19/06/2023
Ubaldo Pagano
3-00483

Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, convertito con modificazioni dalla legge 17 novembre 2022, n. 175, recante ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), all'articolo 24 ha disposto misure urgenti per il sostegno alla siderurgia;

   il suddetto articolo 24, al fine di dare attuazione agli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con riferimento agli investimenti legati all'utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate (M1C2) e all'allocazione delle relative risorse finanziarie pubbliche, individua la società DRI d'Italia s.p.a. quale soggetto attuatore degli interventi per la realizzazione dell'impianto per la produzione del preridotto (direct reduced iron) – con derivazione dell'idrogeno necessario ai fini della produzione esclusivamente da fonti rinnovabili – aggiudicati ai sensi del codice degli appalti (decreto legislativo n. 50 del 2016) e delle altre vigenti disposizioni di settore;

   per le finalità rappresentate, le medesime disposizioni assegnano al soggetto attuatore 1 miliardo di euro per la realizzazione dell'impianto del preridotto, gestito dalla stessa società DRI d'Italia s.p.a.;

   secondo recenti indiscrezioni di stampa, tale finanziamento potrebbe rientrare nell'alveo dei progetti espunti dal finanziamento a valere sul PNRR nell'ambito del piano di revisione più volte prospettato dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, sebbene mai compiutamente esplicitato;

   in particolare, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore e poi confermato dal Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il progetto sull'impianto di produzione del preridotto di ferro rischia di non poter essere completato entro giugno 2026 e il suo finanziamento verrebbe spostato sul fondo di sviluppo e coesione;

   l'interrogante, nel ritenere inaccettabile la decisione del Governo, rileva che tale disimpegno dei fondi PNRR, proprio per il vincolo temporale della loro spesa, potrebbe suggerire l'intenzione dell'Esecutivo di abbandonare il progetto volto alla decarbonizzazione degli stabilimenti siderurgici dell'ex Ilva –:

   se intendano, per quanto di competenza, confermare definitivamente l'intenzione di stralciare il progetto dell'impianto del preridotto negli stabilimenti siderurgici di Taranto, fornendo esaustive spiegazioni in merito a tale decisione;

   se, in tal caso, intendano fornire piene garanzie sulla realizzazione del progetto a valere su altre fonti di finanziamento.