16/12/2015
Alberto Losacco
3-01906

Per sapere – premesso che: 
dalle cronache dei media apprendiamo di un nuovo pestaggio presso l'Istituto Perotti di Bari; 
un episodio che risale alla scorsa settimana e di cui si è appresa la notizia solo in questi giorni; 
stando alla ricostruzione dei fatti, due bulli avrebbero immobilizzato e massacrato di botte un terzo ragazzo con calci e pugni, tutti di età compresa tra i 14 e i 17 anni; 
la vittima sarebbe riuscita a rialzarsi e a chiedere aiuto; 
portato al pronto soccorso, al ragazzo sono stati riconosciuti alcuni giorni di prognosi come da referto dei medici che l'hanno curato; 
si tratta di un episodio grave ed inquietante su cui riflettere e prendere provvedimenti –: 
si chiede di conoscere se e quali iniziative il Governo intenda assumere per verificare la dimensione del fenomeno in suddetto istituto e nelle scuole cella Puglia al fine di assumere iniziative per quanto di competenza, per porre in essere misure di maggiore contrasto al fenomeno assicurando maggiore sicurezza all'interno delle scuole.

Seduta del 19 aprile 2016

Risponde  Gabriele Toccafondi, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, replica Alberto Losacco

Risposta del governo

Presidente, il Ministero dell'istruzione è da tempo impegnato a prevenire fenomeni di bullismo e cyberbullismo, e, nell'ottica di dare sistematicità e omogeneità a tutti i progetti realizzati sul territorio, sono state emanate lo scorso anno le nuove linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto a bullismo e cyberbullismo. 
Queste nuove linee danno continuità e implementano di nuovo le politiche e gli strumenti già in uso da tempo, promuovendo altresì un nuovo sistema di governance, con il trasferimento delle funzioni precedentemente in capo agli Osservatori regionali, sia ai centri territoriali di supporto (CTS), istituiti nell'ambito del progetto «Nuove tecnologie e disabilità» degli uffici scolastici regionali, in accordo con il Ministero e collocati a livello provinciale presso scuole-polo, che alle loro ulteriori articolazioni territoriali. 
Le linee forniscono, inoltre, indicazioni riguardo all'istituzione di un Nucleo operativo, costituito da uno o due dirigenti tecnici e da due-tre docenti referenti, utilizzati presso gli Uffici scolastici regionali e gli ambiti territoriali, formati su problematiche relative alle nuove forme di devianza giovanile tra le quali il bullismo, il cyberbullismo e lo stalking, in possesso delle competenze necessarie per sostenere, incrementando e aiutando le scuole in rete e i docenti, attraverso interventi di consulenza e di formazione mirata, assicurando anche la raccolta e la diffusione di buone pratiche. 

Il Nucleo operativo per il contrasto delle nuove forme di devianza giovanile collabora con specifiche figure professionali, già incardinate in altre strutture o in altri enti, tra le quali psicoterapeuti, rappresentanti del tribunale dei minori, neuropsichiatri, personale della Polizia postale. Per governare al meglio la trasformazione necessaria e supportare il nuovo assetto dei processi previsti dalle linee di orientamento, relativo in particolare agli ulteriori nuovi compiti e funzioni attribuiti ai CTS in materia di prevenzione del bullismo e cyberbullismo, il MIUR ha previsto, per l'anno scolastico in corso, l'erogazione di specifiche risorse finanziarie, pari a un totale di 560 mila euro, attribuite ai CTS attraverso la concessione di fondi previsti dal decreto n. 435 del 16 giugno 2015. 
Dal canto suo, il Ministero dell'interno ha messo in campo diverse azioni: in particolare, a partire dall'anno scolastico 2015-2016, ha istituito un servizio di segnalazione gratuita via sms, anche in forma anonima, all'utenza telefonica dedicata 43002, valida per tutto il territorio nazionale ed avente come interfaccia operativa a livello provinciale le questure. 
Facendo riferimento al territorio in cui è accaduto il caso segnalato nell'interrogazione in argomento, questa iniziativa è stata pubblicizzata e promossa a livello locale dall'Ufficio scolastico regionale per la Puglia e dalla Prefettura di Bari anche attraverso un concorso dal titolo «Un sms per dire no a droga e bulli», riservato a tutte le scuole della regione per sensibilizzare studenti e famiglie. 
Il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Bari, inoltre, ha espresso parere favorevole alla predisposizione, d'intesa con l'Ufficio scolastico regionale, di progetti di prevenzione della devianza giovanile, finanziabili con Fondi PON legalità per gli anni 2014-2020. 
Anche nel caso specifico segnalato dall'onorevole interrogante, emerge come l'azione delle istituzioni si è concentrata sin da subito a ristabilire il corretto clima all'interno dell'ambiente scolastico e a stigmatizzare il pesante episodio. Difatti, dalle informazioni acquisite all'Ufficio scolastico regionale per la Puglia, si evince che, dopo l'aggressione subita il 2 dicembre 2015 dallo studente nei bagni della scuola, sono state immediatamente adottate le iniziative sanzionatorie nei confronti dei responsabili. Il consiglio di classe, riunitosi il 4 dicembre, ha comminato la sospensione disciplinare nei confronti dei due alunni autori del grave episodio. 
L'istituto Perotti, per scongiurare il ripetersi di tali accadimenti, ha individuato, tra le finalità del Piano dell'offerta formativa per il corrente anno scolastico, apposite iniziative destinate, oltre che al pieno successo scolastico e al contrasto della dispersione scolastica, anche all'integrazione e alla prevenzione di ogni forma di discriminazione. In particolare, sono stati organizzati specifici incontri di educazione alla legalità, che, con il contributo gli esperti del settore, hanno coinvolto gli alunni, soprattutto del biennio, in lavori specifici e mirati a sensibilizzarli contro ogni forma di bullismo anche informatico. 
Inoltre, l'istituto, aderendo ad un avviso pubblico (n. 1 del 2016) della regione Puglia, ha presentato una propria proposta, nell'ambito del progetto «Diritti a scuola», con riferimento specifico alle problematiche del bullismo e cyberbullismo. La scuola intende adoperarsi: attraverso la misura C del progetto, mediante l'ascolto face to face ad opera di uno psicologo e con il supporto di un mediatore interculturale per gli alunni stranieri; attraverso la misura D, mediante percorsi di formazione tenuti da esperti riguardanti l'educazione ai media e ai social network. Oltre a ciò, è stato realizzato, nel sito web della scuola, uno spazio dedicato alle tematiche in argomento.

Replica

Sì, grazie, Presidente. Io intanto ringrazio il Governo e ringrazio, in modo particolare, il sottosegretario Toccafondi per la puntuale risposta. L'episodio in questione è, purtroppo, uno dei molti nei quali la violenza diventa protagonista all'interno delle nostre scuole. La vittima è stata un ragazzo dell'istituto Perotti di Bari, che, stando alla ricostruzione dei fatti, due ragazzi, due bulli, avrebbero immobilizzato e massacrato con calci e pugni. Tutti i protagonisti di questa triste vicenda hanno un'età compresa tra i quattordici e i diciassette anni. 
Nei mesi scorsi ha molto colpito l'opinione pubblica la storia della ragazza dodicenne di Pordenone, vittima del bullismo dei suoi compagni, che tenta il suicidio gettandosi dalla finestra con una frase terribile: sono una sfigata, non ce la faccio più. E proprio dalla Puglia è venuta una bella risposta dall'Associazione «Ma basta», nata dai ragazzi del primo anno dell'istituto Galilei-Costa di Lecce e guidata dal professore di informatica Daniele Manni, un docente che l'anno scorso fu selezionato tra i 50 candidati del cosiddetto Nobel dell'insegnamento. 
Forse in questo momento, mentre sono qui a replicare in Aula, in qualche altra aula, in qualche corridoio, in qualche bagno di una scuola, c’è un ragazzo vittima di atti di bullismo. È sicuramente una battaglia culturale nei confronti di comportamenti, atteggiamenti ed anche di strumenti che si sono modificati nel corso del tempo. Oggi dobbiamo fare i conti anche con l'invasività dei social, la rapidità di diffusione di modalità calunniose e diffamatorie che aumentano il disagio e l'imbarazzo di ragazzi e famiglie. 
L'obiettivo è, innanzitutto, non lasciare sole queste persone, aiutarle, e abbiamo anche qui, in Commissione istruzione alla Camera, un gran lavoro con la giustizia, per arrivare ad un nuovo quadro normativo che affronti anche la questione del cyberbullismo. Sono aspetti delicati, che necessitano di essere affrontati e, quindi, chiediamo al Governo di fare la sua parte fino in fondo e mi pare che, dalla risposta del sottosegretario, si stia già partendo con il piede giusto. 
Quello che, con questo atto di sindacato ispettivo, si chiede è di prestare attenzione alla Puglia e di analizzare la vastità di un fenomeno, in una regione che si caratterizza per una elevata popolazione giovanile, in un Paese che invecchia demograficamente. Si chiede un maggiore sostegno da parte di strutture come i consultori, di aumentare la prossimità agli istituti scolastici, di potenziare figure professionali come il supporto psicologico: è importante per i ragazzi e anche per le famiglie. È importante anche una campagna pedagogica di educazione per contrastare davvero la violenza.
Quando ricerche autorevoli ci dicono che un bambino su due, a partire dalle scuole primarie, si trova a doversi confrontare con il fenomeno del bullismo, abbiamo la consapevolezza della portata di una questione che diventa prioritaria. Occorre un patto tra le istituzioni che coinvolga Stato, regioni, enti locali, insegnanti, studenti e famiglie. Siamo certi che l'impegno del Governo non mancherà e per le regioni come la Puglia anche la disponibilità di risorse finanziarie derivanti dai Fondi europei, che possono essere utili per finanziare progetti di contrasto al bullismo. Non dobbiamo mai dimenticare che la scuola è una delle istituzioni più importanti, è quindi necessario liberarla da violenza e prepotenza.