26/09/2018
Claudio Mancini
3-00190

Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   l'istituto Agrario «Emilio Sereni» è una realtà scolastica attiva dal 1978 nel territorio di Roma capitale e provincia e, proprio quest'anno, compie 40 anni di attività;

   nel 2010, dopo la grande crisi ambientale che ha interessati la Valle del Sacco, è nata la sede distaccata di San Vito Romano;

   il comune di San Vito Romano, facente parte della comunità montana dei Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e Prenestini, è un paese situato a circa 700 metri s.l.m. con circa 3.000 abitanti;

   l'istituto oggi ivi rappresenta un riferimento dal punto di vista scolastico e sociale sia per il Comune di San Vito Romano, sia per tutti i 31 comuni della Valle dell'Aniene, oltre che per i comuni di Genazzano e Paliano: un territorio a forte vocazione rurale e agroalimentare, ma carente di scuole superiori facilmente raggiungibili;

   la formazione di perito agrario è una risorsa preziosa per la comunità, anche al fine di aumentare le occasioni lavorative ripartendo dalla terra e dalle eccellenze dei luoghi in questione;

   14 ragazzi, di cui uno in situazione di disabilità, originari del territorio hanno presentato richiesta di iscrizione alla prima classe della sede dell'istituto agrario «Emilio Sereni» di San Vito Romano per l'anno 2018/2019;

   ritenendo esiguo il numero di iscrizioni pervenute, l'ufficio scolastico regionale del Ministero, a quanto consta all'interrogante, ha comunicato alla dirigente scolastica il diniego per l'avvio della prima classe dell'istituto;

   per consentire l'avvio della classe e assicurare a tali giovani l'inizio di un percorso scolastico-lavorativo, 7 tra madri e sorelle di alcuni dei 14 ragazzi, hanno richiesto l'iscrizione alla prima classe, portando a 21 il numero degli iscritti;

   con note del 30 luglio 2018, previ contatti con l'ufficio scolastico regionale, la dirigente dell'istituto ha dovuto comunicare il rigetto delle 7 richieste di iscrizione, perché non sarebbe consentita la contestuale presenza, nella stessa classe e in qualità di alunni, di persone minorenni e maggiorenni;

   di fatto, allo stato, non viene consentito a 14 giovani del territorio di iniziare il percorso di studi di perito agrario;

   le 7 madri e sorelle che si sono viste rifiutare le rispettive richieste di iscrizione hanno interessato gli uffici competenti al fine di ottenere l'annullamento dei provvedimenti di rigetto;

   nel territorio in argomento non v'è un centro per l'istruzione degli adulti che consenta alle stesse di esercitare il diritto, costituzionalmente tutelato, di frequentare la scuola pubblica;

   con nota del 31 luglio 2018, la regione Lazio si è fatta parte attiva per individuare una soluzione condivisa della problematica e il 20 settembre 2018 è stata approvata dal consiglio della regione Lazio una mozione che impegna il presidente e la giunta regionale ad attivarsi presso le competenti amministrazioni statali affinché, insieme all'istituto, al comune di San Vito Romano, ai comuni limitrofi, a Roma Capitale, ai cittadini, alla conferenza provinciale, all'ufficio scolastico regionale, al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, siano trovate soluzioni che garantiscano alla sede scolastica di San Vito Romano di avviare la prima classe dell'anno scolastico 2018/2019;

   in base al decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, è possibile derogare ai limiti numerici richiesti per la formazione delle classi ove tra gli iscritti vi sia un alunno disabile, ovvero la classe si trovi in comuni montani –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto suesposto e della mozione del 20 settembre 2018 e quali iniziative urgenti intenda intraprendere anche alla luce dell'allegato A della delibera della giunta regionale n. 644 del 12 ottobre 2017, punti 2.1 e 2.2, pagine 3-4, e del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009;

   se e quali iniziative, anche di medio e lungo periodo, intenda adottare per evitare il ripetersi della predetta situazione.

Seduta del 23 ottobre 2018

Risposta del governo di Salvatore Giuliano, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione l'università e la ricerca, replica di Claudio Mancini.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Onorevole Mancini, venendo al quesito da lei posto circa la mancata attivazione, per quest'anno scolastico, di una classe prima presso la sezione staccata di San Vito Romano dell'Istituto tecnico agrario “Emilio Sereni”, riferisco quanto comunicato con propria nota dal competente USR per il Lazio.

Il competente ambito territoriale di Roma ha ricevuto, secondo la nota dell'USR per il Lazio, una richiesta dal dirigente scolastico del predetto istituto per l'attivazione di una classe prima con soli 10 studenti.

In occasione della predisposizione dell'organico di diritto, lo stesso ambito territoriale non ha potuto accogliere tale richiesta, non ricorrendo le condizioni previste dal decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009.

Difatti, secondo l'articolo 16, comma 1, del richiamato regolamento, riferisco testualmente, “le classi del primo anno di corso degli istituti e scuole di istruzione secondaria di secondo grado sono costituite, di norma, con non meno di 27 allievi”. Il comma 5 del medesimo articolo precisa, altresì, che “le classi del primo anno di corso di sezioni staccate, scuole coordinate, sezioni di diverso indirizzo o specializzazione funzionanti con un solo corso devono essere costituite con un numero di alunni di norma non inferiore a 25”.

Nondimeno, l'articolo 5, comma 2, dello stesso regolamento prescrive che “le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili”.

Dalla nota trasmessa dal competente USR per il Lazio risulta che, in fase di adeguamento dell'organico, l'istituzione scolastica ha reiterato la richiesta di attivazione di una classe prima nella sede di San Vito Romano, presentando un elenco di 20 studenti, privo, tuttavia, del luogo e della data di nascita.

A seguito di verifica da parte dei competenti uffici organici si è appurato che sette studenti erano in realtà adulti e che potevano, pertanto, frequentare esclusivamente corsi serali. Alla luce di ciò, l'ambito territoriale, considerata la consistenza numerica della popolazione scolastica, tredici studenti, rispetto al minimo previsto, venti studenti in presenza di studenti con disabilità, non ha potuto che confermare la mancata attivazione della classe prima, dandone comunicazione a luglio scorso. Come disciplinato nell'annuale circolare sull'iscrizione degli studenti, circolare ministeriale del novembre 2017 riferita all'iscrizione alle scuole dell'infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l'anno scolastico 2018/2019, l'istituzione scolastica in argomento ha potuto manifestare la disponibilità ad accogliere comunque gli studenti nella propria sede centrale di Roma.

Per completezza di informazioni e sempre secondo quanto riportato nella nota pervenuta dall'USR per il Lazio, risulta che anche nel precedente anno scolastico 2017/2018 non sono stati raggiunti i numeri necessari e sufficienti per formare una classe prima. Attualmente, quindi, nella sede staccata del comune di San Vito risultano 24 studenti iscritti al terzo anno, 14 studenti al quarto e 19 studenti al quinto anno, per un totale di 57 ragazzi.

Replica

Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo per la risposta di cui non posso essere soddisfatto e di cui non saranno sicuramente soddisfatte le famiglie dei ragazzi interessati nel comune di San Vito perché ovviamente, essendo iniziato l'anno scolastico, hanno provveduto diversamente all'iscrizione dei loro figli nella scuola, ma sono vittime di una gestione burocratica di questa vicenda da parte dell'ufficio scolastico regionale, perché di norma sul numero delle classi normalmente si considerano le condizioni di disagio territoriale. Il comune di San Vito Romano, come altri della provincia di Roma, pur essendo nella città metropolitana di Roma è un comune con caratteristiche montane - siamo nella parte appenninica della provincia di Roma - e la distanza tra la sede decentrata e la sede centrale dell'istituto agrario è, secondo Google Map, percorribile in auto in 50 minuti in una giornata normale. Non è prevista da Google Map la possibilità di raggiungerlo con i mezzi pubblici. Stiamo parlando di un comune montano della provincia di Roma e, quindi, gli studenti, per arrivare con i propri mezzi presso la sede centrale, dovrebbero affrontare un viaggio intorno alle due ore. Quindi, la risposta dell'ufficio scolastico regionale è una risposta che non è una soluzione, perché invitare ad iscriversi presso la sede centrale di fatto è un invito a non iscriversi all'istituto agrario.

Si poteva, come si è fatto dal 2010, interpretare il “di norma” sul numero delle classi come un'eccezione, così come viene fatto in realtà, appunto, montane e in piccoli centri dove il numero degli studenti non è comparabile con quello delle dimensioni della città. A mio avviso, si tratta di una lettura burocratica della realtà della provincia di Roma, considerando la città metropolitana come un unico ambito territoriale mentre notoriamente il comune di San Vito è in un ambito distinto e con delle peculiarità territoriali. Quindi, all'insoddisfazione si aggiunge anche l'idea della beffa per il carattere burocratico della risposta.

Io invito il sottosegretario a valutare questo aspetto perché comunque in una realtà così piccola un numero di ragazzi che frequentano l'istituto agrario in realtà testimonia di un interesse del territorio, che è un territorio montano, verso quel tipo di indirizzo scolastico anche per le altre classi e, quindi, a rivedere per il prossimo anno questo orientamento, stante il fatto che c'è una disponibilità, espressa dalle famiglie, a riscrivere a San Vito i ragazzi che adesso sono distribuiti altrove e, comunque, c'è un interesse territoriale. Se prevale questa impostazione anche per il prossimo anno da parte dell'USR di fatto non ci sarà più un istituto agrario in quella porzione di città metropolitana di Roma.