25/05/2016
Ileana Argentin
3-02284

Per sapere – premesso che: 
il tribunale ordinario di Roma – sezione per l'applicazione delle misure di prevenzione per la sicurezza e pubblica moralità – con decreto del 27 febbraio 2014, nell'ambito del procedimento n. 29/2014 R.G.M.P., ha disposto il sequestro di due immobili ubicati nel comune di Roma in via Kenya;
lo stesso tribunale con decreto del 17 settembre 2014 ha invitato l'amministrazione capitolina ad esprimere parere circa la destinazione a fini istituzionali o sociale degli immobili sequestrati affinché gli stessi possano essere assegnati a Roma Capitale in comodato d'uso, a titolo gratuito; 
la giunta capitolina con delibera n. 145 dell'8 maggio 2015 a manifestato l'interesse per l'assegnazione e, in particolare l'assessore alle politiche sociali, salute, casa ed emergenza abitativa con nota 20 aprile 2015 ha espresso la volontà di realizzare presso tali immobili una casa famiglia per madri in difficoltà con figli e di una casa famiglia per minori provenienti dal circuito penale minorile; 
a seguito di tale delibera è stato stipulato il protocollo di intesa per l'avvio del progetto «la casa di Leda» tra il Ministero della giustizia – dipartimento dell'amministrazione penitenziaria – il comune di Roma e la Fondazione Poste Insieme Onlus volto all'attivazione di un progetto sperimentale di convivenza protetta per genitori con figli, agli arresti domiciliari o in detenzione domiciliare, ai sensi dell'articolo 4 della legge 21 aprile 2011, n. 62, e di promozione di azioni concordi di sensibilizzazione nei confronti della comunità locale rispetto al sostegno e al reinserimento di persone in esecuzione penale; 
il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha preso l'impegno, tra gli altri, di collaborare con il comune per sensibilizzare l'ambiente in cui i soggetti beneficiari della misura, mentre il comune di Roma ha preso, tra gli altri, l'obbligo di rendere operativa la struttura di accoglienza e la fondazione si è fatta carico della copertura degli oneri necessari alla gestione con un finanziamento di 150.000,00 a valere sull'esercizio 2015; 
secondo il decreto del Ministero della giustizia dell'8 marzo 2013 «Requisiti delle case famiglia protette», queste devono essere collocate in località dove sia possibile l'accesso ai servizi territoriali, socio-sinitari ed ospedalieri, e che possano fruire di una rete integrata a sostegno sia del minore sia dei genitori; devono, tra l'altro, prevedere spazi da destinare al gioco per i bambini, agli incontri e ai contatti con i figli e i familiari al fine di favorire il ripristino dei legami affettivi; 
a tutt'oggi gli spazi adibiti alla casa famiglia non sembrano idonei a rispettare i requisiti imposti dal decreto ministeriale ed, in particolare, all'interno degli edifici vi sono spazi pericolosi e non in sicurezza per poter far giocare liberamente i bambini; mancano, in prossimità della casa famiglia, i servizi di prima necessità, quali farmacie, scuole e negozi –: 
se il Governo, sia a conoscenza della situazione sopraesposta e, nei limiti delle sue competenze e nel rispetto di quelle degli altri enti coinvolti, quali iniziative urgenti intenda adottare affinché non solo la casa famiglia rientri nei requisiti di cui al decreto ministeriale 8 marzo 2013 ma sia integrata nel contesto a sociale ed urbano.