30/03/2020
Enrico Borghi
3-01414

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la sicurezza nei luoghi di lavoro risulta essere un problema estremamente serio, che deve costituire un'assoluta priorità, come ricordato anche recentemente ai più alti livelli istituzionali;

   sul tema si è registrato un accordo tra Governo, sindacati e imprese il 14 marzo 2020 finalizzato alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori impegnati in particolare nelle filiere strategiche produttive che restano aperte nel corso dell'emergenza coronavirus;

   sulla base di quell'accordo le imprese si sono impegnate ad adottare nei luoghi di lavoro tutte le misure necessarie alla garanzia della sicurezza dei loro dipendenti e alla profilassi per il contenimento della diffusione della pandemia;

   si pone il problema di come vengano garantiti in tal senso i lavoratori italiani occupati all'estero;

   da tempo sindacati, comitati e singoli cittadini denunciano, in particolare, una carenza di rispetto della prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro nella vicina Confederazione elvetica, specialmente nel Canton Vallese, nonostante le rassicurazioni verbali fornite dal governo federale al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano –:

   come intendano adoperarsi, per quanto di competenza, affinché sia assicurato, soprattutto in questa fase di emergenza e poi nella fase di riavvio di tutte le attività, il rispetto delle normative già esistenti e di quelle messe in atto per l'emergenza coronavirus anche nei territori esteri confinanti con l'Italia che vedono un largo coinvolgimento di lavoratori italiani frontalieri.