25/09/2015
Stefania Covello
3-01727

Per sapere – premesso che: 
la bozza di riorganizzazione degli uffici della polizia di Stato sul territorio nazionale predisposta dal Ministero dell'interno prevede la soppressione del posto di polizia di Cetraro in provincia di Cosenza; 
la ragione della soppressione oltre che nell'ambito di un processo di riorganizzazione starebbe anche nella ubicazione dell'immobile ospitante in una zona a rischio dissesto; 
il comune in considerazione del rischio ha immediatamente manifestato la propria disponibilità a concedere gratuitamente un immobile comunale disponibile qual è quello dell'ex palazzo di città sito in piazza Gino Iannelli; 
il territorio di Cetraro nel suo passato neppure troppo lontano è stato teatro di violenze criminali e con la presenza di un vivace tessuto economico e di un porto in espansione è un territorio sempre a rischio di possibili pericolose infiltrazioni criminali;
è stata più volte rappresentata l'esigenza di poter aprire un confronto istituzionale finalizzato a salvaguardare la presenza del posto di polizia e a potenziarne anche gli organici in relazione alla evidente peculiarità del comprensorio –: 
se e quali iniziative il Ministro intenda assumere al fine di evitare la soppressione del posto fisso di polizia di Cetraro raccogliendo la volontà costruttiva mostrata dall'amministrazione locale e assicurandone permanenza e piena operatività al servizio della sicurezza dei cittadini e del territorio.

Seduta del 29 settembre 2015

Risposta di Filippo Bubbico , Viceministro dell'interno e replica di Stefania Covello

Risposta del governo

Signor Presidente, con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Covello chiede al Ministro dell'interno chiarimenti in merito alla soppressione del posto di polizia di Cetraro in provincia di Cosenza, disposta nel mese di dicembre 2014. Al riguardo, va precisato che il provvedimento ha avuto alla base diverse motivazioni. Innanzitutto, lo stabile adibito a sede del presidio era ubicato in un'area classificata a rischio molto elevato di frana, ragion per cui si rendeva necessario salvaguardare l'incolumità degli operatori, che sono stati trasferiti, quindi, presso il commissariato di pubblica sicurezza di Paola. Va anche rilevato che il posto di polizia mostrava una ridotta valenza in termini di prevenzione, controllo del territorio e servizi per l'utenza, in quanto riusciva ad assicurare mediamente la presenza di un solo equipaggio in un arco antimeridiano o pomeridiano. Viceversa, con il potenziamento dell'organico dell'ufficio controllo del territorio del commissariato di Paola, si è reso possibile assicurare un equipaggio in ogni quadrante nell'arco delle 24 ore sia presso il territorio del comune di Cetraro, che in quello del comune di Paola. Si aggiunga, infine, che, in sede di adozione del provvedimento di chiusura, sono stati valutati anche i profili di spesa connessi alla ricollocazione «in loco» del presidio presso un altro immobile, al suo adeguamento alle esigenze del servizio e alla sua gestione. 

Le argomentazioni che ho appena esposto evidenziano come la chiusura del posto di polizia di Cetraro – oltre che rispondere a fondamentali esigenze di sicurezza degli operatori di polizia sul luogo di lavoro – abbia realizzato un'ottimizzazione delle risorse a disposizione dell'amministrazione della pubblica sicurezza nella provincia di Cosenza. 
Su un piano più generale, rilevo che l'interrogazione contiene un riferimento al piano di razionalizzazione della presenza delle forze dell'ordine sul territorio sottoposto nei primi mesi dello scorso anno al parere delle autorità provinciali di pubblica sicurezza. Informo che il piano a tutt'oggi non è ancora definito, essendo sopravvenute di recente delle novità normative non ancora delineate nei contenuti di dettaglio, delle quali occorrerà tenere conto in sede di elaborazione del documento. Mi riferisco alla legge n. 124 del 2015, che, nel delegare il Governo all'emanazione di una serie di decreti legislativi in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, individua alcuni importanti criteri direttivi proprio in tema di riordino del sistema della sicurezza. 
La legge tratteggia un primo indirizzo di fondo che persegue lo scopo di evitare duplicazioni e sovrapposizioni dispersive nell'esercizio delle funzioni di polizia, nonché di favorire la gestione associata dei servizi strumentali, in adesione ai principi di efficienza della spesa pubblica. Un ulteriore criterio direttivo individuato dal provvedimento è legato, invece, al riordino delle funzioni di polizia nei campi della sicurezza agroalimentare e della tutela dell'ambiente e del territorio, riordino per il quale è prevista la possibilità anche di un'eventuale confluenza del Corpo forestale dello Stato in altra forza di polizia.
Alla luce del nuovo quadro normativo, solo quando verranno emanati i decreti legislativi attuativi che puntualizzeranno i contenuti della riorganizzazione del sistema della sicurezza, si potrà procedere alla definizione del piano di razionalizzazione dei presidi di polizia su tutto il territorio nazionale. Si può affermare fin d'ora che gli interventi ipotizzati nel piano saranno dettati da esclusive esigenze di efficientamento e di adeguamento organizzativo alla trasformazione tecnologica e infrastrutturale del Paese, senza che ne venga a soffrire la qualità del prodotto sicurezza, che, semmai, verrà accresciuta da una migliore e più adeguata rispondenza alle esigenze di sicurezza del cittadino.  A tale riguardo, va sottolineato che in alcuni settori più di altri – come quelli della telecomunicazione, dell'informatica e dei trasporti – l'evoluzione del paese è stata molto rapida, con caratteri di sostenuta innovazione. Alla luce di tale processo evolutivo, si pone, quindi, l'esigenza di una ridefinizione degli assetti strutturali e funzionali della Polizia di Stato, con riferimento soprattutto alle sue specialità, al fine di evitare il rischio di un arretramento della risposta statale rispetto alle nuove minacce alla sicurezza che si sono venute affermando. Sotto altro profilo, occorre considerare l'esigenza di conferire un più adeguato rilievo, anche in sede di pianificazione e organizzazione dei servizi di controllo del territorio, a un fattore che ha finito con l'assumere un peso sempre maggiore, vale a dire la percezione della sicurezza. Ciò nel presupposto, maturato anche alla luce delle esperienze di altri Paesi occidentali, che la sicurezza percepita sia indissolubilmente legata alla visibilità e alla capacità di intervento dell'operatore di polizia piuttosto che alla mera presenza di strutture. 
Sulla scorta di tali elementi di valutazione, il progetto di riorganizzazione potrà articolarsi in linea di massima su due linee direttrici fondamentali. La prima, da concertare con il Comando generale dell'Arma dei carabinieri, riguarderà la revisione e la messa a punto di un criterio di compensazione tra le due forze di polizia a competenza generale per garantire il presidio del territorio. Si eviterà, cioè, di avere in taluni posti la compresenza di polizia e carabinieri e in altri posti l'assenza totale. L'obiettivo primario concerne, nella sostanza, il migliore impiego delle risorse umane in aree in cui le carenze di organico dei due Corpi di polizia e i mutati scenari della sicurezza suggeriscono una più razionale distribuzione del personale, rendendo così possibile il recupero di aliquote da destinare a compiti operativi. La seconda direttrice riguarderà, invece, la razionalizzazione dei presidi delle quattro specialità della Polizia di Stato e cioè la stradale, ferroviaria, postale e la polizia di frontiera, la cui organizzazione risale ai decreti ministeriali del 1989 e appare legata ad una realtà ormai abbondantemente superata. Anche in relazione alle specialità l'obiettivo che si persegue è il recupero di risorse da destinare a compiti prettamente operativi, a beneficio di un miglioramento complessivo dei servizi e dell'azione di polizia. 
In conclusione, il piano di riorganizzazione – che è allo studio e terrà conto dei contenuti dei decreti legislativi attuativi della legge n. 124 – risponderà esclusivamente alla logica del costante miglioramento organizzativo, senza perdere di vista, tuttavia, le esigenze di razionalizzazione della spesa pubblica, ma nell'intento di migliorare il rendimento degli investimenti pubblici e di accrescere la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini, soprattutto nel settore sicurezza.

Replica

Signor Presidente, signor vice ministro, intanto la ringrazio per la sua consueta disponibilità e precisione nei dettagli. Intanto, prendo atto di questa buona notizia che il piano, ai sensi della legge n. 124, non è ancora definito e della risposta del Governo. Questo atto di sindacato ispettivo fu presentato a suo tempo, ormai a dicembre scorso, all'inizio dell'anno, quando abbiamo appreso di questa riorganizzazione degli uffici di polizia sul territorio e che interveniva direttamente in un comprensorio, quale quello dell'alto tirreno cosentino, che come lei ben sa presenta non poche problematicità nell'ambito dell'organizzazione criminale in quelle zone e della criminalità organizzata e quindi di ordine pubblico. Spesso si pensa che dietro queste proteste vi siano dei problemi di campanile, ma così non è. 
In questo caso vi era la richiesta di prestare la dovuta attenzione ad un territorio complesso e delle sue parole sono soddisfatta, perché questo sicuramente avverrà. È forte la richiesta di controllo del territorio e la prossimità di un commissariato sicuramente aiuta a consolidare un sentimento di coraggio che serve e necessita sempre in terre così difficili. Sappiamo che dobbiamo andare incontro ad una riorganizzazione degli uffici dello Stato e Cetraro in questo periodo sta affrontando anche la questione delicatissima del futuro del suo ospedale, così come è in atto una forte mobilitazione per quello che riguarda tutto il mantenimento delle prefetture, ma sappiamo bene qual è l'iter del Governo in merito a tutto ciò.
Il Ministero dell'interno è sicuramente uno dei luoghi più sensibili per quel che concerne la spending review ed è a mio avviso utile modificare i paradigmi attraverso i quali si stabiliscono criteri che poi verranno applicati contestualmente sul territorio. La Calabria, come lei ben sa, è una terra particolare, con le sue peculiarità, ed è lapalissiano che il criterio per il numero di abitanti diventa difficile comprenderlo in un comprensorio in cui quotidianamente devi purtroppo confrontarti con la forza di segmenti avversi e molto avversi allo Stato. 
Quindi, mi rassicura quanto da lei detto in merito alla riorganizzazione. Questa è la storia del posto fisso di Cetraro ed è per questo che chiediamo che il Ministero possa assicurare, come lei bene ha detto poc'anzi, una maggiore presenza di uomini e di mezzi della polizia di Stato, anche per dare concretezza agli impegni di presidio e di controllo sul territorio. Siamo consapevoli della necessità di affrontare processi non indolore, ma vorremmo che questi stessi processi di riorganizzazione avessero, come ha detto lei, quella capacità di comunicare le proprie ragioni, altrimenti il rischio è che l'opinione pubblica possa constatare anche in questi casi quella che chiamo la sindrome del distributore, cioè che la benzina sale quando aumenta il prezzo del greggio e lo stesso prezzo è refrattario a scendere quando il costo del greggio diminuisce, cioè che a fronte di una soppressione non si ravveda un potenziamento delle dotazioni di mezzi e uomini, come lo stesso sindacato di polizia sollecita. Conosco la sensibilità del Viceministro e sono certa che saprà far tesoro di queste nostre sollecitazioni nell'interesse della Calabria, proprio perché, come ha detto lei, si partirà da un logico piano di riorganizzazione che riguarderà la pubblica sicurezza, ai fini – questo siamo noi stessi a chiederlo, come calabresi – dell'efficientamento dell'organizzazione sulla base di una pubblica sicurezza sempre maggiore. Siamo noi che vogliamo, come dice lei Viceministro, un ammodernamento e dal punto di vista strutturale e dal punto di vista dell'innovazione tecnologica, quindi sulla base di una concertazione nuova che possa vedere questa revisione. Però, non vorremmo che venissero meno le basi per capire, come ben sappiamo tutti, che, in comuni così difficili, presidi come la Chiesa, il posto di polizia o dei carabinieri e la scuola sono importanti per la crescita culturale dei nostri figli e delle nuove generazioni. Fiduciosa dell'attenzione del Ministero e dell'attenzione signor Viceministro, sono sicura che in questo piano di revisione Cetraro rimarrà appunto all'attenzione del Ministero.