17/09/2014
Simone Valiante
Fioroni
3-01031

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   l'area della cosiddetta «zona archeologica di Paestum» nel comune di Capaccio, in provincia di Salerno, è sottoposta a vincolo di tutela e inedificabilità, ai sensi della legge n. 220 del 5 marzo 1957 (Costituzione di zona di rispetto interino all'antica città di Paestum e divieto di costruzione entro la cinta muraria);
   si apprende, sia, dagli organi di stampa locale che dagli atti amministrativi pubblicati, che il comune di Capaccio intende realizzare alcune opere fisse e rimovibili entro l'area sottoposta a vincolo di notevole impatto archeologico e ambientale: un sottopasso ferroviario (a pochi metri dalla cinta muraria), un marciapiede lungo tutta cinta muraria sino alla località «Torre di Mare» e la sistemazione di due cupole di colore giallo nell'area adiacente il tempio di Hera, per manifestazioni che si protraggono per numerose settimane e forse mesi;
   tra le manifestazioni previste, risalta soprattutto la «Borsa mediterranea del turismo archeologico» giunta al suo XVII appuntamento, programmato dal prossimo 30 ottobre al 2 novembre, a cui partecipano operatori turistici provenienti da numerosi Paesi esteri;
   con al determina del responsabile dell'area VI n. 324 del 1 settembre 2014 del comune di Capaccio (SA) l'acquisto delle «strutture modulari smontabili e rimovibili» sono state impegnate somme per circa 628.300,00, con prestito della durata di 20 anni che grava sul bilancio dell'ente locale e quindi di tutti i cittadini;
   per il sottopasso ferroviario di Paestum e il marciapiede si prevedono, in particolare, consistenti lavori di scavo e opere fisse in calcestruzzo per sottofondi e strutture di sostegno che arrecherebbero un grave pregiudizio al contesto territoriale ed ambientale, che, unitamente al riconoscimento dell'UNESCO come patrimonio dell'umanità, costituisce sempre un sito di grande pregio riconosciuto da tutto il mondo;
   per la realizzazione del marciapiede l'amministrazione comunale intende utilizzare circa un milione di euro (finanziato per attività di studio e ricerca), al fine di individuare le migliori condizioni per una riqualificazione dell'intera area sottoposta a vincolo;
   parte delle somme messe a disposizione dell'amministrazione comunale sono già state spese per un concorso di idee dall'esito ad avviso dell'interrogante dubbio e discutibile;
   sembra che tutte le opere messe oggi in cantiere dall'amministrazione comunale abbiano ottenuto il parere favorevole delle locali soprintendenze;
   ciò, in contrasto con i pareri negativi espressi precedentemente dalle medesime soprintendenze, in relazione alle passate amministrazioni comunali che si sono susseguite, tanto da far sorgere il sospetto a molti cittadini che esista un particolare intendimento tra le soprintendenze e l'attuale amministrazione comunale;
   a tal proposito, si ricorda, ad esempio, che per il sottopasso ferroviario di Paestum, dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Salerno è stato espresso parere negativo finanche per opere da realizzarsi a trecento metri e poi ancora a seicento metri dal perimetro delle mura dell'antica città, mentre solo oggi si apprende di un parere favorevole per opere da realizzarsi a circa soli dieci metri dalla cinta muraria;
   gli atti posti in essere sono di una gravità inaccettabile e comprometterebbero irrimediabilmente l'intera area archeologica –:
   se intendano assumere, per quanto di competenza, iniziative volte ad accertare i fatti rappresentati;
   se intendano intervenire per chiarire le modalità di intervento per la realizzazione del sottopasso ferroviario di Paestum, nonché quelle per la sistemazione delle «strutture modulari smontabili e rimovibili» da sistemare in altro sito più adeguato, come accaduto per tutte le passate edizioni della manifestazione fieristica, ad esclusione dell'ultima a salvaguardia del decoro dell'area archeologica di Paestum.

Seduta del 17 marzo 2015

Risposta del governo di Francesca Barracciu, sottosegretario per i Beni e le attività culturali, replica di Simone Valiante

Risposta del governo

Signor Presidente, mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Valiante richiede notizie in merito ai lavori previsti per la realizzazione del sottopasso ferroviario di Paestum e di un marciapiede in aree limitrofe al sito archeologico. 
  A tale riguardo vorrei ricostruire correttamente alcuni dati contenuti nell'atto parlamentare. Per quanto riguarda la realizzazione di un sottopasso ferroviario in prossimità del lato sud-est della cinta muraria, occorre innanzitutto fare chiarezza in merito ai pareri negativi espressi in precedenza dalla Soprintendenza. 
  La questione è annosa ed è relativa ai progetti legati alla chiusura, avvenuta oltre dieci anni fa, del passaggio a livello che permetteva le comunicazioni tra il paese di Capaccio e la zona di Paestum. Una prima ipotesi progettuale del comune di Capaccio fu valutata negativamente dagli organi centrali del Ministero nel 1994. Una seconda ipotesi progettuale, che prevedeva una diversa localizzazione dell'opera a nord della città antica, venne ripresentata nel 2002 e il Ministero richiese, al riguardo, alcune integrazioni al comune. 
  Nelle more di questo esame il comune presentò un'ulteriore localizzazione dell'opera a circa 600 metri a nord delle mura e della questione fu nuovamente investito il Ministero che, sulla base del favorevole parere espresso dal comitato di settore per i beni archeologici, nell'aprile del 2003 prendeva atto di questa ulteriore progettazione e dichiarava il 31 luglio del 2003 di non avere: «nulla da osservare in merito alla realizzazione delle opere». 
  Nel frattempo il comune presentava un'ennesima progettazione, che non ricalcava l'ipotesi progettuale appena sottoposta al comitato di settore, ma avvicinava il posizionamento del sottopasso a circa 300 metri a nord delle mura, in località Laghetto. Su quest'ultima progettazione la Soprintendenza si esprimeva negativamente, richiedendo comunque il conforto degli uffici centrali del Ministero. A seguito di ciò, i componenti del comitato tecnico scientifico per i beni archeologici, che aveva sostituito il vecchio comitato di settore nella nuova organizzazione del Ministero, effettuarono un sopralluogo a Paestum, che si concluse con l'espressione di un parere negativo, trasmesso al comune di Capaccio il 10 gennaio del 2007. 
  Per quanto riguarda la situazione attuale, l'ultimo progetto di sottopasso del comune, che nell'interrogazione si dà per approvato, non è ancora in fase esecutiva, ma costituisce parte di un più ampio studio di fattibilità relativo a «Mobilità turistica: sistema della sosta, viabilità e sottopasso ferroviario alla stazione di Paestum», elaborato da un professionista esterno incaricato. Su tale ultima progettazione la Soprintendenza archeologica competente, in occasione della conferenza di servizi tenutasi il 22 ottobre 2014, ha espresso parere favorevole a due precise condizioni. Prima condizione: che fosse attentamente valutata in sede di progetto esecutivo, da farsi e da approvare, l'immissione della strada in uscita dal sottopasso al fine di non sovraccaricare di traffico veicolare la fascia di rispetto esterna alle mura, e che si realizzasse, contestualmente al sottopasso, il completamento dell'opera in una visione strategica di riassetto dell'accesso da sud e da est alla città antica ed al parcheggio esistente a sud delle mura; tale visione strategica è incentrata anche sul recupero dei volumi e degli spazi dell'ex-stabilimento Cirio, di proprietà dello Stato, da rendere funzionale ai programmi di valorizzazione e fruizione che sono portati avanti dalla Soprintendenza. Seconda condizione: che i lavori fossero preceduti da indagini archeologiche preliminari da condursi in tutte le aree interessate dall'opera. 
  Per quanto riguarda il marciapiede, va chiarito che lo stesso non si sviluppa lungo tutta la cinta muraria, pari 4.750 metri, ma è progettato unicamente per una lunghezza complessiva di circa 1.100 metri, ciò al fine di mettere in sicurezza il tratto di strada che collega via Principe di Piemonte alla località Torre di mare. L'opera, da decenni auspicata dai cittadini e dagli operatori turistici, è finalizzata alla salvaguardia e alla sicurezza dei numerosi utenti e turisti che percorrono a piedi questa strada carrabile altamente trafficata, principale e unica arteria di collegamento tra Paestum e la spiaggia. Giova evidenziare che il progetto non comporta opere di scavo o cementificazione indiscriminata, prevedendosi l'adozione di una tecnica esecutiva costituita in massima parte da elementi realizzati via via fuori opera e poggiati al suolo su di un tracciato realizzato negli anni Trenta, all'epoca della costruzione della strada stessa, opportunamente livellato. 
  L'attuale progetto messo a gara dal comune ha recepito tutte le indicazioni migliorative e le prescrizioni provenienti dalla Soprintendenza archeologica, eliminando alcune lavorazioni ritenute inidonee ai fini della piena salvaguardia del patrimonio archeologico e del delicato aspetto naturalistico dei luoghi. In questi termini è stato quindi approvato il progetto dalla Soprintendenza archeologica e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Salerno e Avellino. 
  Da ultimo, in merito alla sistemazione, in occasione della XVII Borsa mediterranea del turismo archeologico, delle strutture geodetiche in forma di cupola, in un'area situata a ben 200 metri a nord del tempio di Cerere e priva di strutture antiche, si fa osservare che queste sono installazioni rimovibili e a carattere temporaneo e che la Soprintendenza, come la consorella Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Salerno e Avellino, nell'autorizzarne la installazione, ha chiaramente richiesto al comune di Capaccio un calendario che dia conto del tempo di persistenza delle strutture nel luogo, il che fa chiaramente intendere che non si è autorizzata la permanenza stabile nell'area, peraltro di proprietà demaniale. 

Replica

Signor Presidente, ringrazio anche il sottosegretario per la risposta molto articolata, che ricostruisce anche un po’ la storia di queste opere e di questi interventi. Mi ritengo soddisfatto, almeno in parte, sicuramente, soprattutto per la tempestività dell'intervento, l'attenzione riposta dal Ministero e l'azione del sottosegretario su questa questione, che, ricordo, interessa uno dei siti archeologici più belli e, credo, ormai più famosi anche al mondo. 
  Questa attenzione, ovviamente, sottosegretario – mi permetto di dire –, deve continuare in questa fase progettuale, perché rimangono alcune perplessità e alcuni dubbi, anche in relazione non solo al progetto al quale lei fa riferimento, che, ovviamente, oggi ha un'attenzione nuova da parte del Ministero, che, probabilmente, anche questa interrogazione ha sollecitato, ma per una serie di fatti avvenuti negli ultimi mesi, che spesso devono, in qualche modo, anche far riflettere su una più attenta vigilanza pure da parte del Ministero sull'attività delle soprintendenze locali e sulla revisione, forse, anche di queste istituzioni. 
  Per quanto riguarda, invece, il progetto nello specifico, rimango perplesso su alcuni aspetti, soprattutto quelli relativi ai flussi di traffico veicolare, ma su questo mi auguro che poi, nella fase di realizzazione, vi sia, come dicevo, un'attenzione maggiore. Come spero vi sia un'attenzione maggiore su un programma serio di valorizzazione di quell'area archeologica, che, a mio avviso, non può avvenire attraverso strutture modulari o di altro tipo all'interno dell'area archeologica, che solo in parte non interessavano anche un aspetto più estetico e di visione dell'area stessa. Infatti, in realtà, questo è soltanto in parte vero, e quindi, anche da questo punto di vista, occorrerebbe un'attenzione maggiore sui pareri e sulle opinioni espresse dalle soprintendenze locali. 
  Ma, soprattutto, credo che quell'area abbia necessità di un programma di valorizzazione più compiuto, che interessi anche complessivamente l'acquisizione al demanio di una parte di quel patrimonio, che tuttora non è demaniale, come credo sia necessario pensare a progetti di valorizzazione, che sono diversi, a mio avviso, dalla realizzazione di eventi all'interno di quell'area, che, tra l'altro, non sono sempre riconducibili a quel patrimonio. Infatti, è vero per quanto riguarda la realizzazione della «Borsa mediterranea del turismo archeologico», ma è altrettanto vero che non mi pare si stessero programmando, in qualche modo, eventi sempre coerenti con quell'area e, come dicevo, con quel patrimonio. 
  Quindi, ritengo, da questo punto di vista, e mi auguro anche per il futuro, vista la grande attenzione che lei ha riposto su questa questione, di poter immaginare anche degli sviluppi futuri, delle progettualità future, che tengano conto di un serio programma di valorizzazione, e, ovviamente, di continuare ad attenzionare sia l'operato del comune riguardo alla realizzazione di quei lavori sia il rapporto con le soprintendenze locali.