17/12/2019
Enza Bruno Bossio
3-01206

Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   i genitori degli alunni della primaria di Careri paesino dell'Aspromonte calabrese hanno promosso una mobilitazione per difendere il diritto alla scuola per i propri figli;
   si oppongono alla chiusura della scuola e al trasferimento dei 35 alunni a distanza di 11 chilometri, con una viabilità complessa, piena di tornanti che farebbe giungere a scuola i bambini già provati dal viaggio;
   purtroppo il calo demografico e lo spopolamento dei paesi dell'Aspromonte stanno determinando situazioni di estrema criticità;
   a Roccaforte del Greco, paese dell'area grecanica, così come a Canolo, le scuole sono state già chiuse, infliggendo un duro colpo alle comunità locali;
   alcuni intellettuali, a partire dallo scrittore Gioacchino Criaco, hanno promosso un appello per chiedere che le scuole nei piccoli comuni, in particolare dell'Aspromonte, possano rimanere aperte come presidio dello Stato;
   la legge n. 158 del 2016, comunemente conosciuta come « legge dei piccoli comuni », ha anche nella digitalizzazione l'opportunità di scongiurare trasferimenti e disagi ai bambini, assicurando il diritto all'istruzione –:
   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere per rispondere alla mobilitazione dei genitori di Careri, scongiurando la soppressione della scuola dell'obbligo ed evitando di infliggere disagi a bambini e famiglie.

Seduta del 17 dicembre 2019

Risposta del sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe De Cristofaro. Replica di Enza Bruno Bossio

GIUSEPPE DE CRISTOFARO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Grazie, Presidente. Onorevole Bruno Bossio, condivido con lei la preoccupazione, di fronte allo spopolamento delle aree interne, in particolare di alcuni paesi siti in Aspromonte, come da lei rappresentato. Questo fenomeno si riflette inevitabilmente anche sulle istituzioni scolastiche del territorio. Difatti, in riferimento allo scorso anno scolastico, la scuola primaria di Careri, alla luce del piano di dimensionamento ed essendovi un numero esiguo di alunni iscritti, non è stata autorizzata quale punto di erogazione del servizio scolastico, come da lei giustamente riferito. Tuttavia, tenuto conto dell'enorme importanza che riveste la presenza delle scuole in tali piccoli paesi, colpiti dal generale fenomeno dello spopolamento, e tenuta in debita considerazione l'appartenenza di tale comunità all'area grecanica ricadente nella provincia reggina, l'ufficio scolastico regionale per la Calabria ha autorizzato, per quest'anno scolastico, un nuovo punto di erogazione del servizio nel comune di Careri, attraverso l'attivazione della scuola primaria “Careri Centro”. L'ufficio scolastico per la Calabria, con propria nota, ha riferito che la difficile situazione da lei rappresentata riguarda una circostanza esistente nel precedente anno scolastico, che si è intesa, per quanto possibile, superare attraverso un'offerta formativa più ampia per l'anno scolastico 2019-2020. Quest'anno, infatti, sussistono nel comune di Careri i seguenti punti di erogazione primaria: primaria “Natile Nuovo”, in via Gasperi, comune di Careri; primaria “Natile Superiore”, comune di Careri; primaria “Careri Centro”.

L'ufficio scolastico regionale per la Calabria ha precisato inoltre che, sia nella scuola primaria “Natile Superiore” sia nella scuola primaria “Careri Centro”, si è reso necessario istituire una pluriclasse, essendovi iscritti, rispettivamente, 13 alunni nella prima e 13 nella seconda.

 

VINCENZA BRUNO BOSSIO: Signora Presidente, signor sottosegretario, credo di essere soddisfatta, a un anno dalla presentazione della mia interrogazione parlamentare, che oggi è diventata interpellanza. Interrogazione che ho depositato il 2 ottobre 2018, a seguire alle manifestazioni che si sono svolte, non solo nel paesino di Careri, ma in tutto l'Aspromonte, anche a Roccaforte del Greco, così come a Canolo, dove sostanzialmente i genitori e tutta la comunità avevano protestato per questa chiusura.

Tra l'altro, voglio ricordare che il consiglio della città metropolitana, il 25 maggio scorso, aveva prevista questa riapertura a Careri Centro. Questa iniziativa, però, non era stata accolta, a suo tempo, dall'ufficio scolastico regionale, provocando quelle reazioni giuste che ci sono state, sia da parte della comunità sia da parte di molti intellettuali, e che hanno visto nella mia interrogazione parlamentare un ulteriore elemento di protesta. Devo dire che, nel frattempo, non solo il consiglio della città metropolitana, ma anche la regione Calabria aveva approvato, con delibera di giunta, le linee guida, sostanzialmente, che andavano a modificare l'organizzazione e aveva proposto all'ufficio scolastico regionale, appunto, di accogliere questa proposta. Sono, quindi, soddisfatta che il Ministero dell'Istruzione, l'università e la ricerca abbia accolto questa richiesta delle comunità, questa richiesta della città metropolitana, questa richiesta del consiglio regionale della Calabria, questa richiesta della giunta regionale della Calabria e, soprattutto, questa richiesta di grandi intellettuali calabresi, come Vito Teti e Gioacchino Criaco. Mi permetto di sottolineare le cose dette da questi, in particolare da Gioacchino Criaco, il quale ha ricordato - e lo ha detto anche il sottosegretario - che l'opposizione alla chiusura di questa scuola non era semplicemente e soltanto rispetto allo spopolamento, che pure riguarda tutti i paesini di montagna, in particolare della Calabria - ma non solo della Calabria - ma c'era e c'è il rischio della morte di un popolo e di una cultura millenaria, che mantiene le ultime testimonianze greche in Calabria. Ricordiamoci che tutti fummo greci, ma pochi lo siamo ancora oggi, e ai greci, oltre alla cultura, non difettava il coraggio. Quindi, io credo che uno Stato, che finora è stato patrigno in quella realtà dell'Aspromonte, oggi con questa scelta si presenta come Stato padre. Soprattutto, dobbiamo incominciare una marcia, perché, appunto, tutti noi un tempo fummo greci.