze statutarie della regione siciliana e, quindi, delle prerogative primarie che la regione siciliana ha in tema di beni culturali, ma siamo davanti ad opere di straordinaria importanza mondiale. Dunque, io credo che la regione debba essere aiutata e sostenuta. Certo, hanno fatto un'opera preziosa la sovrintendenza del mare, la sovrintendenza ai beni culturali della provincia di Caltanissetta e alcune opere sono state avviate.

Quello che pensiamo, però, è che questo processo che finalmente si è avviato anche in Sicilia, di rispetto della realtà dei beni culturali siciliani, della necessità di una valorizzazione di queste opere, debba essere sostenuto, perché tutto ciò può determinare nuove opportunità occupazionali.

I beni culturali vanno custoditi, vanno fruiti, ma debbono anche diventare una risorsa. Non c'è dubbio che quell'area di Gela è di grande importanza e noi sosteniamo che debba essere potenziato il lavoro che è stato finora avviato dalla regione siciliana. Anche in altre parti della Sicilia si stanno portando avanti opere significative, parlo per esempio del Val di Noto, un'area in cui si stanno facendo lavori importanti. Vengono restituiti parchi archeologici di grande significato, delle opere del Seicento, conventi che hanno una grande importanza sul piano culturale. Quello che chiediamo è che lo Stato si senta partecipe di questo processo, aiuti la regione siciliana ad andare avanti, perché tutto ciò può essere utile anche ai fini occupazionali, può essere una grande opportunità per lo sviluppo.