16/10/2015
Giovanni Burtone
3-01774

Per sapere – premesso che: 

gli agrumi della Sicilia continuano ad essere vittime di una terribile patologia, il virus citrus tristeza, che interessa circa 32.000 ettari di agrumeti, soprattutto nelle province di Catania e Siracusa; 
il problema presente da diversi anni rischia di compromettere seriamente la produzione agrumicola, tant’è che potrebbe addirittura essere a rischio estinzione la produzione agrumicola siciliana nei prossimi due/tre lustri se non si interviene con immediatezza; 
la superficie colpita dal virus continua ad aumentare negli anni ed è aumentata la veicolazione della sua trasmissibilità; 
occorrono misure di sostegno per il comparto, in quanto il costo degli espianti ed i mancati guadagni legati alle vendite «perdute» sono assolutamente rilevanti, tanto da indurre l'abbandono delle coltivazioni; 
sarebbe imminente il varo da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali del piano agrumicolo nazionale; 
alla luce delle analisi del Consiglio per la ricerca in agricoltura e dell'analisi dell'economia agraria, con il suo centro di ricerca per l'agrumicoltura e le colture mediterranee di Acireale, è assolutamente indispensabile prevedere un piano specifico per il territorio siciliano –: 
se e quali iniziative intende adottare il Governo al fine di contrastare efficacemente l'espansione del virus citrus tristeza che sta interessando le produzioni agrumicole della Sicilia orientale e quali misure di sostegno intenda prevedere per un comparto ormai al collasso.

 

Seduta del 20 ottobre 2015

Risposta di Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali e  replica di Giovanni Burtone

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, fin dal 2012 il servizio fitosanitario della regione Sicilia, in coordinamento con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ha condotto un intenso programma finalizzato al contenimento della diffusione del citrus tristeza virus, nell'ambito delle aree agrumicole della regione. Il programma ha interessato sia agrumeti commerciali che vivai. Un milione circa di piante di agrumi in vivaio sono state monitorate e si è proceduto con tutte le misure necessarie ad impedire la ulteriore diffusione della fitopatologia. Con la legge della regione siciliana n. 25 del 2011, inoltre, sono state decise misure d'intervento a favore di piccole e medie imprese del settore agricolo per la prevenzione ed eradicazione del citrus tristeza virus. Con il conseguente decreto n. 1236 del 30 aprile 2014, sono stati impegnati 10 milioni di euro. Di questi, 6.726.611 sono stati rendicontati nel 2014, con un residuo di 3.277.000 per il 2015. Ad oggi, sono stati già rendicontati ulteriori 2.619.000 euro. Peraltro, nell'ambito della nuova programmazione 2014-2020 è stata inserita una misura di sostegno nel Piano di sviluppo rurale di cui al regolamento (UE) n. 1305 del 2013, contenente interventi specifici per il contrasto alla diffusione del virus in questione e l'adeguamento del sistema produttivo e vivaistico. La misura si articola in due sottomisure di cui una finalizzata alla prevenzione dei danni causati dal virus e la seconda finalizzata alla ricostituzione degli agrumeti danneggiati in misura superiore al 30 per cento. Da circa un anno, il servizio fitosanitario della regione siciliana ha dichiarato gran parte del territorio agrumetato zona di insediamento per il citrus tristeza virus. 
In tale area, pertanto, ai sensi dell'articolo 2, lettera f), del decreto ministeriale 31 ottobre 2013, la diffusione dell'organismo nocivo è tale da rendere tecnicamente non più possibile il suo contenimento. 
Dal 2013 si è manifestata una forma «severa» che porta alla morte le piante colpite su combinazione di portinnesto sensibile, attribuita al ceppo seeding yellow. Pertanto, per realizzare in Sicilia un programma di eradicazione dell'organismo nocivo nelle sue forme severe, è stato chiesto all'Europa – e lo ha fatto il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali – un contributo finanziario per la lotta fitosanitaria di cui all'articolo 23, paragrafo 5 della direttiva 2000/29/CE. Il programma per la lotta contro il ceppo in questione è stato considerato eleggibile per un importo complessivo di 1.781.000 Euro. di cui il 50 per cento cofinanziabile dall'Unione Europea attraverso i piani di sviluppo rurale. 
Nelle aree con sintomatologia sospetta sono state effettuate circa 9 mila analisi complete, fino alla caratterizzazione dei ceppi. Faccio altresì presente che i risultati della «caratterizzazione dei ceppi» effettuata dal CRA di Acireale, oggi ICREA (anche su campione, non ricadente nella citata area prevista dal programma), hanno evidenziato la presenza del ceppo del seeding yellow su un alto numero di campioni esaminati. Detto ceppo è stato altresì riscontrato dal CRA anche su campioni provenienti dalla provincia di Enna e dalla provincia di Messina, quindi al di fuori dell'area di indagine. Abbiamo pertanto motivo di ritenere che il ceppo seeding yellow sia ampiamente diffuso, non comportando la distruzione delle piante qualora innestate su portinnesti tolleranti (si pensi al citrange). 
Evidenzio quindi, inoltre, che la ricerca scientifica sta continuando il suo percorso. Gli interventi sopra detti, accompagnati da adeguate risorse, potranno consentire di recuperare progressivamente la potenzialità produttiva degli agrumeti siciliani. 
Preciso infine che, come previsto dall'articolo 2 della decisione che abbiamo già menzionato, per ottenere il finanziamento in parola l'Italia dovrà inviare alla Commissione europea (e lo faremo entro il prossimo 31 ottobre) la domanda di pagamento accompagnata da una relazione di accompagnamento sulle misure che sono state già attuate. Al momento, quindi, siamo in attesa di ricevere dalla regione siciliana la documentazione sulle attività di monitoraggio ed eradicazione che sono state svolte, per contrastare la diffusione del citrus tristeza virus nelle aree infette, al fine di trasmetterla ai competenti uffici della Commissione europea per ottenere quella contribuzione che è prevista, così come avevamo detto.

Replica 

Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta del Governo: si intravede un impegno serio da parte del Ministero, della regione siciliana, in sintonia con l'Unione europea. Sappiamo che il virus citrus tristeza ha determinato danni notevoli al nostro patrimonio agrumicolo, soprattutto in Sicilia orientale. L'unico rimedio è l'eradicazione della pianta, però per fare questo c’è un costo; e finora i costi, signor sottosegretario, sono stati sostenuti dalla regione siciliana, con il contributo anche dell'Unione europea, perché ad essere stati devastati sono oltre 30 mila ettari di agrumeti. 
Ora bisogna fare di più, perché questo patrimonio non può essere depauperato. È necessario fare nuovi impianti, con varietà certificate, e soprattutto garantite dal punto di vista fitosanitario. Lei ha dato assicurazioni significative sull'impegno che possiamo e dobbiamo mettere come regione siciliana, come Governo nazionale per utilizzare al meglio i fondi del Piano di sviluppo regionale prossimo. Per fare questo c’è la necessità di continuare nello studio e nella ricerca, nelle politiche di prevenzione; ma ripeto, bisogna dare di più ai nostri produttori perché fronteggino lo stato di crisi che si determina: la pianta colpita dal virus va eradicata perché non può essere guarita, e c’è bisogno poi di sostituirla con una pianta che possa ridare produzione. 
Aggiungo a questa considerazione altre due riflessioni, signor sottosegretario. La prima è molto positiva, noi abbiamo apprezzato che nella legge di stabilità sia stata inserita, per decisione del Governo, la rimozione dell'Imu per l'agricoltura a partire dal 2016. Si tratta di una decisione importante, noi da tempo sostenevamo questo indirizzo e lei sa che in tanti avevamo mostrato anche una contrarietà al varo di questo strumento. Il Presidente del Consiglio ha voluto che venisse eliminata. Essa può essere utile e apprezzata dal mondo agricolo per riprendere vigore e superare le difficoltà che il mondo agricolo purtroppo ha attraversato in questi anni. L'altra considerazione riguarda delle segnalazioni che mi permetto di farle signor sottosegretario: ho fatto delle interrogazioni che spero possano avere delle risposte. Esse riguardano delle proroghe. Una prima per il Piano di sviluppo regionale 2009-2013, ci sono alcune pratiche, presentate con ritardo, che non sono state esitate, ma anche quelle relative all'Ismea sui vecchi aiuti del Piano scaduto nel 2014. Queste pratiche sono state presentate con ritardo perché i produttori non hanno avuto la forza finanziaria e hanno avuto notevoli difficoltà anche nell'accesso al credito. Mi permetto quindi di utilizzare questa opportunità per chiederle un'attenzione particolare affinché si faccia questa deroghe perché si tratta di pochissime pratiche depositate con un ritardo determinato non dalla volontà dei produttori, ma per le difficoltà che hanno affrontato. 
Infine, un'ultima considerazione. Signor sottosegretario, lei sa che tra qualche settimana partirà la commercializzazione degli agrumi. Noi speriamo che, come spesso avviene, all'inizio il prezzo sia congruo, buono per i produttori. Il problema però è che dopo poche settimane dall'inizio della campagna di commercializzazione il prezzo crolla. Ora io non voglio entrare nel merito delle questioni affrontate più volte e che riguardano la concentrazione dell'offerta, un diverso modo di associarsi dei nostri produttori. Ci sono però due cause che possiamo prevenire. La prima riguarda l'entrata di prodotti da Paesi extraeuropei che arrivano con un prezzo bassissimo senza controllo fitosanitario. Si attivi quindi la Guardia di finanza o i Nas per evitare che questi prodotti ammazzino la commercializzazione e determinino una condizione negativa per i nostri produttori con un prezzo molto basso che viene a determinarsi nei nostri mercati. Vi è poi anche la vendita abusiva. Nelle nostre città ci sono tanti abusivi che vendono a prezzi stracciati. Evidentemente non tutto, ma gran parte di questo materiale è rubato, e noi sappiamo che l'abusivismo spesso è in mano alla criminalità organizzata e mafiosa. Sono convinto che anche i sindaci debbano fare la propria parte. Spero e mi auguro, però, che il Governo, da lei rappresentato, solleciti un intervento della Guardia di finanza, dei Nas, ma anche dei vigili urbani.