27/07/2016
Diego Crivellari
Narduolo
3-02431

Per sapere – premesso che: 
nei giorni scorsi l'azienda sanitaria rodigina Ulss 18 ha individuato nel comune di Ceneselli (Rovigo), in Alto Polesine, un nuovo «pool» di zanzare infette dal virus West Nile; 
il virus — che in genere non provoca sintomi su soggetti giovani e sani — può invece condurre alla morte persone anziane, ammalate o con un sistema immunitario compromesso, nelle quali si può manifestare una patologia neurologica grave; 
la rilevazione del nuovo focolaio riguarda, in particolare, la presenza della zanzara culex. Il veicolo di trasmissione del virus è il sangue infetto ed è perciò è necessario che le donazioni di sangue, organi, cordone ombelicale e tessuti, siano controllate; 
dal 2008 in avanti sono stati molteplici i casi di «febbre del Nilo» registrati in Polesine. Nel 2015 un caso ha avuto anche esito letale –: 
se e in che modo si ritenga di monitorare la situazione sanitaria delle aree, come il Polesine, in cui è stata riscontrata la presenza del virus West Nile, avviando e rafforzando le necessarie azioni di controllo e prevenzione nei territori coinvolti.

Seduta del 17 gennaio 2017

Risposta del governo di Davide Faraone, sottosegretario alla Salute, replica di Diego Crivellari.

Risposta dle governo

Presidente, il virus West Nile è un virus trasmesso da insetti vettori attualmente presenti nel territorio italiano. Il ciclo biologico è caratterizzato dalla trasmissione tra zanzare ed alcune specie di uccelli selvatici. Attraverso la puntura di zanzara, il virus può passare inoltre dalle popolazioni aviarie ai mammiferi, incluso l'uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusione di sangue e trasmissioni madre-feto in gravidanza. In Italia il primo focolaio di malattia è stato confermato nella tarda estate del 1998, nell'area circostante il Padule di Fucecchio, in Toscana, con alcuni casi clinici nei cavalli. A seguito di tale rilevamento, il Ministero della salute, dal 2002, ha attivato il piano d'azione di sorveglianza, con l'obiettivo di rilevare l'introduzione e monitorare la circolazione del virus sull'intero territorio nazionale. Tale piano ha consentito di identificare, nel 2008, a dieci anni di distanza dal primo focolaio, la circolazione del virus in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, in uccelli, mammiferi e insetti vettori. 
L'infezione è stata da allora segnalata ogni anno anche nell'uomo. Dal 2008 al 2015 sono stati notificati 173 casi autoctoni di malattia neuroinvasiva da West Nile in otto regioni: Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Basilicata, Puglia e Sardegna. In Italia la sorveglianza epidemiologica dei casi umani di malattia del virus è regolato da un piano integrato. Le attività di sorveglianza umana non sono state modificate rispetto alla scorsa stagione, e prevedono che vengano individuati e segnalati casi clinici importanti tutto l'anno, autoctoni da giugno a ottobre, di forme cliniche neuroinvasive nelle aree a dimostrata circolazione. Il piano prevede inoltre la sorveglianza entomologica con l'attuazione di protocolli operativi diversificati in relazione alla presenza o meno di casi umani, basati sia sull'informazione della popolazione che su interventi ordinari di controllo con prodotti larvicidi, al fine di ridurre la presenza di focolai larvali per i domestici di zanzare, sia l'uso di adulticidi in caso di elevata densità delle zanzare. 
In Italia, nello scorso anno, i primi casi umani sono stati notificati in provincia di Bologna, ed hanno portato a un rafforzamento delle misure di controllo nelle zone interessate, intensificando gli interventi di lotta antilarvale ed effettuando interventi straordinari preventivi con adulticidi. In tutta Italia, in totale, al 24 novembre 2016, sono stati notificati 71 casi di infezione; sono inoltre state diramate misure preventive riguardanti trapianti d'organo, tessuti e cellule da trasfusioni di sangue. 
Per quanto riguarda le trasfusioni di sangue, le misure preventive, che consistono nella sospensione temporanea, per 28 giorni, di donatori di sangue e di emocomponenti che abbiano soggiornato, anche solo per una notte, nei luoghi in cui è stato riscontrato un pool di zanzare positive o positività in animali, sono state già estese a numerose province, incluso il Polesine, al 17 novembre 2016: Alessandria, Bologna, Brescia, Cagliari, Carbonia-Iglesias, Cremona, Ferrara, Forlì-Cesena, Grosseto, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Monza e Brianza, Novara, Nuoro, Ogliastra, Oristano, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Ravenna, Reggio-Emilia, Roma, Rovigo, Siena, Torino, Trapani, Venezia, Verona, Vercelli, Vicenza e Viterbo. Tali misure, in considerazione dell'evidenza epidemiologica e dell'andamento climatico e meteorologico stagionale, sono state prorogate fino al 30 novembre 2016 e sospese su tutto il territorio nazionale dal 1o dicembre 2016. La sospensione temporanea delle donazioni di sangue e di emocomponenti ha interessato anche le persone che abbiano soggiornato, anche solo per una notte, nei Paesi europei ed extraeuropei infetti.

Replica

Presidente, dico subito che mi dichiaro soddisfatto. È una situazione, quella connessa al virus West Nile, che ha creato, anche in una provincia come la nostra, in Polesine, parecchio allarme. 
  Credo che la strada tracciata, anche nella risposta del segretario, sia quella di una prevenzione e di un controllo che forniscano anche al territorio strumenti adeguati per prevenire e controllare una situazione di questo tipo. 
  Ovviamente, su questa strada credo che ci sia la possibilità di proseguire per prevenire una manifestazione di questi focolai, garantire quella che è la sicurezza dei cittadini e garantire anche la situazione che poi è connessa, come veniva ricordato, ai trapianti e alle trasfusioni, che vanno comunque vigilate, monitorate e controllate. Più in generale, poi, credo che dobbiamo dotarci di una strategia rispetto a malattie di questo tipo, perché ovviamente alcune ricerche ci dicono che sono anche connesse ai cambiamenti climatici che riguardano un Paese come l'Italia. Da questo punto di vista, credo che debba esserci un'alleanza tra tutte le istituzioni, per monitorare, conoscere e fare in modo che questi episodi, questi focolai, siano il più possibile circoscritti.